Il Consorzio si sente pronto ad affrontare le minacce di Trump, convinto che l’applicazione dei dazi rappresenterebbe un danno, prima di tutto, per il consumatore americano. 

Reggio Emilia, 19 agosto 2019 -

Il Consorzio Parmigiano accoglie con entusiasmo il via libera del Ministero delle Politiche Agricole al Piano di Regolazione offerta del Parmigiano Reggiano per il triennio 2020/2022.

Il decreto n. 8868 firmato dal Ministro Gian Marco Centinaio il 13 agosto 2019 arriva in un periodo particolarmente felice per il Re dei Formaggi. I 3,7 milioni di forme (circa 148 mila tonnellate) prodotte nel 2018 rappresentano il livello più elevato nella storia del Parmigiano Reggiano. Il Parmigiano Reggiano rappresenta, non solo il primo marchio Dop al mondo per influenza (classifica “The Most Influential Brands 2018” curata da IPSOS), ma anche il primo prodotto food DOP/IGP per valore alla produzione (rapporto Qualivita-Ismea). Un giro d’affari al consumo pari a 2,4 miliardi di euro per la denominazione di origine protetta che si proietta sempre più verso l’estero (l’export è pari al 40%): una valvola di sfogo per una produzione in continua espansione che ha bisogno di nuovi spazi di mercato.

Lo sviluppo produttivo nell’ultimo triennio (+12%) è stato accompagnato da un consolidamento dei redditi sostenuto da quotazioni del formaggio stabili e remunerative per l'intera filiera. Nel 2019 la quotazione del prodotto alla produzione ha sfondato i il tetto storico degli 11 euro al chilo (stagionatura 12 mesi).

"Un contributo importante a questi risultati" afferma il Presidente Nicola Bertinelli "è venuto proprio dal Piano produttivo che negli ultimi anni ha dato certezze alla programmazione delle imprese ed accompagnato una crescita regolare e risorse aggiuntive per un grande rilancio della marca Parmigiano Reggiano".

Con il nuovo Piano regolazione offerta 2020-2022 vengono confermati i pilastri precedenti: quote di produzione assegnate agli allevatori e contribuzione aggiuntiva versata da chi supera i livelli soggettivi. Un piano innovativo, semplice ed efficace che permetterà alle aziende di crescere in modo razionale e con flessibilità, così da potere reagire prontamente ai cambiamenti del mercato.

Per adattare l'efficacia dello strumento alle condizioni produttive, è possibile infatti intervenire di anno in anno sul punto di riferimento, sul livello di contribuzione, e con sconti per politiche mirate legate alla qualità o categorie specifiche di produttori. Già entro il 15 ottobre 2019 il Consiglio di Amministrazione e l'Assemblea saranno chiamati a formulare importanti proposte in tal senso.

"Grazie a questo risultato" continua Bertinelli "ora potremo concentrarci al 100% sulla minaccia dei dazi Usa che proprio in questa calda estate rischia che gettare al vento il lavoro di anni. Ma siamo convinti di poter far comprendere all'Amministrazione Usa che i dazi sul Parmigiano Reggiano sarebbero prima di tutto un boomerang per i consumatori americani e le tante imprese Usa che vivono con il nostro prodotto".

Il mercato americano è, dopo la Francia, il secondo mercato estero per il Re dei Formaggi. Ogni anno le aziende esportano oltre 10 mila tonnellate e i volumi sono destinati ad aumentare. Il consumatore americano è un consumatore evoluto, attento alla sostenibilità, alla tracciabilità, alla naturalità del prodotto e ai valori che rendono il Parmigiano Reggiano un’icona del Made in Italy. Per questo, il Consorzio ha grandi progetti negli Stati Uniti e pensa che in tempi brevi possano diventare il primo mercato estero, fino a raddoppiare le quote da qui al 2025.

Trump minaccia di applicare un dazio pari al valore del prodotto importato. Ciò significa che il dazio passerebbe da 2,15 dollari a 15 dollari al kg. Considerando i vari passaggi che subisce il formaggio da quando arriva all’importatore a quando raggiunge lo scaffale del supermercato, si può stimare che il costo del Parmigiano Reggiano passerebbe da 40 dollari a 60 dollari al kg. Ad un aumento di prezzo corrisponderà inevitabilmente un crollo dei consumi. In queste ultime settimane il Consorzio si è relazionato con gli operatori americani che trasformano il prodotto, essi hanno prospettato uno scenario inquietante, vale a dire una riduzione dei consumi pari all’80-90%. 

A beneficiarne sarebbe senza dubbio il Parmesan prodotto negli Stati Uniti che, pur non avendo nulla a che spartire con il Re dei Formaggi, può essere grattugiato sulla pasta ad un costo decisamente contenuto. Il Parmigiano Reggiano è una DOP e ha un legame indissolubile con il territorio d’origine del quale è espressione. Il consumatore che acquista il Parmesan è spesso convinto di acquistare un prodotto italiano. Il Consorzio ha mostrato ad un campione significativo di consumatori americani un Parmesan che riportava in etichetta l’indicazione esplicita “Made in Winsconsin”. Due terzi del campione intervistato ha dichiarato di ritenere il prodotto di provenienza italiana. Per questo motivo il Consorzio del Parmigiano Reggiano si batte affinché, anche fuori dall’Unione Europea, il nome Parmesan possa essere utilizzato solo per l’autentico prodotto Parmigiano Reggiano. Altrimenti, non saranno solo le aziende italiane a subire un danno, ma tutti i consumatori americani che vengono ingannati perché acquistano un fake nella consapevolezza di acquistare il vero Parmigiano Reggiano.  

Infine, non bisogna dimenticare che il Parmigiano Reggiano genera ricchezza anche per i trasformatori degli Stati Uniti. Solo un 25% del prodotto finisce negli store in forme intere senza subire lavorazioni. Le aziende americane porzionano le forme, producono diversi formati, grattugiano il prodotto, lo utilizzano per differenti preparazioni. Questo business vale circa 200 milioni di dollari e vanno tutti nelle tasche degli Stati Uniti. Nel caso in cui aumentassero i dazi e la quota export si riducesse drasticamente, questo indotto andrebbe a scomparire. E questo discorso vale anche per il gettito generato dai dazi. Se Trump applicasse veramente un dazio pari al valore del prodotto importato, le vendite di ridurrebbero a tal punto da produrre un gettito inevitabilmente inferiore a quello attuale che è pari a 22 milioni di dollari. 

Editoriale:  - I botti di Ferragosto. - Le sorprese in dote all’USDA del 12 agosto - Allerta, pezzi di vetro nell'Aglio, olio e peperoncino -E’ allarme per i calabroni killer, un morto in Italia e un ferito grave in Spagna - Buon Ferragosto! -

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SOMMARIO Anno 18 - n° 33 18 agosto 2019
1.1 editoriale
I botti di Ferragosto.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. 6 agosto 2019
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Le sorprese in dote all’USDA del 12 agosto.
4.1 cereali e dintorni tendenze. Ripresa delle quotazioni nazionali
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. La sorpresa soia come era prevedibile
6.1 sicurezza alimentare Allerta, pezzi di vetro nell'Aglio, olio e peperoncino
6.2 salute e sicurezza E’ allarme per i calabroni killer, un morto in Italia e un ferito grave in Spagna.
7.1 ferragosto Buon Ferragosto!
8.1promozioni “vino” e partners
9.1 promozioni “birra” e partners

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Lunedì, 12 Agosto 2019 17:04

Cereali e dintorni: I grafici di tendenza

Cereali e dintorni. Secondo Ismea, la campagna nazionale si è chiusa evidenziando una ripresa delle quotazioni. La campagna di commercializzazione 2018/19, secondo Ismea, si è chiusa evidenziando una ripresa delle quotazioni all’origine del frumento tenero che si è attestato su una quotazione media di campagna pari a circa 214 euro/t sia sulla piazza di Milano sia di Bologna, in aumento di 13% in entrambe i casi.


di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 12 agosto 2019 - Lieve ripresa dei raccolti del frumento tenero che dovrebbero raggiungere poco più di 2,8 milioni di tonnellate. I raccolti del duro dovrebbero scendere a circa 4 milioni di tonnellate. In rialzo le quotazioni
I segnali di tendenza di lunedi 12 agosto 2019...

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- Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali -
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Editoriale:  - Un Italiano a Parigi,- Lattiero caseario. Latte spot e burro in caduta libera, stop crema e formaggi.- DOP IGP, la qualità dei territori. - Sabato 7 settembre torna a Bologna la Festa del BIO - Apicoltura. La Regione investe 560 mila euro - Cimice asiatica, Alleanza Cooperative chiede un tavolo di crisi - Fiume Po, scatta l’operazione “Argini Sicuri” -


SOMMARIO Anno 18 - n° 32 11 agosto 2019 cibus-32-11ago19-COP.jpg
1.1 editoriale
Un Italiano a Parigi,
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Latte spot e burro in caduta libera, stop crema e formaggi. -
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati ancora turbati. In attesa dei dati USDA.
4.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 agroalimentare dop igp DOP IGP, la qualità dei territori.
6.2 bio eventi Sabato 7 settembre torna a Bologna la Festa del BIO 
7.1 apicoltura Apicoltura. La Regione investe 560 mila euro
7.2 rischio cimice asiatica Cimice asiatica, Alleanza Cooperative chiede un tavolo di crisi
8.1 argini sicuri Fiume Po, scatta l’operazione “Argini Sicuri”
9.1promozioni “vino” e partners
10.1 promozioni “birra” e partners 

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Al centro di SANA City, l’evento organizzato da FederBio in collaborazione con AssoBio e con la partecipazione di Kyoto Club e del WWF animerà Palazzo Re Enzo a partire dalle 15.10 attraverso approfondimenti e show cooking con degustazioni.


Bologna, 2 agosto 2019 – Vivi il buono del biologico. Sabato 7 settembre l’appuntamento è a Palazzo Re Enzo, nel cuore di Bologna, con la Festa del BIO edizione 2019.
 
L’obiettivo della manifestazione, aperta a tutti, è far conoscere e far vivere il vero biologico attraverso talk divulgativi per riflettere su un approccio più attento verso lo spreco alimentare, i cambiamenti climatici, l’ambiente e la salute, alternati a momenti di show cooking con degustazioni di prodotti e ricette bio.
 
Il primo approfondimento dal titolo “Cambia la terra per ridurre gli sprechi alimentari” intende analizzare questo fenomeno che secondo la FAO riguarda un terzo di tutti i prodotti alimentari a livello mondiale. Personalità di rilievo, ricercatori ed esperti si confronteranno sul cibo come bene comune e su come le produzioni da filiere corte, biologiche e locali possano contribuire a ridurre lo spreco e le rilevanti ripercussioni negative a livello socio-economico e ambientale. 
 
