Il solo red carpet ci rammenta che siamo a CIBUS e non nel “paese del bengodi”
Parma, 8 maggio 2014 -
Lo sconfinato mondo dell'alimentare di qualità ha fatto bella mostra di sé a Cibus2014.
Girando qua e la', avanti e indietro all'interno dei 140.000 metri quadrati che Fiere di Parma ha messo a disposizione di Cibus 2014 non sembrerebbe di vivere la più profonda crisi nella quale il mondo occidentale, l'Italia in modo particolare, stia attraversando.
Dalle Alpi alle Piramidi dal convenzionale al biologico dalla Marca al laboratorio artigiano migliaia sono i prodotti esposti e centinaia le novità proposte.
Tutti alla ricerca di nuovi mercati e nuovi consumatori. E allora via con le dimostrazioni e i convegni, con le prove di cucina e con gli assaggi per soddisfare il piacere e la curiosità dei tantissimi operatori convenuti da tutto il mondo nella speranza di incontrare la fortuna o, ancor meglio, il buyer meno convenzionale e più aggressivo capace di investire sulla qualità e sulla impresa. 2.700 gli espositori presenti ognuno con una storia particolare da raccontare.
Non sembra proprio di vivere la crisi. L'entusiasmo alle stelle che aleggia all'interno dei padiglioni di Cibus contagia e narcotizza i problemi quotidiani che quasi tutte le aziende devono affrontare.
La domanda interna crollata di 14 punti percentuali dall'inizio di questa crisi stenterà a decollare e allora bisogna inventarsi qualcosa, da nuovi prodotti a nuovi sbocchi esteri. E Cibus 2014, soprattutto in questa 17esima edizione potrebbe essere la risposta più adeguata.
Tante le curiosità come ad esempio la piastra da cucinare di sale rosa dell'Himalaya o gli integratori naturali al magnesio per combattere lo stress. Ma anche attraenti novità come le gentili amazzoni che volteggiano tra i padiglioni a promuovere la mozzarella di bufala campana.
Poi se la stanchezza dovesse avere il sopravvento e servisse un po' di energia allora perché non consumare un po' di Oro Nero del caseificio di Gennari o di un buon Parmigiano Reggiano da vacche brune.
Funghi, olio, aceto balsamico, sale, pane e vino, pasta e salumi, dolci di ogni forma e gusto. Alla già ampissima varietà di prodotti si aggiungono le magistrali elaborazioni degli chef da Cracco a Vissani anch'essi sul palcoscenico di cibus 2014.
Molte anche le novità anche in tema salute e benessere. Al di là del biologico, cresce anche l’offerta di prodotti salutistici: dal burro senza lattosio (Dalla Torre) alla robiola e il caprino senza lattosio (Latteria Montello); dalla bresaola a basso contenuto di sodio (Venus Paganoni) ai grissini fatti con farina di farro e cereali (Grissin Bon); dal chinotto senza zucchero e a zero calorie (Neri) al ragù bolognese rivisitato in chiave naturale con soia e verdure e il pesto con Tofu (Biffi); dalla pasta preparata con acque oligominerali, direttamente trasferite dalla sorgente (Dal Verde) agli spaghetti “turanici” realizzati con un grano antico trattato biologicamente, con poco glutine (Mancini).
Nel campo dei dolci ecco un preparato per fare marmellate a casa senza zucchero, a base di dolcificante Stevida (Novarese Zuccheri), e poi il gelato al sorbetto pieno di frutta (Valsoia) o il semifreddo congelato di crema al croccante gluten free (La Donatella). Tra le bevande, viene proposto il succo di frutta con aggiunta di latte (Parmalat).
Per la merendina dei bambini viene presentato un kit studiato dai nutrizionisti contenente uno snack di parmigiano, grissini e frullato (Parmareggio).
