Il credito bancario a disposizione delle imprese agricole e dell'industria alimentare in leggera flessione dello 0,8% rispetto a luglio.
 Il calo è dello 0,6% su base annua, sintesi di una dinamica positiva dei prestiti all'industria alimentare (+1,5%), e di una contrazione dei finanziamenti all'agricoltura (-2,1%).
Il confronto con l'andamento dei finanziamenti al totale delle attività economiche tuttavia è favorevole per il settore agroalimentare.

Il mercato del credito continua a rivelarsi critico per il sistema produttivo nazionale, registrando nel mese di agosto un'ulteriore contrazione su base annua. Quest'ultimo dato conferma una tendenza negativa che si protrae senza soluzione di continuità dal mese di maggio 2012.
In particolare, ad agosto lo stock dei prestiti bancari concessi al totale delle imprese italiane, secondo i dati diffusi dalla Banca d'Italia nel rapporto mensile Monete e banche, ammonta a 873.835 Milioni di Euro, in flessione del 2,3% rispetto allo stesso mese del 2015.

Le imprese agricole e dell'industria alimentare considerate nel complesso sono interessate anch'esse da una lieve riduzione degli impieghi bancari totali a loro destinati: per effetto anche di una contrazione congiunturale (-0,8% rispetto a luglio), la variazione di agosto, su base annua, è del -0,6%. Il confronto tuttavia con l'andamento del finanziamenti al totale delle attività economiche è favorevole per il settore agroalimentare, che mostra ancora una buona tenuta in termini di prestiti totali ricevuti, nonostante il rallentamento degli ultimi mesi.

I dati di dettaglio confermano la forbice che si sta delineando a partire dai primi mesi del 2016, in termini di accesso al credito tra imprese dell'industria alimentare e aziende del settore primario (inteso come agricoltura, silvicoltura e pesca). I finanziamenti a queste ultime, che durante il 2015 erano stati in crescita pressoché costante, dall'inizio del 2016 hanno cominciato a contrarsi: in particolare, le riduzioni dei prestiti all'agricoltura degli ultimi due mesi (entrambe del -2,1% su base annua) confermano la dinamica calante, con lo stock che ad agosto scende a 43.350 Milioni di Euro.
Diversamente, l'andamento dei finanziamenti alle imprese dell'industria alimentare, delle bevande e del tabacco continua a essere positivo: ad agosto, gli stock di prestiti bancari al settore segnano un +1,5% su base annua, nonostante la contrazione congiunturale (-1,3% su luglio), e si assestano sui 32.153 Milioni di Euro.

Rispetto al 2015, i finanziamenti ricevuti dalle imprese del settore agricolo rappresentano stabilmente una quota del 5,0% dei prestiti bancari complessivi, mentre cresce il peso della componente delle imprese dell'industria alimentare in termini di finanziamenti ottenuti, pari al 3,7%. Nel loro complesso, le imprese del settore agroalimentare nel 2016 assorbono una quota di credito bancario leggermente superiore al 2015, passando dall'8,5% all'8,7% (in base agli ultimi dati aggiornati disponibili).

Con le riduzioni congiunturali dello stock dei prestiti di agosto, la variazione acquisita dei finanziamenti all'agroalimentare per l'intero 2016 scende leggermente sotto lo zero: la differenza con il dato medio del 2015 (dati Moneta e Banca, Banca d'Italia) è di soli 0,2 punti percentuali in meno. Anche in questo caso il dato di stabilità è sintesi di una variazione negativa per il settore agricolo (-1,6%) e di una positiva per l'industria alimentare (+1,8%).

Nello spaccato territoriale, il credito bancario al settore agricolo, risulta intercettato principalmente dalle imprese del Nord Est, con una quota del 35%, seguite immediatamente da quelle del Nord Ovest (28%). Il restante 37% si distribuisce tra le aziende del Centro e del Sud (incluse le Isole). La distribuzione territoriale risulta poi analoga anche quando si analizza il credito destinato alle imprese dell'industria alimentare.

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(Fonte Ismea 14 ottobre 2016)

Editoriale: APE, ma che bella pensata. Nonostante il forte recupero, il prezzo del latte è ancora inferiore alla media 2015. 10 idee per la Silicon Valley. Cereali e dintorni. Crescita record ad agosto per l'export agroalimentare italiano. Prestiti alle imprese agroalimentari in calo.

SOMMARIO Anno 15 - n° 42 23 ottobre 2016

1.1 editoriale APE, ma che bella pensata!
2.1 Lattiero Caseario Latte spot. Nonostante il forte recupero, il prezzo è ancora inferiore alla media 2015.
3.1 eventi Sol D'Oro Missione Asia
3.2 bando idee innovative. 10 idee per la Silicon Valley
4.1 cereali Cereali e dintorni. Ondata di rialzi.
5.1 export agroalimentare Crescita record ad agosto per l'export agroalimentare italiano
5.2 eventi Parmigiano Reggiano by night: 350 ristoranti
6.1 agro-finanza Prestiti alle imprese agroalimentari in leggero calo ad agosto
7.1 promozioni "vino" e partners
8.2 promozioni "birra" e partners

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Cibus Tec: tecnologie 4.0, 600 novita' di prodotto e start up. Fiere di Parma chiuderà il 2016 con ricavi caratteristici per 40 milioni di euro e un Ebitda che sfiorerà i 16 milioni. Cibus Tec uno degli strumenti per crescere ancora.

Parma, 22 ottobre 2016

La strada della competitività passa dagli investimenti in innovazione. Lo ha ribadito il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, presentando il pacchetto Industria 4.0. Lo confermano sul campo i numeri di Cibus Tec, l'appuntamento ad alta specializzazione di Fiere di Parma e Koelnmesse (Fiere di Colonia) dedicato alle tecnologie più raffinate delle principali filiere alimentari.

Perchè la 51ma edizione di Cibus Tec, in programma dal 25 al 28 ottobre, ha già fatto registrare numeri senza precedenti: aumento degli espositori del 30%, (1200 in totale) presenza di 3000 top buyer internazionali provenienti da 75 nazioni (5 continenti) - con nomi come Barilla, Brf (Brasile), Cremonini-Inalca, Fonterra (Nuova Zelanda), Kagome (Giappone), Lactalis-Galbani, Leche Pasqual (Spagna), Parmalat, Solico e Kalleh (Iran), The Morning Star e Coca Cola (Usa), Unilever (Ue), Arcor (Argentina) e Amul (India) e l'arrivo previsto di oltre 35 mila visitatori, alla ricerca delle migliori soluzioni per le loro aziende.

D'altra parte Parma è al centro di un sistema agroalimentare che intorno ai prodotti della tradizione ha visto nascere e sviluppare fin dal secolo scorso l'industria del food processing & packaging, ad oggi, tra i settori più dinamici del made in Italy: il fatturato 2015 delle macchine per il packaging ha sfiorato infatti 6,2 mld euro, l'80,7% è stato realizzato all'estero (Stati Uniti, Francia, Germania Cina e Turchia i primi mercati di destinazione) ma è in Emilia Romagna dove è localizzata la maggior parte delle aziende (36,2%) che produce il 62,8% del fatturato totale*.

"Cibus Tec è immersa in un territorio, la food valley emiliana, che non è certamente rimasto immobile a gustare il proprio successo, ma ha saputo integrare l'eccellenza della materia prima con l'innovazione industriale. Qui non solo produciamo le migliori conserve ma prodotti elaborati e innovativi come gastronomia e quarta quinta gamma. Anche da questa capacità deriva il successo della manifestazione, un passaggio ormai imprescindibile per ogni operatore del settore che da noi trova innovazione, tecnologie sostenibili e qualità tailor-made", spiega Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma.

L'amministratore delegato ha almeno due buoni motivi per essere soddisfatto: nel 2016 Fiere di Parma avrà ricavi caratteristici per 40 milioni di euro (l' Ebitda che sfiorerà 16 milioni) e Cibus Tec rappresenta senza dubbio uno degli strumenti per crescere ulteriormente. Questa è inoltre la prima edizione in cui è operativo l'accordo con Koelnmesse (Fiere di Colonia), gli organizzatori di eventi di caratura mondiale come Anuga, Ism e Anuga FoodTec. Da aprile è infatti attiva la società Koeln Parma Exhibitions (Kpe), con alla presidenza Thomas Rosolia, amministratore delegato di Koelmesse Italia, e lo stesso Cellie come Ceo. Un'alleanza che ha già contribuito ad aumentare il numero di espositori esteri e buyer e a perfezionare strumenti di promozione digitali a servizio delle imprese.
"La nostra intesa sta già funzionando in modo fattivo sulla strada di una forte internazionalizzazione di Cibus Tec con un 20% in più di espositori esteri e un 40% in più di visitatori stranieri. Ora andiamo avanti perchè il futuro è nel segno di una sempre maggiore sinergia anche sui nuovi mercati".

Il processo di miglioramento continuo del mondo del food processing passa attraverso appuntamenti come quello che aprirà la manifestazione di Parma dedicato alle start up. Lo cura il Parco Tecnologico Padano di Lodi, che ha lanciato realtà come Orange Fiber Srl, per sviluppare tessuti sostenibili utilizzando le bucce di arancia o Impatto Zero Srl, impianti a tecnologia Acquaponica per un'agricoltura "in door" sostenibile.
Molti nel complesso gli appuntamenti e i forum in agenda; 12 workshop internazionali dove si confronteranno fondi di investimento, imprenditori e università: si va dal Tomato Day, al Meat Day, dal Milk day al Vegetable Innovation Lab fino ad incontri sulle tecnologie 4.0 e su modelli alternativi di business fondamentali alla competitività del Paese.
Ma è soprattutto tra gli stand che si potrà avere la percezione concreta di cosa significa Cibus Tec: sono infatti oltre seicento le novità di prodotto da scoprire nei quattro giorni d'apertura.

SIAL, Salone Internazionale dell'Alimentazione: sequestro di prodotti che riportavano o evocavano impropriamente le denominazioni dei tre formaggi Dop. Attuato l'obbligo di tutela europeo delle DOP "ex officio" con il pronto intervento delle autorità francesi.

Reggio Emilia, 20 ottobre 2016 –

I Consorzi di Tutela dei formaggi Asiago, Parmigiano Reggiano e Pecorino Romano hanno ottenuto dalle autorità francesi l'immediato sequestro di una serie di prodotti che riportavano o evocavano impropriamente le denominazioni dei tre formaggi Dop, riconosciute e tutelate in tutta l'Unione Europea. L'intervento è avvenuto al SIAL, il Salone Internazionale dell'Alimentazione che si è aperto il 16 ottobre e chiuderà oggi i battenti a Parigi.