Il secondo talk, in programma alle ore 18, è dedicato a un altro tema di grande attualità: i cambiamenti climatici. L'agricoltura biologica può vantare un forte potenziale nella mitigazione dei cambiamenti climatici, poiché è in grado di sequestrare notevoli quantità di carbonio nei suoli e di ridurre le emissioni dei gas serra, grazie all’esclusione di prodotti chimici di sintesi e all’uso ottimale di pratiche agronomiche.
 
Al termine dei talk, lo chef Riccardo Facchini de La Prova del Cuoco realizzerà live degustazioni a base di prodotti biologici.
 
FederBio ( www.feder.bio )  è una federazione nazionale nata nel 1992 per  iniziativa di organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, con l’obiettivo di tutelarne e favorirne lo sviluppo. FederBio socia di IFOAM e ACCREDIA, l’ente italiano per l’accreditamento degli Organismi di certificazione, è riconosciuta quale rappresentanza istituzionale di settore nell’ambito di tavoli nazionali e regionali.
Attraverso le organizzazioni associate, FederBio raggruppa la quasi totalità della rappresentanza del settore biologico, tra cui le principali realtà italiane nei settori della produzione, distribuzione, certificazione, normazione e tutela degli interessi degli operatori e dei tecnici bio.


La Federazione è strutturata in cinque sezioni tematiche e professionali: Produttori, Organismi di Certificazione, Trasformatori e Distributori, Operatori dei Servizi e Tecnici, Associazioni culturali. FederBio garantisce la rigorosità e la correttezza dei comportamenti degli associati in base al Codice Etico e verifica l’applicazione degli standard comuni.
 

 

 

Mercoledì, 07 Agosto 2019 07:19

DOP IGP, la qualità dei territori.

E' online il nuovo sito del Ministero delle Politiche Agricole, Forestali e Turismo. Ogni mese una regione è messa in evidenza con i propri prodotti tipici di qualità. Presto anche una  APP integrata con agriturismi e beni Culturali.
 
Di LGC 7 agosto 2019 - "Vuoi scoprire il territorio italiano e il suo patrimonio eno-gastronomico? Vuoi scoprire i prodotti DOP, IGP e STG tipici di una specifica area geografica? Cerca direttamente un prodotto o una regione e inizia la tua scoperta dell’Italia all’insegna della qualità garantita."
E' questo l'invito che viene dalla Home Page del nuovo sito messo recentemente online dal MIPAAFT e che ogni mese pone in evidenza una Regione italiana e i suoi prodotti tipici.
 
Facile e intuitivo, il nuovo sito del Ministero consente di navigare tutta l'Italia attraverso i suoi prodotti. Il portale è perciò una raccolta organizzata dell'immenso giacimento enogastronomico del Bel Paese (299 prodotti agroalimentari, 524 vini) che, attraverso le chiavi di ricerca per prodotto, piuttosto che per territorio, consente di raggiungere rapidamente ai contenuti relativamente ai prodotti piuttosto che agli eventi e alle notizie  raccolte e proposte  per il pubblico dei consumatori o invece degli operatori.
 
Presentato lo scorso 25 luglio e pubblicato dal primo di agosto, il portale è un progetto innovativo, per Target (mette insieme Consumatori, Turisti, Operatori Economici), per le Tematiche (Valorizzazione, Educazione, Nuove Tecnologie), per l'Approccio (condotte survey dedicate per raccogliere le esigenze degli Operatori) e per le Informazioni (il patrimonio dei disciplinari reso fruibile ad un vasto pubblico).   
"I prodotti Dop e Igp rappresentano - ha dichiarato il Ministro Sen. Gian Marco Centinaio -  uno strumento di tutela delle eccellenze italiane e delle produzioni legate al territorio ma anche un'attrattiva per il settore turistico con importanti ricadute sull'economia locale.  Lo sviluppo del territorio è sempre più connesso a quelle che sono le sue tipicità. Dobbiamo continuare a lavorare sulla promozione, l'innovazione e la tutela. Unire i prodotti agroalimentari al turismo. Celebrare il made in Italy nel mondo".


Il Portale può diventare una opportunità per i tanti Territori e Denominazioni che rappresentano un Patrimonio del nostro Paese, talvolta ancora poco esplorato. Tutti i prodotti e territori, con questo Portale, hanno occasione di essere allo stesso modo presenti in rete, di farsi conoscere, creare rete.


 "Il mondo oggi chiede informazione attraverso la rete - ha proseguito il Ministro -  ed è in questa direzione che ci dobbiamo muovere, per cogliere appieno il potenziale che offre il digitale. Questo portale può contribuire a rafforzare l'immagine delle DOP e delle IGP e attrarre visitatori che vogliono mangiare, bere, vivere ciò che offrono i nostri territori".
 
Come anticipato, il Ministero sta già lavorando, per quanto riguarda l'App a integrare i dati sugli Agriturismi riconosciuti dal Mipaaft e i dati relativi ai Beni Culturali. 
 
WEB SITE: https://dopigp.politicheagricole.it/web/guest
 
Foto copertina: Ministro Gian Marco Centinaio a Confcooperative Parma 11 novembre 2018.
 

Qualche novità: per il latte spot si ferma lo scremato estero; continua il calo del burro con riduzioni percentuali elevate mentre la crema si arresta. 

 
di Virgilio e Jacopo Parma 6 agosto 2019 - 
 
LATTE SPOT – Il crudo spot nazionale continua la sua contrazione dei prezzi a 46,40 e 47,43 €/100 al litro; il latte intero pastorizzato spot estero scende con – 4,9% punti tra 37,63 e 41,76 €/100 al litro. Invece latte scremato pastorizzato spot estero rimane stabile tra 22,25 e 23,29 €/100 al litro.
 
BURRO E PANNA – Settimana dal netto calo dei prezzi del burro a Milano, in particolare sul pastorizzato (-5,6) e lo zangolato (-6,3%). In forte discesa anche lo zangolato parmigiano e reggiano (1,10€/kg), mentre improvvisa frenata sulle quote della crema. A Verona invece continua il ribasso dei prezzi anche per la panna.
 
Borsa di Milano 5 agosto 2019: 
BURRO CEE: 3,30 €/Kg  (-2,9%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,55 €/Kg.  (-2,7%)
BURRO PASTORIZZATO: 1,70 €/Kg.  (-5,6%)
BURRO ZANGOLATO: 1,50 €/Kg. (-6,3%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,64 €/Kg. (=)
MARGARINA luglio 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)
 
Borsa di Verona 5 agosto 2019: (- 2,78%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,65  –  1,85 €/Kg.
 
Borsa di Parma 2 agosto 2019 (- 4,0 %)
BURRO ZANGOLATO: 1,20 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 06 agosto 2019 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,10 - 1,10 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 5 agosto 2019 – Invariati i prezzi del Grana Padano in tutte le stagionature.
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 9,00 - 9,20 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (=)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 2 agosto 2019 – Listino invariato anche per Il Parmigiano Reggiano.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,75 - 13,25 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)
 
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 (Grafici)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Lunedì 30 luglio l’oro nero protagonista di Tutto Chiaro e il 7 agosto a Uno Mattina. Le due trasmissioni del palinsesto mattutino di Rai Uno hanno dedicato spazio al prezioso alimento con servizi e la presenza in studio, nella puntata del 30 luglio, del Direttore del Consorzio di Tutela Federico Desimoni.
 

Importante passerella televisiva per l’Aceto Balsamico di Modena IGP che in una sola settimana ha per ben due volte conquistato uno spazio di rilievo in importanti trasmissioni del palinsesto estivo mattutino di Rai Uno.
 
“Quest’anno – ha commentato il Presidente del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP Mariangela Grosoli – ricorre il decennale dalla registrazione della denominazione come Indicazione Geografica Protetta a livello comunitario. Un riconoscimento che ha inciso positivamente sull’intero comparto degli aceti balsamici di Modena che costituiscono un elemento di fondamentale importanza per il tessuto sociale, culturale ed economico del territorio modenese e della Regione Emilia Romagna. L’occasione che ci è stata data in concomitanza di tale ricorrenza, di portare il nostro prodotto in televisione, sulla prima rete Rai in una fascia oraria tendenzialmente favorevole e soprattutto in un contesto qualificato, è un ottimo viatico per veicolare le informazioni al consumatore in modo semplice e immediato”.
 
La prima vetrina mediatica, è stata la puntata di lunedì 30 luglio di Tutto Chiaro, programma in onda tutti i giorni sulla prima rete nazionale dalle 10.30 alle 11.30 condotto dalla giornalista Monica Marangoni insieme a Cataldo Calabretta, con la regia di Sergio Spanu e Nicola Sisto Capo Autore e Capo Progetto.
In tale occasione, l’Aceto Balsamico di Modena si è reso protagonista con un servizio girato in alcune delle più significative realtà produttrici di aceto balsamico del territorio, coadiuvato dalla presenza in studio del Direttore del Consorzio di Tutela Federico Desimoni, il quale ha risposto alle domande della conduttrice Monica Marangoni in merito alle tematiche della produzione dell’Aceto Balsamico di Modena IGP. Tra i temi trattati in studio, anche l’attualissimo e caldissimo tema delle contraffazioni, che nel caso del Balsamico – uno dei prodotti più esposti a tali frodi per la sua notorietà soprattutto all’estero dove viene esportato oltre il 90% della produzione - si sono risolte anche di recente in una serie di esiti giuridici positivi in campo internazionale, con il riconoscimento della tutela da parte di tribunali esteri. In finale di puntata, spazio anche ai consigli di abbinamento ideale del prezioso condimento, per meglio esaltarne le caratteristiche organolettiche e conferire plusvalore al piatto cui si accompagna.
Insieme al Direttore del Consorzio Federico Desimoni sono intervenuti in puntata altresì il dietista Giuliano Ubezio che ha narrato le proprietà dell’aceto e la chef Giovanna Guidetti del ristorante Osteria La Fefa di Finale Emilia (MO), che ha mostrato l’utilizzo del prezioso condimento in una ricetta preparata in real time in studio.

La settimana da protagonista sul piccolo schermo dell’Aceto Balsamico di Modena IGP continua altresì mercoledì 7 agosto con l'intervista al Presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP Mariangela Grosoli ed un servizio all’interno del contenitore mattutino di Rai Uno, Uno Mattina Estate, condotto da Valentina Bisti e Roberto Poletti, con la regia di Cristiana Bordin.
Ad accompagnare le telecamere della prima rete alla scoperta dei segreti del balsamico tra le attività storiche, l’inviato Francesco Gasparri; ad andare in onda, le immagini girate negli ambienti di produzione, contestualizzate in un paesaggio di rara bellezza - quali sono i vigneti da cui si trae l’uva destinata a divenire Aceto Balsamico di Modena IGP – ed accompagnate da una narrazione che pone l’attenzione altresì agli aspetti più strettamente storici di questa eccellenza tutta modenese.

