Lo scopo primario del Progetto, presentato al Museo Ferrari di Maranello (MO) il 28 novembre, è promuovere lo sviluppo di un nuovo segmento di mercato sempre più richiesto dal consumatore: la lunga stagionatura “40 mesi”. Sono già 56 i caseifici aderenti, per oltre 31 mila forme destinate a diventare Parmigiano Reggiano “40 mesi”.

Reggio Emilia, 29 novembre 2019 – Il suo profumo deciso e speziato, il sapore sapido e intenso rendono il Parmigiano Reggiano 40 mesi un prodotto dalle caratteristiche inconfondibili e sempre più richiesto sulle tavole dei consumatori. È per questo motivo che il Consorzio Parmigiano Reggiano ha lanciato il Progetto Premium “40 mesi” nel corso di un evento dedicato che si è tenuto giovedì 28 novembre al Museo Ferrari di Maranello (MO).

Ricordiamo che la stagionatura minima per il Parmigiano Reggiano è di 12 mesi (il più lungo periodo di stagionatura minima di tutti i formaggio DOP), mentre non esiste una stagionatura massima imposta dal Disciplinare di produzione.

Friabile, estremamente solubile e dalla forte personalità, il Parmigiano Reggiano 40 mesi è apprezzato e utilizzato dai cuochi di tutto il mondo come ingrediente per dare un tocco di umami ai piatti. Solo la degustazione in purezza, tuttavia, riesce a trasferire al naso e al palato tutta la complessità e le caratteristiche organolettiche di questo formaggio: dalle note speziate, in particolare noce moscata e pepe, a quelle di frutta secca, fino al brodo di carne.

“Lo scopo del Progetto Premium ’40 mesi’ – ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano – è promuovere lo sviluppo di un nuovo segmento di mercato a lunga stagionatura. Il Consorzio punta a raggiungere l’obiettivo introducendo una specifica selezione di qualità a garanzia del consumatore e agevolando, anche economicamente, i caseifici che decideranno di aderire all’iniziativa. Di fatto, il Consorzio vuole operare da ‘acceleratore’ di un trend che è anche un’opportunità per i produttori”.

“Il Progetto – ha aggiunto Bertinelli – parte dal lato dell’offerta offrendo un incentivo ai caseifici per trattenere sulle loro scalere 30 mila forme che oggi hanno 24 mesi e 70 mila forme delle produzioni 2018. Il tutto affinché questo prodotto non finisca sul mercato prima del dovuto. Lavorando in comunicazione, di concerto con la gdo, puntiamo a portare sugli scaffali uno stagionato 40 mesi per Natale 2020. L’importanza del nuovo Progetto si può facilmente intuire dai numeri: al momento del lancio sono già 56 i caseifici aderenti, per un totale provvisorio di oltre 31 mila forme”.

Il Progetto “40 mesi” agirà in concerto con le altre politiche del Consorzio – dalla nuova campagna pubblicitaria alle iniziative di trade marketing – per sviluppare le vendite dirette dei caseifici e per contenere l’offerta di prodotto, in modo da mantenere le condizioni di equilibrio di mercato.

 

L’evento di presentazione del Progetto Premium “40 mesi” è stata anche l’occasione per premiare i caseifici della Nazionale del Parmigiano Reggiano, reduci da un World Cheese Awards da record. Nel corso dell’ultima edizione che si è tenuta lo scorso ottobre a Bergamo, la Nazionale - composta da 86 caseifici provenienti da tutte le province del comprensorio – ha vinto 110 medaglie tra cui 4 Super Gold. Il Parmigiano Reggiano (25 mesi) della Latteria Santo Stefano di Parma è riuscito ad aggiudicarsi il secondo posto assoluto tra 3.804 formaggi provenienti da 42 paesi.

 

 

Il Parmigiano Reggiano continua il periodo non propriamente favorevole, mentre il Grana Padano comincia a stabilizzarsi nelle diverse stagionature. Tendenza inversa invece nella panna e negli zangolati.

di Virgilio e Jacopo Parma 26 novembre 2019 - 

LATTE SPOT – Alla borsa di Verona il latte mantiene il trend nei prezzi di stabilità delle scorse settimane. Stabili rimangono i listini del latte spot nazionale – a 45,88 e 46,91 €/100 al litro – e intero pastorizzato estero, tra 44,33 e 45,36 €/100 al litro. Mentre lo scremato pastorizzato spot estero aumenta di +1,8%, a 29,50 e 30,53 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – A Milano il burro torna stabile nei diversi prodotti derivati del latte. Panna continua la sua crescita, invece, mostrano invece indicazioni positive. Lo zangolato parmigiano torna alle quotazioni precedenti al calo, così come lo zangolato reggiano.

Borsa di Milano 25 novembre 2019: 
BURRO CEE: 3,35 €/Kg. (=)
BURRO CENTRIFUGA: 3,60 €/Kg.  (=)
BURRO PASTORIZZATO: 1,75 €/Kg.  (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,55 €/Kg. (=)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,96 €/Kg. (=)
MARGARINA ottobre 2019: 0,87 - 0,93 €/kg (=)

Borsa di Verona 25 novembre 2019: (+1,23%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,00 – 2,10 €/Kg.

Borsa di Parma 22 novembre 2019 (+4,8%)
BURRO ZANGOLATO: 1,10 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 20 novembre 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,15 - 1,15 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 25 novembre 2019 – I prezzi del listino del Grana Padano rimangono stabili, ma la stagionatura del 9 mesi e del fuori sale continuano la loro discesa.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,35 – 7,45 €/Kg. (-0,7%)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,30 – 8,55 €/Kg. (=)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,80 – 9,05 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,95 – 6,10 €/Kg. (-0,8%)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 22 novembre 2019 – La borsa di Parma continua la sua lenta discesa al ribasso in tutte le diverse forme di stagionatura del Parmigiano Reggiano.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,60 - 10,00 €/Kg. (-1,5%)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 10,10 - 10,30 €/Kg. (=)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 10,90 - 11,55 €/Kg. (-0,4%)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 11,60 - 12,30 €/Kg. (-0,4%)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 12,70 - 13,30 €/Kg. (-0,4%)

 

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Il primo Polo Eco Gastronomico, come l'ha definito la Consigliera regionale Barbara Lori, è stato inaugurato alla Corte di Giarola in ricordo di Pierluigi Ferrari, già vice presidente e assessore all'agricoltura della Provincia di Parma e amato sindaco di Borgotaro, mentre la Biblioteca è stata dedicata alla memoria di un grande imprenditore agro alimentare, Mansueto Rodolfi.

Di LGC 25 novembre 2019 - Un folto pubblico e molte rappresentanze istituzionali hanno partecipato sabato mattina alla inaugurazione dell'Agrilab di Giarola, il laboratorio di educazione agroalimentare costruito sugli spazi che un tempo erano occupati dall'antico caseificio, che era parte integrante dell'antica Corte di Giarola, del quale rimane una importante traccia, ben recuperata all'interno della aula dedicata a laboratorio.

A tagliare il nastro dell'opera di recupero appena conclusa, grazie a finanziamenti della Regione Emilia Romagna, oltre alla Sindaca di Collecchio Mariastella Galli c'era il padrone di casa, Agostino Maggiali, presidente dell'ente di Gestione dei Parchi del Ducato e della Biodiversità dell'Emilia Occidentale,
I consiglieri regionali Barbara Lori, Massimo Iotti e Alessandro Cardinali, l'assessore Cristiano Casa del Comune di Parma, il presidente della Provincia e Sindaco di Borgotaro Diego Rossi, Claudio Barilli di Confcooperative ma soprattutto fedele amico e collaboratore di Pierluigi Ferrari e infine, ma non da ultimo, Aldo Rodolfi della Mansueto Rodolfi Spa.
Tra il pubblico sono stati notati anche Andrea Gennari, direttore di Confcooperative Parma e William Pietralunga assessore al Bilancio del Comune di Collecchio.

Dopo il taglio del nastro è stata la volta della visita agli spazi del nuovo centro AGRILAB al seguito della responsabile tecnica dell'ente. L'architetta Paola Urangi, tra le altre cose ha voluto sottolineare l'impegno e la professionalità di tutti coloro che hanno lavorato per consentire l'apertura nei tempi stabiliti, a partire dal progettista Ingegner Paolo Bonzanini.


Interessante il recupero delle due fornaci, un tempo erano gli alloggi delle antiche caldaie per fare il Parmigiano Reggiano, e che ora fanno bella mostra al di sotto di una pavimentazione trasparente nel bel mezzo dell'aula dedicata al "cooking lab".

L'evento si è concluso con una Tavola Rotonda alla quale hanno partecipato molti rappresentanti del mondo agroalimentare e associativo, tra i quali Luca Cotti, Mario Marini e Giuseppe Romanini, mentre il pomeriggio è invece stato dedicato a alcuni laboratori didattici, sulla zucca e sulle mele.

 

Il discorso di Claudio Barilli in onore a Pierluigi Ferrari:

Buongiorno, Buongiorno a tutti.
Porto il saluto, anzitutto, da parte dei parenti di Pierluigi Ferrari, che mi hanno voluto onorare “indegnamente” (un termine che Pier Luigi Ferrari usava spesso riferendolo a se stesso) di rappresentarli a questa inaugurazione.
Saluto il Presidente degli Enti Parco del Ducato Agostino Maggiali e lo ringrazio; saluto tutte le autorità presenti, gli amici e i cittadini.
In special modo saluto i rappresentanti delle Istituzioni in quanto Pierluigi Ferrari anzitutto è stato uomo delle Istituzioni. Il suo impegno politico e amministrativo perdurato dagli inizi degli anni ’70 fino alla sua morte, avvenuta improvvisamente il 19 Giugno 2016, infatti è stato estrinsecato fedelmente attraverso le Istituzioni.
Di Pierluigi ricordo oggi l’impegno di Consigliere Comunale, Vicesindaco, e Sindaco del Comune di Borgotaro e successivamente per 10 anni di Vice presidente della Provincia di Parma, quando la Provincia aveva ancora un grande ruolo con deleghe importanti attribuitegli dalla Regione Emilia Romagna.
Pierluigi, inoltre, assume molti altri incarichi operativi in Enti a favore della montagna. Quella montagna che egli amò, insieme alla sua gente, sempre in maniera assidua e costante. Fu Presidente del Consorzio delle Comunalie Parmensi, del Consorzio Imbrifero Montano del Taro per la cui rappresentanza assunse ruoli Nazionali ed Internazionali in Federforeste e Federbim. Portò a Borgotaro dalla Unione Europea l’Igp sul Fungo Porcino, un riconoscimento di incredibile valore rapportato al territorio e al settore specifico e unico in tutta Europa rilasciato nella categoria della produzione spontanea fungina. Fu promotore del Nuovo GAL del Ducato e l’ideatore del Distretto del Pomodoro di cui divenne Presidente e ne seguì la fase di avvio prima della sua scomparsa.
Pierluigi fu iniziatore di molte altre attività come ad esempio la costituzione delle Associazioni delle Comunità Valtaresi e Valcenesi all’Estero; in particolare a Londra e New York.
Un impegno quello di Pierluigi che è stato connaturato nella sua formazione personale e culturale a iniziare dalla laurea in Scienze Politiche. La politica fu la sua ragione di vita e alimento costante nelle attività che intraprese. La politica: il contatto diretto con la gente, l’attività a favore delle Comunità al fine di raccoglierne le problematiche, capirne le dinamiche e cercare sempre le soluzioni più idonee.
Questa è stata la missione che Pierluigi si è dato e che ha perseguito in tutta la sua vita.
Oggi in particolare voglio anche ricordare l’attività a trecentosessanta gradi messe in campo nei ruoli che Vincenzo Bernazzoli gli affidò nei dieci anni di Provincia, dove precedentemente ne fu anche Consigliere. Un attività frenetica a favore dei Sindaci e degli amministratori locali a beneficio delle rispettive comunità e a stretto contatto con la Regione e il Governo. Di quel periodo voglio ricordare l’impegno in merito alla crisi economica a partire dal 2008 a favore delle realtà produttive e occupazionali di tutta la Provincia, in particolare del mondo agroindustriale che rappresenta uno dei fiori all’occhiello della nostra Provincia e che Pier Luigi seguì e servi in modo particolare. Un altro indimenticabile periodo di lavoro fu rappresentato su tutti dall’impegno a favore della situazione di Sauna, coronato, con il concorso di tanti uomini delle Istituzioni e non, al termine, da pieno successo.
In questo breve momento concessomi non è possibile sottolineare tutti gli aspetti connessi all’attività di Pierluigi Ferrari ma voglio ricordare su tutti il suo impegno a favore dei giovani. Fu un impegno costante che lo vide protagonista nel Circolo Aldo Moro che divenne, soprattutto per il nostro territorio montano, fucina per tanti ragazzi di allora per maturare esperienze, crescere e assumere, successivamente, importanti ruoli amministrativi e dentro le attività economiche. Ma operò per i giovani anche nel suo lavoro svolto presso l’ufficio Orientamento dell’Università di Parma che vide Pierluigi Ferrari per diversi anni impegnato a dare indirizzo ai giovani diplomandi nelle Scuole Superiori nelle scelte future di indirizzo di studio. In generale Pierluigi guardava ai giovani ricercandone la sensibilità verso le attività di impegno civile e amministrativo.
Un modello e un esempio di vita e di attività quello di Pierluigi Ferrari dai molti poco conosciuto a fondo, svolto sempre in modo disinteressato e con l’obiettivo primario di trovare sempre beneficio per il prossimo.
La prematura scomparsa di Pierluigi Ferrari ha lasciato un grande vuoto in chi gli ha voluto bene e nelle Comunità che egli ha servito. Di lui oggi ne rimane l’esempio e una classe di amministratori, che lui ha cresciuto, all’altezza delle situazioni.
Termino quindi questo mio breve intervento ringraziando, anche a nome dei parenti, Agostino Maggiali e tutti coloro che attraverso questa intitolazione e inaugurazione hanno voluto lasciare un segno tangibile a ricordo di un nostro grande amico, Pierluigi Ferrari.
Buona giornata a tutti.