La richiesta avanzata dai tre Consorzi alle autorità francesi si ispira all'articolo 3 del Trattato dell'Unione Europea che riconosce il valore della diversità, garantisce la vigilanza sulla sua salvaguardia e si esprime, tra l'altro, con l'obbligo di tutela delle Dop "ex officio" in tutti gli stati membri, assegnando a ciascun paese il compito di attivare la vigilanza per il rispetto della normativa e l'adozione di adeguate misure di intervento.

Nei primi otto mesi del 2016, nell'ambito dell'attività di protezione ex officio introdotta dal Regolamento (UE) 1151/2012, sono state ben 109 - sottolineano i tre Consorzi - le segnalazioni di usurpazioni ed evocazioni relative a prodotti indebitamente riferiti a Dop italiane svolte dall'ICQRF (Ispettorato per il controllo della qualità e la repressione delle frodi) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali alle autorità competenti, sia in Europa che nei paesi extracomunitari. Il 70% di queste segnalazioni sono andate a buon fine.

Una situazione, questa, che si è concretizzata anche in questi giorni, con l'individuazione di prodotti contraffatti, proposti al Sial, in particolare, da espositori americani. I Consorzi di Tutela dei formaggi Asiago, Parmigiano Reggiano e Pecorino Romano si sono immediatamente attivati sollecitando la DGCCRF (Direction Générale de la Concurrence, de la Consommation et de la Répression des Fraude) al pronto intervento e ritiro dei prodotti. "La tempestività dell'intervento, - afferma il Direttore del Consorzio di Tutela Formaggio Asiago, Flavio Innocenzi - è un elemento fondamentale. Nel caso del SIAL, il sistema di vigilanza dei Consorzi si è mosso immediatamente e i meccanismi di tutela che sono stati introdotti non senza fatica in questi anni nei paesi dell'Unione hanno mostrato, ancora una volta, tutta la loro efficacia. Un risultato che è frutto di una crescita culturale e di un'attenzione sempre crescente alla tutela dell'unicità e tipicità che distingue la produzione DOP italiana."

"L'azione messa in atto e il risultato ottenuto - sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti - confermano, ancora una volta, l'efficacia della vigilanza messa in atto a livello mondiale dai Consorzi di tutela, ma dall'altra evidenziano quanto siano ancora diffusi i comportamenti ingannevoli per i consumatori e dannosi per i produttori". Il successo ottenuto a Parigi - prosegue Deserti - è la riprova che i meccanismi di tutela europei funzionano, ma anche del fatto che laddove non esistono legislazioni a salvaguardia delle Dop si riscontrano prassi che vanno urgentemente stroncate, con un beneficio immediato, innanzitutto, proprio per i consumatori di quei Paesi".

"L'azione dei Consorzi e la sinergia con gli organi di vigilanza - conclude il Presidente del Consorzio di Tutela Pecorino Romano, Salvatore Palitta- hanno portato alla luce pratiche ingannevoli e noi siamo stati inflessibili in questa occasione come lo siamo, in questo momento, nel mercato interno dove stiamo intervenendo con decisione contro attività che vanno a discapito dei consumatori. In questo senso, l'azione al SIAL diventa un esempio e monito del nostro impegno a tutela del mercato".

Negli ultimi anni, all'azione diretta di tutela si è affiancato il sempre maggior presidio sui prodotti venduti via internet. Dal 2014, infatti, l'accordo siglato da AICIG (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche) con ICQRF e E-bay permette di attivare il programma VeRO (Verified rights owner) che consente di rimuovere dalla piattaforma offerte commerciali e prodotti contraffatti in poche ore. Un'azione che, da gennaio ad agosto 2016, ha visto 356 i prodotti bloccati su E-bay.

(Fonte: Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano dop)

Prosegue il recupero del Parmigiano Reggiano mentre il Grana Padano è stazionario da tre settimane. Burro e crema in ripresa.

di Virgilio Parma, 19 ottobre 2016

LATTE SPOT Prosegue l'impennata del latte spot. Seppure da aprile a oggi il prezzo sia quasi raddoppiato, la media dell'anno è ancora sensibilmente inferiore alla media dell'anno precedente (-9,12%) che a sua volta era inferiore di oltre il 31% rispetto al 2014. In sintesi il latte crudo spot nazionale si è attestato tra 42,27 e 43,82€/100 litri di latte, l'intero pastorizzato estero tra 43,30 e 33,33€ mentre lo scremato pastorizzato estero è stato fissato, sempre alla borsa di Verona, tra 25,88 e 27,95€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA Dopo tre settimane tornano a crescere i listini di burro, ad eccezione del pastorizzato e dello zangolato, e creme.

Borsa di Milano 17 ottobre: (+ =)
BURRO CEE: 3,95€/Kg (+)
BURRO CENTRIFUGA: 4,10€/Kg. (+)
BURRO PASTORIZZATO: 3,0€/Kg. (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,80€/Kg. (=)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 2,30€/Kg. (+)
MARGARINA Settembre: 1,0 -1,06€/kg (+)

Borsa Verona 17 ottobre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,25-2,35 €/Kg. (+)

Borsa di Parma 14 ottobre 2016: (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,40€/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 18 ottobre 2016 (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,40 - 2,40 €/kg.

GRANA PADANO Sempre stazionario il prezzo del Grana Padano Dop. Andamento ondivago per il Grana che, a seguito dei 3 momenti di crescita registrati nelle ultime 7 settimane, ha portato i listini a posizionarsi tra 6,40 e 6,50€/Kg. relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,20 e 7,80 per il 15 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO Lenta ma inesorabile la crescita del Parmigiano Reggiano. Ulteriori 5 centesimi recuperati sui listini sia del 12 che del 24 mesi. Nello specifico, all borsa merci comprensoriale di Parma, il "parmigiano" più fresco è quotato tra 8,55 e 8,85€/Kg mentre il 24 mesi di stagionatura si è collocato tra 9,90 e 10,20€/kg.

(Per la Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)

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LOGO Mulino Alimentare 

 

Il 22 ottobre la serata all'insegna del "re" dei formaggi. "Parmigiano Reggiano Night": un momento conviviale che si associa ai nuovi interventi a sostegno del mercato interno. Sempre sabato il lancio del Club "Io scelgo Parmigiano Reggiano".

Reggio Emilia, 18 ottobre 2016

Sono più che raddoppiati, passando da 160 a oltre 350, i ristoranti italiani che aderiscono alla "Parmigiano Reggiano Night", l'evento che annualmente unisce simbolicamente tutti gli appassionati del "re" dei formaggi, celebrando il gusto della tavola e il gusto di stare insieme.
L'edizione 2016 è in programma sabato 22 ottobre, quando migliaia di consumatori si riuniranno nei ristoranti aderenti all'iniziativa per consumare almeno un piatto (ma molti ristoratori offriranno un intero menù) a base di Parmigiano Reggiano.

Nata nel 2012 all'indomani del terremoto che in Emilia e nel mantovano colpì duramente anche tanti caseifici, la "Parmigiano Reggiano Night" - come sottolinea il direttore del Consorzio di tutela, Riccardo Deserti - "si è consolidata come straordinario momento di coinvolgimento e unione per tutti gli amici del Parmigiano Reggiano e per gli chef che interpretano il nostro prodotto valorizzandolo secondo i propri gusti e il proprio stile".
"Non a caso - spiega Deserti - il numero dei ristoranti aderenti all'iniziativa è salito vertiginosamente, assicurando la presenza dell'evento in tutte le regioni italiane, mentre si è contestualmente moltiplicato il numero dei contatti con i consumatori che manifestano un interesse specifico attorno alla "Parmigiano Reggiano Night", che quest'anno - grazie alle comunicazioni sui social media - arriverà a sfiorare i 2 milioni".
"L'edizione 2016 - afferma il presidente del Consorzio, Alessandro Bezzi - si inserisce a maggior ragione nell'ambito dei nuovi e rilevanti impegni assunti a sostegno dei consumi interni, che proprio in questi giorni - dopo quelle realizzate nel periodo pasquale e nella tarda primavera - vede il Parmigiano Reggiano protagonista di una campagna di comunicazione sulla quale abbiamo investito 3,5 milioni di euro e andrà a supportare anche le campagne promozionali che la GDO metterà in atto in questi mesi".

La "Parmigiano Reggiano Night" in programma il 22 ottobre coincide anche con il lancio del Club "Io scelgo Parmigiano Reggiano", del quale fanno già parte (e altri si potranno aggiungere) tutti i ristoranti che aderiscono all'iniziativa conviviale e che in questo modo hanno deciso di evidenziare (attraverso apposite vetrofanie) l'uso costante e l'affezione rispetto al Parmigiano Reggiano.
A tutti i consumatori che si ritroveranno in occasione della "Parmigiano Reggiano Night", i ristoratori consegneranno un gadget del Consorzio. Si tratta di un"bavaglio" con un'originale illustrazione dell'evento realizzata dalla giovane designer parmense Elena Gardini (Ellipoison Design): i clienti potranno indossarlo e, con questo, scattarsi una fotografia da condividere, poi, sui propri canali social utilizzando l'hashtag #PRnight2016
I consumatori che intendono partecipare all'evento possono visitare il sito del Consorzio di tutela dedicato night.parmigianoreggiano.com, inserire la propria città di appartenenza, consultare la lista dei ristoranti più vicini e prenotare (menù e prezzi sono a discrezione dei singoli esercizi).

Parmigiano Reggiano Night 2016 - Illustrazione Elly ristorazione

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Lunedì, 17 Ottobre 2016 17:17

Cereali e dintorni. Ondata di rialzi.

Il mercato sta reagendo ai dati USDA con un andamento ondivago che si è manifestato in chiusura di settimana. Permangono i problemi connessi alla logistica e si aggiunge il rafforzamento del dollaro sull'euro.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 17 ottobre 2016
Dopo una prima reazione neutrale, i mercati hanno reagito con movimento ondivago e le chiusure degli ultimi giorni della scorsa settimana hanno registrato una serie di riprese di valore.

A seguire le chiusure della giornata del 13 confrontate con quelle del 14 ottobre:

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Nella mattinata del 17/10 i valori erano tutti in positivo e se ne potrebbe dedurre che il momento dei cali ad oltranza sia ormai giunto a termine. La quota soglia di 300 dollari per s.t. per la farina e di 950 centesimi per bushels del seme sembra abbia retto.

Riguardo il mercato interno, le cose più certe sono: la fermezza del mais, sia sul pronto che sui mesi di novembre-dicembre e anche per la mancanza di mezzi di trasporto dall'estero determinato prevalentemente dalla scarsità di rifornire li mezzi nella tratta di ritorno. In parte vi è anche in atto una difesa da parte dei produttori e una diffusa preoccupazione dovuta al recupero del dollaro sull'euro. Il semestre gennaio giugno ormai si scambia a 180 euro ed è avviato alla risalita, la merce ai porti è offerta sul novembre 2016-giugno 2017 a 180 euro partenza.