Un tavolo urgente di crisi, allargato anche agli altri Ministeri competenti (Salute, Ambiente) e a tutte le Regioni coinvolte, per valutare ogni possibile iniziativa e lo stanziamento di risorse straordinarie da attivare per dare una pronta risposta alle migliaia di produttori agricoli coinvolti dall’emergenza della cimice asiatica che sta causando la perdita fino al 100% del raccolto delle pere. È questa la richiesta contenuta nella lettera che il presidente di Alleanza cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri ha inviato oggi al Ministro delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo Gian marco Centinaio.

Obiettivi del tavolo, secondo l’Alleanza cooperative, sono “l’individuazione di interventi rapidi di sostegno ai produttori colpiti e la definizione di nuovi urgenti strumenti per contrastare la diffusione della cimice asiatica sull’intero territorio nazionale, accelerando anche l’introduzione dell’unico vero antagonista della cimice ossia la vespa samurai”.

È ormai fortissima infatti la preoccupazione per la situazione di crisi che sta investendo la frutticoltura nell’area del nord Italia, in particolare in Emilia Romagna e in Veneto, a causa della concomitante presenza dei danni ingentissimi causati dalla cimice asiatica, da malattie fungine fuori controllo e molto aggressive e dal verificarsi di una contemporanea e significativa moria delle piante da frutto.

Una situazione che risulta aggravata quest’anno da un andamento climatico eccezionale che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende agricole e la competitività della stessa filiera produttiva, con perdite di produzione delle singole aziende stimabili dal 40% al 100%.  

Nelle principali regioni frutticole la cimice asiatica, dopo aver attaccato le piante di drupacee (pesche, nettarine, susine e ciliegie) e di mele, sta ora piombando come un flagello sugli alberi di pere, produzione di cui la regione è leader con oltre il 70% dei quantitativi nazionali che superano le 700mila tonnellate. “Molte delle aziende agricole che conferiscono il prodotto alle nostre cooperative hanno danni sul 100% delle loro piante, la situazione è fortemente compromessa e si rischia in molte zone, specie nel ferrarese, di non raccogliere il prodotto”.

Arrivata in Italia nel 2012 grazie all’importazione di alberi da frutta, la cimice asiatica, complice i cambiamenti climatici, si riproduce con un ritmo elevatissimo - una femmina depone fino a 400 uova - è resistente sia agli antagonisti naturali che agli antiparassitari più diffusi.

“Questa drammatica crisi, il cui impatto finanziario sulle imprese è notevolissimo – si legge ancora nella missiva del presidente Mercuri - si sta allargando adesso anche ad altri prodotti (orticole, soia e grano) e regioni come il Friuli Venezia Giulia e il Piemonte ed è prevedibile che i danni aumentino ulteriormente”.

Editoriale:  -Tra diritto alla privacy e buongusto. Quando sbattere il mostro in “prima pagina”? - Lattiero caseario. Leggero calo del latte spot, burro crema e panna ancora giù - Cereali e dintorni. Attenzione alla criticità logistica di agosto.- Energia da scarti agricoli, la Regione Emilia Romagna investe 6,8 milioni -

SOMMARIO Anno 18 - n° 31 04 agosto 2019
1.1 editorialecibus-31-4ago19-COP.jpg
Tra diritto alla privacy e buongusto. Quando sbattere il mostro in “prima pagina”?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Leggero calo del latte spot, burro crema e panna ancora giù.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Attenzione alla criticità logistica di agosto.
4.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 energia verde Energia da scarti agricoli, la Regione Emilia Romagna investe 6,8 milioni
6.2 ambiente e eventi Anche la diga del Molato nel programma di Confluenze Festival
7.1 acqua e caldo L’acqua c’è, per ora.
8.1promozioni “vino” e partners
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Apicoltura. La Regione investe 560 mila euro per il miglioramento della qualità del miele, ripopolamento alveari e salute delle api. L'assessore Caselli: "Poste le basi per il rilancio di un settore che sta vivendo un'annata difficile a causa del meteo avverso". Via libera dalla Giunta regionale al bando che dà attuazione agli interventi della prima annualità del Programma regionale triennale 2020-2022. Domande fino al 19 novembre prossimo. 

Bologna –

Acquisto di interi sciami e famiglie con api regine per favorire il ripopolamento degli alveari minacciati dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici e dell’uso scorretto dei prodotti chimici per la difesa delle colture; sostegno alle analisi di laboratorio finalizzate al miglioramento della qualità del miele; ammodernamento delle attrezzature per la conduzione degli apiari, i laboratori di smielatura e per praticare il nomadismo, cioè lo spostamento delle arnie sul territorio seguendo le fioriture stagionali; nuovi metodi di lotta contro le malattie delle api; potenziamento dell’assistenza tecnica; frequenza di corsi di aggiornamento professionale.

Sono alcuni degli interventi finanziati dal bando varato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale che ha messo a disposizione quasi 560 mila euro per dare attuazione al piano 2019-2020 di aiuti al settore dell’apicoltura, primo step del Programma regionale triennale 2020-2022 approvato la settimana scorsa dall’Assembla legislativa che ha stimato un fabbisogno complessivo che sfiora i 3 milioni di euro nel prossimo triennio. Metà delle risorse sono di provenienza comunitaria, l’altra metà è resa disponibile dal Governo italiano. Il budget per il 2019 è stato calcolato in base al numero di alveari presenti in Emilia-Romagna a fine 2018; 113 mila quelli censiti dall’Anagrafe apistica nazionale.

Il bando è già aperto e le domande devono essere presentate  attraverso la piattaforma informatica di Agrea (Sop) fino al 19 novembre 2019. Gli aiuti sono in prevalenza riservati ad apicoltori singoli e/o aderenti a cooperative. associazioni apistiche, organizzazioni di produttori e, in parte, anche a enti ed istituti di ricerca. I contributi si riferiscono a spese sostenute nel periodo 1° agosto 2019-31 luglio 2020 e le percentuali di aiuto variano dal 50% al 100% a seconda della tipologia dell’intervento.   

“L’apicoltura- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- è un settore di crescente importanza economica in Emilia-Romagna, anche se quest’anno sta vivendo un’annata sfavorevole a causa delle cattive condizioni meteo della stagione primaverile, con piogge insistenti nello scorso mese di maggio che hanno provocato un drastico calo della produzione di miele. Grazie al programma triennale di aiuti e alla nuova legge approvata nel marzo scorso dall’Assemblea legislativa che ha rafforzato le misure di tutela delle api come sentinelle dell’ambiente poniamo le basi per il rilancio del settore nel segno della qualità e della tipicità della produzione”.

 

La ripartizione dei finanziamenti

La tranche più sostanziosa dei fondi del bando 2019-2020 è riservata agli interventi di assistenza tecnica e ai servizi di supporto tecnico-specialistico (281 mila euro), in cui rientrano anche i contributi per l’acquisto di attrezzature per la conduzione degli apiari e per la lavorazione, confezionamento e conservazione dei prodotti dell’alveare (miele, polline, pappa reale, ecc.). A seguire, in ordine di importo decrescente, figurano gli aiuti per l’acquisto di attrezzature per favorire la transumanza e la creazione di una banca dati regionale per la mappatura delle aree nettarifere e la georeferenziazione degli apiari (oltre 81 mila euro); gli interventi di lotta alle malattie dell’alveare (74 mila euro); le misure di sostegno ai laboratori di analisi su prodotti  dell’apicoltura (circa 51 mila euro) e ai progetti di ricerca (50 mila euro). Infine, i contributi per l’acquisto di materiale apistico vivo, nuclei e famiglie di api con regine (10 mila euro) e per il miglioramento della qualità (10 mila euro).    

Entro il 4 marzo 2020 saranno approvate le graduatorie regionali suddivise per misura, con priorità a favore di giovani, biologico e produzioni integrate, assistenza tecnica, azioni collettive per la lotta alle malattie e, tra l’altro, aziende che hanno subito danni per le avversità atmosferiche che hanno duramente colpito gli allevamenti di api all’inizio della stagione produttiva. /G.Ma                                    

Contrazione dei prezzi per il latte spot. I derivati continuano la costante discesa dei prezzi. Nei formaggi leggero calo del Parmigiano Reggiano 24 mesi. 

 
di Virgilio e Jacopo Parma 30 luglio 2019 - 
 
LATTE SPOT – Aggiornamenti di segno negativo per il latte spot. Il crudo spot nazionale registra un calo a 46,91 e 47,94 €/100 al litro; il latte intero pastorizzato spot estero cala di altri -3,6% punti tra 41,24 e 42,27 €/100 al litro; il latte scremato pastorizzato spot estero invece arriva a -4,3 % tra 22,25 e 23,29 €/100 al litro.
 
BURRO E PANNA – Non si arresta la contenuta decrescita dei listini per il burro; zangolato parmigiano in calo rispetto alla settimana scorsa, mentre al contrario stop per costo dello zangolato reggiano. Novità invece per panna e crema: dopo la salita della settimana scorsa e un periodo di stabilità, si registra un crollo netto con meno cinque punti percentuali sul listino e di -4,5% per la seconda. Capitolo margarina: il nuovo aggiornamento mensile non segnala alcuna variazione.
 
Borsa di Milano 29 luglio 2019: 
BURRO CEE: 3,40 €/Kg  (-1,4%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,65 €/Kg.  (-1,4%)
BURRO PASTORIZZATO: 1,80 €/Kg.  (-2,7%)
BURRO ZANGOLATO: 1,60 €/Kg. (-3,0%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,64 €/Kg. (-3,5%)
MARGARINA luglio 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)
 
Borsa di Verona 29 luglio 2019: (-5,26%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,70  –  1,90 €/Kg.
 