 

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 Editoriale:  - Sardine e gattini, ma prima erano "girotondi", "No Global"e ""V Day. La piazza perde valore. -  Lattiero caseario. Il grana padano ha arrestato la  discesa, non così per il “parmigiano" - Sugar Tax, un’aberrazione che crea un doppio danno alla filiera agroalimentare italiana - Ecovillaggio Montale, esempio di adattamento ai cambiamenti climatici - Ritirata la farina per allergene non dichiarato - -


SOMMARIO Anno 18 - n° 47 24 novembre 2cibus-47-24nov19-COP.jpg019


1.1 editoriale
Sardine e gattini, ma prima erano "girotondi", "No Global"e ""V Day. La piazza perde valore.
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Il grana padano ha arrestato la discesa, non così per il “parmigiano"
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati stagnanti..
5.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 Sugar Tax Sugar Tax, un’aberrazione che crea un doppio danno alla filiera agroalimentare italiana
7.2 Wine eventi Merano – “Excellence is an attitude”.
8.1 ecovillaggio resiliente Ecovillaggio Montale, esempio di adattamento ai cambiamenti climatici
8.2 Ambiente e dissesto Distretto del fiume Po: investimenti straordinari di 5 milioni di euro in zone nevralgiche contro il dissesto idrogeologico
10.2 nomine Mario Marini confermato Presidente di Confagricoltura Parma
11.1 sicurezza alimentare Ritirata la farina per allergene non dichiarato.
13.1promozioni “vino” e partners
14.1 promozioni “birra” e partners

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“Consolideremo l’organizzazione agricola. Massima attenzione per pomodoro, bietole e Parmigiano Reggiano”

Mario Marini è stato confermato presidente di Confagricoltura Parma. Guiderà l’associazione agricola – che conta oltre 3.500 aziende associate in tutto il Parmense con il 50% della produzione lorda vendibile provinciale – anche nel prossimo triennio.


Marini – 47 anni, laureato in Relazioni pubbliche allo Iulm di Milano e con il Master in marketing e comunicazione di impresa di Publitalia ’80 – è stato eletto al termine del consiglio dei delegati di Confagricoltura Parma.
Al suo fianco avrà come vicepresidenti Alberto Testa; Roberto Gelfi e Fabio Borella. Eletti anche i presidenti dei quattro sindacati che compongono Confagricoltura Parma, si tratta di: Alessandro Botti (proprietari coltivatori diretti); Cristina Marasi (affittuari coltivatori diretti); Angelo Piovani (proprietari conduttori in economia) e Paolo Pattini (affittuari conduttori in economia).


“In continuità con la gestione del triennio precedente – il primo commento di Marini da confermato presidente – insieme al nuovo consiglio proseguiremo nel consolidamento della struttura di Confagricoltura per offrire servizi sempre più efficienti ai nostri soci, il tutto con la massima attenzione alle sfide che attendono l’agricoltura parmense con particolare riferimento ai settori del pomodoro da industria e delle bietole, senza dimenticare uno dei prodotti di eccellenza della nostra agricoltura come il Parmigiano reggiano”.

Marini conduce “Il cielo di Strela”, azienda agricola-agriturismo ad indirizzo biologico che si trova nel comune di Compiano e nella quale opera applicando il concetto della multifunzionalità agricola occupandosi di apicoltura, orticoltura, piccolo allevamento bovino e suino, produzione di salumi, ristorazione e ricettività.


Originario di Sorbolo, già assessore comunale di Parma dal 2003 al 2011, attualmente è anche presidente dei Musei del cibo della provincia di Parma e dell’Ambito territoriale di caccia Pr 3.

Mercoledì, 20 Novembre 2019 09:35

Ritirata la farina per allergene non dichiarato.

Allergene non dichiarato, Ministero della salute segnala richiamo farina di grano tenero tipo 00 bio ‘Bongiovanni s.r.l. Rischio per i consumatori allergici
 
La tutela de consumatore e la sua salute, prima di tutto. Cresce l’attenzione per la sicurezza alimentare ancora di più se ha a che fare con le allergie. Per questo il Ministero della salute in data odierna, ha diffuso il richiamo di un lotto del la “Farina di grano tenero tipo 00 Bio” del marchio BONGIOVANNI SRL per rischio allergeni. Nello specifico il prodotto è venduto in confezioni da 1 Kg, 5 Kg e 25 Kg. Il lotto richiamato è il numero 00FT0019/0702 mentre la data di scadenza è 22-02-2020. Il prodotto è realizzato da Iftea s.r.l. nello stabilimento di via Cà del Vento 35 di Bagnacavallo, popolosa località della Romagna situata in provincia di Ravenna. Quindi fosse allergico alla senape è esposto a un elevato rischio di reazione avversa che può generare persino uno shock anafilattico. La nota si trova sull’apposito spazio web dello stesso Ministero. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai consumatori “ALLERGICI ALLA SENAPE” di non consumare il prodotto con il numero di lotto segnalato e di restituirlo al punto vendita d’acquisto. Per tutti gli altri consumatori il prodotto è del tutto sicuro.
(19 novembre 2019 )

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Leggera ripresa per il latte, burro e panna. Stabile il Grana Padano mentre prosegue la discesa del listino del Parmigiano Reggiano. 

 
di Virgilio Parma 19 novembre 2019 - 
 
LATTE SPOT – Alla borsa di Verona il latte mantiene una certa stabilità. Crescita leggera (+1,8%) per il latte spot intero pastorizzato estero (44,33-45,36€/100 litri latte), sensibile risalita, +3,6%, invece (28,98- 30,02€/100 litri) per il Latte scremato pastorizzato spot estero .prevalente GERMANIA - AUSTRIA 
 
BURRO E PANNA – Dopo la caduta della scorsa settimana si è registrato una totale inversione dei prezzi milanesi.  Cede lo zangolato parmense, mentre è in crescita sia la panna che a crema. 
 
Borsa di Milano 18 novembre 2019: 
BURRO CEE: 3,35 €/Kg. (+1,5%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,60 €/Kg.  (+1,4%)
BURRO PASTORIZZATO: 1,75 €/Kg.  (+2,9%)
BURRO ZANGOLATO: 1,55 €/Kg. (+3,3%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 2,10€/Kg. (+2,9%)
MARGARINA ottobre 2019: 0,87 - 0,93 €/kg (=)
 
Borsa di Verona 18 novembre 2019: (+)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,95 – 2,10 €/Kg.
 
Borsa di Parma 15 novembre 2019 (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,05 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 12 novembre 2019 (- 4,3%)
BURRO ZANGOLATO: 1,10 - 1,10 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 18 novembre 2019 –  STOP. Si è arrestata la discesa del Grana Padano. Confermati i listini della scorsa ottava. Cede il 9 mesi di 5 centesimi e così altrettanto il fuori sale. 
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,40 – 7,50 €/Kg. (-0%)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,30 – 8,55 €/Kg. (-0%)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,80 – 9,05 €/Kg. (-0,7%)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,00 – 6,15 €/Kg. (-0,8%)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 15 novembre 2019 – Continua la lenta ma inesorabile discesa del parmigiano reggiano. 
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,10 - 10,30 €/Kg. (-0,8%)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 11,20 - 11,65 €/Kg. (-1,7%)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 11,80 - 12,35 €/Kg. (-0,8%)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 12,80 - 13,05 €/Kg. (-0,8%)

 
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La storica manifestazione meranese chiude con 11.500 presenze registrate nelle cinque giornate dedicate alle eccellenze del settore wine&food. Grande affluenza sugli appuntamenti ormai consolidati, ma anche per le novità dell’edizione 2019, con la partecipazione di un pubblico specializzato che conferma un target sempre più di qualità e con il prossimo appuntamento già fissato dal 6 al 10 novembre 2020 per la 29^ edizione.

da L'Equilibrista 



Merano,

Si è brindato al successo per questa 28^ edizione di Merano WineFestival, riaffermando il prestigio di un appuntamento di eccellenza nel panorama italiano e non solo. Lo confermano le 11.500 presenze registrate durante le cinque giornate della manifestazione, l’ aumento del numero di operatori e specialisti del settore e l’indotto calcolato per oltre 10 milioni di euro con la partecipazione di produttori anche internazionali.

Andata in scena l’ultima giornata della kermesse meranese, il 12 novembre, il Kurhaus ha ospitato una sfilata glamour che ha visto le migliori aziende produttrici di Champagne, in abbinamento specialità gastronomiche d’eccellenza e prestigiosi showcooking.


Il progetto Catwalk Champagne, bollicine in passerella per il gran finale del Merano WineFestival si è collegato alla riscoperta che sta vivendo lo champagne in Italia sdoganando quella idea eccesso e riservatezza ma rendendo lo champagne più alla portata di tutti.
Ma non solo una speciale occasione di degustazione e condivisione quello che si può vedere a Merano Wine Festival, bensì un evento che combina fra loro cultura, intrattenimento e scoperta di un contesto unico e apprezzato come quello della città di Merano, delle sue montagne e delle sue terme. 

La storica manifestazione è giunta quest’anno alla sua 28^ edizione, e ha svelato tanta attenzione mediatica soprattutto dalla stampa italiana ed internazionale, i canali web, la radio e da nuovi wine bloggers emergenti. 

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Un evento culturale di portata internazionale ormai, scandito fra degustazioni, conferenze, masterclass e premiazioni che hanno coinvolto un pubblico di ben oltre 10.000 visitatori, nel quale Merano WineFestival è stato protagonista di dirette live e focus che hanno raccontato l’eccellenza wine&food e che con partners, quali Radio Monte Carlo ad esempio, partner ufficiale dell’evento, ha saputo documentare la kermesse con interviste agli addetti ai lavori ed esperti del settore vitivinicolo. 

Un network di media che assicura a Merano WineFestival un’audience elevata e competente, sinonimo di credibilità, visibilità e qualità nel settore, portando la rassegna enologica alla visibilità italiana e internazionale. Quasi 300 i giornalisti presenti alla manifestazione, tra cui spicca anche un aumento di testate internazionali, che hanno raccontato e che racconteranno Merano WineFestival e le sue eccellenze anche nei prossimi mesi. 

Anche il mondo dei social network ha risposto con un numero altissimo di interazioni, parlando infatti con colleghi del settore, specialmente per la piattaforma Instagram, la kermesse meranese ha sviluppato contenuti e collegamenti registrate da ogni parte del Mondo.

Ma è stato record di presenze anche per le Aziende espositrici che qui a Merano sono arrivate fino a 950 case vitivinicole e come sempre portando racconti e esperienze dirette da condividere con noi giornalisti e appassionati. Una selezione che il patron Helmuth Köcher cura personalmente con il suo staff da sempre e che rappresenta il vero cuore pulsante della manifestazione. 

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Numeri che esprimono un incremento non solo in termini di quantità, ma anche di qualità, evidenziando come Merano WineFestival sia sempre più un esclusivo appuntamento di incontro fra produttori e operatori, una vera e propria vetrina di eccellenze a disposizione degli specialisti del settore. Un trend che rispecchia la filosofia del WineHunter, che combinando passione e ricerca della qualità ha portato fra l’architettura liberty del Kurhaus i vini di “The Official Selection”, ovvero il risultato di una selezione e degustazione durata ben 12 mesi. Grande successo per gli eventi ormai consolidati, come The Official Selection, al centro della manifestazione, la GourmetArena, lo spazio dedicato alla gastronomia, le Charity Wine Masterclasses all’Hotel Terme Merano e The Circle, che per il secondo anno ha riproposto una spazio dal linguaggio innovativo, presentando vino e cibo in chiave pop e ospitando dibattiti e presentazioni. Merano Wine CityLife, è però la novità di questa edizione che ha gremito il tappeto rosso di Corso Libertà con un Fuorisalone in perfetto stile: un’esperienza che ha dato vita alla città di Merano e che per il futuro si pensa già di implementare con sempre nuove e coinvolgenti attività. 

Da non dimenticare, infine, l’ampio spazio alla cultura che ha portato in scena un ricco programma di talk e convegni a tema e che ha contribuito a riempire di contenuti la manifestazione. 

Glamour e soprattutto qualità nella scelta dei partner e attenzione alla professionalità di chi lavora nel vino e ha bisogno di farsi conoscere e farsi apprezzare per il lavoro duro che quotidianamente mette in campo.

Agriturismi e fattorie didattiche, la Regione investe oltre 7 milioni di euro per ristrutturazioni e riqualificazioni di locali, fabbricati e aree attrezzate anche a campeggio, acquisto macchinari e attrezzature per accoglienza turistica e attività educative sui saperi e valori del mondo rurale


L'assessore Caselli: "Risorse per rafforzare le strutture ricettive nelle aziende agricole, un tassello fondamentale dell'offerta turistica regionale legata all'enogastronomia e al territorio". Via libera dalla Giunta regionale ad un bando con contributi in conto capitale dal 40% al 50% sul costo dei progetti secondo le zone geografiche. Domande da giovedì 28 novembre al 30 aprile 2020
Bologna – Cresce l’interesse per gli oltre 1.160 agriturismi dell’Emilia-Romagna censiti nel 2018 sul territorio regionale da Piacenza a Rimini e premiati da circa 154.000 ospiti (+8% sul 2017) con un vero e proprio balzo in avanti degli stranieri (+16,6%).
Un trend positivo che la Regione vuole consolidare grazie a un apposito bando varato dalla Giunta che stanzia oltre 7,1 milioni di euro per investimenti indirizzati a incentivare la nascita di nuovi agriturismi e favorire la riqualificazione e l’ampliamento delle strutture ricettive e di servizio degli agriturismi esistenti e delle fattorie didattiche. Il tutto in un‘ottica di diversificazione produttiva e integrazione del reddito delle aziende agricole.  
Le risorse arrivano dal Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 e sono destinate al finanziamento di progetti finalizzati, tra l’altro, alla  ristrutturazione e ampliamento di locali e fabbricati rurali, qualificazione degli spazi aziendali esterni come realizzazione di aree attrezzate per il campeggio e altre strutture fisse per attività ricreative e sportive, acquisto di macchinari e attrezzature specifiche per servizi di accoglienza turistica e/o attività didattiche legate alla riscoperta dei valori e dei saperi del mondo rurale, comprese le tradizioni enogastronomiche locali.  