Rimangono ancora stabili i valori dei cruscami con quotazioni convenienti sul semestre gennaio-giugno 2017, particolarmente appetibili per il settore bioenergetico.

In sintesi, pur in presenza di molta merce sul mercato, si può ipotizzare un momento di ripresa dei valori sia per motivi conseguenti alle tensioni geopolitiche e sia al calo del valore dell'Euro sul Dollaro ma anche alle problematiche connesse alla logistica e infine alle qualità sanitarie del mais.

Indicatori internazionali 17 ottobre 2016


l'Indice dei noli è sceso a 892 punti, il petrolio si muove attorno verso l'alto a 50,0$ e l'indice di cambio si muove verso la parità a 1,09832.

 

 

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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            Andalini Pasta dal 1936

Andalini logo ritaglio

Prezzo a riferimento del latte industriale per la campagna casearia secondo quadrimestre 2015. Il pagamento sarà corrisposto 60 giorni dalla data di pubblicazione - 30 settembre 2016.

Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal regolamento e dagli accordi interprofessionali tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall'altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo "a riferimento" del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1/5-31/08/2015 nella misura di:

€ 48,00 il q.le, IVA compresa e franco stalla

Il pagamento del latte sarà corrisposto: 60 giorni dalla pubblicazione (30/09/2016)

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(Fonte: Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia )

 

Con i rialzi congiunturali di settembre (+2,1%), prosegue moderata la ripresa dei prezzi, ma i livelli restano sempre inferiori a quelli del 2015 ( -8,6%). 
L'indice core segnala una deflazione di fondo meno marcata (-7,1%).

I contenuti rialzi riscontrati nei prezzi agricoli nella seconda metà dell'anno proseguono anche nel mese di settembre. L'analisi dell'Indice dei prezzi agricoli Ismea, che si è attestato nel mese in esame a 111,8 (base 2010=100), ha infatti evidenziato un dato congiunturale di crescita moderata dei listini (+2,1% rispetto ad agosto).

Tuttavia il confronto su base annua mostra ancora un calo significativo (-8,6%): infatti a settembre 2015 l'indice aveva registrato un picco dei prezzi agricoli e di conseguenza il confronto risulta sfavorevole. La dinamica ribassista è stata più marcata per i prodotti delle coltivazioni (-13,0%), mentre i prezzi dei prodotti zootecnici hanno mostrato una migliore tenuta (-3,6%).

L'andamento ribassista appare meno marcato secondo l'Indice core (-7,1%). Questo indicatore, elaborato dall'Ismea escludendo le componenti più stagionali e con quotazioni più variabili, quali frutta e ortaggi, ha infatti il vantaggio di cogliere la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, smussando eventuali picchi positivi e negativi.

Resta comunque evidente il prosieguo della tendenza deflativa nonostante i rialzi congiunturali del secondo semestre dell'anno.
La flessione dei prezzi all'origine si riflette sui prezzi al consumo di beni alimentari e bevande (inclusi alcolici): si è arrestata la crescita propulsiva dei prezzi degli alimentari non lavorati, ora pari allo 0,4%, mentre i prezzi della componente dei prodotti lavorati hanno riportato una variazione deflativa (-0,1%) (dati provvisori Istat settembre, indice FOODXT).

Tornando ai prezzi all'origine, Il dato tendenziale per i prezzi delle coltivazioni riflette dinamiche eterogenee dei vari segmenti produttivi. Continuano i forti cali nelle quotazioni dei cereali (-18,5%). Andamento ribassista anche per olii e grassi vegetali (-25,0%), con il prezzo dell'olio extra vergine d'oliva che perde 28,3 punti percentuali.

Tra i prodotti più stagionali, calano gli ortivi, per quasi tutte le tipologie di prodotto (melanzane, pomodori, insalate, legumi, patate, radici) ad eccezione delle zucchine (+8,0%).
Positivo invece il confronto annuo per le colture industriali (+8,0%, di riflesso alla risalita del prezzo dei tabacchi), e per i semi oleosi (le quotazioni della soia crescono del 5,6% su base annua).
Relativamente alla frutta (+11,1% annuo), spiccano a settembre per rialzi nelle quotazioni i limoni, il cui prezzo è più che raddoppiato rispetto all'anno scorso (+157%), e la frutta a guscio (+14,9%).

L'analisi congiunturale indica che le variazioni più significative si registrano nei listini dei prodotti frutticoli (+6,4%), dei semi oleosi (-5,1%), e dei cereali (-4,6%).
Per il comparto zootecnico la tendenza risulta meno deflativa, beneficiando di una congiuntura relativamente favorevole al settore (+3,3% rispetto ad agosto). Scende il prezzo del bestiame vivo (-2,2%) per effetto di un generalizzato calo nelle quotazioni di bovini, cunicoli, ovi-caprini e volatili; il suino è l'unico allevamento a distinguersi per una crescita tendenziale del prezzo dell'animale (+13,0%). Relativamente ai prodotti lattiero-caseari, il calo delle quotazioni di 3,2 punti percentuali su base annua traduce i ribassi dei prezzi del latte (-9,0%) e dei formaggi molli, semiduri e fusi, non appieno compensati dalla risalita delle quotazioni del burro (+41,2% la variazione annua, sospinta da un rialzo congiunturale del +21,9%). I prezzi delle uova, anche a settembre, restano stabili su livelli inferiori di circa 20 punti percentuali rispetto a quelli del 2015.

La ripresa congiunturale fa sì che migliori la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l'intero 2016: il confronto con il dato medio del 2015 passa dal -7,1% registrato nel mese di agosto al -6,4% di settembre. Migliora leggermente anche la variazione acquisita calcolata per l'Indice "core", passata al -6,8%, dal -7,4% di agosto.

(Fonte Ismea 10 ottobre 2016)

Solo il 4% della produzione agricola prende la via dei mercati esteri, mentre oltre il 20% delle aziende pratica la vendita diretta (più del 40% nel caso delle olivicole).

La vendita diretta è praticata dal 22% delle aziende agricole italiane, e tra queste la metà ricorrono in esclusiva a questa forma di commercializzazione. È quanto si evince da un'indagine Ismea condotta su un panel di mille aziende appartenenti ai vari comparti agricoli.

Più nel dettaglio, l'analisi di vari canali di sbocco indica un'estrema eterogeneità da settore a settore: per le aziende con allevamenti da carne il canale preferenziale è direttamente l'industria di prima trasformazione, a cui destinano il 43% dei capi allevati, mentre per le aziende della zootecnia da latte è più rilevante la quota di produzione (46%) destinata agli organismi associativi (Cooperative, Associazioni, OP, Consorzi), come anche nel caso dei viticoltori (39%), e degli operatori specializzati in seminativi (38%) e legnose (31%). Questi ultimi due settori destinano una quota altrettanto significativa della produzione agli intermediari commerciali.

Dalle risposte fornite, risulta poi che il 35% della produzione nazionale di olio di oliva viene venduta direttamente al consumatore finale. La vendita diretta è infatti molto diffusa tra le aziende olivicole e interessa il 44% delle aziende intervistate, tra le quali la quota maggiore la utilizza come unico canale di commercializzazione.

Relativamente ai mercati di destinazione, complessivamente la quota di prodotto che le aziende destinano all'estero ammonta a 4% del totale, di cui il 3% verso i Paesi europei e l'1% verso i Paesi Extra-Ue. Le percentuali sono analoghe per tutti i comparti, a eccezione delle aziende olivicole e vitivinicole, per le quali la quota estera sul totale commercializzato ha un'incidenza più rilevante (rispettivamente, 7% e 13%).

La destinazione geografica principale rimane la provincia stessa di localizzazione dell'azienda, dove viene esitata una quota pari al 74% del totale commercializzato dalle imprese nell'ultima campagna commerciale.

In riferimento alle tipologie di contratto, sulla base delle risposte fornite dalle aziende intervistate, emergerebbe che il contratto scritto di durata uguale o inferiore all'anno sia molto più diffuso di quello di durata superiore ai 12 mesi e che molti imprenditori pratichino ancora l'accordo verbale, o in fase preliminare al contratto scritto o perché attinente a cessioni di prodotti realizzate in seno a un organismo associativo.

Per più della metà degli operatori, il prezzo viene fissato sulla base di quello praticato dai principali mercati di riferimento al momento della stipula del contratto ma con aggiustamenti alla consegna in base alla qualità. Le aziende che aderiscono a una cooperativa, si basano, infine, sul prezzo di liquidazione fissato da questa.

(in allegato il Report Ismea in formato pdf)
(Fonte Ismea 29 settembre 2016)

Editoriale: Antiterrorismo e le falle tedesche e europee. Latte spot. Due mesi di costante crescita. Dal salone del Gusto di Torino 2016, in bicicletta. Cereali e dintorni. Mercati stabili e stime abbastanza in linea con le attese. I sovversivi del gusto. Il bello italiano. Ismea, lieve risalita dei prezzi agricoli a settembre.

SOMMARIO Anno 15 - n° 41 16 ottobre 2016

1.1 editoriale Antiterrorismo e le falle tedesche e europee.

2.1 Lattiero Caseario Latte spot. Due mesi di costante crescita.

3.1 eventi Dal salone del Gusto di Torino 2016, in bicicletta
3.2 Pasta e tracciabilita' Scopri di che pasta son fatta.
4.1 cereali Mercati stabili e stime abbastanza in linea con le attese.
5.1 cereali Cereali e dintorni. Le stime USDA del 12 ottobre
6.1 il bello italiano I sovversivi del gusto. Il bello italiano
7.1 prezzi agricoli Ismea, lieve risalita dei prezzi agricoli a settembre
8.1 mercati Indagine Ismea sui canali di sbocco delle aziende agricole
9.1 promozioni "vino" e partners
9.2 promozioni "birra" e partners

Cibus-41-2016-COP

Domenica, 16 Ottobre 2016 09:53

Pasta Andalini. I suoi segreti nel codice QR.

Nell'anno del suo 60° compleanno, Andalini punta sull'innovazione. Dal progetto BE.FO.RE. ha preso forma il programma di tracciabilità, sicurezza e sostenibilità dell'azienda di Cento (FE)

Il Pastificio Andalini, tramanda dal 1956 l'amore e la passione per quel prodotto, la pasta, che sente essere parte del proprio DNA. Sessant'anni dedicati alla costante ricerca e sviluppo di un prodotto etico, innovativo ma soprattutto buono come quello di una volta, ponendo l'accento sulla territorialità delle proprie risorse e dei propri fornitori.

Oggi tradizione e modernità si legano grazie alla creazione di un nuovo prodotto di valore a tutela e per cultura del consumatore.
Andalini spa presenta il neonato QR Code, una grande novità sulla tracciabilità, sull'ambiente e su tutti i valori legati alla Carta di Milano.