Borsa di Parma 26 luglio 2019 (-3,8%)
BURRO ZANGOLATO: 1,25 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 30 luglio 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,25 - 1,25 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 29 luglio 2019 – Le stagionature del Grana Padano rimangono a prezzo fisso.
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 9,00 - 9,20 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (=)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 26 luglio 2019 – Medesimi prezzi della settimana precedente per Il Parmigiano Reggiano.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,75 - 13,25 €/Kg. (- 0,4%)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)
 

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Agricoltura. Produrre energia "verde" da scarti agricoli. La Regione ci crede e investe 6,8 milioni. L'assessore Caselli: "Un'occasione di crescita per il settore, nella direzione di un'agricoltura che riduce le proprie emissioni e punta a divenire sempre più autonoma sul piano energetico"

Saranno finanziati impianti per produrre energie rinnovabili da sottoprodotti o scarti agricoli oltre a impianti eolici, solari ed idroelettrici. Domande entro il 29 novembre
Bologna – Nuove opportunità di crescita per le aziende agricole e benefici per l’ambiente con l’energia verde generata da risorse naturali come acqua, sole, aria o dai sottoprodotti e scarti delle produzioni agricole e agroalimentari.
E’ l’occasione offerta alle imprese agricole dell’Emilia-Romagna con il bando regionale, il secondo previsto dal Psr 2014-2020, che mette a disposizione oltre 6,8 milioni di euro.
Obiettivo del bando è diversificare le attività agricole, con un’attenzione forte all’agricoltura sostenibile e alla riduzione del consumo di combustibili fossili: i finanziamenti andranno infatti a beneficio di aziende agricole che si impegnano a realizzare impianti per la produzione, la distribuzione e la vendita di energia e/o calore.  


Per quanto riguarda le bioenergie, non potranno essere utilizzate colture dedicate ma solo scarti e sottoprodotti agricoli in un’ottica di economica circolare.
“Con questo bando abbiamo messo a disposizione nuove risorse per diversificare le attività delle imprese agricole attraverso la produzione e la vendita di energia pulita e rinnovabile - ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli -. Vogliamo dare anche ad altre aziende dell’Emilia-Romagna l’opportunità di integrare il proprio reddito aziendale così come è avvenuto nel 2016 con il primo di questi  bandi che ha reso possibile l’attivazione di  56 interventi a fronte di circa 4,2 milioni di euro di contributi concessi.  Un’occasione di crescita per gli agricoltori che va nella direzione di un’agricoltura che riduce le proprie emissioni e punta a divenire sempre più autonoma sul piano energetico”.
 
Cosa prevede il bando 


Tra i diversi interventi è previsto il finanziamento di caldaie alimentate a biomassa legnosa, sotto forma di cippato o pellets; impianti per produzione di biogas dai quali ricavare energia termica e elettrica o biometano; impianti che sfruttano altre fonti di energia rinnovabile come quella eolica, solare, idro-elettrica.
Inoltre, è possibile realizzare impianti per ricavare pellets e combustibili da materiale vegetale proveniente da scarti e sottoprodotti agricoli e forestali, piccole reti per la distribuzione dell'energia e impianti “intelligenti” per lo stoccaggio dell’energia al servizio delle centrali o dei microimpianti realizzati. Sono esclusi dal finanziamento gli impianti fotovoltaici realizzati a terra.

Indipendentemente dal tipo di produzione, gli impianti dovranno avere potenze pari ad un massimo di 1 Mega watt elettrico o 3 Mega watt termici. Dovranno inoltre essere dimensionati per produrre energia elettrica o calorica in quantità superiore ai consumi aziendali così da poter essere venduta o ceduta a terzi.

La materia prima che alimenterà le strutture, dovrà provenire dall’azienda stessa o da altre del territorio unite da un accordo di filiera, entro una distanza massima di 70 chilometri.

Le imprese possono presentare progetti di spesa a partire da 20mila euro e senza limiti: il contributo massimo sarà comunque calcolato nel rispetto del regime “de minimis”  e non potrà quindi superare i 200mila euro.

Il contributo sarà in conto capitale modulabile tra il 20 e il 50%  della spesa ammessa, nel rispetto dei limiti di cumulabilità con altri incentivi pubblici per le energia da fonti alternative.  E’ possibile chiedere un anticipo del 50% dell’importo assegnato
Nelle graduatorie sono previsti punteggi aggiuntivi, a parità di requisiti, per le aziende agricole di montagna e per i giovani agricoltori che abbiano usufruito nei precedenti cinque anni di un contributo per l’avvio di una nuova azienda.


Le domande, che devono essere presentate entro il 29 novembre, vanno presentate utilizzando il sistema Informativo Agrea (sIAG), secondo le procedure indicate da Agrea. Tutte le informazioni e moduli sono online sul portale regionale Agricoltura e pesca./Eli.Co.

 

Editoriale:  - Carola sarà ascoltata in Parlamento UE e invece multati i nostri 3 valorosi parlamentari.- Lattiero caseari. Burro in flessione, burro e panna nuovo crollo del prezzo. - Cereali e dintorni. Aperto un nuovo spiraglio sui dazi USA-Cina -Corsi per manutentori impianti pomodoro - Alert, sicurezza alimentare -


SOMMARIO Anno 18 - n° 30 28 luglio 2019
1.1 editoriale
Carola sarà ascoltata in Parlamento UE e invece multati i nostri 3 valorosi parlamentari.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Burro in flessione, burro e panna nuovo crollo del prezzo..
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Aperto un nuovo spiraglio sui dazi USA-Cina
4.1 cereali e dintorni Poche novità sul fronte cereali..
5.1 pomodoro Corsi per manutentori impianti pomodoro
5.2 sicurezza alimentare Avviso per i celiaci
5.3 sicurezza alimentare Alert, sicurezza alimentare
6.1 sicurezza alimentare Rischio Listeria
6.2 pomodoro Campagna del pomodoro, Steriltom avvia i motori: prima in Italia
7.1 economia Distretti emiliani, export in crescita
8.1promozioni “vino” e partners
9.1 promozioni “birra” e partners

 

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In contemporanea, partiti i lavori anche a Italtom (Ferrara). L’azienda piacentina stima di trasformare 220mila tonnellate di oro rosso. Squeri: «Avvio in ritardo a causa delle semine tardive dovute al maltempo di maggio»

Piacenza, 23 lug. 2019 - E’ cominciata la campagna del pomodoro 2019 e l’Emilia Romagna è subito in pole position. I primi stabilimenti in Italia dove sta affluendo l’oro rosso sono quelli di Steriltom (Piacenza) e di Italtom (Argenta di Ferrara). Al Nord, la OI del pomodoro da industria ha pianificato la produzione di circa 2,5 milioni di tonnellate. «La campagna è partita in ritardo di una settimana - ha affermato Dario Squeri, Ad di Steriltom - rispetto agli anni scorsi. La colpa è del maltempo che ha obbligato gli agricoltori a semine tardive».

Steriltom è leader in Europa per la produzione di polpa e prevede di lavorare 220mila tonnellate di pomodoro. Nello stabilimento Italtom di Argenta (Ferrara), che è controllato dalle due aziende piacentine Steriltom ed Emiliana Conserve, la produzione stimata è di 100mila tonnellate.

L’azienda piacentina esporta in tutto il mondo il 70% del pomodoro trasformato, anche bio, nei settori horeca e food service. L’85% del pomodoro lavorato, poi, è prodotto in un raggio di 25 km dall’azienda.
«Molto importante è la collaborazione con l’intera filiera agricola - ha concluso Squeri - sulla sostenibilità ambientale e per il rispetto di una produzione etica».

Qualche piccola novità sul fronte del latte spot estero, mentre burro, crema e panna hanno una ricaduta dei listini. Formaggi sempre allo stesso prezzo. Aggiornamento mensile margarina senza novità. 

 
di Virgilio e Jacopo Parma 23 luglio 2019 - 
 
LATTE SPOT – Settimana di variazioni per alcune tipologie di latte. Il crudo spot nazionale rimane a 47,43 e 48,46 €/100 al litro, mentre il latte intero pastorizzato spot estero perde -2,3% e scende tra 42,79 e 43,82 €/100 al litro. In discesa anche il prezzo del latte scremato pastorizzato spot estero, a .4,2% tra 23,29 e 24,32 €/100 al litro.
 
BURRO E PANNA – Generale e leggera discesa dei prezzi dei diversi tipi di burro; lo zangolato parmigiano unico invariato, mentre scivola il costo dello zangolato reggiano. Novità invece per panna e crema: dopo la salita della settimana scorsa e un periodo di stabilità, si registra un crollo netto con meno cinque punti percentuali sul listino e di -4,5% per la seconda. Capitolo margarina: il nuovo aggiornamento mensile non segnala alcuna variazione.
 
Borsa di Milano 22 luglio 2019: 
BURRO CEE: 3,45 €/Kg  (-1,4%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,70 €/Kg.  (-1,3%)
BURRO PASTORIZZATO: 1,85 €/Kg.  (-2,6%)
BURRO ZANGOLATO: 1,65 €/Kg. (-2,9%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,70 €/Kg. (-4,5%)
MARGARINA luglio 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)
 
Borsa di Verona 22 luglio 2019: (-5,00%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,80  –  2,00 €/Kg.
 
Borsa di Parma 19 luglio 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,30  €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 23 luglio 2019 (-3,8%)
BURRO ZANGOLATO: 1,25 - 1,25 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 22 luglio 2019 – I prezzi delle varie stagionature del Grana Padano tornano di nuovo invariati.
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 9,00 - 9,20 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (=)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 19 luglio 2019 – Medesimi prezzi della settimana precedente per Il Parmigiano Reggiano.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)

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Salone Monumentale di Palazzo Gotico – Piazza Cavalli – Piacenza -  Venerdi' 26 luglio 2019 - 

La riserva MAB UNESCO POGRANDE, una opportunità da cogliere


ORE 9,30 – Registrazione dei partecipanti


ORE 10 – SESSIONE ISTITUZIONALE -


PATRIZIA BARBIERI - Sindaco di Piacenza –

Rappresentanti delle Regioni Lombardia, Emilia Romagna, Veneto


Interventi:

MEUCCIO BERSELLI – Segretario Generale Autorità Distrettuale del Fiume Po –

IVANO PAVESI – Vice/Sindaco di Guastalla (RE) – in rappresentanza dei Comuni promotori

LORENZO FRATTINI – Presidente Legambiente Emilia Romagna –

PIERLUIGI VIAROLI – Docente Università di Parma – Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale

Conclusioni:

GUIDO GUIDESI – Sottosegretario alla PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Coordina: Andrea Gavazzoli, giornalista


ORE 11,30 – SESSIONE TECNICA -

INSEDIAMENTO ASSEMBLEA PLENARIA DEI SINDACI DELLA NUOVA RISERVA MAB POGRANDE

Coordina: Christian Farioli, Autorità Distrettuale del Fiume Po


ORE 13 – LIGHT LUNCH

 

Lunedì, 22 Luglio 2019 15:17

Il Lambrusco sfida lo Champagne

Forse non batte ancora lo Champagne, soprattutto nella reputazione, ma sulla qualità se la gioca perlomeno alla pari. Il Lambrusco è stato l’inatteso protagonista all’edizione 2019 dei “The Champagne & Sparkling Wine World Championships”, i campionati mondiali delle “bollicine”. Nei giorni scorsi a Londra sono stati resi noti i risultati. Con sette medaglie d’oro e sette d’argento, il vino simbolo del nostro territorio ha contribuito al bottino dell’Italia (71 ori e 92 argenti), che ha battuto per la prima volta la Francia (ferma a 61 ori e 49 argenti).