Destinatari del bando sono le aziende agricole, singole e associate, iscritte negli appositi elenchi regionali degli operatori agrituristici e di fattoria didattica e che rientrano nella definizione di micro e piccola impresa (Regolamento Ue n. 702/2014), ovvero che impiegano fino a 50 addetti (10 per le micro) e con un giro d’affari annuo non superiore ai 10 milioni di euro (2 milioni per le micro).
Le domande potranno essere presentate da giovedì 28 novembre al 30 aprile 2020,  secondo le modalità indicate dall’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura (https://agrea.regione.emilia-romagna.it/).


“L’agriturismo- afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli- è un settore con ottime prospettive di crescita, vista la domanda crescente, in particolare dall’estero, di un turismo esperienziale, legato al cibo e all’ambiente rurale, che vuole conoscere da vicino le nostre produzioni tipiche e il territorio da cui nascono. È la stessa Lonely Planet, una delle guide più diffuse al mondo, ad avere indicato nel 2018 l’Emilia-Romagna come la meta numero uno in Europa per le sue eccellenze eno-gastronomiche”.
“Con questo bando, che mette a disposizione un consistente pacchetto di risorse per investimenti- chiude l’assessore-, vogliamo quindi rafforzare, a livello regionale, l’offerta turistico ricettiva nel contesto degli itinerari eno-gastronomici e, al tempo stesso, offriamo un aiuto concreto alle aziende agricole che hanno intenzione di diversificare l’attività produttiva, attrezzandosi anche per offrire servizi come fattoria didattica”.  
 
Cosa prevede il bando
I progetti di investimento devono essere di importo non inferiore ai 20.000 euro e i contributi saranno concessi in conto capitale, con percentuali che variano dal 40% al 50% a seconda dell’area geografica. Nel dettaglio gli aiuti raggiungono il 50% sulla spesa ammissibile per gli interventi che ricadono nelle zone rurali con problemi di sviluppo (aree montagna e collinari), si abbassano al 45% in quelle “rurali intermedie” e si riducono ulteriormente al 40% nella fascia ad “agricoltura intensiva e specializzata” di pianura e nelle aree “urbane e periurbane”.                 


Il contributo non può superare in ogni caso la soglia dei 200.000 euro per azienda, tetto massimo fissato dalle norme europee sugli aiuti “de minimis” ricevuti nell’ultimo triennio. Gli imprenditori che sono iscritti ad entrambi gli elenchi – operatori agrituristici e di fattoria didattica – possono accedere ad entrambe le tipologie di intervento, presentando un’unica domanda, senza però superare il limite dei 200.00 euro di contributo incassato. 
Nell’attribuzione dei punteggi in vista della graduatoria finale si terrà conto, oltre ai requisiti territoriali, anche di una serie di parametri aziendali come la presenza di giovani, oppure la coltivazione con metodo biologico. Corsia preferenziale anche ai progetti che affiancano l’attività di pernottamento alla ristorazione; a quelli finalizzati all’avvio di attività sociali o servizi a favore di accoglienza a favore di persone fragili; all’ allestimento di locali per la vendita dei prodotti agrituristici oppure per lavori di ristrutturazione di immobili di particolare pregio storico, culturale e architettonico.


Quello varato dalla Giunta regionale è il secondo bando del genere nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020. Con quello precedente, che risale al 2016, sono stati finanziati 106 progetti che hanno beneficiato di contributi pari a circa 12 milioni di euro, per un investimento complessivo di oltre 30 milioni di euro./G.Ma  

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By meccagri at Ottobre 30 2019 - L’innovazione è una delle principali leve per l’acquisto di nuove macchine per le costruzioni, secondo gli utilizzatori: i requisiti chiave sono l’efficienza e il contenuto green, in termini di emissioni e rumorosità.
Un ruolo sempre più centrale, nel comparto, lo vanno acquisendo le macchine intelligenti: il 16 per cento degli utilizzatori e il 31 per cento dei noleggiatori le ritengono un criterio di scelta rilevante per l’acquisto. Quasi il 4 per cento degli utilizzatori (con punte del 16% nel settore estrattivo), inoltre, ha sostituito mezzi tradizionali ancora funzionanti in favore di modelli smart.
 
L’INDAGINE DI SAMOTER-VERONAFIERE PRESENTATA AL SAMOTER DAY3-Dg-Giovanni-Mantovani.jpg

Sono alcuni degli aspetti che emergono dall’indagine a cura di SaMoTer-Veronafiere, in collaborazione con Prometeia e realizzata con il supporto di Ance Verona, Anepla, Assodimi – Assonolo, Nad, Unacea, presentata lo scorso 29 ottobre al Centro Congressi di Veronafiere durante la sesta edizione del SaMoTer Day.
La ricerca fornisce una mappatura aggiornata del parco macchine per costruzioni attivo in Italia e mette in luce i cambiamenti intercorsi nel decennio 2008-2018 con riferimento alle sue dimensioni, alle caratteristiche tecnologiche, all’età media e ai principali aspetti connessi alle modalità d’uso dei macchinari, in proprietà e a noleggio.

«Con il SaMoTer Day, giornata di incontro e confronto per la community di SaMoTer, vogliamo mettere a disposizione delle imprese un vero e proprio strumento di market intelligence con cui affrontare gli scenari economici attuali e futuri, sempre più in rapido mutamento», è stato il commento del direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani (nella foto sopra). «Un moderno operatore fieristico, infatti, oggi deve affiancare alla promozione di prodotto il ruolo di fornitore di soluzioni ai propri clienti».
 

 


UN PARCO MACCHINE PER LE COSTRUZIONI DA POCO MENO DI 180 MILA UNITÀ

 (Foto - n° 4 - 5 - 6 )

Il campione preso in esame dalla ricerca è di 514 realtà, di diversi settori di attività e dimensioni. Il mercato di riferimento in Italia, che si estende dalle aziende di costruzioni a quelle manifatturiere, estrattive, agricole o specializzate in scavo, conta complessivamente 120.224 imprese e 1,018 milioni di addetti per un valore della produzione di 188,71 miliardi di euro.

Il parco macchine per costruzioni, stimato in 179.224 mezzi, è composto principalmente da macchine per il movimento terra (66,1%), per il sollevamento (20,7%), stradali (8,2%), per il calcestruzzo (4%) e quelle per la perforazione (1,1%).
In media, il 30 per cento di questi mezzi fa capo ai noleggiatori, con rilevanti distinzioni tra le diverse tipologie di macchine: il peso del parco noleggio spazia dal 61 per cento dei mezzi per il sollevamento al 2 per cento di quelli per il calcestruzzo.
 
ALLA RICERCA DI MAGGIORE INNOVAZIONE

Il manifatturiero è il settore che ha maggiormente rinnovato il proprio parco mezzi introducendo macchine intelligenti, seguito dalle grandi imprese di costruzioni. A influire sulla decisione di acquistare queste nuove tecnologie è stata soprattutto la ricerca di modelli più innovativi (67,9%).
Rilevante nella scelta di acquisto è la possibilità di accedere a misure di agevolazione: il 44 per cento degli intervistati ha dichiarato di averne utilizzate per acquistare le macchine in parco, in particolare super ammortamento, nuova Sabatini e bandi ISI.
La caratteristica più diffusa tra le diverse tecnologie di macchine, sia nel parco degli utilizzatori che in quello dei noleggiatori, è la geolocalizzazione, mentre i benefici ritenuti più strategici da parte delle imprese (67,4% degli intervistati) riguardano la sicurezza, ma anche la sostenibilità ambientale, in particolare per le grandi imprese di costruzioni, il manifatturiero, le multiutility e le aziende agricole.
 
MANUTENZIONE PREDITTIVA E MOTORI ELETTRICI IN CIMA ALLE RICHIESTE
Guardando al futuro, le aziende si aspettano un aumento della strategicità delle tecnologie intelligenti nei prossimi anni: la manutenzione predittiva è quella riconosciuta più determinante oggi e in futuro, la motorizzazione elettrica è quella che, invece, secondo gli intervistati, vedrà la crescita maggiore.
 
IL 78 PER CENTO DEL PARCO DEGLI UTILIZZATORI È COSTITUITO DA MACCHINE ACQUISTATE NUOVE

Il parco macchine per costruzioni facente capo agli utilizzatori è stimato in poco meno di 120 mila unità, di cui oltre il 70 per cento è rappresentato dal comparto del movimento terra.
In media, il 78 per cento del parco è costituito da macchine acquistate nuove, il restante 22 per cento da usate. La quota di usato è particolarmente elevata nelle macchine per la perforazione, dove supera il 40 per cento. Per il movimento terra è in aumento al 22 per cento, dal 7 per cento dell’indagine 2008.
 
FA CAPO AI NOLEGGIATORI CIRCA IL 30 PER CENTO DEL PARCO

(Foto n° 8 e 9)

La scelta di ricorrere a macchine a noleggio, rispetto all’utilizzo di quelle in proprietà, ha inciso per circa il 30 per cento nell’ultimo biennio. Le piccole imprese di costruzioni, i vivai, e le aziende agricole sono le categorie di imprese che maggiormente fanno ricorso a servizi di noleggio.

Le macchine di proprietà vengono utilizzate in media per 759 ore annue, contro le 281 delle macchine noleggiate. Per il movimento terra il dato medio (690 ore) è in linea con quello del 2008.
Guardando alla composizione del parco per fasi di motorizzazione, nel campione analizzato si rileva una più alta incidenza di macchine obsolete (Fase I e II) tra le macchine per il calcestruzzo e per la perforazione. Movimento terra e macchine stradali, invece, vantano circa un terzo delle macchine in parco in Fase IV e V (di recente inserimento).
 
UN’ETÀ MEDIA DI CIRCA 11 ANNI

L’età media è di circa 11 anni, seppur con qualche distinzione: macchine stradali e movimento terra mostrano un’età media intorno ai 10 anni, le macchine per il sollevamento oltre i 14.
Tra gli operatori, il parco più “giovane” è detenuto dalle imprese di raccolta e smaltimento rifiuti, scavi e demolizioni e grandi imprese di costruzioni, il più “anziano” dalle piccole imprese di costruzioni.
 
PARCO MACCHINE MOVIMENTO TERRA DIMEZZATO RISPETTO AL  2008

(Foto n° 11)

L’indagine stima che le macchine movimento terra siano 118.402: il parco mezzi risulta dimezzato rispetto al 2008, con un calo più forte per gli utilizzatori (-59%) rispetto ai noleggiatori (-19%), in linea con il ridimensionamento del mercato determinato dalla crisi del settore edile. A fronte di ciò, il peso del noleggio nel movimento terra appare in forte aumento nell’ultimo decennio, salendo al 29.6 per cento dal 18 per cento stimato nel 2008.
Più nel dettaglio, la riduzione del parco è stata nettamente più forte per gli utilizzatori rispetto ai noleggiatori: per gli utilizzatori il calo ha interessato tutte le tipologie di macchine, con una fortissima flessione per le terne (-75%) e solo una piccola correzione (-18%) per i dumpers.
I noleggiatori hanno, invece, dismesso principalmente le macchine più grandi e «tradizionali» (apripista, dumpers, terne, pale cingolate), puntando sulle macchine più piccole e versatili (miniescavatori, minipale, telescopici) che hanno sostanzialmente mantenuto i livelli del 2008.
 
Fonte: Veronafiere
Fonte tabelle: Prometeia.
 

 

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(Nobili spa)

Un progetto di tracciabilità teso a raggiungere il perfetto connubio 
tra produttore e consumatore


La Patata di Bologna D.O.P. - prima patata italiana insignita della Denominazione d’Origine Protetta - germoglia e cresce nelle campagne del bolognese: è così che nasce un prodotto ricco di storia, tradizioni e bontà eccezionale. Il Consorzio di Tutela Patata di Bologna D.O.P. si impegna a garantire la qualità di questa preziosa varietà - la Primura - determinata dalla sua natura, dalla passione dei suoi produttori, che da generazioni si tramandano saperi e tecniche colturali, ma anche dal territorio in cui viene coltivata: terreno, clima, ambiente di conservazione, sono gli ingredienti di una patata che ha la sua tipicità nello stretto legame con i fertili suoli bolognesi.


È proprio a questi suoli che oggi il Consorzio intende riportare i consumatori della Patata di Bologna D.O.P., attraverso un sistema di tracciabilità. Il progetto “COLTIVATORI DI VALORI” svela al consumatore chi è lo specifico produttore del sacchetto di patate acquistato, facendo riscoprire i valori che le patate bolognesi acquisiscono fin dalla semina: storia, tradizione, impegno, passione, naturalità.


Il progetto mira a fornire un’informazione trasparente, tracciando un percorso che ripercorre la storia del prodotto. Come funziona? Su ogni sacchetto di Patata di Bologna D.O.P. è possibile trovare un QR Code e un Codice di Rintracciabilità (C.R.). Inquadrando il QR Code con il proprio smartphone oppure accedendo al sito www.patatadibologna.it/coltivalori/, verrà richiesto di inserire il Codice di Rintracciabilità (C.R.). Dopo l’inserimento, il consumatore accederà direttamente a una pagina dedicata al produttore e al campo dove sono state coltivate le patate acquistate. All'interno di questo spazio web è possibile trovare informazioni sugli ettari coltivati, curiosità e cenni storici relativi a quel produttore e a quel determinato terreno. Sempre dal sito è possibile operare una ricerca dei coltivatori per Comune, oppure sfogliare le pagine dei singoli coltivatori scorrendo la gallery fotografica.


La Patata di Bologna D.O.P. è coltivata principalmente tra i due fiumi Sillaro e Reno, all’interno di una determinata zona che comprende i Comuni di: Budrio, Castenaso, Ozzano dell’Emilia, San Lazzaro di Savena, Castel San Pietro Terme, Castel Guelfo di Bologna, Medicina, Molinella, Baricella, Minerbio, Granarolo dell’Emilia, San Giovanni in Persiceto e Crevalcore.