Il QR Code, un semplice codice a barre da leggere tramite smartphone o tablet, è figlio del progetto BE.FO.RE.Behaviour, Food & Responsability – sviluppato e testato con il patrocinio del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell'Università di Ferrara. Comportamento, Cibo & Responsabilità sono i tre capisaldi alla base della idea di tracciabilità elaborata dal pastificio di Cento (FE).

Il QR Code, secondo Andalini, è un mezzo per rendersi ancora più trasparente e sincero ancor prima dell'acquisto da parte del consumatore.
Semplicemente inquadrando il codice infatti, è possibile immediatamente scoprire, in maniera totalmente autonoma, i valori nutrizionali del prodotto, i consigli pre acquisto e consumo e i suggerimenti anti spreco.

Il QR Code è la carta d'identità delle Tagliatelle Antica Tradizione e della linea 4 Minuti, che definisce la loro storia, dallo stabilimento allo scaffale del negozio di fiducia.

Questo progetto nasce con l'intento di rispondere alle esigenze di un mercato sempre più attento ad un'alimentazione gustosa, ma anche sana, sostenibile e certificata.

Per questo Andalini intende tutelare e rassicurare rispetto alla qualità e alla sicurezza alimentare dei suoi prodotti, diventando ancora più trasparenti e rendendo pienamente accessibili i "segreti" della sua pasta.

Adesso pasta! Tracciala! - è lo slogan coniato per questo progetto di trasparenza, sicurezza e sostenibilità dal Pastificio Andalini spa.

 

2. volantino definitivo fronte large 2. volantino definitivo retro large

 

 

Ieri sera (12 ottobre) sono stati pubblicati i dati delle previsioni USDA. I valori pubblicizzati hanno rispettato le aspettative. Le riduzioni di prezzo in gran parte assorbite dal calo dell'indice di cambio €/$.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 13 ottobre 2016 -
Come raramente accade le stime pubblicate da USDA quasi coincidono con le previsioni.
A seguire il confronto dei dati USDA attuali, le stime degli analisti e i dati della precedente campagna.

I DATI USDA DEL 12 OTTOBRE 2016 - CONFRONTO - 

Maerie-prime-USDA-13ott16

L'indice di cambio vede il rafforzamento dell'euro da qualche giorno e i vantaggi di un ridimensionamento dei prezzi si è fortemente assottigliato.

 

PREZZI DEL 12 OTTOBRE 2016

Materie-prime-13ott16

Indicatori internazionali 13 ottobre 2016


l'Indice dei noli è sceso a 906 punti, il petrolio ruota, tra alti e bassi, attorno a 50$/bar (WTI) e l'indice di cambio vede il rafforzamento del euro quotare 1,10113.

 

 

 

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Giovedì, 13 Ottobre 2016 10:13

"I Sovversivi del Gusto"

I Sovversivi del Gusto: una comitiva di aziende fatta di produttori estremi, ligi al biologico ed alle regole ferree di madre natura che si riuniscono per degustazioni, musica, cultura e incontri con produttori e artigiani provenienti da tutta Italia, sul Lago di Garda.

Parma, 13 ottobre 2016

Da L'Equlibrista

Tornano in scena i Sovversivi del Gusto, così si apre un sodalizio nato ormai undici anni fa dalla mente vulcanica e senza preconcetti di Adriano Liloni, titolare dell'Osteria Pegaso di Soprazzocco di Gavardo. Questa comitiva di aziende fatta di produttori estremi, ligi al biologico ed alle regole ferree di madre natura, si sono tornati a riunire per due giorni, sabato 2 e domenica 3 Luglio, nella cornice dell'azienda agricola Fratelli Trevisani, vero e proprio balcone affacciato sul lago di Garda. Una quarantina le realtà produttive presenti in questa edizione del raduno, provenienti da varie province: in primo piano le cantine, circa una ventina, senza contare i microbirrifici, produttori di olio extravergine, maestri cioccolatieri, produttori di conserve, marmellate, aceto balsamico, formaggi, apicoltori, fornai e norcini.

I prodotti in esposizione si potevano anche acquistare, così come è stato possibile assaggiare i piatti dell'Osteria Pegaso, del Ludo di Montichiari e dell'Osteria Antichi Sapori di Prevalle. Non sono mancati laboratori sul miele, sugli abbinamenti, sull'olio, oltre a momenti di intrattenimento musicale e teatrale. Il vulcanico Adriano Liloni è un cuoco tutt'altro che conformista, capobanda dei resistenti all'omologazione del gusto e che ha fissato il decimo raduno nazionale con gente che veniva da ogni angolo dell'Italia.
Si parla di produttori e artigiani provenienti da tutta Italia, che sognano e propongono un modo di concepire in maniera diversa il cibo e i prodotti della terra, sono partigiani del buongusto, rivoluzionari senza far politica. Il gruppo ha preso forma anni fa alla Trattoria Pegaso di Gavardo, durante una cena in cui si ragionava su come valorizzare i formaggi caprini della Valsabbia. Così è nata una rete di produttori e ristoratori, che nel 2006 Liloni, trattore – come ama definirsi – di indiscusso carisma, ha concretizzato nei Sovversivi del Gusto organizzando il primo raduno sull'Isola del Garda.

Nati idealmente nel Bresciano, i Sovversivi sono oggi sparsi per tutta l'Italia, accomunati dalla convinzione che possano sopravvivere prodotti buoni, eccellenti, tradizionali e autentici anche all'interno del mercato globale. Le loro storie di resistenza gastronomica sono raccontate anche in due libri fotografici che il Liloni presentò su Rai 2 ospite di Dario Vergassola.
Con la possibilità di fermarsi alla tenuta e dormire in tenda, caldamente sostenuta da Liloni, tutto il pubblico ha l'occasione di incontrare le storie vere del buon cibo del nostro Paese, ma soprattutto di degustare e, volendo, comprare olio extra vergine di oliva, formaggi di mucca e capra, vini, birre, prodotti da forno, mieli, aceti (di miele e balsamici), dolci, cioccolata, pasta, conserve, salumi e molte altre tipicità.

Circa una quarantina i produttori che portano sapori con un'anima e c'è chi arriva, coadiuvato da un gru, con un forno a legna da sei quintali per mostrare la cottura del pane.
In calendario anche alcuni seminari, gratuiti ma su prenotazione per conoscere il Miele, l'olio extra vergine di oliva ed in contemporanea, anche un corso sugli abbinamenti dei formaggi. A chiudere alcuni spettacoli teatrali e abbinamenti improbabili fra cibo e vino.

Ci si augura che la goliardia e la follia non abbandoni mai questa gente che a prescindere dalla crisi, dalle circostanze, dalle vicissitudini personali, continuano ad andare contro corrente e a dimostrare con i fatti ed uno stile di vita sui generis che la passione e l'amore per le cose fatte bene porta sempre alla sovversione delle regole e della monotonia.

Mercoledì, 12 Ottobre 2016 11:56

Salone del Gusto di Torino 2016

In bicicletta, raccogliendo umori, pareri e assaggiando ovviamente tutto, dal Salone del Gusto di Torino. Il grande mercato con espositori dai cinque continenti, presìdi Slow Food e tanti eventi per scoprire la ricchezza enogastronomica del mondo, dal 22 al 26 settembre è stato protagonista nelle strade, nelle piazze, nei parchi e lungo il fiume, nei palazzi storici e nei teatri, nei musei e nelle residenze reali, nel cuore di Torino e non solo.

Di L'Equilibrista

Torino, 12 ottobre 2016

Il Salone del Gusto quest'anno ha riservato emozioni e grandi risultati, sfide nelle sfide che la macchina del presidente di Slow Food, Carlo Petrini, ha saputo regalare a turisti da tutto il Mondo, appassionati, operatori del settore, semplici curiosi e all'Italia in generale.
Mi ero ripromesso che avrei girato per la fiera in bicicletta, raccogliendo umori, pareri e assaggiando ovviamente tutto quello che mi era possibile..e così è stato, anche perché francamente sarebbe stato impossibile diversamente visto l'afflusso e la dislocazione di un evento di tale portata che ha toccato tutta la città di Torino.

Il salone che prima era fisso al Lingotto, ha abbandonato rigore e accessi calmierati, spazi riservati o confini culturali dettati dagli incontri tecnici e professionali, lasciando lo spazio a libertà ed alla riscoperta del Mondo del cibo lento o "slow" in contrasto con il Mondo veloce o "fast" preconfezionato.
La stessa città di Torino è sembrata a tutti gli operatori accogliente e piena di vita, la sua austerità e la sua personalità schiva e aristocratica si è aperta e ha permesso una comunicazione o un banchetto ovunque, persino Palazzo Reale che ha ospitato degustazioni guidate fino a tarda notte è parso perfettamente integrato nel meccanismo, c'erano tavoli di assaggio e tematici lungo i vicoli, agli angoli delle piazze, sotto alle volte e alle arcate che hanno preso vita grazie a spettacoli e dibattiti. Le piazze dedicate al food tracking con prodotti locali da ogni dove e perenne atmosfera di entusiasmo e cultura a testimoniare l'impegno e la dedizione di tutti.

salone del gusto torino 2016 food

Magnifico è stato l'entusiasmo dei Popoli venuti da tutte le latitudini solo per far conoscere, far respirare e condividere i loro prodotti, frutto di lunghe fatiche e instancabili passioni, contro climi rigidi, zone di caldo asfissianti, colture eroiche su montagne o ripide rupi. Paesi sud africani dai colori sgargianti e dai sorrisi onesti che offrono tutte le loro ricchezze su banchetti che sembrano tavolozze di colori accesi, Paesi del Sud America che raccontano le latitudini e le Terre dove il mare confina con il cielo e dove l'aria è un vortice di purezza grazie alle quote impervie del Cile, alle lande soleggiate del Paraguay, salite e paesaggi lunari del Perù che oltrepassano i quattromila metri. Paesi che non ti aspetti e dei quali magari ignoravi l'esistenza che però quel giorno strappano un sorriso ed interesse anche al più colto e avvezzo chef o critico gastronomico, dal commento facile. Sensazioni di benessere ed uguaglianza che ti tengono legato alle tradizioni e alla voglia di imparare per studiare piani di sviluppo diverso per una sostenibilità pensata a garanzia di un futuro che queste nuove generazioni di produttori hanno nell'interesse della biodiversità e dello sviluppo delle eccellenze autoctone.

salone del gusto torino 2016 slow food

Il salone del Gusto è stata una scommessa vinta contro il possibile maltempo, le malelingue, gli stereotipi, le diseguaglienze e la voglia di far emergere l'Italia e le sue Regioni, le sue tradizionali ed indiscusse eccellenze presenti in grande spolvero da tutte le Regioni Italiane, storie uniche di produttori che hanno fatto assaggiare e messo alla prova ogni palato.
Il commento del delegato di Slow food dr. Pier Giorgio Oliveti proclama ottimismo e pone l'accento sull'importante ruolo delle progetto "Città slow" che hanno saputo reinventare una cultura di ospitalità rurale orientata allo sviluppo territoriale locale delle eccellenze italiane, pensiamo all'aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia, al tartufo di Acqualagna, al Parmigiano Reggiano vacche rosse di Reggio Emilia, alla mozzarella Campana, all'olio di oliva biologico umbro o alle innumerevoli eccellenze del Piemonte nelle langhe ed ancora il re del prosciutto crudo, il crudo di Parma.