Tra i vini premiati con la medaglia d’oro ci sono il Lambrusco Salamino di S. Croce dop “Tradizione”, prodotto dalla Cantina di S. Croce di Carpi, e il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro dop "Vini del Re" della Cantina Settecani di Castelvetro. «Sfatiamo un luogo comune secondo il quale il Lambrusco è solo un vino da sagra paesana, non adatto a palati raffinati», commenta il presidente della Cantina di S. Croce Francesco Schiavo. «Non è un caso che la medaglia d’oro arrivi dopo i premi ottenuti all’ultimo Vinitaly e al recente concorso enologico internazionale "Città del Vino"», aggiunge il responsabile commerciale della Cantina Settecani Fabrizio Amorotti. Per il giornalista inglese Tom Stevenson, ideatore dei “The Champagne & Sparkling Wine World Championships”, il numero di Lambruschi entrati nella competizione è una delle novità più significative dell’edizione 2019.

 

Editoriale:  - Il “mercato degli affidamenti”. Lo schifo che era già noto ma “tollerato - Lattiero caseari. Panna in crescita unica novità. - Cereali e dintorni. “Weather Market” - Bonifica Parmense, bilancio ok: avanzo positivo per un milione di euro presto reinvestito sul territorio - Pomodoro - Al via la campagna 2019: l’impegno di Prince -
SOMMARIO Anno 18 - n° 29 21 luglio 2019


1.1 editoriale
Il “mercato degli affidamenti”. Lo schifo che era già noto ma “tollerato”
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Panna in crescita unica novità.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. “Weather Market”.
5.1 bonifica Bonifica Parmense, bilancio ok: avanzo positivo per un milione di euro presto reinvestito sul territorio
5.2 turismo ambientale Anche il BMW club di Como e Varese in visita al Molato
5.3 pomodoro Pomodoro - Al via la campagna 2019: l’impegno di Princes
6.1 ambiente sostenibilità Sostenibilità in ufficio: come ottenerla?
7.1 bracconaggio PO “Boom del biologico sul territorio reggiano”
8.1promozioni “vino” e partners
9.1 promozioni “birra” e partners

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Al via la campagna 2019: l'impegno di Princes per il futuro del pomodoro pugliese tra innovazione, legalità e trasparenza.

- L'Azienda incontra i propri partner agricoli: anche quest'anno saranno lavorate più di 300.000 tonnellate di pomodoro.
- La collaborazione con l'Università di Foggia, Sevi: "Princes dà fiducia ai nostri neolaureati"
- Il messaggio dell'Arcivescovo Pelvi contro lo sfruttamento nelle campagne: "Il pomodoro è un dono di Dio"

Foggia, 18 luglio 2019 – Alla vigilia nuova campagna del pomodoro, Princes Industrie Alimentari, società che gestisce a Foggia il più grande stabilimento in Europa per la trasformazione del pomodoro, ha invitato i propri partner agricoli a un momento di confronto reciproco sui temi che vedono direttamente impegnata l'azienda: innovazione, legalità e trasparenza lungo tutta la filiera.

"Riteniamo sia molto importante incontrare periodicamente tutti i nostri partner e confrontarci in maniera diretta e trasparente con loro. Princes lavora costantemente per rafforzare la propria presenza nel Sud Italia e per garantire un futuro sostenibile nel lungo termine per tutta la filiera del pomodoro - commenta Gianmarco Laviola, Amministratore Delegato di Princes Industrie Alimentari - Siamo convinti che ciò sia possibile solo attraverso il rispetto della legalità, l'innovazione e una politica di piena collaborazione con la parte agricola, che permetta di guardare al futuro puntando alla crescita del settore e allo sviluppo del territorio."

Azienda di rilievo per l'economia della Capitanata, Princes Industrie Alimentari assume ogni anno durante la campagna circa 1000 operai, che vanno ad aggiungersi ai circa 500 lavoratori fissi.
Si prevede, inoltre, che da fine luglio fino alla fine di settembre saranno lavorate più di 300.000 tonnellate di pomodori.

"Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti in questi ultimi anni, ma continuiamo a guardare avanti per raggiungere sempre nuovi traguardi – sottolinea Laviola – dal 2012 ad oggi sono stati investiti circa 60 milioni di euro in innovazione, sicurezza degli impianti ed adeguamento della capacità produttiva".

Con l'occasione, Princes ha presentato i nuovi uffici, risultato di un ampliamento dello stabilimento di Foggia come testimonianza della volontà del Gruppo ad investire nel Sud Italia e contribuire allo sviluppo del territorio.

Princes ha illustrato inoltre le soluzioni innovative messe a disposizione della parte agricola. Fondamentale sarà per quest'anno l'accesso a nuove tecnologie digitali, presentato da Princes, per proiettare l'intera filiera del pomodoro pugliese nel panorama competitivo internazionale e migliorare la qualità del prodotto.

Grazie alla collaborazione con l'Università di Foggia, ad esempio, il gruppo ha implementato una serie di sistemi per contrastare i parassiti del pomodoro e ridurre drasticamente i trattamenti con fitofarmaci. L'85% della produzione 2018 di Princes è stata totalmente priva di residui chimici, ed il restante 15% con valori ampiamente al di sotto degli standard fissati dalla legge.

"Sono estremamente compiaciuto del fatto che Princes abbia avviato una serie di collaborazioni con il nostro Dipartimento per partecipare a progetti in corso e per farsi promotrice, anche con risorse finanziarie dedicate, di altri progetti con il duplice obiettivo di investire sulla formazione di giovani laureati e dottori di ricerca, valorizzare con spirito innovativo ciò che oggi viene ritenuto scarto dell'industria attraverso un approccio di economia circolare – fa sapere Agostino Sevi, direttore del dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Foggia - Questo potrebbe avere importanti ricadute non solo per il Dipartimento SAFE (Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell'Ambiente) e la Princes, ma anche e soprattutto per il territorio". Il Professore ha poi sottolineato l'importanza di dare una prima possibilità lavorativa ai giovani laureati, investendo su di loro: "L'azienda ha ospitato presso la sua sede 9 studenti tra agronomi tecnologi ed ingegneri tutti provenienti dal Dipartimento SAFE, che hanno condotto per sei mesi uno stage retribuito post-lauream, per loro estremamente formativo, dando così prova di fiducia nella nostra Università e soprattutto nei nostri progetti formativi." – conclude il Direttore Sevi. Princes ha anche attivamente partecipato al Salone del lavoro e della creatività ed in quella sede ha stipulato 77 contratti con giovani laureati dell'Università di Foggia.

A inizio anno, Princes e Coldiretti hanno siglato un rivoluzionario Accordo Nazionale di Filiera che garantisce produzioni eccellenti e sostenibilità economica ambientale e sociale. Infatti, grazie all'accordo, i coltivatori si vedranno riconosciuto un prezzo di acquisto "equo", basato sugli effettivi costi sostenuti e su una equa pianificazione degli investimenti. Un impegno che Princes ha assunto già da tempo con tutti i propri partner agricoli. Nel contesto dell'Accordo, PIA e Coldiretti svilupperanno inoltre un'innovativa piattaforma digitale basata sulla tecnologia blockchain che garantirà la tracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera con forti benefici in termini di sicurezza, efficienza e automazione delle transazioni interaziendali.

Princes riconosce l'eccellenza del territorio della Capitanata lavorando esclusivamente pomodoro pugliese coltivato da fornitori che hanno ottenuto le più alte certificazioni internazionali in tema di lavoro etico - "Global G.A.P. GRASP" o "SA8000". Questi standard garantiscono l'adozione delle migliori pratiche del settore agricolo e a livello sociale, in termini di salute, sicurezza e welfare, contratti, salari e libertà di rappresentanza per i lavoratori. L'azienda è concretamente impegnata a migliorare le condizioni lavorative di coloro che potrebbero finire nella rete di chi sfrutta la manodopera a basso costo, compreso il caporalato.

A tal proposito è toccante il messaggio augurale inviato dall'Arcivescovo di Foggia, Mons. Vincenzo Pelvi: "Inizia la campagna del pomodoro 2019 e desidero ringraziare il Signore per il dono della terra e per le donne e gli uomini che si impegnano a coltivarla. Il mio pensiero augurale di ammirazione e congratulazione va a Princes Industrie Alimentari, azienda orientata allo sviluppo di un'agricoltura più sostenibile e un'alimentazione più responsabile, unitamente ad una efficace politica contro il caporalato, attraverso il progetto "Lavoro senza frontiere". Sua eccellenza ha paragonato il pomodoro alla carezza di Dio: "Il pomodoro invita a riflettere sulla nostra esistenza, perché alimento semplice e utile, che non va privatizzato ma offerto a tutti coloro che possono accedere al suo uso. Anche il pomodoro è carezza di Dio per tutti, nessuno escluso. Ne deriva che un vero approccio ecologico incorpora un riferimento alla giusta distribuzione dei beni della creazione e ai diritti fondamentali della persona. Prospettiva ambientale e prospettiva sociale risultano in relazione di complementarietà. Il mio auspicio è che Princes e i vari partener agricoli contribuiscano insieme e sempre più concretamente perché il nostro meraviglioso territorio possa fruire di questa risorsa naturale che allieta le tavole delle famiglie".

Princes Industrie Alimentari
Princes Industrie Alimentari (PIA) è una società italiana leader in Europa nella lavorazione del pomodoro, costituita nel 2012 e con sede a Foggia. PIA impiega oltre 500 lavoratori durante tutto l'anno; il personale coinvolto nelle attività supera le 1600 unità al culmine della campagna del pomodoro. PIA fa parte del gruppo internazionale Princes, leader europeo nel settore del food&beverage. In Princes lavorano 7.000 persone distribuite in 14 siti produttivi distribuiti principalmente in Europa.

 

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Giovedì, 18 Luglio 2019 16:24

"Boom del biologico sul territorio reggiano"

Erika Iori (Cia Reggio): "Negli ultimi 5 anni l'incremento di aziende è stato superiore al 60%". L'analisi del presidente Cervi

Più forte dei cambiamenti climatici, della crisi e della burocrazia. È l'agricoltura biologica 'made in Reggio', un settore in continua espansione che fa segnare un boom di aziende e superfici coltivate.