D'altronde, la pataticoltura ha profonde radici nelle tradizioni rurali della provincia bolognese: già nell’Ottocento, quando le patate si chiamavano ancora “Pomi di Terra”, gli studiosi istruivano i contadini a coltivarle in questi terreni prediletti e all’uopo resi coltivabili, strappati alla forza dell’acqua con le prime bonifiche. Poderi e saperi sono stati tramandati con passione e perfezionati nel tempo.
«Siamo estremamente orgogliosi di questo progetto - dichiara Davide Martelli, Presidente del Consorzio - che abbiamo fortemente voluto per dimostrare la nostra trasparenza nei confronti dei consumatori, i quali devono essere sicuri ed informati sulla qualità e sulla tracciabilità del prodotto che vanno ad acquistare. Il Consorzio di Tutela Patata di Bologna D.O.P. associa esclusivamente produttori iscritti al piano dei controlli, con terreni nella provincia di Bologna e sottoposti alla stretta vigilanza dell'Organo di Controllo dei prodotti a denominazione d'origine. Nel rispetto di uno stringente Disciplinare produttivo, dell'ambiente e del territorio, tutti i Soci del Consorzio valorizzano la tipica bontà della Patata di Bologna D.O.P. con passione e dedizione. Oggi - conclude Martelli - grazie al progetto "COLTIVATORI DI VALORI", il consumatore potrà raggiungere ognuno di quei produttori e ciascuno di quei terreni, assaporandone tutta la storia e la tradizione pataticola. Un viaggio divulgativo e al tempo stesso emozionale, in grado di accompagnare le persone alle origini, al territorio e al cuore del nostro prodotto».


«La Patata bolognese D.O.P. - è il commento del Vicesindaco della Città metropolitana Fausto Tinti - è un prodotto di eccellenza del nostro territorio: diffuso (si coltiva in ben 13 comuni) e radicato (si coltiva fin dall'800). In un mondo sempre più globalizzato, anche in campo alimentare, la qualità va curata e difesa. In questo senso salutiamo positivamente questa iniziativa del Consorzio di Tutela che rafforza ulteriormente il concetto di tracciabilità che arriva a raccontare al consumatore, attraverso il packaging del prodotto, la storia di chi lo produce e quindi di un pezzo importante del tessuto economico del nostro territorio».


«Un’iniziativa che punta a far conoscere sempre meglio la produzione della Patata di Bologna D.O.P. e tutto il mondo di produttori che unisce tradizione agricola e innovazione - afferma l’Assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli -. La rintracciabilità diventa il vero e proprio biglietto da visita di un prodotto che continua a crescere, valorizzando il territorio e la sua storia. La qualità dei prodotti Dop e Igp – precisa Caselli - passa anche attraverso tecniche produttive rivolte alla sicurezza del consumatore e alla salvaguardia dell’ambiente e a questi obiettivi è rivolta l’azione della Regione. Attraverso le proprie strutture tecniche, tra le quali il servizio Fitosanitario, la Regione si fa interprete delle esigenze dei produttori e dà un forte sostegno alla ricerca, come nel caso del progetto sulla “certificazione analitica della patata dell'Emilia Romagna” finanziato con la Misura di innovazione nell’ambito dei progetti di filiera del Psr. È la dimostrazione - prosegue Caselli - che la politica di sostegno all’innovazione e alla promozione è indispensabile per valorizzare le Indicazioni geografiche e le produzioni tradizionali di cui è ricca l’Emilia-Romagna, come dimostra l’iniziativa di oggi che dà l’avvio al secondo dei due importanti progetti di promozione della patata bolognese che la Regione ha finanziato al Consorzio, tramite il Psr, per oltre 400 mila euro».


www.patatadibologna.it 
https://www.facebook.com/patatadibolognadop/ 
https://www.instagram.com/patatadibolognadop/ 


Bologna 6 novembre 2019

Editoriale:  - Dal MOSE al MUSE, la storia infinita delle incompiute - Latte in periodo di stabilità, burro torna in discesa - Con l’ANSA alla ricerca delle eccellenze. - Cereali e dintorni. Nessuno scossono dopo le stime USDA. - Dall'emergenza alla prevenzione: 3,5 milioni di euro a favore delle aziende agricole di montagna. ore delle aziende agricole di montagna -


SOMMARIO Anno 18 - n° 46 17 novembre 2019 Cibus-46-17nov19-COP.jpg
1.1 editoriale
Dal MOSE al MUSE, la storia infinita delle incompiute
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Latte in periodo di stabilità, burro torna in discesa
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Nessuno scossone dopo le stime USDA..
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Pochi rumors dai mercati delle materie prime.
7.1 Lambrusco tra storia e tradizioni Alla riscoperta del Lambrusco
7.2 eccellenze nazionali Con l’ANSA alla ricerca delle eccellenze. 
8.1 montagna Montagna, più sicurezza per le aziende agricole grazie alla Bonifica Parmense
8.2 bonifica Dall'emergenza alla prevenzione: 3,5 milioni di euro a favore delle aziende agricole di montagna. ore delle aziende agricole di montagna.
9.1 patata bologna DOP Il Consorzio di Tutela Patata di Bologna D.O.P. presenta: "COLTIVATORI DI VALORI"
10.1 meccanica specializzate Macchine per le costruzioni: tecnologia intelligente e contenuti green spingono gli acquisti
12.1 agriturismi e fattorie didattiche 7 milioni di euro per gli agriturismi dell’Emilia Romagna.
13.1promozioni “vino” e partners
14.1 promozioni “birra” e partners

 

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Settimana caratterizzata dalla continua congiunzione al ribasso nei formaggi, mentre il latte inverte il trend delle ultime settimane. La crema in leggero rialzo, a Verona la panna in crescita.

di Virgilio e Jacopo Parma 12 novembre 2019 - 

LATTE SPOT – Alla borsa di Verona il latte ha un’inversione di tendenza nei prezzi. Rispetto alla settimana precedente, rimangono fermi i listini del latte spot nazionale e intero pastorizzato estero; lo scremato pastorizzato spot estero guadagna un +1,9%, a 27,95 e 28,98 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – Dopo l’ultimo aggiornamento del listino dei prezzi, a Milano ritorna una forte contrazione dei diversi prodotti derivati del latte; la crema e la panna, invece, mostrano invece indicazioni positive. Novità nello zangolato reggiano, con un deprezzamento del -4,3%.

Borsa di Milano 11 novembre 2019: 
BURRO CEE: 3,30 €/Kg. (-1,5%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,55 €/Kg.  (-1,4%)
BURRO PASTORIZZATO: 1,70 €/Kg.  (-2,9%)
BURRO ZANGOLATO: 1,50 €/Kg. (-3,2%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,86 €/Kg. (+1,1%)
MARGARINA ottobre 2019: 0,87 - 0,93 €/kg (=)

Borsa di Verona 11 novembre 2019: (=)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,85 – 2,05 €/Kg.

Borsa di Parma 8 novembre 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,10 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 12 novembre 2019 (- 4,3%)
BURRO ZANGOLATO: 1,10 - 1,10 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 11 novembre 2019 – Continua la discesa dei prezzi nel Grana Padano, sempre alla medesima percentuale della settimana precedente, in tutte le tipologie di stagionatura.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,45 – 7,55 €/Kg. (-1,3%)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,30 – 8,55 €/Kg. (-0,6%)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,80 – 9,05 €/Kg. (-0,6%)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,05 – 6,20 €/Kg. (-1,6%)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 8 novembre 2019 – Dopo la pausa per le festività di inizio novembre, la borsa di Parma riapre dove aveva lasciato: sempre in ribasso le diverse forme di stagionatura, con un rincaro in negativo del 12 e del 15 mesi del Parmigiano Reggiano.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,15 - 10,35 €/Kg. (-2,8%)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 10,45 - 10,55 €/Kg. (-2,8%)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 11,20 - 11,65 €/Kg. (-1,7%)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 11,90 - 12,40 €/Kg. (-1,6%)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,00 - 13,40 €/Kg. (-1,5%)

 
#Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly

 

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 (Grafici)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Martedì, 12 Novembre 2019 09:19

Alla riscoperta del Lambrusco

Un viaggio nel “lambrusco”, tra aromi, tradizione, cucina e storia.



By Food & Wine ARGA - UNAGA

Per conoscere il mondo del LAMBRUSCO la giornalista ARGA Francesca Caggiati intervista Mascia Foschi - general manager del Marcello experience di Pilastro di Langhirano (PR) - fornisce una gustosa ricetta, consigli di lettura e per finire nella splendida cornice della Biblioteca Monumentale del Monastero di San Giovanni Evangelista a Parma, il prof. Giovanni Ballarini racconta la storia del lambrusco. Riprese e montaggio a cura di Sale in Zucca.

Link Video:
https://www.youtube.com/watch?v=rFYx1IQ238A&feature=youtu.be

 

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Per conoscere il mondo del Lambrusco la giornalista ARGA Francesca Caggiati intervista Mascia Fochi - general manager del Marcello experience di Pilastro di Langhirano (PR) - fornisce una gustosa ricetta, consigli di lettura e per finire nella splendida cornice della Biblioteca Monumentale del Monastero di San Giovanni Evangelista a Parma, il prof. Giovanni Ballarini racconta la storia del lambrusco. Riprese e montaggio a cura di Sale in Zucca.

 

Lunedì, 11 Novembre 2019 06:35

Gli Gnocchi di San Martino

 La temperatura mite e il cielo limpido e azzurro hanno segnato la tradizionale festa di San Martino di Noceto. Tra bancarelle, profumi, eventi e trattori si è svolta la gara degli "Gnocchi di San Martino".

Di LGC 11 novembre 2019 - Sin dalle prime ore del mattino il centro di Noceto è stato un fermento di attività e eventi attraendo in tantissimi da ogni parte della provincia di Parma.
Dall'esposizione delle bovine da latte, alle ultime novità in fatto di trattori molti gli eventi che erano in calendario per intrattenere dai più piccini ai diversamente giovani che si sono riversati nel ridente villaggio parmense che ha dato il nome a un pregiato liquore di antica tradizione contadina, il "nocino" appunto.

Così, nel primo pomeriggio il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha riproposto la magia della produzione del Re dei formaggi sotto la puntuale narrazione di Igino Morini e, quasi in contemporanea, si è svolta la gara degli "Gnocchi di San Martino", a cura della Commissione De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine) che ha anche guidato la giuria, e magistralmente organizzata dall'associazione "Stirpe Pellerossa" di Noceto.

Nell'attesa che i tre finalisti, Silvia Candiani, la vincitrice dell'edizione 2018, Pierluigi Bellini e Tamara Cavazzini completassero la preparazione dei loro Gnocchi, Antonio l'"ortolano" ha preso in mano la conduzione della gara vestendo i panni di un navigato e simpaticissimo speaker di manifestazione. Così, tra una battuta ironica e la descrizione del lavoro che i concorrenti stavano realizzando sui taglieri, ha coinvolto il pubblico e i molti bambini presenti, intervistato gli organizzatori e gli stessi concorrenti cercando di scucire loro i segreti degli impasti. Il presidente della giuria e della commissione De.C.O, Lamberto Colla ha invece esposto il regolamento della gara e colto l'occasione per illustrare l'attività e gli obiettivi della Commissione, che ogni anno viene nominata dal Sindaco. E' stata quindi la volta del Sindaco Fabio Fecci il quale invece ha mostrato tutta la sua soddisfazione per come l'evento stava procedendo e soprattutto ha rimarcato il magnifico lavoro delle associazioni di volontariato locali e della grande collaborazione che tra di esse si è instaurata.

I tre finalisti hanno infine consegnato i loro lavori agli organizzatori che hanno proceduto alla cottura gli gnocchi e, in anonimato, sottoposti al giudizio dei componenti la giuria i quali si sono espressi assegnando un voto da 1 a 10 su tre caratteristiche: aspetto, consistenza e gusto delle porzioni n° 1, n° 2 e n° 3 che mascheravano i nomi di ciascun concorrente.

Dalla sommatoria dei voti la vittoria è stata assegnata a Tamara Cavazzini, seguita da Silvia Candiani che ha così dovuto abbandonare "il gran Mattarello" e terzo classificato il rappresentante maschile Pierluigi Bellini.

Il video dei risultati: https://youtu.be/bvDS4Nd3PR4

Editoriale:  - Ex ILVA: perché lo scudo penale vale solo per gli uomini di governo. - Lattiero caseario. Burro di nuovo stabile, crema in leggero ribasso - Cereali e dintorni. Alcune anticipazioni della Reuters sui dati USDA. - “La Plastic Tax scarica su imprese e lavoratori il costo della sostenibilità ambientale - Come si crea e si distribuisce il valore nella filiera del food. - Agrievolution 2019: colture specializzate, il futuro è loro-

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SOMMARIO Anno 18 - n° 45 10 novembre 2019
1.1 editoriale
Ex ILVA: perché lo scudo penale vale solo per gli uomini di governo.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Burro di nuovo stabile, crema in leggero ribasso
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. I mercati restano in attesa.
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Alcune anticipazioni della Reuters sui dati USDA. .
7.1 ambiente bonifica “La Plastic Tax scarica su imprese e lavoratori il costo della sostenibilità ambientale”
7.2 food economia Come si crea e si distribuisce il valore nella filiera del food.
8.1 agricoltura e DEF L'agricoltura torna protagonista. 600 milioni di euro per l'agricoltura nella Legge di Bilancio 2020-2022
8.2 benessere e salute BIOESSERE: due giorni di benessere in tutte le sue forme
9.1 latte Parmigiano reggiano Prezzo "a riferimento" del latte industriale - II quadrimestre 2018.
10.1 meccanica specializzate Agrievolution 2019: colture specializzate, il futuro è loro
12.1promozioni “vino” e partners
13.1 promozioni “birra” e partners
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Accordo UE-Cina, la soddisfazione di Alleanza Cooperative: “apre buone opportunità commerciali alle nostre imprese”


Roma, 7 novembre 2019 – Roma, 7 novembre 2019 – “Alleanza Cooperative Agroalimentari esprime soddisfazione sull'intesa siglata tra Ue e Cina, un accordo che tutela molte delle produzioni di eccellenza italiane, a partire dalle DOP del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano, ed offre al contempo buone opportunità commerciali alle imprese e alle cooperative agroalimentari già molto attive da tempo in Cina, specie nei comparti del vino e dei formaggi”.