Sempre il dr. Oliveti: "Siamo davanti alla economia della resilienza, dove le Comunità sono sottoposte alla globalizzazione e devono reagire andando a valorizzare la cultura ed il territorio locale per lo sviluppo verso l'estero, per questo il progetto "città slow" deve essere pensato come enzima per la modernità perchè mette davanti alla possibilità di miglioramento continuo e pone l'accento sulla qualità territoriale".
Si pensa quindi al ritorno alla qualità delle proposte per concepire uno sviluppo che sia slow food e non più fast food, che serva a portare serietà e qualità quando si parla di alimentazione e sviluppo sostenibile.
Lo stesso dr. Teresio Nardi di Slow food mi ricordava come le singole città possono, se legate insieme, portare conoscenza e lavoro nelle città agricole per lo sviluppo di una cultura, che sempre più attenta ed informata, può fare da volano per le economie locali anche per uno sviluppo dei mercati esteri e di attrazione di turismo enogastronomico di qualità.
Un momento quindi di riflessione, di assaggi, di mescolanza di culture che ha portato novità, riscoperte e sicuramente una riflessione sul Mondo nuovo che è già arrivato e che solo con una programmazione attenta e salvaguardando il patrimonio di eccellenze che l'Italia ha, potrà tenere alto la nostra cucina, la nostra tradizione e la grande cultura che l'Italia possiede e che ha valore nel Mondo.

 

Il mercato sta vivendo una fase di staticità e le soglie 300 dollari per la farina di soya e 350 punti per il seme, pur tra alti e bassi e recuperi, tengono.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 11 ottobre 2016
La Reuter è uscita con la media delle stime degli analisti dei raccolti USA che porremo a confronto con quelle che verranno pubblicate nelle prossime ore dall'USDA (12/10). Le cifre confermano le voci che circolavano nelle ultime settimane e che confermerebbero un leggero calo della produzione del corn. leggero aumento invece è stimato nel comparto del seme di soia, rispetto alle stime dell'USDA di settembre.

La produzione del corn è stimata in circa 383 milioni di tons contro i 385 circa di settembre. Gli stock di fine campagna a 60 contro 60,50. La produzione del seme di soia è a circa 117 contro 114 circa dell'USDA di settembre. Gli stock di fine campagna sono stimati a circa 11milioni di tons contro i quasi 10. Gli stock di fine campagna del grano in USA sono stimati a circa 31 milioni di tons contro i circa 30 di settembre.

Variazioni contenute e merce ancora lontana dalla deficienza. I consumi continuano a mantenere le linee acquisite nelle scorse annate, fatta eccezione per il comparto soya che risulta in crescita.

Sul mercato domestico da segnalare la resistenza del mais seppure non si possa completamente escludere una leggere flessione negativa. I proteici si mantengono in posizioni ancora accettabili, mentre i cruscami restano su prezzi ridotti così come i sottoprodotti.
Ancora limitati i consumi del comparto zootecnico e bioenergetico anche se, con il progressivo ridursi delle temperature, i primi dovrebbero riprendere quota.

Indicatori internazionali 10 ottobre 2016


l'Indice dei noli è risalito a 922 punti, il petrolio si muove attorno verso l'alto a 51,0$ e l'indice di cambio ruota attorno a 1,11268.

 

 Dati UDA 30 settembre 2016

Cereali-3ott16

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Mercoledì, 12 Ottobre 2016 08:39

Latte spot. Due mesi di costante crescita.

Cresce la crema e la panna a uso alimentare mentre da tre settimane i listini del burro non si muovono. In pausa anche i listini dei due più importanti formaggi duri.

di Virgilio 12 ottobre 2016

LATTE SPOT Nuova impennata del latte spot alla borsa di Verona. Il +2,52%, fatto segnare lo scorso lunedì, ha portato il prezzo del crudo nazionale all'interno della forbice tra 41,24 e 42,79€/100 litri di latte. Parimenti crescono anche i listini dell'intero pastorizzato di provenienza estera che si colloca tra 42,27 e 43,30€/100 litri e dello scremato pastorizzato spot estero quotato tra 24,84 e 26,91€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA Invariati, per la terza settimana consecutiva, i listini del burro milanese e di Parma. Continua a crescere invece la Crema a uso alimentare sia sulla piazza milanese sia su quella scaligera.

Borsa di Milano 10 ottobre: (=)
BURRO CEE: 3,90€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 4,05€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 3,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 2,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 2,28€/Kg. (+)
MARGARINA Settembre: 1,0 -1,06€/kg (+)

Borsa Verona 10 ottobre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,20-2,30 €/Kg. (+)

Borsa di Parma 7 ottobre 2016: (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,40€/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 11 ottobre 2016 (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,40 - 2,40 €/kg.

GRANA PADANO Stazionario il prezzo del Grana Padano Dop. Andamento ondulatorio disegnato dalla linea del prezzo all'ingrosso del Grana Padano. I 3 momenti di crescita nelle ultime 6 settimane hanno condotto i listini a posizionarsi tra 6,40 e 6,50€/Kg. relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,20 e 7,80 per il 15 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO Analogamente al Grana Padano, anche il Parmigiano Reggiano non ha registrato variazioni di listino alla borsa merci comprensoriale di Parma. Fermi perciò i prezzi all'ingrosso del 12 mesi che si colloca tra 8,30 e 8,60€/Kg. e del 24 mesi di stagionatura che invece si consolida tra 9,80 e 10,55€/Kg.

(Per la Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)

PRRE-24Mott16 

 

LOGO Mulino Alimentare 

 

Martedì, 11 Ottobre 2016 09:43

Meeting Giornata della Vacca Bruna

All'azienda Valserena di Giovanni Serra a Parma si è tenuto un importante Meeting Nazionale sulla Razza Bruna, la migliore per le produzioni di Parmigiano Reggiano. Da tutto il Nord Italia si sono ritrovati a Parma più di 150 imprenditori-allevatori per analizzare gli esiti della migliore selezione genetica e degli effetti dell'alimentazione no Ogm.

Parma, 11 ottobre 2016

I risultati del periodo sperimentale sono emersi durante l'incontro riservato agli allevatori di razza bruna del Nord Italia che si e' tenuto nella azienda agricola Valserena di Gainago di Torrile.
La razza bruna è l'eccellenza per la produzione di un Parmigiano-Reggiano di ottima qualità. A tale risultato, però, si arriva puntando sulla ricerca genetica, volta a irrobustire la specie e a dare longevità e sull'alimentazione attenta delle bovine da latte, nuova frontiera in grado di incrementare ulteriormente il valore del prodotto latte e conseguentemente del formaggio. Un esempio concreto di programmazione scientifica in tal senso e di azienda già certificata non Ogm (Organismi geneticamente modificati), si può riscontrare nella azienda agricola Valserena di Gainago di Torrile dell'imprenditore Giovanni Serra che ha ospitato la Giornata della Bruna Nord.

L'iniziativa è stata ideata da: Associazione nazionale allevatori razza Bruna italiana (Anarb) Centri Ia Polar e Superbrown, Associazione regionale allevatori (Ara) Emilia Romagna, Consorzio agrario Parma (Cap), Valserena srl, Emilcap (società che produce mangimi per i Consorzi agrari di CAE, CAP e Terre Padane) in collaborazione anche con Cantina Val Tidone, Crystalyx, Ecolab. All'incontro hanno preso parte oltre 150 allevatori, provenienti dalle zone di produzione del Parmigiano Reggiano, ma anche da varie aree del Nord Italia, alcuni dei quali premiati per essersi distinti in ambito selettivo. All'evento, risultato utile per fare informazione tecnico-scientifica e per presentare i risultati concreti della selezione, sono intervenuti, tra gli altri: Giorgio Grenzi, presidente e Carlo Fornari, responsabile zootecnico del Consorzio Agrario di Parma- Cap, Pietro Laterza, presidente e Enrico Santus, direttore Anarb (moderatore del meeting), Maurizio Garlappi, presidente Araer, Andrea Summer professore Veterinaria Università Studi Parma, Peter Zischg di Superbrown e Andrea Sangonelli di Polar.
Laterza ha posto l'accento sull'importanza del Meeting, quale confronto su linee e indirizzi che l'Associazione di razza sta portando avanti. Garlappi ha sottolineato che la selezione e il miglioramento genetico sono in continua evoluzione.
"Questa è una Giornata importante – ha evidenziato Grenzi, spostando l'attenzione anche sui mangimi non Ogm che Emilcap produce da un anno – che dà lustro alla zootecnia. Nel giro di 24 mesi potremo apporre sulle forme di Parmigiano Reggiano il marchio non Ogm. Dalla prossima primavera, all'interno dell'ampio catalogo sementi Cap, avremo anche la Facelia, pianta in grado di salvaguardare la terra e preservare le api".
Fornari è entrato nel merito della razione alimentare delle vacche dell'azienda Valserena, in un'ottica di produzione già eccellente come quella della bruna, che viene ancor più valorizzata coi mangimi non Ogm, peraltro a difesa della nostra agricoltura. "Col formaggio non Ogm – ha concluso Fornari – avremo la possibilità di mettere alle corde le imitazioni del Parmigiano Reggiano".
Il professor Summer si è, invece, soffermato sulle caratteristiche qualitative del latte.
Presenti al meeting sulla razza bruna anche l'amministratore delegato di Emilcap Stefano Villa e il direttore Gian Domenico Fagandini.

Dal secondo territorio più vasto al mondo dopo la Russia e con ben 8.000 km. di confine che traccia il solco con gli Stati Uniti d'America a quel fazzoletto quasi impercettibile di terra per raggiungere le "Fonti del Parmigiano Reggiano".

Parma, Tre dirigenti di Loblaw, la più grande catena distributiva del Nord America (2.500 ipermercati e quasi 190.000 dipendenti), accompagnati da ben 10 giornalisti, blogger e video operatori, hanno esplorato le origini del "Parmigiano Reggiano" inseguendo le fasi di produzione, dai campi al confezionamento passando per il caseificio e l'impianto di stagionatura, percorrendo la specifica filiera produttiva di "Mulino Alimentare".