"Non siamo dinnanzi a una moda passeggera ma a una solida realtà che ha forti radici nella nostra tradizione agricola ed è destinata ad avere una decisa crescita negli anni a venire", sottolinea Cervi (presidente Cia di Reggio). E poi presenta i numeri. Le aziende agricole bio di Cia sfiorano le trecento unità. La parte del leone la fa la montagna con oltre 132 imprese, seguita da Reggio (84), Val d'Enza (65), e Bassa (18). Negli ultimi cinque anni l'incremento di aziende ha superato il 60% sul territorio reggiano, mentre quello di ettari arriva al +65%.
Erika Iori, responsabile del settore per Cia Reggio, entra quindi nel dettaglio: "La parte preponderante dell'agricoltura bio è rappresentata dai seminativi (80%). Al secondo posto vengono prati e pascoli (12%), poi la vite (3%) e la frutta (3%). Ma l'ascesa del biologico sta contagiando anche il settore zootecnico. Basti pensare che a Ventasso un'azienda Cia vende carni fresche e produce ragù da chianine. Mentre in città assistiamo a una decisa crescita di apicoltori".

"Ormai il biologico rappresenta una fetta importante del comparto dell'agroalimentare e i margini di espansione sono davvero notevoli - aggiunge Cervi -. Ma deve essere evitato l'errore di metterlo in contrapposizione con l'agricoltura integrata e sostenibile e con il contributo che essa porta alla sicurezza alimentare: si tratta di due realtà che devono camminare di pari passo nel reciproco rispetto".
Una cosa è certa: la scelta 'biologica' è etica ma anche di mercato. "Sta mutando molto velocemente la mentalità dei consumatori - sottolinea Iori -. Basti pensare che otto cittadini su dieci hanno comprato bio nell'ultimo anno. Oltre il 40% di loro è 'frequent user' e compra bio ogni settimana. Per ragioni salutistiche, per caratteristiche di sicurezza e qualità, perché il biologico viene ritenuto più rispettoso dell'ambiente. E a questa domanda crescente assistiamo in prima linea. La nostra associazione è di frequente contattata da reggiani che chiedono indirizzi di aziende della loro zona dove comprare bio. Addirittura, nei giorni scorsi, un'associazione di neomamme ha voluto una lista completa di imprese di tutto il territorio reggiano...".

Per gli imprenditori bio non mancano però le difficoltà. Tra tutte spiccano la burocrazia – gli adempimenti sono stati semplificati ma si deve fare di più – e il meteo. "Il settore agricolo è quello che, più di tutti, subisce gli effetti dei cambiamenti climatici e il biologico in particolare – conclude il presidente -: avendo limitate possibilità d'intervento con trattamenti, le colture sono infatti più esposte alle bizze della stagione. E, negli ultimi mesi, ne abbiamo viste davvero troppe".

Cia sarà protagonista alla 31esima edizione di Sana - il Salone internazionale del biologico e del naturale, che si terrà a Bologna dal 6 al 9 settembre – con lo stand D68 nel Padiglione 29. Nei 24 mq di area espositiva, in linea con l'obiettivo 'plastic free' dell'edizione 2019 del Sana e con le buone pratiche dell'economia circolare, Cia opta per allestimenti in cartone e materiali ecocompatibili. Spazio anche all'innovazione con l'utilizzo della Realtà Aumentata: speciali totem ecofriendly a forma di alberi proietteranno immagini virtuali per veicolare i messaggi degli Agricoltori Italiani, in particolare i contenuti della Carta dei Valori del Biologico Italiano.

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Settimana di generale fissità dei prezzi nei listini del latte, burro e panna. Ancora in aumento la panna.

di Virgilio e Jacopo Parma 16 luglio 2019 -

LATTE SPOT – Settimana di stop al rincaro dei prezzi per le quote del latte dopo diverse settimane in salita. Il latte crudo spot nazionale si ferma tra 47,43 e 48,46 €/100 al litro, così come il latte intero pastorizzato spot estero, tra 43,82 e 44,85 €/100 al litro. Stessa battuta d'arresto anche per il prezzo del latte scremato pastorizzato spot estero, a +6,7% tra 24,32 e 25,36 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – L'unica novità è l'aumento di un punto percentuale nel prezzo della panna. Per il resto, dopo settimane di calo dei prezzi, si fermano anche i prezzi per le diverse tipologie del burro e della crema. Stop anche per lo zangolato parmigiano e reggiano.

Borsa di Milano 15 luglio 2019:
BURRO CEE: 3,50 €/Kg (=)
BURRO CENTRIFUGA: 3,75 €/Kg. (=)
BURRO PASTORIZZATO: 1,90 €/Kg. (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,70 €/Kg. (=)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,78 €/Kg. (=)
MARGARINA giugno 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)

Borsa di Verona 15 luglio 2019: (+2,56%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,95 – 2,05 €/Kg.

Borsa di Parma 12 luglio 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 16 luglio 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 - 1,30 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 15 luglio 2019 – Nel nuovo aggiornamento risulta un lievissimo rincaro del prezzo per lo stagionato 20 mesi.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 9,00 - 9,20 €/Kg. (+0,3%)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 12 luglio 2019 – Prezzi uguali alla settimana scorsa per Il Parmigiano Reggiano.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)

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Domenica, 14 Luglio 2019 07:56

Il professor Duane J Seppi a Felino

Il docente americano in visita nel parmense alla scoperta del Prosciutto di Parma e del Salame di Felino

È arrivato dalla Pennsylvania, per la precisione da Pittsburgh, il professor Duane J Seppi, docente di finanza computazionale – detta anche ingegneria finanziaria - disciplina che studia i modelli matematici dei mercati finanziari - alla Tepper School of Business della Carnegie Mellon University.

Insieme dalla moglie, Christine Craig Seppi, presidente dell'International Dislexia Association della Pennsylvania, ha iniziato il suo tour in Italia proprio da Parma, in particolare da Felino, dove ha potuto conoscere da vicino alcune eccellenze gastronomiche e storiche del nostro territorio.

Accompagnato dall'Assessore al Bilancio, alle Pari Opportunità e alla Comunicazione del Comune di Felino Claudio Valla e dal segretario della Consulta di Poggio, Cevola e Sant'Ilario Baganza Nicola Comparato, ha visitato il prosciuttificio Tre Stelle, grazie alla disponibilità di Alessandro Utini - vice presidente del salumificio - che assieme ad alcuni collaboratori, ha illustrato le fasi di lavorazione del Prosciutto di Parma: la rifilatura iniziale, la salatura e il riposo in cella frigorifera, la lavatura e asciugatura, per proseguire con prestagionatura e sugnatura, fino ad arrivare alla stagionatura e al sondaggio, che permette, dopo l'accertamento di idoneità, la fase di marchiatura, dove viene impresso a fuoco il caratteristico marchio con la corona ducale a cinque punte.

Il tour è proseguito con la visita al borgo medievale del Castello di Torrechiara e una una tappa culinaria al Pane e Salame di Felino per assaggiare i salumi e i piatti della tradizione parmigiana.
Nel pomeriggio la delegazione è arrivata al Castello di Felino per la visita al Museo del Salame, ospitato nelle vecchie cucine e dispense dell'antico maniero, che conserva intatti gli ambienti dell'epoca, che risalgono al IX secolo.

Il percorso all'interno del museo, suddiviso in cinque sezioni, è iniziato con la storia del salame e il legame con il territorio di Felino, primo centro di produzione salumiera di tutta la provincia di Parma, per poi arrivare agli strumenti di norcineria e di produzione casalinga dell'insaccato, passando dall'impiego gastronomico del salame anche attraverso documenti storici che ne attestano la produzione e il consumo locale.

In un'altra area del museo, dedicata al processo di lavorazione della carne, si è ripercorsa la produzione del salame dalle origini ai giorni nostri, infine si è visto come è avvenuta la commercializzazione, iniziata nel Settecento, per finire con le curiosità e gli aneddoti sul prodotto culinario.

Ai coniugi Seppi, entusiasti del tour gastronomico esperienziale, è stato omaggiato un salame di Felino come ricordo della giornata trascorsa sul territorio.

La loro permanenza in Italia durerà due settimane e toccherà altre città come Venezia e Verona.

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Francesca Caggiati (articolo e foto)

Editoriale: - Forse Trump non è un "Orco".- Lattiero caseari. Stop burro e crema, panna di nuovo in aumento. - Cerealicolo e titolo di studio in Agraria: ecco l'identikit dell'agricoltore 4.0 - Report qualità acque bonifica lab: migliora la qualità dell'acqua per l'agricoltura del parmense -

SOMMARIO Anno 18 - n° 28 14 luglio 2019
1.1 editoriale
Forse Trump non è un "Orco".
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Stop burro e crema, panna di nuovo in aumento.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercato a guida "meteo".
5.1 maltempo Sospesa l'erogazione dal Brugneto
5.2 cerealicoltura Cerealicolo e titolo di studio in Agraria: ecco l'identikit dell'agricoltore 4.0
6.1 ambiente acque Report qualità acque bonifica lab: migliora la qualità dell'acqua per l'agricoltura del parmense
7.1 bracconaggio PO Bracconaggio nel Po, individuati 166 punti di imbarco lungo tutta asta.,
8.1promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners

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Il consorzio avvia un nuovo progetto di pubbliche relazioni per accompagnare la crescita. Mercoledì 10 luglio il Consorzio ha incontrato venti giornalisti canadesi al ristorante Après Wine Bar di Toronto. La stampa ha scoperto le attività del Consorzio per poi effettuare una degustazione guidata e assaporare un menu incentrato sul Parmigiano Reggiano Dop.

Reggio Emilia, 12 giugno 2019 –

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano punta sul Canada dopo che nel 2018 l'export ha visto una crescita del + 18% rispetto al 2017. Con 2.723 tonnellate importate l'anno passato, il Paese nordamericano entra nella lista dei cinque maggiori importatori mondiali di Parmigiano Reggiano per volume di prodotto.

Per accompagnare la crescita in questo mercato emergente di fondamentale importanza, il Consorzio ha avviato lo scorso giugno un progetto di Pubbliche Relazioni per aiutare il consumatore canadese, attraverso attività con la stampa e i mezzi di informazione, a distinguere il Parmigiano Reggiano Dop dal generico "parmesan" e per educarlo all'uso e alla corretta conservazione del Re dei Formaggi.

Il punto di partenza di questo nuovo progetto di Pubbliche Relazioni è stato l'incontro con i media canadesi che si è tenuto mercoledì 10 luglio al ristorante Après Wine Bar nell'esclusivo quartiere Queen West di Toronto, recentemente nominato da Vogue come il secondo quartiere più trendy del mondo.