Così il presidente Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri commenta l'accordo bilaterale siglato tra Ue e Cina, che andrà in vigore nel 2020 e che prevede il mutuo riconoscimento di 100 Indicazioni Geografiche Protette europee in Cina (di cui 26 italiane) e altrettante Ig cinesi in Europa. In attesa di esaminare il testo, confidiamo che la Cina riservi alle nostre IG lo stesso grado di tutela oggi assicurato nel mercato europeo.
La lista dei prodotti tutelati verrà ampliata nei prossimi quattro anni. “Ci sono alcune esclusioni – commenta il presidente Mercuri – che sicuramente determineranno costi aggiuntivi sia per le imprese che hanno già aperto il mercato (come nel caso delle arance rosse) e che quindi dovranno subito proteggersi da sole dal punto di vista legale, sia per quelle che riusciranno ad entrare nel mercato cinese ben prima dei prossimi 4 anni, come auspichiamo per le pere e le mele. Ciò non può tuttavia esimerci dall’esprimere un giudizio complessivamente positivo sull’intesa siglata”.


“Per le nostre imprese l’export è diventato sempre di più un obbligo – argomenta Mercuri. “Come Alleanza cooperative accogliamo pertanto con favore – conclude Mercuri - ogni accordo commerciale che aiuti ad aprire mercati lontani e a favorire le opportunità di business che accrescono la presenza dei nostri prodotti agroalimentare di eccellenza fuori dai confini comunitari”.

Ricavi a livello mondiale per circa 889 miliardi di dollari USA, una superficie investita, sempre su scala globale, pari a circa 143 milioni di ettari, in crescita del 5,5 per cento nel periodo 2000-2016, con produzione e rese che nello stesso arco di tempo sono aumentate rispettivamente del 24 e del 20,5 per cento, grazie soprattutto alla crescita del livello di meccanizzazione.


Meccagri.it By Barbara Mengozzi - È questo, in estrema sintesi, lo scenario che caratterizza le colture specializzate, protagoniste in questi ultimi anni di un’autentica escalation che ben giustifica la scelta di Agrievolution Alliance – l’organizzazione internazionale nata per promuovere i benefici della meccanizzazione in un’agricoltura globale sostenibile e che riunisce 15 associazioni di produttori di macchine agricole, in rappresentanza di oltre seimila costruttori mondiali del settore ­– di dedicare agli “specialty crops” una delle due sessioni del Summit internazionale svoltosi in Spagna, a Madrid, lo scorso 1° ottobre e seguito da una giornata di prove in campo a Valencia.

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ESIGENZE DI MECCANIZZAZIONE DIVERSIFICATE PER AREE GEOGRAFICHE

La meccanizzazione delle colture specializzate, come ha sottolineato nel suo intervento Carlo Lambro (nella foto sotto), Brand President di New Holland, manifesta livelli ed esigenze fortemente differenziate nelle diverse aree geografiche.

Per quanto riguarda la frutta, ad esempio, mentre in Europa – dove si concentra l’11 per cento delle superfici complessive (9 milioni di ettari) che generano però poco meno di un quarto dei ricavi (114 miliardi di dollari) su scala globale – sono richiesti alti livelli di meccanizzazione e di tecnologie, nelle aree APAC (Asia e Pacifico) e MEA (Middle East and Africa), dove dal 73 per cento delle superfici totali si ottiene il 53 per cento dei ricavi, siamo in presenza di bassi livelli di meccanizzazione e bassa richiesta di tecnologia.

Nell’area NAFTA (USA, Canada e Messico) – con il 3 per cento della superficie e il 10 per cento dei ricavi – alti livelli di meccanizzazione si accompagnano ad una bassa richiesta di tecnologia (grandi compagnie con operatori non specializzati), mentre una situazione completamente contrapposta si riscontra nell’area LATAM (America Latina), con il 13 per cento della superficie e dei ricavi, dove un basso livello di meccanizzazione richiede un crescente livello di tecnologia.

 

 

 



SUPERFICI IN CRESCITA PER GLI SPECIALTY CROPS, A SPESE DEI SEMINATIVI
Trend di medio termine e fabbisogni diversificati in termini di meccanizzazione anche per quale che riguarda le singole colture specializzate ma con un denominatore comune che è quello di una prevista forte crescita degli “High Value Crops” nei prossimi anni.
Previsioni di crescita degli “specialty crops” per il 2030

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Fonte: 2018 – IHS (based on FAO)



Dal 2007 al 2030 il valore della produzione di vigneti, colture orticole e frutteti dovrebbe salire infatti da 772 a 1.056 miliardi di dollari, con prospettive decisamente incoraggianti per i costruttori di macchine.
Si pensi all’alto potenziale di crescita dell’olivicoltura contraddistinta oggi da un bassissimo indice di meccanizzazione (solo il 2 per cento delle superfici investite è interamente meccanizzato), delle piantagioni di caffè (attualmente solo la varietà Arabica brasiliana, vale a dire 2 milioni di ettari a fronte di 11 milioni complessivi, è meccanizzata), della melicoltura, trascinata dalla forte crescita dei consumi in Cina, solo per fare qualche esempio.
A dare la misura del ruolo sempre più importante rivestito dalle coltivazioni specializzate all’interno del comparto agricolo ci sono anche le cifre relative all’export. Tra il 2005 e il 2017 le esportazioni mondiali di frutta sono cresciute del 120 per cento, raggiungendo quota 107 miliardi di dollari, e quelle di verdure del 100 per cento (68,7 milioni di dollari). Incrementi a due cifre anche per olio di oliva (8,1 miliardi di dollari, in crescita del 61,1 per cento) e vino (32,2 miliardi di dollari, in crescita del 70,7 per cento).

LE CONSEGUENZE DELLE NUOVE ABITUDINI ALIMENTARI7-Agrievolution-2019_Morgenstern.jpg
Ad innescare la prevista forte crescita degli “specialty crops” contribuiscono una serie di fattori, tra i quali, un ruolo di primo piano spetta ai cambiamenti in corso nei regimi alimentari con un progressivo calo dell’assunzione di proteine di origine animale ed un aumento dei consumi di frutta e verdura che sono oltretutto in grado di fornire un alto valore nutritivo con un minor impatto ambientale.
Giova ricordare a tal proposito che l’Organizzazione mondiale della sanità e la FAO raccomandano un consumo minimo giornaliero di 400 grammi di frutta e verdura per la prevenzione di malattie croniche specialmente nei Paesi meno sviluppati.

Cifre alla mano, come ha evidenziato Rainer Morgenstern (nella foto sopra), Member of the Management Board Sales and Marketing, SDF, le colture specializzate possono rappresentare una risposta alla sfida di sfamare e nutrire il pianeta negli anni a venire.

L’evoluzione è già in atto e la composizione della produzione agricola mondiale espressa in milioni di tonnellate appare destinata a modificarsi negli anni a venire con una progressiva diminuzione della componente cereali che dal 60 per cento del 2017 dovrebbe scendere al 40 per cento, mentre frutta e verdure dovrebbero salire rispettivamente dal 18 al 30 per cento e dal 22 al 30 per cento.

SPAGNA DOCET

Emblematica di questo trend è proprio la situazione spagnola dove negli ultimi anni,a fronte di una diminuzione di 200 mila ettari di superfici a seminativi, c’è stato un incremento equivalente di superfici a colture arboree, costituite prevalentemente da olivi, mandorli e piante di pistacchio (vedi tabelle qui sopra).
Qualcosa di analogo, su scala ridotta, si è verificato in Portogallo dove le superfici a seminativo sono diminuite di 100 mila ettari mentre quelle a colture arboree sono aumentate di 20.000 ettari.

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PIÙ REDDITIVITÀ E SALVAGUARDIA AMBIENTALE


Dalla meccanizzazione per le colture specializzate si attendono concrete risposte alle conseguenze dei cambiamenti climatici in atto (stress idrici, siccità, desertificazione) ma anche alle esigenze di difesa ambientale che richiedono un sempre minore impiego di mezzi chimici.
Le business opportunity offerte dagli “specialty crop”, ha fatto presente Lambro, esigono soluzioni ad hoc in tema di meccanizzazione e l’innovazione New Holland in questo campo sta cercando di rispondere con prontezza ai fabbisogni e ai mutamenti in corso. In quelle colture, ad esempio, dove è richiesta una riduzione dei costi della raccolta ed un aumento generale della redditività il brand giallo-blu prevede un utilizzo sempre più diffuso di macchine da raccolta capaci di adattarsi, con l’attivazione degli scuotitori a diverse altezze e intensità, a zone fruttifere della pianta molto differenziate, come già avviene con grande successo con le vendemmiatrici Braud New Holland adattate per raccogliere le olive e il ribes nero.
Nell’ottica, poi, di far pervenire al consumatore finale il messaggio di una produzione più ecologica condotta e gestita con criteri di sostenibilità e secondo i dettami dell’agricoltura biologica, si potranno impiegare veicoli a guida autonoma e macchine operatrici robotizzate per operazioni semplici e ripetitive, fino ad arrivare alla raccolta robotizzata grazie a telecamere, sensori e sistemi di visione artificiale in 3D.

AUTOMAZIONE E DIGITALIZZAZIONE12-Agrievolution-2019_Von-Pentz.jpg

John Deere, ad esempio, come ha ricordato Mark von Pentz (nella foto a fianco), presidente della Divisione internazionale Agriculture & Turf di John Deere, crede fermamente nell’intelligenza artificiale al servizio della meccanizzazione agricola e lo ha dimostrato con l’acquisizione della start-up californiana Blue River Technology, alla quale si deve lo sviluppo della tecnologia “See & Spray” (nella foto sopra), uno sprayer ad alto quoziente intellettivo capace di individuare le erbe infestanti o altre avversità all’interno di una coltivazione e di localizzare opportunamente la distribuzione di diserbanti, fungicidi e insetticidi.
«Puntiamo ad avere un sistema di architettura aperta che ci permetta di diventare come l’App Store di Apple dove le App di altri sviluppatori possono girare sul nostro sistema e connettersi alla macchina», ha dichiarato Von Pentz.

E, sempre con riferimento a John Deere, è rivolta espressamente al settore delle colture specializzate la partnership globale siglata dal Cervo con Pulverizadores Fede, azienda spagnola con sede a Valencia, la cui tecnologia H3O è in grado di offrire agli utilizzatori la possibilità di ottimizzare i costi operativi abbattendo i consumi di carburante e di sostanze chimiche, dimezzando l’effetto deriva e riducendo sensibilmente le emissioni acustiche.
Porta la firma di Fede anche la Specialty Crop Platform “SCG” – prezioso “tool” per controllare con assoluta precisione i trattamenti eseguiti– ora integrata nel portale My John Deere.

“MACCHINE SPECIALI PER COLTURE SPECIALI”

Ma anche relativamente ai trattori la meccanizzazione può soddisfare le specifiche richieste delle colture specializzate fabbricando macchine differenti in funzione delle differenti esigenze dei diversi Paesi ma anche delle differenti normative in materia di emissioni per quel che riguarda i motori, tenendo sempre ben d’occhio il rapporto costi benefici. «Le colture specializzate ­– ha concluso Morgenstern facendo riferimento all’accentuata diversificazione che contraddistingue la gamma di trattori specializzati SDF – necessitano di macchine speciali con speciali caratteristiche».

 

 

 

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© Barbara Mengozzi 24 ottobre 2019
Fonte tabelle: relazioni guest speakers Agrievolution Summit 2019 M1/Mechanization of specialty crops T1/Current situation and long-term trend of specialty crops.

 

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(Nobili spa)

Manovra, 600 milioni di euro per l'agricoltura nella legge di bilancio 2020-2022. Bellanova: no a nuove tasse per agricoltori con azzeramento irpef agricola. interventi per giovani, donne e made in italy

Roma 6 novembre 2019 - Le principali novità della Legge di Bilancio 2020 per il settore agricolo e agroalimentare sono state illustrate stamane dalla Ministra Teresa Bellanova.
"L'agricoltura", ha affermato la Ministra Bellanova, "è tornata nell'agenda economica da protagonista e ha avuto l'attenzione che merita, pur in un contesto di risorse limitate. Nei tre anni investiremo 600 milioni di euro per il sostegno al settore, con risorse che si aggiungono a quelle già attive. Abbiamo mantenuto l'impegno di non aumentare le tasse agli agricoltori. Per questo sono soddisfatta dell'azzeramento dell'Irpef per chi vive di agricoltura, che significa quasi 200 milioni di euro che lasciamo alle imprese per investire.
Credo molto nelle energie che donne e giovani possono mettere al servizio dell'agricoltura italiana. E abbiamo dedicato a loro due misure: il bonus 'donna in campo' per erogare mutui a tasso zero per le imprenditrici e per gli under 40 sarà lo Stato a pagare i contributi per chi apre una nuova attività.
Abbiamo stanziato anche 30 milioni di euro per il sostegno alle filiere e all'autentico Made in Italy e c'è una dotazione per affrontare l'emergenza della cimice asiatica da 80 milioni di euro. Su questo fronte sappiamo che servirà fare ogni sforzo per aiutare le aziende colpite. Per la pesca abbiamo recuperato i ritardi e garantito l'indennità 2019 per i pescatori e lavoriamo per rendere strutturale la misura. Sono convinta che in Parlamento potremo ulteriormente rafforzare gli interventi per il settore con un confronto operativo e costruttivo con tutte le forze politiche".


LE PRINCIPALI MISURE AGRICOLE 


AZZERATA IRPEF AGRICOLA, 200 MILIONI DI EURO DI TASSE IN MENO PER AGRICOLTORI
Confermato l'azzeramento dell'Irpef per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. La misura vale 200 milioni di euro annui e si aggiunge alla cancellazione stabile dell'Imu sui terreni agricoli e dell'Irap, per un beneficio fiscale complessivo da 1 miliardo di euro. 