Obiettivo dell'incontro, oltre a toccare con mano la millenaria tradizione che ha consentito al Parmigiano Reggiano di diventare uno dei "Brand" più affermati al mondo, era di testare la selezione di altre DOP d'eccellenza che potrebbero seguire il Parmigiano Reggiano sulla strada dell'export verso il Canada grazie al ponte costruito da Mulino Alimentare spa.

L'analisi organolettica a cui sono stati sottoposti i formaggi selezionati dagli esperti del Mulino Alimentare (Gorgonzola, Asiago Mezzano, Pecorino Romano, Montasio, Provolone dolce, Fontina e Burrata) ha infine raccolto il consenso dei manager di Loblaw e stimolato la curiosità dei giornalisti e blogger che hanno anch'essi partecipato al test.

Un nuovo passo in avanti verso la consacrazione di Mulino Alimentare quale interlocutore autorevole per il settore caseario nazionale. Una affermazione conquistata in diversi anni di rapporti commerciali e che ebbe il suo culmine mediatico nel 2014 con la conquista del Guinness World Record ottenuto attraverso l'apertura contemporanea di 1.300 forme di "parmigiano" posizionate in molti punti vendita Loblaw sparsi sull'intero territorio nazionale.

Foto-scalere-da-canedese Ross-Greiner-stabilimento-forma

"Molto positivo quindi il bilancio anche di quest'ultimo incontro - sottolinea Claudio Guidetti titolare e Amministratore Unico di Mulino Alimentare Spa - soprattutto se consideriamo l'evoluzione che potrà seguire. Infatti, a detta di Kathlyne Ross, VP Product Development and Innovation di Loblaw, sia il Parmigiano Reggiano, che già esportiamo verso di loro, sia altre DOP di eccellenza che in questa circostanza abbiamo fatto testare, entreranno nel programma "Splendido", il marchio destinato alle proposte agroalimentari Italiane di maggior pregio. Per noi è una grande soddisfazione, sia per aver visto riconfermata la stima e la collaborazione di medio lungo termine, sia dal punto di vista strategico, in quanto consente di espandere la gamma delle nostre proposte verso il target di più alto prestigio come le nostre più qualificate DOP meritano a partire dal Parmigiano Reggiano che è il nostro prodotto principale. Infine anche per la gratificazione personale per essere riusciti a rispondere pienamente agli elevati standard qualitativi del gigante canadese della distribuzione moderna al quale occorre rispondere con un efficientissimo servizio, completo e di alto livello professionale. Un lavoro che oggi in Mulino Alimentare si realizza sin dalla base della filiera con l'importante contributo degli allevatori soci del caseificio Boiardo di Reggio Emilia, e si conclude nello stabilimento di Parma dove vengono confezionati i formaggi per raggiungere le tavole dei consumatori americani. Un ciclo produttivo impegnativo totalmente controllato da Mulino Alimentare che sta dando i frutti proponendo una filiera solidale e qualificata. Il famigerato Parmesan non si contrasta e sconfigge con le parole o con le iniziative legali, che in certi paesi sono difficili da intraprendere, ma con la cultura, la storia millenaria di uomini, aziende e territorio e infine con il pragmatismo industriale, l'impegno e sacrificio ma anche con la fantasia commerciale/marketing che anch'esso rappresenta un marchio distintivo dell'italianità."

(a seguire GALLERIA IMMAGINI)

Guidetti-mini-snack

(video Guinnes World Record https://www.youtube.com/watch?v=qYx14o51fvg  

Video "The Winner" Italia Uno: https://www.youtube.com/watch?v=6Ikve0QIr40&spfreload=1 )

Domenica, 09 Ottobre 2016 11:40

Scopri di che pasta sono fatta!

Nell'anno del suo 60° compleanno, Andalini punta sull'innovazione. Dal progetto BE.FO.RE. ha preso forma il programma di tracciabilità, sicurezza e sostenibilità dell'azienda di Cento (FE)

Il Pastificio Andalini, tramanda dal 1956 l'amore e la passione per quel prodotto, la pasta, che sente essere parte del proprio DNA. Sessant'anni dedicati alla costante ricerca e sviluppo di un prodotto etico, innovativo ma soprattutto buono come quello di una volta, ponendo l'accento sulla territorialità delle proprie risorse e dei propri fornitori.

Oggi tradizione e modernità si legano grazie alla creazione di un nuovo prodotto di valore a tutela e per cultura del consumatore.
Andalini spa presenta il neonato QR Code, una grande novità sulla tracciabilità, sull'ambiente e su tutti i valori legati alla Carta di Milano.

Il QR Code, un semplice codice a barre da leggere tramite smartphone o tablet, è figlio del progetto BE.FO.RE.Behaviour, Food & Responsability – sviluppato e testato con il patrocinio del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell'Università di Ferrara. Comportamento, Cibo & Responsabilità sono i tre capisaldi alla base della idea di tracciabilità elaborata dal pastificio di Cento (FE).

Il QR Code, secondo Andalini, è un mezzo per rendersi ancora più trasparente e sincero ancor prima dell'acquisto da parte del consumatore.
Semplicemente inquadrando il codice infatti, è possibile immediatamente scoprire, in maniera totalmente autonoma, i valori nutrizionali del prodotto, i consigli pre acquisto e consumo e i suggerimenti anti spreco.

Il QR Code è la carta d'identità delle Tagliatelle Antica Tradizione e della linea 4 Minuti, che definisce la loro storia, dallo stabilimento allo scaffale del negozio di fiducia.

Questo progetto nasce con l'intento di rispondere alle esigenze di un mercato sempre più attento ad un'alimentazione gustosa, ma anche sana, sostenibile e certificata.

Per questo Andalini intende tutelare e rassicurare rispetto alla qualità e alla sicurezza alimentare dei suoi prodotti, diventando ancora più trasparenti e rendendo pienamente accessibili i "segreti" della sua pasta.

Adesso pasta! Tracciala! - è lo slogan coniato per questo progetto di trasparenza, sicurezza e sostenibilità dal Pastificio Andalini spa.

 

2. volantino definitivo fronte large 2. volantino definitivo retro large

 

Reggio Emilia, 4 ottobre 2016 Ha superato i 20.000 visitatori l'edizione autunnale di "Caseifici aperti", l'iniziativa del Consorzio di tutela che l'1 e il 2 ottobre ha avuto per protagonisti oltre 40 caseifici del Parmigiano Reggiano.

"I riscontri da parte dei consorziati - sottolinea il presidente dell'Ente di tutela, Alessandro Bezzi - sono molto positivi, con un afflusso di visitatori che, sulle singole strutture, va da un minimo di 300 a oltre 1.000 nelle due giornate".

"In poco più di due anni - aggiunge Bezzi - i consumatori coinvolti in questa iniziativa, finalizzata a far conoscere di più e meglio le caratteristiche del prodotto e a rafforzare il legame diretto fra consumatori e caseifici, sono più che raddoppiati, e in una fase in cui abbiamo messo in campo nuove risorse per il mercato interno, con 3,5 milioni destinati ad una campagna di comunicazione ormai al decollo, crediamo sia davvero fondamentale moltiplicare anche le occasioni di confronto tra chi produce un'assoluta eccellenza e chi ne apprezza le caratteristiche di assoluta naturalità e artigianalità".

"Proprio questa maggiore e migliore conoscenza - osserva il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano - è peraltro molto importante per rafforzare quelle vendite dirette da parte dei caseifici che, tra spacci aziendali e acquisti on line, hanno raggiunto una quota del 10% sul totale".
"Rispetto alle precedenti edizioni della manifestazione - conclude Bezzi - abbiamo registrato un afflusso particolarmente rilevante di consumatori provenienti da città esterne al comprensorio di produzione e giunti nel nostro territorio con pullman organizzati; forte anche l'impennata delle interazioni sui social media (diversi food bloggers hanno partecipato all'iniziativa) e delle visite uniche (oltre 22.000) alla pagina del sito web del Consorzio dedicata all'evento".

A tutti i visitatori è stata consegnata la cartolina per partecipare al concorso "Vincere è meglio", al quale si può partecipare fino al 10 ottobre andando su https://vincere.meglioilmeglio.com/ 

Nelle immagini, un momento della cottura della forma nella sede del Consorzio di tutela e un gruppo di visitatori in caseificio

Domenica, 09 Ottobre 2016 08:53

Boom del pomodoro biologico

Avviata collaborazione tra OI Pomodoro da industria Nord Italia e FederBio per un'attenta applicazione delle regole del settore. 

Quest'anno c'è stato un vero e proprio boom della produzione di pomodoro biologico in Italia. E così l'OI Pomodoro da Industria del Nord Italia – l'organizzazione interprofessionale che raggruppa i soggetti della filiera del Nord Italia – e FederBio, si sono incontrate per avviare una collaborazione che permetta a tutti i soggetti della filiera - imprese agricole e di trasformazione - di poter applicare correttamente le tecnologie ammesse per il bio e puntare su prodotti a maggiore valore aggiunto, ma più difficili da ottenere.

All'incontro hanno partecipato il vicepresidente vicario dell'OI Rossella Martelli, il presidente di FederBio Paolo Carnemolla oltre al professor Gabriele Canali, consulente scientifico dell'OI, e tecnici dell'OI.

"Considerato l'aumento crescente dell'interesse degli operatori della filiera per i prodotti bio – commenta l'OI – e l'importanza che questo segmento produttivo sta assumendo sempre più sui mercati e considerata anche la necessità di assicurare redditività alla filiera grazie alla definizione di rapporti chiari e positivi con i consumatori, si è avviato un percorso di collaborazione con FederBio per affiancare sul piano tecnico le nostre imprese, agricole ed industriali, al fine di assicurare correttezza commerciale ed efficacia economica. Tutto questo con l'intento di una capillare verifica delle regole da parte di tutti gli operatori a tutela dei consumatori e dei produttori correttamente impegnati in questa filiera".

"La crescente richiesta di materia prima e prodotti bio di origine italiana e l'avvio della programmazione dei PSR sta favorendo anche nel comparto del pomodoro da industria la conversione al biologico di sistemi produttivi professionali e specializzati, da qui la necessità che le organizzazioni che rappresentano la filiera del pomodoro da industria e il settore del biologico cooperino fattivamente per integrare competenze e strumenti nel rispetto dei rispettivi ruoli. Quello che accomuna l'OI e FederBio – sottolinea FederBio – è la comune visione sulla necessità di un mercato organizzato a dimensione di filiera e territorio e che possa garantire con rigore e trasparenza il rispetto della normativa sulla produzione biologica".

Gli ultimi dati elaborati dall'OI parlano di un vero e proprio boom del biologico con un incremento di 548 ettari, dai 1.316 del 2015 ai 1.864 di quest'anno (+42%), delle superfici destinate alla produzione biologica.