Per gli appassionati di “super alimenti” con nutrienti essenziali concentrati: le barrette biologiche crude con frutta secca e noci; i cereali per la prima colazione a base di grano saraceno germogliato e frutta secca (Ambrosiae).
Attrazioni e momenti educational come quelli proposti da Consorzio del Parmigiano Reggiano in collaborazione con Decanter, il programma radiofonico di Rai condotto da Federico Quaranta e Nicola Tinto Prudente, con la freschezza e la curiosità di sempre, continuano ad esplorare le trame della comunicazione enogastronomica.
E se non basta, allora tutti in città. CIBUSLAND, la novità 2014 di Cibus, offre decine di incontri e eventi sparsi nel centro di Parma, dal Barilla Center al Palazzo del Governatore per rimarcare il legame indissolubile tra la qualità a agroalimentare e il territorio di origine.
Insomma una fiera per tutti i gusti. Gli espositori hanno accolto l’opportunità per rappresentare il meglio e proporsi al meglio. Nel complesso colpisce la grande vitalità del sistema agroalimentare italiano che, se fosse in grado di meglio organizzarsi, potrebbe colmare almeno in parte il gap con la Germania in tema d’esportazione alimentare.
CIBUS ha dimostrato di essere un brand forte e attrattivo. Un brand così forte e che tutto avvolge tanto da non avvertire l’assenza, quasi assoluta, del marchio fuori ma soprattutto all'interno dei padiglioni.
Il solo red carpet ci rammenta che siamo a CIBUS e non nel “paese del bengodi”.
Arrivederci al 2016 e nel frattempo tutti a EXPO2015.
Di Chiara Marando – Parma 10 Maggio 2014
Cibus, ancora una volta, si è confermata la vetrina gastronomica internazionale per eccellenza. Arrivato alla diciassettesima edizione, è diventato un appuntamento imperdibile sia per gli addetti al settore, che per i migliaia di visitatori curiosi pronti a scoprire le ultime novità degli espositori.
Quelli che si sono conclusi giovedì 8 Maggio, sono stati quattro giorni intensi. Le più importanti aziende alimentari si sono messe in mostra con sempre più spettacolari stand, veri e propri biglietti da visita appositamente studiati per stupire il pubblico e rappresentare al meglio l’eccellenza dei propri prodotti. Un turbine di voci, profumi e colori da cui farsi catturare, prelibatezze e tipicità dei più rinomati produttori, tutte da provare ed assaporare, in un tour de force di bontà, tra assaggi sfiziosi, goloserie e buon vino..
Tanti gli eventi collaterali che hanno valorizzato questa edizione e tanti i volti famosi di testimonial, e non solo, che hanno calamitato l’attenzione: dallo chef Carlo Cracco, a Rocco Siffredi, a Max Biaggi e Carolina Kostner, ma l’elenco sarebbe ancora lungo. Anche quest’anno, un nutrito calendario di appuntamenti, presentazioni e convegni ha arricchito la manifestazione e permesso di osservare a 360 gradi non solo il mondo più propriamente legato al buon mangiare, ma anche di analizzare attentamente attualità, investimenti e possibilità di sviluppo relative all’industria alimentare.
Mai come a Cibus vale il detto “provare per credere”, e quando si parla di sapore nulla è meglio di un buon piatto preparato ad hoc magari in uno show cooking d’eccezione con gli chef Mattia Poggi e Monica Bianchessi, oppure di un gelato d’autore ad opera del Maestro gelatiere Alfonso Poldi Allay e del Maestro Cioccolatiere della Scuola del Cioccolato Perugina Alberto Farinelli. Insomma impossibile non prendere appunti e, soprattutto, non leccarsi i baffi…dal primo all’ultimo giorno.
Venite a curiosare nella gallery!