CIMICE ASIATICA, 80 MILIONI DI EURO PER RISTORO DEI DANNI ALLE IMPRESE
80 milioni di euro nel triennio per ristoro dei danni provocati dalla cimice asiatica. È questa la dotazione destinata al Fondo di solidarietà per intervenire a supporto delle imprese danneggiate dalla diffusione dell'insetto, in particolare nelle regioni del nord. 


GIOVANI, AZZERAMENTO CONTRIBUTI PREVEDENZIALI PER CHI VUOLE DIVENTARE IMPRENDITORE AGRICOLO
Per i giovani che aprono una impresa agricola sarà lo Stato a pagare i contributi previdenziali per i primi 24 mesi. 44 milioni di euro di spesa per far nascere nuove giovani imprese e per semplificare la vita alle start up agricole condotte da under 40. 

BONUS "DONNE IN CAMPO", MUTUI A TASSO ZERO PER L'IMPRENDITORIA FEMMINILE IN AGRICOLTURA
Un fondo rotativo da 15 milioni di euro per garantire mutui a tasso zero per le donne che sono imprenditrici agricole o che lo vogliono diventare. Una misura concreta per favorire gli investimenti al femminile nel settore primario, dove oggi una impresa su tre è condotta da una donna. 

FONDO PER LA COMPETITIVITÀ, 30 MILIONI DI EURO PER IL SOSTEGNO DELLE FILIERE AGRICOLE
30 milioni di euro complessivi nel biennio 2020-2021 a sostegno dell'agroalimentare Made in Italy, con interventi per il rafforzamento della competitività delle filiere, a partire dalle produzioni d'eccellenza e dai mercati più importanti. Per la filiera grano pasta sono previsti 30 milioni di euro per i contratti di filiera, a cui si aggiungono 10 milioni del 2019. 

GARANZIE PER LE NUOVE TECNOLOGIE, L'AGRICOLTURA DI PRECISIONE E LA BLOKCHAIN
30 milioni di euro finalizzati ad azzerare il costo delle garanzie per gli imprenditori agricoli e per facilitare l'accesso al credito per gli investimenti in innovazione tecnologica, agricoltura di precisione e tracciabilità dei prodotti. 

PESCA, ASSICURATA LA COPERTURA INDENNITÀ 2019 PER FERMO OBBLIGATORIO
È confermata la copertura per garantire l'indennità del fermo pesca obbligatorio per i lavoratori dipendenti.Nella legge di bilancio viene assicurata la copertura ai lavoratori della pesca dell'indennità 2019, recuperando i ritardi precedenti dal momento che la misura non risultava coperta. Sarà dunque assicurato il riconoscimento dell'indennità giornaliera pari a 30 euro per il periodo di sospensione dell'attività lavorativa nel 2019. 

COLLEGATO AGRICOLTURA
È previsto un disegno di legge collegato alla manovra dedicato al settore agricolo. Si tratta di uno strumento utile per il mondo agricolo e agroalimentare con il primo obiettivo che è semplificare. Insieme a questo il Collegato sarà utilizzato per dare prospettiva e futuro alle imprese agricole e si dovrà coordinare con il lavoro per il Piano strategico nazionale.   

 

Latte spot continua il suo periodo di calo dei prezzi. Nei formaggi il Grana Padano non arresta la discesa. I prodotti di riferimento alla borsa di Parma sono fermi per le festività di inizio novembre, con una sola rilevazione del Parmigiano Reggiano a 24 mesi da quella di Reggio Emilia. 

 
di Virgilio e Jacopo Parma 05 novembre 2019 - 
 
LATTE SPOT – Rimangono in negativo i prezzi del latte spot nazionale e intero pastorizzato; lo scremato pastorizzato spot estero mantiene i prezzi tra 27,43 e 28,46 €/100 al litro. Nel dettaglio, il crudo spot nazionale scende ancora di -1,1%, a 45,88 e 46,91 €/100 al litro. Invece, il latte intero pastorizzato spot estero cala di un -1,7%, al 43,82 e 44,33 €/100 al litro.
 
BURRO E PANNA – Dopo settimane di rincaro dei prezzi, si stabilizza il tariffario del burro. La crema e la panna, invece, registrano una lieve contrazione. Lo zangolato reggiano torna anch’esso stabile.
 
Borsa di Milano 4 novembre 2019: 
BURRO CEE: 3,35 €/Kg. (=)
BURRO CENTRIFUGA: 3,60 €/Kg.  (=)
BURRO PASTORIZZATO: 1,75 €/Kg.  (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,55 €/Kg. (=)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,84 €/Kg. (-2,1%)
MARGARINA ottobre 2019: 0,87 - 0,93 €/kg (=)
 
Borsa di Verona 5 novembre 2019: (-1,27%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,85 – 2,05 €/Kg.
 
Borsa di Parma 25 ottobre 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,10 €/Kg.
 
Borsa di Reggio Emilia 5 novembre 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,15 - 1,15 €/kg.
 
GRANA PADANO – Milano 4 novembre 2019 – Non si arresta la lenta emorragia di segno negativo dei prezzi nel Grana Padano in tutte le tipologie di stagionatura.
 
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,55 – 7,65 €/Kg. (-1,3%)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,35 – 8,60 €/Kg. (-0,6%)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,85 – 9,10 €/Kg. (-0,6%)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,15 – 6,30 €/Kg. (-1,6%)
 
PARMIGIANO REGGIANO – Parma 5 novembre 2019 – Alla borsa di Parma il listino è fermo all’ultima rilevazione del 25 ottobre per festività di inizio novembre. La borsa di Reggio Emilia registra un -1,2% sul 24 mesi, con un prezzo tra 11,85 e 12, 35%.
 
-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,45 - 10,65 €/Kg. (-1,9%)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 10,75 - 10,85 €/Kg. (-1,8%)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 11,40 - 11,85 €/Kg. (-0,8%)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,10 - 12,60 €/Kg. (-1,6%)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,20 - 13,60 €/Kg. (-1,5%)

 
#Filiera #Latte #DOP #formaggi #food #madeinitaly #lattierocaseari @theonlyparmesan@ClaudioGuidetti @100MadeinItaly

 

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Editoriale:  - Umbri: pochi e per di più fasci-leghisti. -Lattiero caseario. Latte in leggera flessione, formaggi in caduta libera - Cereali, Mercati alla ricerca di fattori esterni. - Alimentare, Fatturato aumentato più nel Mezzogiorno che nel resto del Paese - Prezzo "a riferimento" del latte industriale - II quadrimestre 2018.-


SOMMARIO Anno 18 - n° 44 3 novembre 2019 cibus-44-3nov19-COP.jpg
1.1 editoriale
Umbri: pochi e per di più fasci-leghisti.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Latte in leggera flessione, formaggi in caduta libera
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Mercati alla ricerca di fattori esterni.
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 ambiente bonifica Consorzio della Bonifica Parmense: terminati i lavori di regimazione della strada Sarignana-Rusino
6.2 vegan day - le top ten Ecco la Top 10 delle città più vegan friendly d’Italia
7.1 ambiente e eventi Coopservice a Ecomondo: uniti per un mondo migliore
7.2 alimentare su e export Alimentare, Fatturato aumentato più nel Mezzogiorno che nel resto del Paese
9.1 latte Parmigiano reggiano Prezzo "a riferimento" del latte industriale - II quadrimestre 2018.
10.1promozioni “vino” e partners
11.1 promozioni “birra” e partners

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Venerdì, 01 Novembre 2019 06:11

Confcooperative, servono misure "azzera-dazi"

Agroalimentare, servono misure ‘azzera-dazi’, è questa la richiesta di Confcooperative Fedagripesca ER

(Bologna, 31 ottobre 2019) – “Sosteniamo con forza la richiesta di misure ‘azzera-dazi’ e di interventi compensativi avanzata all’Unione Europea dal ministro Teresa Bellanova e dall’assessore regionale Simona Caselli. È necessario aiutare le nostre imprese riducendo i danni causati dai dazi aggiuntivi USA sulle eccellenze agroalimentari italiane, a partire dai prodotti più colpiti come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, due filiere fondamentali per l’economia della nostra regione”.


È quanto ha dichiarato Paolo Bono, responsabile di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna (425 cooperative agroalimentari con 55.000 soci e 9,7 miliardi di euro di fatturato), intervenendo oggi all’iniziativa “L’Emilia-Romagna dice no ai dazi e sì alla tutela di Dop e Igp” tenutasi a Bologna e organizzata dalla Regione.


“Le nostre imprese hanno necessità di aprire nuovi mercati per fare fronte alla flessione dei consumi interni – ha aggiunto Bono –, purtroppo si trovano invece a fare i conti con chiusure doganali improvvise come nel caso dell’embargo russo, con barriere fitosanitarie che respingono i nostri prodotti, dal Far East all’America Latina, e adesso anche con l’inasprimento di dazi USA, che si aggiungono a quelli già presenti. Per questo siamo contrari a chiusure politiche in tema di scambi commerciali e chiediamo a Governo e UE di rafforzare la dotazione finanziaria per la promozione dei prodotti agroalimentari in Paesi che presentano nuovi spazi di mercato e interesse per i nostri prodotti”.

Giovedì, 31 Ottobre 2019 10:42

Cresce l'alimentare al Sud.

Cresce l'alimentare al Sud. Fatturato aumentato più nel Mezzogiorno che nel resto del Paese. Ora la scommessa è sull'export

Il rapporto di Ismea in collaborazione con Cibus e Federalimentare mostra una fotografia del food & beverage nel Mezzogiorno

Salerno, 30 ottobre 2019 – Il settore agroalimentare del Mezzogiorno ha le carte in regola per rafforzare il suo ruolo strategico e rappresentare un fattore di traino economico per quest’area, puntando a un alto posizionamento in termini di qualità e al forte legame col territorio. È quanto emerge dal Rapporto sulla Competitività dell’Agroalimentare nel Mezzogiorno, realizzato dall’ISMEA, in collaborazione con Fiere di Parma e Federalimentare, presentato oggi presso l’Università degli Studi di Salerno.

Lo studio evidenzia come i recenti mutamenti dello scenario globale abbiano sostenuto una crescita senza precedenti delle esportazioni del Made in Italy alimentare, grazie a una ritrovata coerenza del modello di specializzazione agroalimentare italiano con le tendenze della domanda mondiale, che ha spinto l’export agroalimentare del Sud a toccare la cifra di 7 miliardi di euro nel 2018.
Nel Mezzogiorno, nonostante il consistente e duraturo impatto della crisi economica iniziata nel 2008, il permanere di un tessuto imprenditoriale caratterizzato da imprese medio-piccole e, più in generale, la conferma di alcuni storici limiti allo sviluppo economico, il settore agroalimentare è cresciuto, nell’ultimo triennio, in termini di valore aggiunto - che supera i 19 miliardi di euro -, di numero di imprese - 344 mila imprese agricole e 34 mila imprese dell’industria alimentare - e di occupati, che si attestano a circa 668 mila unità, pari al 10% del totale occupati al Sud.
Anche il confronto con il Centro-Nord mette in evidenza come, nello stesso periodo, il fatturato dell’industria alimentare sia cresciuto più al Sud (+5,4%) che nel resto del Paese (+4,4%).
La specifica composizione settoriale, l’elevata incidenza delle medie imprese – che si sono rivelate quelle più dinamiche e in grado di adattarsi ai mutati scenari – oltre che il determinante contributo delle imprese di più recente costituzione, hanno consentito all’agroalimentare del Mezzogiorno di ottenere performance di tutto rispetto e, in taluni casi, superiori a quelle dei corrispondenti settori del Centro-Nord.
Performance positive hanno riguardato soprattutto alcune filiere come caffè, cioccolato e confetteria (+14%), prodotti da forno (+18%), olio (+21%); in generale, un rinnovamento generazionale e la presenza di imprese più giovani hanno determinato maggiore dinamicità e capacità di rispondere alle esigenze del mercato.
Tra gli elementi più critici, soprattutto pensando alla necessità di agganciare il treno dell’innovazione, preoccupano i bassi livelli di immobilizzazioni nelle imprese del Mezzogiorno e il fatto che esse siano sostanzialmente tecniche con poca attenzione a quelle immateriali.

“Lo studio di ISMEA descrive il sistema agroalimentare meridionale come una realtà in forte espansione - ha detto Elda Ghiretti, Cibus and Food Global Coordinator, Fiere di Parma - Un dato confermato anche dall’aumento della partecipazione delle aziende del Sud a Cibus, passata negli ultimi 5 anni dal 17% al 36%. Cibus è la fiera alimentare di riferimento all’estero e vede la partecipazione di migliaia di buyer internazionali. La cresciuta partecipazione delle imprese meridionali a Cibus ha contribuito – ha riferito Ghiretti – all’aumento dell’export dei prodotti agroalimentari del Meridione che nel 2018 aveva toccato la quota di 7 miliardi e 110 milioni di euro, con un aumento del 6,1% nel quadriennio 2015/2018. Un dinamismo sostenuto anche dalla creazione di nuove forme di aggregazione private, come consorzi e associazioni, che consentono anche ad imprese di medie dimensioni di interloquire con importatori e distributori esteri”.

“Un trend positivo quello del nostro settore nel Mezzogiorno sia in termini occupazionali che in termini di fatturato – ha aggiunto il direttore di Federalimentare, Nicola Calzolaro – con grandi margini di crescita su diversi fronti. Uno su tutti, l’export. L’agroalimentare del Sud, infatti, è ancora molto orientato al mercato italiano e poco alle esportazioni che rappresentano meno del 20% di quelle totali del Paese. Una porzione davvero troppo piccola se si pensa alla potenzialità del nostro sud e all’importanza strategica dell’export per l’Italia. È necessario, dunque, l’impegno di tutti per farlo crescere e questo può avvenire attraverso l’innovazione, ma soprattutto attraverso un potenziamento della rete infrastrutturale senza la quale non si potranno mai sfruttare appieno le grandi possibilità dell’alimentare nel Mezzogiorno.