(Fonte OI Pomodoro Nord Italia - 4 ottobre 2016)

Si prospetta scarsa la produzione italiana di olio di oliva targata 2016. Le prime stime Ismea, in collaborazione con Unaprol, parlano di un -37% rispetto alle 475 mila tonnellate dello scorso anno.

Lo sviluppo vegetativo è stato particolarmente problematico sia da un punto di vista sia climatico che fitosanitario. A questo si è sommato il fatto che quella attuale è fisiologicamente un'annata di scarica in molte delle aree più olivetate del Paese.

A livello mondiale, a frantoi ancora chiusi, Ismea stima un calo del 9% che dovrebbe riportare la produzione sotto la soglia dei 3 milioni di tonnellate. La riduzione della produzione italiana si somma, infatti, anche a quella di Grecia e Tunisia, mentre in Spagna si prevede ancora una sostanziale rispetto al volume del 2015 (1,4 milioni di tonnellate).

Nelle prossime settimane Ismea, avvalendosi anche dei dati forniti dai frantoi, procederà ad aggiornamenti delle stime produttive unitamente al monitoraggio continuo della situazione di mercato.

Olio-prod-area-ita-2017 
(Fonte Ismea 30 settembre 2016)

Editoriale: Referendum, Votare informati. Crescono i formaggi duri. Dal Canada alla ricerca delle fonti del Parmigiano Reggiano. Andalini, Scopri di che pasta son fatta. Cereali, i mercati stanno tornando alla normalità. Pomodoro, boom del biologico. Olio di Oliva, previsioni produttive.

SOMMARIO Anno 15 - n° 40 09 ottobre 2016
1.1 editoriale Votare informati. SI o NO?
2.1 Lattiero Caseario Crescono entrambi i formaggi duri DOP.
3.1 export formaggi Dal Canada alla ricerca delle fonti del Parmigiano Reggiano
3.2 Pasta e tracciabilita' Andalini: Scopri di che pasta sono fatta!
4.1 cereali Cereali e dintorni. Dall'USDA nessuna reazione scomposta.
5.1 cereali Cereali e dintorni. I mercati stanno tornando alla normalità
6.1 eventi parmigiano reggiano Caseifici aperti: i visitatori sfondano quota 20.000
6.2 pomodoro Boom del pomodoro biologico,
7.1 olio di oliva- previsioni Olio d'oliva, previsioni di produzione della campagna 2016/17
8.1 promozioni "vino" e partners
8.2 promozioni "birra" e partners

 

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Venerdì, 07 Ottobre 2016 13:49

Nuova campagna per il Parmigiano Reggiano

3,5 milioni di nuovi investimenti sul mercato interno, che rappresenta il 65% delle vendite complessive, in coincidenza con il periodo più importante per le vendite nella GDO.

Reggio Emilia, 7 ottobre 2016

Partirà domenica 9 ottobre la "campagna d'autunno" del Parmigiano Reggiano: un flusso di comunicazione che vale 3,5 milioni di euro e che rappresenta - come sottolinea il presidente del Consorzio di tutela, Alessandro Bezzi - "il più rilevante investimento degli ultimi anni sul mercato interno, focalizzato in un arco di tempo piuttosto ristretto quale è quello che ci porterà da qui alle festività natalizie".
La campagna partirà sulle principali tv generaliste, satellitari e digitali del nostro Paese, cui si aggiungeranno via via una pianificazione radio sui principali network italiani, una campagna stampa e una strategia digital.
Undici settimane di programmazione che - spiega il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti - "coincidono con il periodo più importante per le vendite di Parmigiano Reggiano, andando ad accrescere l'efficacia delle proposte commerciali e delle promozioni che la GDO metterà in atto proprio in autunno e fino alle festività natalizie e di fine anno".
Una scelta, ovviamente, non casuale e legata anche alle dinamiche produttive del 2016. "Si tratta - spiega al proposito il presidente Bezzi - del più concreto impegno possibile, da parte del Consorzio, per accompagnare la crescita produttiva che si sta evidenziando nel 2016 in presenza di quotazioni che in questi mesi sono apparse in costante rialzo e vanno sostenute per creare stabili condizioni di tenuta dei redditi all'interno della filiera".
A fianco dei rilevanti investimenti sul mercato estero (2,9 milioni di euro nel 2016), con la nuova campagna in partenza domenica il Consorzio ha decisamente rafforzato gli investimenti su un mercato interno che per il Parmigiano Reggiano vale il 65% delle vendite complessive e 1,1 miliardi al consumo.
"Un deciso rilancio - sottolinea il direttore Riccardo Deserti - che comunque ha caratterizzato tutto il 2016, in un'ottica di comunicazione globale che coinvolge i consumatori in modi assai articolati. Questa, infatti, è la terza campagna informativa di quest'anno (le precedenti sono state realizzate in prossimità delle festività pasquali e nella tarda primavera), affiancate da iniziative che hanno coinvolto decine di caseifici del comprensorio di produzione e decine centinaia di migliaia di consumatori: dalla "Parmigiano Reggiano Identity" a "caseifici aperti" e "Porte aperte al Consorzio" (iniziative andate in scena l'1 e il 2 ottobre con oltre 20.000 visitatori in 42 caseifici), al progetto per le scuole "Sono come mangio", agli studi scientifici e alle relazioni con i medici, fino all'ingresso, con l'esclusiva merceologica sui formaggi a pasta dura, nell'"Italy Loves Food", la nuova area creata nell'aeroporto di Bergamo, terzo in Italia per numero di passeggeri".
"Con il nuovo investimento - conclude Deserti - parliamo ai consumatori in modo inedito, con un percorso "a ritroso" che parte proprio da un momento di consumo (la ristorazione d'alta qualità) per giungere progressivamente, passando di mano in mano, al luogo d'origine, cioè all'interno di uno dei caseifici artigianali in cui ogni giorno si ripropone una tradizione di assoluta naturalità e di forte legame con il territorio".
"Una comunicazione - aggiunge Deserti - che mette in scena persone e personaggi autentici, che ogni giorno sono realmente parte di questo mondo che va dalla produzione al consumo, con testimonianze che non nascono dall'interpretazione di un ruolo, ma da situazioni davvero vissute".
"Il racconto delle caratteristiche uniche del nostro prodotto - conclude il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano - è dunque affidato a chi le determina e a chi le sa valorizzare al meglio, cogliendo in tal modo anche gli spunti emersi dall'indagine sui consumatori che ha evidenziato una loro crescente disaffezione rispetto ad immagine patinate che risultano lontane e poco credibili".

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Dopo i primi scossoni che hanno seguito la pubblicazione dei dati USDA dello scorso venerdi, i mercati si stanno riallineando. La farina di soia mostra segni di marcata linearità.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 6 ottobre 2016 -
Dopo le stime Usda del 30 settembre scorso il mercato, per il comparto soya, ha registrato immediatamente un risultato positivo e confermato anche il lunedi 03/10 per poi prendere una leggera strada in discesa nei due giorni successivi (4 e 5 ottobre). In definitiva la soglia 300 dollari per la farina e 950 punti per il seme sta tenendo.

Le previsioni dei raccolti di seme e di mais sono ovunque stimate buone e le vendite/consumo, specie per la soya, tengono bene. Si viene a delineare un contesto di mercato molto lineare sul periodo 10/2016-31/12/2018. Nella giornata odierna il prezzo è stato di 336 partenza porti per la farina di soya proteica per 27 mesi, mentre per la soya 44% il prezzo è inferiore di 7-8 euro.
Prezzi di tutto rispetto che dovrebbero difficilmente tendere a ulteriori ribassi.

Sul mercato nazionale il mais di base contratto 103 continua a mostrare segni di resistenza sulla posizione, mentre per quello qualitativo sussistono limitati spazi per nuovi cali. Dall'estero ancora non si sono manifestate particolari pressioni di merce anche in forza dei problemi qualitativi e sanitari (Aflatossine) e per il persistere di problemi connessi alla logistica dei trasporti gommati.

Indicatori internazionali 6 ottobre 2016


l'Indice dei noli è sceso a 869 punti, il petrolio cresce a 49,50$ e l'indice di cambio vede il rafforzamento del euro quotare 1,11834 con punte anche inferiori.

 

 Dati UDA 30 settembre 2016

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Mercoledì, 05 Ottobre 2016 08:35

Crescono entrambi i formaggi duri DOP

Crescono i listini di latte spot e panna mentre il burro, per la seconda ottava consecutiva, conferma i prezzi. Parmigiano e Padano in crescita.

di Virgilio Parma 5 ottobre 2016

LATTE SPOT Continua la risalta del latte spot quotato a Verona. In crescita costante da sette settimane consecutive il latte crudo spot nazionale è quotato tra 40,21 e 41,76€/100 litri di latte, tra 40,72 e 41,76€/100 litri l'intero pastorizzato estero mentre, con una crescita del 2,08%, lo scremato pastorizzato estero si è collocato nell'intervallo compreso tra 24,84 e 25,88€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA Listini invariati anche nella 40esima settimana dell'anno. Frenata anche per lo zangolato parmense. Dopo una settimana di pausa è tornata a crescere la Crema a uso alimentare milanese mentre la Panna veronese lascia i listini invariati. L'onda lunga del burro ha lasciato il segno anche alla margarina che ha guadagnato qualche centesimo superando la soglia dell'euro.

Borsa di Milano 3 ottobre: (=)
BURRO CEE: 3,90€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 4,05€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 3,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 2,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 2,24€/Kg. (+)
MARGARINA Settembre: 1,0 -1,06€/kg (+)

Borsa Verona 3 ottobre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,15-2,20 €/Kg. (=)

Borsa di Parma 30 settembre 2016: (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,40€/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 04 ottobre 2016 (=)
BURRO ZANGOLATO: 2,40 - 2,40 €/kg.

GRANA PADANO Discreto rimbalzo per il Grana Padano DOP che recupera tra 5 e 10 centesimi per entrambe le stagionature registrate a Milano.
Nello specifico il 9 mesi di stagionatura ha fissato i listini tra 6,40 e 6,50€/Kg. mentre il prezzo all'ingrosso del 15 mesi di stagionatura e oltre si è posizionato tra 7,20 e 7,80 €/kg.

PARMIGIANO REGGIANO Prosegue il trend positivo anche il Parmigiano Reggiano. Alla Borsa merci comprensoriale di Parma il 12 mesi si è collocato tra 8,45 e 8,75€/kg. Tra 9.80 e 10,10€/kg, segnando l'ottavo incremento consecutivo, si è posizionato il listino del 24 mesi di invecchiamento.

(Per la Galleria immagini con i grafici Clal - Scorerre la pagina verso il basso)

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LOGO Mulino Alimentare 

 

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 03 ottobre 2016 - Il mercato ha ben tenuto ai dati pubblicati dall'USDA venerdi scorso. Le serie sono in positivo e le prossime ore saranno determinanti per meglio valutare le reazioni dei grandi investitori.