In occasione del CIBUSLAND è stata presentata al Consorzio del Prosciutto di Parma la nuova applicazione che permette di scoprire i ristoranti, le osterie e le trattorie della rete “Tipico a Tavola – Emilia Romagna”. Oltre 90 esercizi in tutta la regione -
Parma, 7 maggio 2014
In occasione del CIBUSLAND è stata presentata a Parma l’App del "TIPICO A TAVOLA - Emilia-Romagna, tradizioni e sapori mediterranei" scaricabile gratuitamente e disponibile sia per i dispositivi Android che Apple. Da oggi con Tablet e Smartphone è dunque più semplice scoprire tutti i locali (oltre 90 presenti in tutte le province dell'Emilia Romagna, 14 tra Parma e provincia) aderenti alla rete del Tipico a Tavola, individuando quelli più vicini e il percorso più breve per raggiungerli. «Una navigazione semplice e funzionale – ha affermato Giulia Gervasio di Confesercenti Emilia Romagna e responsabile del progetto - permette di scoprire di ogni ristorante gli orari, i servizi offerti e i menu. Inoltre la App contiene un prezioso ricettario, oltre trecento ricette illustrate e descritte dagli stessi chef, utili da salvare, condividere, provare o da inviare direttamente agli amici».
A dare il benvenuto è stato Claudio Leporati, responsabile Marketing Consorzio del Prosciutto di Parma: «Felici di poter ospitare questa presentazione – ha dichiarato - perché appoggiamo e siamo vicini alle iniziative di qualità capaci di affiancare e aiutare la ristorazione». «Un nuovo servizio, opportunità e strumento pratico. Ben venga tutto ciò che può migliorare il rapporto con il territorio e le tradizioni». Ha dichiarato poi Antonio Di Vita, presidente Ristoratori Confesercenti Parma e chef di Parma Rotta.
Caratteristica dei menu proposti dai ristoranti, le trattorie e le osterie aderenti alla rete di Tipico a tavola sono piatti realizzati con ricette della tradizione emiliano romagnola preparati con prodotti del territorio e accompagnati da vini locali. A cui si accompagnano spesso storie, aneddoti e particolarità che rendono ancora più suggestivo il momento conviviale.
Durante la presentazione sono intervenuti Andrea Grignaffini, direttore Spirito diVino e Sandro Piovani, giornalista enogastronomico e sportivo che hanno dato il via a un dibattito/riflessione sulla ristorazione oggi.
«In un momento di difficoltà come quello che stiamo attraversando, diviene sempre più importante puntare sulla tradizione. Tipicità significa conoscere la storia, l'alimentazione di un territorio, i percorsi. E la tradizione si tramanda e si mantiene viva se si ha piena conoscenza delle materie prime di un luogo, dei clienti e se si è padroni della propria cucina» ha dichiarato Sandro Piovani.
Per Andrea Grignaffini “la ricetta” per aiutare la ristorazione è stare lontani dalla moda di “Confushion”, ovvero accontentare il maggior numero di clienti proponendo molti piatti, ma nessuna eccellenza. Meglio pochi piatti e i cosiddetti piatti espresso, no al sottovuoto e all'appiattimento dei profumi. «Bisogna essere pertinenti sulla scelta primaria - ha sottolineato Grignaffini - e non voler strafare pensando di accontentare un maggior numero di pubblico. Per fare questo è necessario semplificare e avere coraggio, studiando quello che c'era, rileggendo i libri della nostra cucina, ricreando il gusto della tradizione ed eliminando le sovrastrutture generaliste, e creare ricette non replicabili».
Liviana Zanetti, Presidente Apt Servizi Emilia Romagna, ha aggiunto: «Il futuro non può prescindere dal passato, conoscere la storia è la via per proseguire con il giusto passo nel domani.
«Creare una App che riesca a mettere in evidenza e a rilanciare i luoghi e i ristoranti che perseguono questo cammino è un modo per accompagnarli e sostenerli nel loro percorso di innovazione e mantenimento delle tradizioni» ha concluso Stefano Cantoni di Confesercenti Parma.