“L'agroalimentare nel Mezzogiorno riveste un ruolo sempre più rilevante, con primati in molti settori e una buona tenuta economica, segnali positivi che vanno letti con attenzione – ha dichiarato Fabio Del Bravo; occorre rafforzare adeguatamente la fase agricola e la sua integrazione con la parte a valle della filiera, favorire gli investimenti – soprattutto in innovazione – e prendere atto dei limiti, per esempio strutturali, individuando percorsi che già nel breve possano portare benefici: una maglia produttiva di dimensioni piccole è certamente un problema su molti fronti, ma lo è molto di più per le produzioni standardizzate che fronteggiano concorrenza di prezzo, piuttosto che per i prodotti differenziati del made in Italy. Incentivare forme di aggregazione e l’orientamento a produzioni tipiche che in quest’area hanno ancora molte potenzialità inespresse, può rivelarsi una leva strategica importante e può avviare un percorso di successo realmente attuabile”.

Prezzo "a riferimento" del latte industriale per la campagna casearia - II quadrimestre 2018 -

Reggio Emilia 30 ottobre 2019 - Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal regolamento e dagli accordi interprofessionali tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall'altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo ”a riferimento” del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1/05-31/08/2018 nella misura di:


€ 72,50  il q.le,  IVA compresa e franco stalla
 
Il pagamento del latte sarà corrisposto:
-  60 giorni dalla pubblicazione (31.10.2019)
 

Segno al ribasso, seppure leggero, nel latte spot, mentre in crescita sono il burro e i suoi derivati alla borsa milanese. Crema ok, mentre nei formaggi continua l’emorragia negativa, sempre in particolare nel Parmigiano Reggiano.

di Virgilio e Jacopo Parma 29 ottobre 2019 - 

LATTE SPOT – Dopo settimane con il segno più, tornano in negativo i prezzi del latte spot in tutte le sue tipologie. Nel dettaglio, il crudo spot nazionale fermo a 46,40 e 47,43 €/100 al litro, con un -1,1%. Il latte intero pastorizzato spot estero mantiene un -1,1%, al 44,33 e 45,36 €/100 al litro, mentre lo scremato pastorizzato spot estero aumenta di -3,6% tra 27,43 e 28,46 €/100 al litro.

BURRO E PANNA – Alla borsa di Milano il burro registra novità importanti dopo settimane di stabilità, mentre si attesta a 1,88 il prezzo della crema. Stessa situazione anche a Verona per la panna. Si smuove anche uno dei due zangolati, quello reggiano, con un +4,5%.

Borsa di Milano 28 ottobre 2019: 
BURRO CEE: 3,35 €/Kg. (+1,5%)
BURRO CENTRIFUGA: 3,60 €/Kg.  (+1,4%)
BURRO PASTORIZZATO: 1,75 €/Kg.  (+2,9%)
BURRO ZANGOLATO: 1,55 €/Kg. (+3,3%)
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,88 €/Kg. (=)
MARGARINA ottobre 2019: 0,87 - 0,93 €/kg (=)

Borsa di Verona 29 ottobre 2019: (+1,28%)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,90 – 2,05 €/Kg.

Borsa di Parma 25 ottobre 2019 (=)
BURRO ZANGOLATO: 1,10 €/Kg.

Borsa di Reggio Emilia 29 ottobre 2019 (+4,5%)
BURRO ZANGOLATO: 1,15 - 1,15 €/kg.

GRANA PADANO – Milano 28 ottobre 2019 – Nuova settimana al ribasso nel listino dei prezzi del Grana Padano: scendono anche il fuori sale e il 9 mesi rispetto all’aggiornamento precedente.

- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 7,65 – 7,75 €/Kg. (-1,3%)
- Grana Padano 16 mesi di stagionatura e oltre: 8,40 – 8,65 €/Kg. (-0,6%)
- Grana Padano Riserva 20 mesi di stagionatura e oltre: 8,90 – 9,15 €/Kg. (-0,6%)
- Fuori sale 60-90 gg: 6,25 – 6,40 €/Kg. (-1,6%)

PARMIGIANO REGGIANO – Parma 25 ottobre 2019 – Continua anche nel Parmigiano Reggiano il crollo dei prezzi, con un’altra contrazione significativa in tutte le forme di stagionatura.

-Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 10,45 - 10,65 €/Kg. (-1,9%)
-Parmigiano Reggiano 15 mesi di stagionatura e oltre: 10,75 - 10,85 €/Kg. (-1,8%)
-Parmigiano Reggiano 18 mesi di stagionatura e oltre: 11,40 - 11,85 €/Kg. (-0,8%)
-Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 12,10 - 12,60 €/Kg. (-1,6%)
-Parmigiano Reggiano 30 mesi di stagionatura e oltre: 13,20 - 13,60 €/Kg. (-1,5%)

 
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Editoriale:  - Manette per gli evasori e permessi premio per gli ergastolani - Lattiero caseario. Crema e panna ok, formaggi sempre in ribasso - Cereali e dintorni. Mercati instabili. - Attenzione all’acquisto di integratori via internet, allerta per "Pura caffeina New Pharma Nutrition", prodotto altamente tossico -

cibus_43_COP.jpg1.1 editoriale - Manette per gli evasori e permessi premio per gli ergastolani
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Crema e panna ok, formaggi sempre in ribasso
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati instabili.
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 sicurezza alimentare Attenzione all’acquisto di integratori via internet, allerta per "Pura caffeina New Pharma Nutrition", prodotto altamente tossico
6.2 cooperazione e futuro “100 anni di cooperazione verso i prossimi scenari”
7.1 eventi formaggio World Cheese Awards: è Il Parmigiano Reggiano il formaggio più premiato al mondo
7.2 ambiente e educazione A scuola con la Bonifica parmense: i progetti formativi portano in classe la cultura della gestione delle acque
9.1 ambiente e PO Le Mappe di Pericolosità e Rischio. Tra nuove conoscenze e nuove incertezze
10.1promozioni “vino” e partners
11.1 promozioni “birra” e partners

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Sabato, 26 Ottobre 2019 09:32

Merano: “Excellence is an attitude”.

da L'Equilibrista Merano, 25 ottobre 2019 – “Excellence is an attitude”. Ecco il motto coniato quest’anno dal vulcanico WineHunter e patron della manifestazione Helmuth Köcher che cercherà anche nel 2019 di interpretare alla perfezione il sogno di portare alla ribalta aziende locali e produzioni di qualità dove quell’eccellenza italiana trova la sua espressione più congeniale.

Merano wine festival è mai come oggi un percorso di gioielli enologici e gastronomici racchiusi in uno scrigno che regala agli interessati la possibilità di degustare e fare proprie le storie, gli aneddoti e le narrazioni di questi grandi produttori.
Come ogni anno lo spettacolo darà vita al The Official Selection e GourmetArena, vero centro nevralgico della manifestazione meranese presentata per poter degustare le più alte selezione e migliori prodotti premiati con The WineHunter Award Rosso, Gold e Platinum. Ormai un marchio di garanzia e di vanto per chi riesce ad ottenerlo.

Percorsi di eccellenza ricercate, come si di diceva, vere scoperte selezionate da Helmuth Köcher e dal suo Staff che instancabile, gira, assaggia, testa e decide , mettendoci la passione che unisce commissioni di assaggio selezionate presenti in tutta Italia e che diventano protagoniste al Kurhaus dal 9 all’11 novembre, trasformando lo storico palazzo in stile liberty in un luogo di condivisione per produttori di qualità, dove degustare i migliori vini italiani e stranieri.


Novità di questa 28’ edizione sarà senza dubbio il Vino in anfora, metamorfosi ancestrale che celebra una disegno preciso e stilistico fondato su di un gusto ormai accettato dal grande pubblico e che trova sempre più estimatori.
Sarà poi la volta del Vino in Vulcano presso la WineHunter Area che con i suoi 28 vini, valorizza a pieno un’altra produzione che si sta facendo largo fra i consumatori più maturi, ovvero le produzioni da territorio vulcanico.


La WineHunter Area che con i suoi 330 vini, è l’enoteca che offre in degustazione una selezione di vini premiati con The WineHunter Award e che quest’anno darà la possibilità ai produttori di avvicendarsi sul palco del Kurhaus. E ancora la Wine International con ben 83 produttori, un’area dedicata interamente ai vini provenienti dalle migliori aree vitivinicole del mondo, creerà insieme all’Union des Grands Crus de Bordeaux (13 produttori), un ristretto circuito nel quale gli storici Chateaux propongono in degustazione dei loro prodotti più prestigiosi, facendosi portavoce di una cultura enologica che si tramanda immutata da decenni.


Ovviamente l’evento del Merano Wine Festival deve proporre aggiornamento e continua evoluzione tanto che saranno le cosiddette New Entries (ben 47 produttori fra Nord, Centro, Sud e Isole) a darsi battaglia in Sala Czerny.
In Emilia stiamo assistendo ad una ascesa incoraggiante anche del segmento Spirtits & mixing di qualità, basta ricordare che locali come il The Craftsman di Reggio Emilia, il Bar Roma di Novellara (RE), oppure il NU Lounge Bar di Bologna sono saldamente al comando fra i primi in regione andando a confermare l’interesse e lo sviluppo che questa sfera sta assumendo anche a livello nazionale. Per questo sarò da tenere d’occhio anche l’area adiacente la GourmetArena, dove sarà possibile degustare i prodotti della Culinaria, Beerpassion, Aquavitae e Spirits&Mixing appunto con il suo Cocktail Bar, grande iniziativa che quest’anno viene proposta qui al Merano Wine Festival e che testimonia come la regia di questo evento sia una attenta osservatrice.

Ricerca e passione danno vita ad una metodica e costante promozione di nuovi trend che portano questo evento ad attestarsi sempre come un punto zero dell’anno, perché anticipa gli altri grandi eventi del vino in Italia destabilizzando e aprendo scenari che vanno a cogliere nel profondo di chi degusta, valuta e si trova poi a decidere come tradurre questi stimoli per orientare un mercato mai come adesso così imprevedibile.

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Agricoltura. Una vendemmia 2019 con meno vino, ma di eccellente qualità. L'assessore Caselli: "Stiamo mettendo in campo ingenti risorse finanziarie per rafforzare l'immagine delle nostre etichette sui mercati e sostenere i progetti di sviluppo e innovazione delle imprese". La rese produttive, in base alle prime stime, sono diminuite in media del 20-25% sul 2018, a causa delle condizioni meteo sfavorevoli, per un totale di circa 8 milioni di quintali di uva raccolti. Il calo maggiore concentrato in Romagna. Oggi pomeriggio primo incontro dell'assessore con i produttori a Civitella (FC), dopodomani 27 ottobre a Ziano Piacentino (PC).

Bologna –

La quantità è minore, ma la qualità è ottima. È quanto emerge dalle prime valutazioni sui risultati della vendemmia 2019 nelle principali aree produttive regionali, dai colli piacentini alla Romagna, a pochi giorni della conclusione della campagna di raccolta delle uve.

Sulla base delle stime provvisorie elaborate dall’assessorato regionale all’Agricoltura, che ha interpellato al riguardo i maggiori gruppi cooperativi e le principali aziende vitivinicole private, l’annata 2019 ha fatto registrare un calo nella produzione di uva che oscilla in media tra il 20 e il 25% in meno rispetto al 2018, che era stato però un anno con un raccolto molto abbondante. A conti fatti, la produzione totale di uva dovrebbe pertanto aggirarsi sugli 8 milioni di quintali, contro i 10,3 milioni della scorsa campagna, che si sono poi “convertiti” in 7,35 milioni di ettolitri di vino.

Il calo produttivo si è tuttavia distribuito in maniera abbastanza disomogenea sul territorio regionale. Così mentre la Romagna accusa un calo delle rese tra il 25% e il 32%, più accentuato per le uve rosse, l’area emiliana che comprende bolognesemodenese e reggiano contiene la flessione nel 15% in meno, tuttavia assai più marcata nel caso dei vitigni a bacca bianca, leggi Pignoletto. Infine spostandosi più ad ovest, l’area Piacenza-Parma registra una diminuzione delle rese del 20%, a causa soprattutto del freddo primaverile e, in parte, anche per i danni provocati nelle vigne dalle violente grandinate dell’estate scorsa.

 

Gli incontri di presentazione in Romagna e nel piacentino 

Il primo, parziale, consuntivo dell’ultima vendemmia e gli interventi messi in campo dalla Regione a favore del settore vitivinicolo sono stati al centro oggi pomeriggio di un incontro tra l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, e i rappresentanti delle associazioni agricole, dei consorzi vini e delle principali organizzazioni produttori. L’iniziativa, organizzata in collaborazione con Enoteca regionale e le due sezioni emiliana e romagnola dell’Associazione italiana sommelier, è stata ospitata nella storica azienda vitivinicola “Poderi dei Nespoli”, situata a Civitella di Romagna (FC), tra le colline della Val Bidente, e che proprio quest’anno ha festeggiato 90 anni dalla nascita. Un secondo appuntamento sul tema, sempre con l’assessore Caselli, sarà ospitato dopodomani 28 ottobre, alle ore 11, dall’azienda vitivinicola Torre Fornello, a Ziano Piacentino (Pc).  

“Dopo l’exploit del 2018- ha sottolineato Caselli- con la vendemmia di quest’anno siamo rientrati nella media produttiva degli ultimi anni, complice un andamento meteorologico sfavorevole, in particolare lo scorso mese di maggio, freddo e molto piovoso, che ha determinato anche un ritardo di una quindicina di giorni nella maturazione delle uve, quindi della raccolta. Sotto il profilo qualitativo, tuttavia, la vendemmia 2019 ha tutte le carte in regola per riuscire ad ottenere vini di eccellenza. Merito anche della grande professionalità dei nostri viticoltori, che hanno stanno facendo passi avanti da gigante dal punto di vista delle tecniche produttive e dell’innovazione sia in campo aperto, sia in cantina”.