 

Cereali-3ott16

Indicatori internazionali 03 ottobre 2016


l'Indice dei noli è sceso a 875 punti, il petrolio si muove attorno verso l'alto a 48,0$ e l'indice di cambio ruota attorno a 1,12304.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Una sessantina di allevatori della Bassa all'incontro del Consorzio Agrario di Parma su Parmigiano Reggiano di qualità, alimentazione Non Ogm e filiera corta.

Parma, 3 ottobre 2016

Il foraggio salubre garantisce la qualità del Parmigiano Reggiano. Il messaggio è emerso a chiare lettere nell'incontro, che si è tenuto al Ristorante Euridice di Parma, organizzato dal Consorzio Agrario Parma (Cap) e da Emilcap. All'appuntamento hanno partecipato una sessantina di produttori e allevatori di imprese agricole, per lo più del comprensorio di Colorno, Torrile, San Polo di Torrile e Vicomero. Al tavolo dei relatori si sono alternati: Giorgio Grenzi, presidente e Ivan Cremonini, direttore del Cap, Michela Canova e Alessandro Fadda, rispettivamente sindaco di Colorno e di Torrile, Carlo Fornari, responsabile servizio zootecnico Cap, Simone Nasi presidente Emilcap, Paolo Sighinolfi esperto di Emilcap, Mario Bustro responsabile meccanizzazione Kuhn.

Nel corso dell'evento, si è posto l'accento sull'importanza di utilizzare un foraggio di qualità, al fine di ottenere un formaggio di qualità superiore, in cui la filiera circolare possa rappresentare un elemento distintivo, qualitativo ed economicamente redditizio, anche rispetto alle attuali quotazioni. In sostanza, una filiera, tracciabile e sicura, di reciproco e vicendevole scambio proficuo. Il primo cittadino Fadda ha sottolineato che, in un momento di difficoltà come l'attuale, occorre favorire l'agricoltura, limitando l'eccesso di burocrazia. Mentre il sindaco Canova si è soffermata sulla necessità di un'agricoltura sempre più coniugata all'ambiente. Secondo il presidente Grenzi "La sfida produttiva che guarda al domani in modo lungimirante passa per l'utilizzo di mangimi non Ogm, per incrementare la qualità di un prodotto principe, come il Parmigiano Reggiano". Il direttore Cremonini ha spaziato su molteplici tematiche, tra cui la crescente esigenza di un consumatore più consapevole e informato sulla provenienza e qualità di ciò che acquista. L'approfondimento sull'impiego strategico di prodotti non OGM per una filiera corta, indipendente dall'uso di alimenti zootecnici di provenienza estera, ha visto alternarsi al microfono anche Simone Nasi presidente di Emilcap e gli esperti Carlo Fornari del CAP e Carlo Sighinolfi di Emilcap. Un dato importante - emerso durante il meeting - statistiche alla mano, è rappresentato dal fatto che molti Paesi , come Usa e Canada per esempio, stanno sempre di più andando nella direzione di preferire un prodotto con base non OGM anche per ragioni di salubrità oltre che di mercato.

Un fattore rilevante rappresentato dalle produzioni non Ogm è anche di natura economica: questi mangimi scoraggiano infatti sofisticazioni e contraffazioni dei prodotti italiani che alimentano il cosiddetto Italian Sounding (le imitazioni false con fuorviante nome italiano). Un passaggio epocale che figura come vero e proprio antidoto naturale. Assai importante anche il ruolo giocato all'interno della filiera dalla meccanizzazione nel processo alimentare: nel corso della serata di approfondimento il responsabile Mario Bustreo del brand leader Kuhn ha mostrato uno speciale e innovativo mezzo meccanico "miscelante" dedicato proprio all'alimentazione delle bovine utili per la produzione di Parmigiano Reggiano.

L'allevatore Giuseppe Grisenti si aggiudica il premio "Miglior stalla 2016" come performace riproduttiva

Il presidente del Consorzio Agrario Parma Giorgio Grenzi (a destra nella foto) ha premiato l'allevatore Giuseppe Grisenti, quale titolare della Migliore Stalla 2016, sotto l'aspetto della performance riproduttiva. Il riconoscimento all'imprenditore parmigiano - che ha la stalla in località Cervara di Baganzola - è stato consegnato nei giorni scorsi, in occasione del meeting a tema , che si è tenuto al Ristorante Euridice di Parma. All'incontro hanno preso parte una sessantina di allevatori, in larga parte di Vicomero, San Polo di Torrile, Torrile e Colorno.

Miglior stalla 2016

(Fonte: ufficio stampa Consorzio Parmigiano Reggiano)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 15 - n° 39 02 ottobre 2016 -
Editoriale: 80 anni ricordati da tutti o quasi, con qualche sorpresa. Listini positivi per il "Parmigiano" e il latte spot. Cereali e dintorni. Mercati innervositi in attesa dei dati USDA . Prezzo a riferimento II quadrimestre 2015. Cia, cibo made in italy un "must" quasi sconosciuto per gli stranieri.

SOMMARIO Anno 15 - n° 39 02 ottobre 2016
1.1 editoriale 80 anni ricordati da tutti o quasi, con qualche sorpresa.
2.1 Lattiero Caseario Listini positivi per il "Parmigiano" e il latte spot
3.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano. L'incremento di produzione non spaventa Alessandro Bezzi
3.2 acqua val d'enza Acqua, la Val d'Enza in cerca di risposte al fabbisogno idrico
4.1 cereali Cereali e dintorni. Probabili sorprese dai dati USDA del prossimo 30 settembre
5.1 cereali Cereali e dintorni. Mercati innervositi in attesa dei dati USDA
6.1 latte prezzo riferimento Prezzo a riferimento II quadrimestre 2015
6.2 Made in italy Cia, cibo made in italy un "must" quasi sconosciuto per gli stranieri
7.1 parmigiano reggiano Sabato e domenica torna caseifici aperti
8.1 promozioni "vino" e partners
8.2 promozioni "birra" e partners

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Il presidente CIA Dino Scanavino a Roma alla Stampa Estera: "Non si può puntare solo sul 'km zero', stiamo relegando le nostre produzioni d'eccellenza alla vendita nei mercatini rionali. Ma questa strategia blocca un potenziale da 70 miliardi d'euro in export". Inoltre il falso made in Italy, muove 60 miliardi di euro ogni anno.

Roma, 27 set - A fronte di una produzione nazionale che vanta oltre 5.847 tra cibi tradizionali e denominazioni di origine, l'Italia porta sulle tavole dei consumatori internazionali non più di 200 "veri" prodotti del Made in Italy. La "reputation" del nostro agroalimentare è buona, per la stragrande maggioranza degli stranieri "un must", ma la cifra mossa dall'export è di quasi 37 miliardi di euro rispetto a un potenziale di almeno 70 miliardi.

In sostanza, un paniere molto limitato di prodotti copre oltre il 90% del fatturato complessivo, che per 24 miliardi di euro è generato addirittura da scambi con le sole nazioni di Germania, Francia e Regno Unito.

Numeri che fanno riflettere e che sono stati messi al centro del dibattito nell'importante iniziativa che la Cia-Agricoltori Italiani ha promosso oggi a Roma presso l'Associazione Stampa Estera.

Un incontro con giornalisti e stakeholder di settore, incentrato sull'analisi dei mercati internazionali per l'agroalimentare italiano e sui progetti che la stessa Cia sta realizzando per promuovere le eccellenze delle aziende agricole nostrane su nuovi mercati stranieri. Un piano di internazionalizzazione portato avanti in partnership con Ice, Gambero Rosso International, Centro Studi Anticontraffazione e Studio Valdani e Vicari.

L'Italia, si è detto in conferenza, produce ad esempio ben 523 vini a denominazione d'origine, ma i consumatori mondiali possono "conoscerne" meno di una dozzina: questo perché gli altri non sono facilmente reperibili sui loro mercati.

Quindi, mentre i consumatori internazionali trovano l'Aceto balsamico di Modena, il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano, i Prosciutti di Parma e San Daniele, il Pecorino romano e il Gorgonzola, ignorano - solo per citarne alcuni- il Caciocavallo Silano, il Fagiolo di Sarconi o il Riso vialone nano del Veronese. Da questo quadro si deduce come il potenziale inespresso dall'agroalimentare italiano sia enorme.

Recenti studi e analisi, su come "vengono percepite" le produzioni italiane all'estero, dicono che ben 4 consumatori stranieri su 10 giudicano la qualità dei nostri cibi superiore rispetto a quella locale, il 43% degli statunitensi chiede più Made in Italy nei supermercati e ben il 74% dichiara di essere disposto a riconoscere un prezzo maggiorato sui prodotti, a patto che siano 100% italiani. La domanda è forte, ancora di più se si considerano quei Paesi praticamente vergini negli scambi con l'Italia o le realtà emergenti come l'Asia.

Eppure i conti sembrano non tornare. A puntare il dito sulla mancanza di una strategia italiana di lungo respiro sulle politiche agroalimentari connesse all'export, è il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino: "Ho il timore che, a forza di parlare solo di 'km zero', stiamo relegando le nostre produzioni di eccellenza alla vendita nei mercatini rionali, che complessivamente generano un fatturato inferiore al miliardo e mezzo di euro -ha dichiarato nel corso dell'iniziativa alla Stampa Estera-. Questa strategia 'limitata' blocca, invece, un potenziale da almeno 70 miliardi di euro in export".

Finora, è emerso dalla conferenza della Cia, l'Italia non ha mai messo in campo (o lo ha fatto poco e in maniera disorganica) una strategia funzionale per aggredire i mercati stranieri, organizzando e accompagnando le imprese agroalimentari in questo processo. E anche da qui origina il fenomeno dell'Italian sounding e dei "falsi Made in Italy", che ha trovato campo libero sui mercati internazionali, venendo a mancare di fatto il presidio dei prodotti "veri".

E tradotto in cifre il business del "tarocco", va ricordato, muove 60 miliardi di euro ogni anno.

Un fatturato totalmente scippato a chi ha costruito nei secoli sul campo, attraverso qualità e sapienza, l'immagine vincente del cibo italiano nel mondo: agricoltori e artigiani.


(Fonte Cia Reggio Emilia)

 

Prezzo a riferimento del latte industriale per la campagna casearia secondo quadrimestre 2015. Il pagamento sarà corrisposto 60 giorni dalla data di pubblicazione - 30 settembre 2016.

Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal regolamento e dagli accordi interprofessionali tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall'altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo "a riferimento" del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1/5-31/08/2015 nella misura di:

€ 48,00 il q.le, IVA compresa e franco stalla

Il pagamento del latte sarà corrisposto: 60 giorni dalla pubblicazione (30/09/2016)

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(Fonte: Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia )

 

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