L'evento ha visto la partecipazione di venti giornalisti canadesi e si è aperto con una degustazione guidata di tre stagionature di Parmigiano Reggiano. A seguire, lo chef-patron Jeff Kang e il suo team hanno creato un menu incentrato sul Parmigiano Reggiano. Ogni portata è stata inoltre accompagnata da un vino capace di mettere in risalto le qualità della Dop.

Parametri rispettati e indagini approfondite su oltre 50 campionamenti consegnano un quadro positivo della risorsa irrigua nel comprensorio consortile. Rispetto allo scorso anno migliorate anche le acque dei canali Galasso e Naviglio Navigabile.

Parma –

La qualità delle acque irrigue del Parmense che scorrono all’interno della rete artificiale dei canali di bonifica è migliorata ulteriormente rispetto allo scorso anno: è quanto emerge dal Report annuale redatto dai ricercatori tecnico-scientifici del Consorzio della Bonifica Parmense.

L’ente consortile – che nella sostanza si preoccupa, per competenza specifica, del trasporto della risorsa idrica e non strettamente della sua qualità – monitora periodicamente lo stato dei flussi irrigui (indispensabili per la produzione della gran parte delle tipicità agroalimentari della nostra provincia) grazie al laboratorio tecnico itinerante Bonifica Lab, struttura itinerante che consente di asserire che le acque irrigue dei canali consortili superano l’esame qualità, dimostrandosi idonee agli usi per l’agricoltura.

Rilevanti e significativi alcuni dei dati emersi dalle relazioni conclusive – redatte dall’ingegnere ambientale consortile Elisa Trombi e dall’esperto consulente in materie ambientali Riccardo Franchini sulla qualità irrigua della risorsa esaminata: le sostanze prioritarie fosfati e fitofarmaci e la sommatoria complessiva delle sostanze rilevate si mantengono inferiori ai valori limite della cosiddetta classe 1, utile per l’impiego irriguo, ovvero la migliore delle classi della tabella A Giardini, universalmente riconosciuta come modello di riferimento per il settore agricolo. Il dato rappresenta l’ultimo anello di una catena di risultati di idoneità confermata già negli ultimi anni in cui l’uso irriguo dell’acqua nel comprensorio è sempre stato ben al di sotto della soglia standard considerata

Importante miglioramento quello nelle aree che presentano alcune criticità, come quelle relative ai canali che attraversano la zona urbana di Parma, in particolare quelle provenienti dal Naviglio Navigabile e dal Canale Galasso: in questi due casi all’azoto e al fosforo si sommano cloruri e salinità elevata, ma pur sempre rientrando nei limiti di utilizzo. Da evidenziare anche l’assenza di sostanze tossiche, compresi pesticidi e fitofarmaci, in concentrazioni significative e per questo motivo le acque dei canali possono essere utilizzate senza particolari problemi perché non sussiste particolare rischio igienico-sanitario che possa incidere sulla salubrità delle numerose produzioni.

Nell’ottica di un perpetuo e continuo miglioramento è da segnalare l’inizio di un percorso di collaborazione condivisa con le aziende conserviere della Provincia di Parma volto a sensibilizzare verso l’importanza del recupero delle acque reflue e la salvaguardia dell’ecosistema: un protocollo di intesa firmato dai Consorzi di bonifica di Parma e Piacenza, OI Pomodoro e da Industria del Nord Italia nel settembre 2018. E la sinergia con Arpae Parma per il trasferimento dei dati ambientali dei loro controlli sulla qualità delle acque dei depuratori comunali.

Proprio in questi giorni è in corso la campagna di rilevazione 2019 con il mezzo mobile di Bonifica Lab che, come nell’anno precedente, prevede di monitorare più di 50 punti stazione distribuiti sul territorio irriguo gestito dal Consorzio, in particolare di pianura commentano Franchini e Trombi – . I primi risultati sono confrontabili con il 2018 e restituiscono un già un primo quadro positivo, stante la forte siccità di inizio anno che aveva favorito la concentrazione di sostanze nell’acqua”.

 

Per la prima volta dall'uscita dello studio dell'Osservatorio Smart AgriFood sul digitale nell'agroalimentare italiano, escono anche i dati sulle regioni del Nord Italia: Lombardia al top per innovazione.

Nel cerealicolo il 73% delle aziende lombarde presenti nel campione adotta soluzioni di agricoltura 4.0, mentre in Emilia Romagna spicca la zootecnia (75%). Veneto e Piemonte sopra la media nazionale per soluzioni digitali nel vitivinicolo (47% e 35%)

Cremona, 10 luglio 2019 – Titolo di studio a indirizzo agrario conseguito dall'imprenditore e appartenenza al settore cerealicolo. Ecco "l'identikit" delle realtà dell'agroalimentare italiano più portate all'adozione di soluzioni di agricoltura 4.0. A completare il quadro, un dato inatteso: l'età dell'imprenditore sembra incidere poco sulla decisione di abbracciare l'innovazione tecnologica.

L'istantanea del rapporto tra agricoltura e nuove tecnologie fa riferimento al Nord Italia, nello specifico a Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. I dati regionali, inediti, scaturiscono dalla ricerca dell'Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano* e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell'Università degli Studi di Brescia. L'indagine su innovazione digitale e agroalimentare italiano, presentata in febbraio, ha rivelato un vero e proprio "boom" dell'agricoltura 4.0, per un valore di mercato compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro nel 2018.

Il campione di riferimento utilizzato come base per l'indagine conta 903 risposte da altrettante aziende agricole. Di queste, 71 sono lombarde, 141 piemontesi, 104 emiliane e 89 venete.

TITOLO DI STUDIO – La ricerca evidenzia che "non sembra che l'età possa essere rilevante al fine di determinare l'adozione o meno di tecnologie di agricoltura 4.0". Più significativo è il titolo di studio dell'imprenditore: "Sembra che un titolo di studio a indirizzo agrario sia associato a una maggiore probabilità di adottare soluzioni di agricoltura 4.0. Non sembra invece essere rilevante il titolo di studio di per sé. Questa dinamica sembra riflettersi anche nelle singole regioni (salvo che per il Veneto)".

- In Lombardia gli imprenditori agricoli che adottano soluzioni 4.0 hanno una laurea nel 57% dei casi e, nel 64% dei casi, hanno una laurea ad indirizzo agrario.

- In Piemonte gli imprenditori agricoli laureati che puntano sull'innovazione digitale sono il 42% e il dato sale al 56% in relazione alle lauree ad indirizzo agrario.

- In Emilia Romagna i laureati che operano in campo agricolo puntando all'innovazione rappresentano il 50%, mentre gli imprenditori 4.0 con laurea ad indirizzo agrario sono l'80%.

- In Veneto gli imprenditori laureati impegnati nell'agricoltura 4.0 sono il 47%, mentre i laureati con indirizzo agrario rappresentano solo il 29%.

DIMENSIONI AZIENDALI – Di rilievo, per l'adozione di soluzioni 4.0, è la dimensione aziendale: "maggiore è la dimensione dell'azienda agricola e maggiore è la probabilità di adottare soluzioni di agricoltura 4.0". "Nel caso della Lombardia – rivela la ricerca – tutte le classi di dimensione sono caratterizzate da una maggiore incidenza, rispetto al campione generale, di aziende agricole che hanno scelto di adottare soluzioni di agricoltura 4.0. Incidono in particolare le grandissime superfici e le micro aziende. Nel caso del Piemonte e dell'Emilia Romagna sono invece le sole aziende più grandi quelle caratterizzate da percentuali di adottanti più alte. Nel caso del Veneto sono le aziende di medie dimensioni quelle che hanno un incremento maggiore sulle percentuali di adottanti".

SETTORI – Il cerealicolo è il comparto con le più alte percentuali di aziende che abbracciano l'agricoltura 4.0: 73% in Lombardia, 72% in Piemonte, 67% in Emilia Romagna, 65% in Veneto.

Spicca anche il settore zootecnico, con percentuali più alte rispetto al campione generale nel caso di Lombardia (64%) e Piemonte (54%).

Nell'adozione di soluzioni digitali 4.0 per il vitivinicolo, Veneto e Piemonte (rispettivamente, 47% e 35%) sono caratterizzati da percentuali più alte rispetto al campione generale, mentre l'Emilia Romagna è sotto la media (21%).

Nell'orticolo sono Emilia Romagna (80%) e Lombardia (67%) a trainare, mentre il Veneto si ferma al 40%, poco sotto il dato generale (47%).

CONCLUSIONI – Nel complesso, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna sono in linea con le percentuali di aziende agricole che hanno adottato soluzioni di agricoltura 4.0 nel campione generale (55% il dato italiano). Risalta il caso della Lombardia (68% nell'adozione di soluzioni improntate all'innovazione), che si discosta nettamente dal resto d'Italia. A seguire, Piemonte (62%), Emilia Romagna (55%). Di poco sotto la media generale è il Veneto (51%).

E mentre dimensioni aziendali, titolo di studio a indirizzo agrario e appartenenza al cerealicolo come settore prevalente "sembrano sempre essere associati a una maggiore probabilità di adottare soluzioni di agricoltura 4.0 – conclude la ricerca –, dall'altro non possiamo trarre delle conclusioni di carattere generale dall'analisi delle altre variabili, che potrebbero trovare un significato maggiore più a livello regionale che a livello nazionale, dove le specificità di ciascuna regione sono necessariamente smorzate".

*La School of Management del Politecnico di Milano, costituita nel 2003, accoglie le molteplici attività di ricerca, formazione e alta consulenza, nel campo dell'economia, del management e dell'industrial engineering che il Politecnico porta avanti attraverso le sue diverse strutture interne e consortili. La Scuola ha ricevuto, nel 2007, il prestigioso accreditamento EQUIS. Nel 2009 è entrata per la prima volta nel ranking del Financial Times delle migliori Business School europee. Nel 2013 ha ottenuto il prestigioso accreditamento internazionale da AMBA. Dal 2015, la Scuola è membro di AACSB International. La Scuola è presente inoltre nei QS World University Rankings. Nel 2017, la School of Management è la prima business school italiana a vedere riconosciuta la qualità dei propri corsi erogati in digital learning nei master Executive MBA attraverso la certificazione EOCCS. La Scuola è membro PRME, Cladea e QTEM.

Sabato 13 grazie all’organizzazione del Consorzio Agrario dell’Emilia e dell’ideatore Sergio Bassan saranno oltre 200 i mezzi della multinazionale per le dimostrazioni in campo. Premiato anche il trattore che arriverà da più lontano.