L’andamento della campagna 2019   

Ripercorrendo l’andamento dell’annata 2019, la maturazione più lenta ed equilibrata degli acini, le piogge di maggio e le forti escusioni termiche tra giorno e notte hanno consentito di produrre uve molto più profumate che negli anni scorsi. In più il bel tempo in ottobre ha aiutato non poco le varietà tardive. Risultato: le uve raccolte presentano in generale un tenore zuccherino inferiore in media di un grado rispetto al 2018, ma spesso un buon grado di acidità, in particolare per i Lambruschi e le uve a bacca bianca romagnole e piacentine. Molto soddisfacente anche l’aspetto sanitario delle uve; in particolare quest’anno si è registrato un netto contenimento dei danni da cocciniglia, grazie al lancio di insetti antagonisti su circa 1.800 ettari di vigneto nel modenese e nel reggiano.

Tornando ai risultati quantitativi nelle principali macro-aree regionali, in Romagna il calo produttivo ha interessato sia le zone collinari, sia la pianura. In Emilia ad accusare il colpo sono stati soprattutto i vitigni a bacca bianca, mentre si sono difesi meglio quelli a bassa rossa come i Lambruschi, che rappresentano circa il 65% della superfice coltivata a vite nell’area in questione. Per finire nella zona Piacenza-Parma a fare le spese delle grandinate estive è stata soprattutto la Val d’Arda

 


Le strategie messe in campo dalla Regione 

Nel corso dell‘incontro l’assessore Caselli ha illustrato anche le strategie e le risorse della Regione per rilanciare la crescita del comparto. “Per sostenere i progetti di sviluppo delle imprese- ha rimarcato Caselli- attraverso i fondi europei dell’Ocm vino stiamo mettendo in campo un consistente pacchetto di risorse finanziare che s’aggira mediamente sui 24-25 milioni di euro all’anno. Gli obiettivi: promuovere i nostri vini sui mercati esteri, in particolare quelli emergenti del sud-est asiatico e del Nord America, favorire la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, finanziare l’ammodernamento tecnologico e gli investimenti in cantina”.

“A questo risorse-ha concluso Caselli- si aggiungono i quasi gli 8 milioni di euro erogati con gli ultimi bandi del Programma regionale di sviluppo rurale per finanziare progetti di innovazione e promozione sul mercato interno. Stiamo lavorando molto per migliorare l’immagine dei nostri vini di qualità che non hanno nulla da invidiare ad altre produzioni più blasonate sotto il profilo della qualità. Senza dimenticare la nuova frontiera dell’enoturismo, una leva formidabile per una regione come la nostra capace di coniugare vocazione turistica con cibi e vini di eccellenza”.

In Emilia-Romagna la superficie coltivata a vite al 31 luglio scorso si estendeva su oltre 51.420 ettari, 580 in più rispetto all’anno prima. Un dato che consente alla nostra regione di restare nella top ten delle principali regioni viticole italuane, dopo Sicilia (circa 97.000 ettari), Veneto (94.300), Puglia (88.400)  e Toscana (60.500 ettari). I vitigni più diffusi in Emilia-Romagna sono il Trebbiano Romangolo (15.200 ettari), seguito dal Sangiovese (6.645), Lambrusco Salamino  (5.100), Lancellotta (4.480), e Pignoletto (circa 2.410 ettari). /G.Ma

 

Uno spazio del Museo della Storia di Bologna, nel centralissimo Palazzo Pepoli, si tinge di rosa. Giovedì 24 ottobre, in occasione del 358° anniversario dell’editto del Cardinal Farnese che regolamentava la produzione della Mortadella, è stata inaugurata la sala dedicata alla regina rosa dei salumi, che arricchisce il percorso permanente del museo.

L’evento al centro della seconda edizione del Mortadelladay, cui ha fatto da madrina Anna Falchi, è stato preceduto da una conferenza stampa con la partecipazione di: Simona Caselli, Assessore all’agricoltura, caccia e pesca Regione Emilia Romagna, Davide Conte, Assessore al Bilancio del Comune di Bologna, il Presidente del Consorzio Mortadella Bologna IGPCorradino Marconi e Fabio Roversi Monaco, Presidente Genus Bononiae. Musei nella città. A raccontare le tappe più significative della storia della Mortadella Bologna IGP anche Costantino D’Orazio critico d'arte e saggista italiano con un intervento su “Arte e Cibo nel territorio del Bolognese” e lo scrittore Giancarlo Roversi, mentre il noto comico bolognese Vito ha intrattenuto con alcuni aneddoti legati alla Mortadella.

Il nuovo spazio museale dedicato alla Mortadella Bologna IGP consente di fare un’esperienza immersiva nell’arte e nella storia fatta di saperi e sapori del celebre salume. Ospita oltre 15 opere che ne raccontano il percorso, dalle origini etrusche e degli antichi romani cui viene fatta risalire l’ideazione della parola “mortadella”, musicale e rotonda che ne preannuncia il delizioso sapore.

museo-mortadella-inagurazione.JPG

Un percorso esperienziale e interattivo che coniuga arte, cultura, curiosità e testimonianze storiche come il famoso bando del cardinale Farnese del 1661 che codificava la produzione della mortadella, vero e proprio antesignano dell’attuale Disciplinare per la denominazione IGP certificato dall’Unione Europea. Nel 1624 la Mortadella era il salume più ricercato e costoso: 3,5 volte più del prosciutto, 9 più del pane e 6 volte più di manzo e agnello!

Ricca anche la parte dedicata ai metodi di lavorazione, una sezione educational che spiega la ricetta originale e le fasi di produzione. Il percorso si completa con l’area dedicata al Consorzio e alla comunicazione del prodotto nel corso del tempo.

“Abbiamo scelto di inaugurare il nuovo spazio del Museo della Storia di Bologna dedicato alla Mortadella per celebrare il suo 358° anniversario, era infatti il 24 ottobre 1661 quando il Cardinal Farnese emanò l’editto che ne regolava la produzione. Un documento storico importante a tutela di un salume che ha sempre rappresentato un’eccellenza del territorio, la cui storia si intreccia con quella della città di Bologna. Un progetto fortemente voluto dal Consorzio, realizzato in collaborazione con Genus Bononiae. Un allestimento in grado di raccontare e valorizzare uno dei maggiori simboli gastronomici Made in Italy.  Si tratta, di uno spazio in cui i visitatori avranno modo di conoscere la Mortadella Bologna IGP a 360°: storia, ricetta originale e fasi di produzione, scoprendone aneddoti e curiosità. Sarà una tappa irrinunciabile per tutti gli amanti di questo nobile salume”, ha dichiarato Corradino MarconiPresidente del Consorzio Mortadella Bologna.

“Lo spazio dedicato alla mortadella, all’interno di un percorso storico relativo alla città in cui essa nasce, è basato su un approccio storico e divulgativo, in linea con la proposta complessiva del Museo. Il racconto di questo prodotto si inserisce nel quadro più ampio del patrimonio gastronomico della città, traducendosi anche in finestra sulla società, sugli usi e i costumi dei cittadini bolognesi nel corso dei secoli. Le tradizioni, anche gastronomiche, sono un tassello che ci permette di restituire, contestualizzare e ricostruire il passato, in un mix felice di cultura alta e popolare”, ha aggiunto il Presidente di Genus Bononiae, Fabio Roversi Monaco.

Il secondo #Mortadelladay è proseguito a FICO con un’edizione speciale di “The Mortadella Bologna Show” con l’artista bolognese Franz Campi e le degustazioni realizzate dallo chef Marcello Ferrarini.

A seguire, nello spazio Arena, si è tenuto Il Tesoro della Regina: la prima caccia al tesoro digitale per trovare l'oro rosa, seguita da Pink Ring, la sfida culinaria tra quattro esperti come gli chef Daniele Reponi e Marcello Ferrarini, Giuseppe “the King” e Giorgio Borrelli guidati dalla comicità di Vito.

La giornata si è conclusa con l’aperitivo “Mortadella Sour”, l’originale cocktail a base di mortadella ideato dal bartender Alex Fantini.

Venerdì, 25 Ottobre 2019 15:08

Lambrusco Awards 2019

Premiati i migliori lambruschi selezionati dal Concorso Enologico “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco”.

La decima edizione del Concorso enologico “Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco” si è chiusa nella splendida cornice del Teatro Valli con l’assegnazione dei Lambrusco Awards ai 9 lambruschi migliori prodotti da aziende di Reggio Emilia, Modena, Parma e Mantova. Le etichette premiate hanno primeggiato sui 94 vini selezionati.

La cerimonia di consegna degli oscar del lambrusco - promossi dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia ed APT servizi Emilia-Romagna in collaborazione con la Regione, ed i Consorzi di tutela e promozione del Lambrusco di Modena e di Reggio Emilia – ha avuto come ospite d’onore Chiara Giallonardo e si è svolta alla presenza di 27 operatori commerciali provenienti da diversi Paesi europei, Russia e Nord America ed un folto gruppo di giornalisti esteri.

Durante la serata è stato conferito anche il premio per “l’etichetta più glamour”. Giudici d'eccezione per questo riconoscimento sono stati gli operatori esteri che hanno indicato nel Reggiano Dop Lambrusco Secco 2017 "Labrusca" prodotto da Lini Oreste & Figli SRL (RE) il vincitore di questa categoria.

Ecco l’elenco dei magnifici 9 vini premiati: 

 

Colli di Scandiano e di Canossa Doc Lambrusco Grasparossa Secco 2018 "Remigio 100"

Prodotto da: Ca' De' Medici SRL (RE)

 

Modena Dop Lambrusco Secco 2018 "Dei Tenori" 

Prodotto da: Azienda Agricola Campana Sergio (MO)

 

Lambrusco di Sorbara Dop Secco 2018

Prodotto da: Società Agricola Garuti Dante, Elio & Romeo S.S. (MO)

 

Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Dop Secco 2018 

Prodotto da: Cantina di Santa Croce SAC (MO)

 

Lambrusco Mantovano Dop Secco 2017 "946 - Corte del Poggio" 

Prodotto da: Cantina di Carpi e Sorbara SAC (MO)

 

Lambrusco Salamino di Santa Croce Dop Secco 2018 "Tradizione" 

Prodotto da: Cantina di Santa Croce SAC (MO)

Nella FOTO: I vincitori dei Lambrusco Awards 2019: a sinistra Stefano Landi (Presidente CCIAA), al centro Luca Vecchi (Sindaco Reggio Emilia) e Chiara Giallonardo madrina della serata

 

“Siamo nella capitale della food valley emiliano romagnola: a Parma, a Cibus Tec, è stato unito il meglio dell’agroalimentare, dell’enogastronomia e del cibo mondiale con il meglio dell’innovazione tecnologica e digitale, fondamentale per competere in futuro con i territori più avanzati d’Europa e del mondo. Quattro giorni straordinari che segnano anche la grande capacità di questo territorio di sapersi proporre al mondo come terra di innovazione”. E' con queste parole che Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna, ha commentato, a margine della sua vista in fiera, Cibus Tec, l'appuntamento internazionale di Koeln Parma Exhibitions - JV Koelnmesse GmbH e Fiere di Parma SpA - dedicato alle tecnologie Food & Beverage in programma fino al 25 ottobre.

Il presidente ha quindi concluso il suo tour con un coffee break curioso: offerto da un robot, anzi no, un co-robot, uno degli esempi di robot collaborativi presenti in fiera. ‘’Si tratta di una nuova generazione di robot – commenta Andrea Bellini, amministratore dell’azienda Comega con sede a Cesena – in grado di sentire il peso e quindi in grado di fare un lavoro di precisione come porgere una tazzina di caffè”. E’ già al lavoro nelle ditte di cioccolato per movimentare e confezionare praline.

Non solo automazione e robotica - come pure quella di Homberger, un braccio mobile che solleva e sposta pesi evitando all'uomo i lavori più usuranti - ma anche sicurezza alimentare, focus centrale della seconda giornata di Cibus Tec. A partire dalla normativa sui MOCA, termine per intendere tutti gli oggetti e i materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti (che in quanto tali sono regolamentati da normative specifiche).
Il focus è stato spiegato dal tecnologo alimentare, Serena Pironi. Il tema: le alternative all’uso della plastica come contenitore di alimenti e bevande: “Oggi - commenta Pironi - è richiesto materiale 100% riciclabile o materiale compostabile. Siamo in una fase di completa evoluzione. Sul mercato ora ci sono biopolimeri da fonti naturali, polimeri derivati da sintesi o biopolimeri che derivano da microorganismi anche ogm. Ma la strada è ancora lunga”.

Il tema della plastica e del suo riciclo è tornato nell’incontro organizzato dall’International Fruit and Vegetable Juice Association (IFU) dal titolo “The Future Of Juice” dove David Berryman, CEO di David Berryman Ltd, ha lanciato un monito: “Nel Regno Unito vengono vendute 15.000 bottiglie di plastica al minuto. I rifiuti dell’Europa e degli Stati Uniti vengono portati in Cina, la più grande discarica del mondo. La scienza ha causato questi problemi, la scienza deve essere in grado di risolverli”.

Ed è proprio in questa direzione che sta lavorando l’industria del succo con una serie di offerte di packaging alternative. Non è tutto. Altro trend dell'industria emerso in occasione del convegno riguarda l'affermarsi di nuove tendenze che sfruttano sinergie con prodotti a base di frutta secca e latte vegetale, oggi non più ad uso esclusivo di persone con intolleranze alimentari. Un mercato - un tempo considerato di nicchia - oggi in grande fermento e in grande crescita anche grazie all’ingresso sul mercato delle grandi multinazionali (come Coca Cola).
Un comparto strategico, questo, per il quale l'Università di Parma e IFU si stanno già muovendo con un corso di formazione estivo che partirà nel 2020 (29 giugno - 2 luglio) destinato ai neolaureati.

La giornata si è quindi conclusa con l'evento “DIU design for intended use for food packaging showcases”. In un periodo storico in cui sta cambiando il modo di portare il cibo sulle nostre tavole, anche il packaging si deve adeguare. Materiali, design e logistica inclusa e con un occhio rigorosamente al green.

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