 

7 Deere Day – The Return – si presenta alla vigilia come un evento unico e spettacolare, destinato a richiamare migliaia di appassionati ed addetti ai lavori a Jolanda di Savoia (FE) , sabato prossimo 13 Luglio a partire dalle 9 del mattino, presso il suggestivo allestimento ospitato da Bonifiche Ferraresi. Al centro della giornata una serie di appuntamenti da non perdere all’insegna dell’innovazione e delle più recenti ed avanzate applicazioni tecnologiche alla meccanizzazione in campo a supporto delle imprese agricole del territorio.

Grazie all’organizzazione del Consorzio Agrario dell’Emilia e del rivenditore veneto Giorgio Bassan, collaudato organizzatore delle edizioni precedenti della manifestazione, saranno oltre 200 i mezzi John Deere in campo, unitamente ad una catena di altre attrazioni uniche per gli affezionati ed estimatori della grande gamma della multinazionale leader del comparto. Alle 9,30 si inizierà con la presentazione del ricco programma della giornata con una sorta di breve convegno sull’agricoltura 4.0 e sulla rilevanza della tecnologia più avvenieristica per il lavoro e rese dell’impresa agricola: intervistati dal giornalista Andrea Gavazzoli interverranno Marzio Devalle di John Deere Italia, di Sergio Bassan (Bassan srl), di Antonio Ferro presidente del Consorzio Agrario dell’Emilia  e di Francesco Pugliese di Bonifiche Ferraresi. Subito dopo andrà in scena la sfilata della nutrita pattuglia dei mezzi John Deere con dimostrazioni in campo e dalle 14, grazie agli esperti a disposizione in loco, gli agricoltori potranno avere informazioni utili e mirate. 7 Deere Day proporrà anche 5mila mq espositivi dedicati ai maggiori brand del settore e chi raggiungerà la manifestazione ferrarese alla guida del suo mezzo Deere parteciperà alla gara che premierà il Driver che arriverà da più lontano.

Vi aspetto a questa entusiasmante manifestazione – ha commentato il presidente del CAE Antonio Ferro – dove saranno di casa innovazione e tecnologia, ovvero il cuore dell’evento che ha l’ambizione non certo celata di portare in campo l’agricoltura del domani e farla conoscere a tutti gli imprenditori agricoli“. 

“Torna il grande festival del 7 Deere Day con un programma ricco di novità a partire proprio dal concept stesso di questa edizione – ha commentato Sergio Bassan -  che per la prima volta sbarca in Emilia Romagna: la forza delle donne e dei giovani in agricoltura. Sono loro infatti i portavoce della passione e dedizione per questo mondo strordinario”. Giovani che proprio all’evento ferrarese saranno protagoniste in virtù della presenza e dell’esibizione di tre giovanissime. ma già esperte ed apprezzate drivers di mezzi John Deere : Camilla Guarato, Elena Riva e Ilaria Mason.

 

Latte spot sempre in segno positivo, mentre si arrestano la crema e il burro. Panna di nuovo su, mentre i formaggi sono sempre stabili.

di Virgilio e Jacopo Parma 9 luglio 2019 -

LATTE SPOT – Il crudo spot nazionale mantiene trend di crescita tra 47,43 e 48,46 €/100 al litro, così come il latte intero pastorizzato spot estero, tra 43,82 e 44,85 €/100 al litro. Torna invece in salita il prezzo del latte scremato pastorizzato spot estero, a +6,7% tra 24,32 e 25,36 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – Dopo settimane di calo dei prezzi per le diverse tipologie del burro, il prezzo sul mercato per i prossimi sette giorni rimane invariato; stessa fissità il prezzo della crema. Cala ancora lo zangolato parmigiano. Si alza invece il costo della panna.

Borsa di Milano 8 luglio 2019:
BURRO CEE: 3,50 €/Kg (=)
BURRO CENTRIFUGA: 3,75 €/Kg. (=)
BURRO PASTORIZZATO: 1,90 €/Kg. (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,70 €/Kg. (=)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,78 €/Kg. (=)
MARGARINA giugno 2019: 0,87 - 0,93€/kg (=)

Borsa di Verona 9 luglio 2019: (+1,56%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,90 – 2,00 €/Kg.

Borsa di Parma 5 luglio 2019 (- 3,7%)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 9 luglio 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 - 1,30 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 8 luglio 2019 – Nessuna novità nel listino del Grana Padano.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,95 – 8,05 €/Kg. (=)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,55 - 8,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,95 - 9,20 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,55 - 6,70 €/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 28 giugno 2019 – Il Parmigiano Reggiano rimane anche questa settimana con i medesimi prezzi.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,15 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 11,30 - 11,40 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 12,05 - 12,50 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,85 - 14,25 €/Kg. (=)

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 18 - n° 27 7 luglio 2019 -
Editoriale: - La nuova "resistenza". Sovranisti per necessità! - Latte scremato pastorizzato estero, crema e panna in stallo. - Cereali e dintorni. Un tonfo assolutamente imprevedibile - Focus sul caso aceto balsamico – lo stato dell'arte - Qualità, EIMA alla pari di Hannover -

SOMMARIO Anno 18 - n° 27 7 luglio 2019
1.1 editoriale
La nuova "resistenza". Sovranisti per necessità!
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte scremato pastorizzato estero, crema e panna in stallo.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Un tonfo assolutamente imprevedibile.
7.1 vino e degustazioni Aperitivi formativi al "Marcello Experience Parma"
7.2 rifiuti speciali Rifiuti speciali: facciamo chiarezza. Definizioni, informazioni e dati
8.2 aceto balsamico Focus sul caso aceto balsamico – lo stato dell'arte
9.1 eventi Villaggio Coldiretti: Il Consorzio Parmigiano Reggiano è partner dell'evento che si terrà a Milano dal 5 al 7 Luglio
9.2 sicurezza alimentare Il Ministero richiama tranci surgelati di Verdesca, rischio contaminazione chimica
10.1 meccanizzazione Qualità, EIMA alla pari di Hannover
11.1promozioni "vino" e partners
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Venerdì, 05 Luglio 2019 10:09

Qualità, EIMA alla pari di Hannover

Alessandro Malavolti (FederUnacoma): "Mi interessa Bologna, non Parigi".

di Virgilio Parma 5 luglio 2019 - All'assemblea annuale di FederUnacoma (27 giugno 2019) , non poteva mancare l'argomento dei attualità ovvero la "Querelle EIMA - SIMA" .

Riconfermato all'unanimità alla presidenza anche per il prossimo biennio, Alessandro Malavolti ha invitato a pensare alla prossima edizione bolognese di EIMA, forte dei dati che la vedono primeggiare a livello continentale, in termini di qualità, confrontandosi con la sola Hannover.

Dall'alto di questa classifica, come riporta il sito Meccagri.it "È evidente, dunque, che la partita Bologna non la gioca con Parigi, ma semmai con Hannover. Riscontri molto incoraggianti sono venuti però anche su questo fronte, dove la rassegna italiana risulta sostanzialmente affiancata a quella tedesca su quasi tutti i parametri qualitativi."

E' giunta l'ora di concentrarsi su Bologna.

"Quanto alla posizione di FederUnacoma - prosegue l'articolo "Meccagri", nella querelle Parigi/Bologna è tutto chiaro: la Federazione non discute il merito, ma il metodo perché, come ha fatto notare Malavolti, Sima ha scelto la strada della non concertazione, svilendo così anche il ruolo del Comitato europeo dei costruttori di macchine agricole nel quale sono rappresentate tutte le associazioni nazionali di settore (vedi link).
In ogni caso, annunciando la partenza dei lavori per l'edizione di Eima International 2020, il presidente dei costruttori di macchine agricole di FederUnacoma ha chiuso la questione: «A questo punto dobbiamo guardare avanti e lavorare confrontandoci con Hannover, concentrandoci sulle novità tecniche, sugli spazi espositivi. Nell'ambito delle fiere b2b, Eima in Italia è seconda solo al Salone del Mobile: non mi interessa Parigi, mi interessa Bologna»".

A fare di Eima una manifestazione che piace, come ampiamente esposto in occasione dell'assemblea, c'è anche la percentuale di operatori fedeli pari al 94,3 per cento, una quota straordinariamente alta nel panorama fieristico, e all'interno di questo segmento ben l'86,2 per cento è costituito da "apostoli", vale a dire da operatori desiderosi di farsi promotori della manifestazione.

 

 

Il Consorzio sarà presente con il proprio stand all'ingresso di piazza Castello, posizione 90. Saranno tre giorni alla scoperta della Dop con percorsi educativi, giochi interattivi e una caseificio dal quale comprare il Parmigiano Reggiano direttamente dalle mani del produttore

Reggio Emilia, 2 luglio 2019 – Il Consorzio del Parmigiano Reggiano sarà partner di Villaggio Coldiretti, la grande fattoria urbana che sorgerà a Milano dal 5 al 7 luglio 2019 tra piazza del Cannone e piazza Castello. Un'area di 200mila metri quadri che accoglierà decine di migliaia di agricoltori provenienti da tutta Italia per far conoscere il lavoro, le produzioni e le ricette della tradizione Made in Italy.

Il Consorzio sarà presente a Villaggio Coldiretti con uno stand situato all'ingresso di piazza Castello – posizione 90. Lo spazio ospiterà per tutta la durata della manifestazione un caseificio presso il quale sarà possibile degustare diverse stagionature di Parmigiano Reggiano e acquistare il formaggio direttamente dalle mani del produttore.

Nello stand sarà inoltre presente un percorso educativo che, tramite pannelli illustrati, racconterà a foodies e curiosi il mondo del Re dei Formaggi: dalle caratteristiche di ciascuna biodiversità all'alimentazione delle bovine, passando per le peculiarità delle diverse stagionature. Alla fine del percorso, visitatori, appassionati e famiglie avranno la possibilità di mettere a prova le proprie conoscenze, e quelle appena acquisite, con un gioco interattivo.

"Anche quest'anno saremo presenti a Villaggio Coldiretti, la vetrina ideale per il Parmigiano Reggiano – afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio – la cui filiera produttiva coinvolge 50mila persone e 2.820 allevamenti per 1,92 milioni di tonnellate di latte prodotto, pari al 15,9% della produzione nazionale. Il Consorzio è entusiasta di partecipare all'evento per mettere in mostra le caratteristiche uniche del Parmigiano Reggiano: un formaggio prodotto oggi come nove secoli fa, con gli stessi ingredienti (latte, sale e caglio), con la stessa cura artigianale e da sempre senza additivi e conservanti".

L'ingresso a Villaggio Coldiretti è libero. Per info: www.villaggio.coldiretti.it 

 

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