APP TIPICO A TAVOLA :
Con la App ‘Tipico a Tavola’ a portata di mano è facile scegliere dove andare a mangiare, tra ristoranti, trattorie o osterie, collocati in riva al mare o lungo i porti turistici della riviera emiliano romagnola; nell’entroterra, in casolari ristrutturati di campagna, collina o montagna; sulle sponde di un lago o di un fiume, o in palazzi e edifici storici in città. La scelta è più che mai assortita: menù a base di pesce, carne o vegetariani, per accontentare tutti i gusti e le diverse esigenze, ma anche menù studiati per i bambini, per le famiglie, per occasioni particolari e di lavoro. Non mancano, su richiesta, proposte sensibili e attente a intolleranze e allergie alimentari. Corsi di cucina per i clienti e i turisti, serate di degustazioni, piccoli eventi culturali e possibilità di acquistare i prodotti del territorio, completano spesso l’offerta di questi locali.
“TIPICO A TAVOLA” , promosso da CAT Confesercenti Emilia-Romagna e dalla FIEPET Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici, con la collaborazione del Conservatoire International des Cuisines Méditerranéennes e il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e di APT Servizi ER, rappresenta un intrigante e autentico percorso del gusto, costituito da ristoratori impegnati, anche attraverso la sottoscrizione di un apposito disciplinare, nella riscoperta e valorizzazione delle ricette della tradizione gastronomica del territorio, utilizzando i prodotti locali e rispettando la loro stagionalità, proponendo paste fatte a mano, dolci fatti in casa e menù quanto mai assortiti e per tutte le esigenze.
Un comitato tecnico-scientifico presiede e vigila sulle attività collegate al marchio del “Tipico a Tavola”, promuovendo attività e incontri formativi e verificando il rispetto dei requisiti previsti.
Ristoratori e ricette, assieme a tutte le informazioni sul progetto, sono anche disponibili sul sito internet www.tipicoatavola.it
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Emilia Romagna)
Il sindaco Paolo Dosi ha visitato, ieri mattina, lo stand del Consorzio Piacenza Alimentare, in occasione dell’inaugurazione del salone Cibus di Parma, importante appuntamento internazionale per le eccellenze enogastronomiche piacentine.
Piacenza, 7 maggio 2014 -
“Ho visitato tutti gli spazi espositivi – ha detto il primo cittadino - che il Consorzio Piacenza Alimentare ha allestito presso il quartiere fieristico di Parma, nell’ambito della 17esima edizione di Cibus. In particolare nel padiglione 6 sono tre le aree che offrono ai visitatori, divisi per tipologia, i prodotti più rappresentativi del nostro patrimonio agroalimentare. La presenza piacentina – ha aggiunto Dosi -, anche grazie ad un unico logo per tutte le realtà che partecipano al salone, mostra di sé un’immagine ben coordinata, ampiamente visibile e molto curata anche sotto il profilo estetico”.
Accompagnato da Sante Ludovico, presidente del Consorzio Piacenza Alimentare e dal direttore, Davide Ghezzi, il sindaco ha potuto constatare la presenza negli stand piacentini di tanti visitatori, italiani e stranieri, che hanno assaporato e gradito le nostre tipiche eccellenze alimentari: salumi, vini, latte e formaggi, frutta e ortaggi, pasta e prodotti da forno e altri ancora della nostra tradizione enogastronomica.
(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)
La cronaca (semiseria) del nostro inviato alla XVII edizione di Cibus, la grande kermesse delle eccellenza agroalimentare che si svolge a Parma fino all’ 8 maggio.
Dal nostro inviato Manuela Fiorini
Parma, 6 maggio 2014 -
Dovrebbero affiggere un cartello all’ingresso: “Lasciate ogni buon proposito dietetico, voi ch’entrate”, perché sarà davvero difficile, se non impossibile, resistere alle mille tentazioni degli assaggi e delle degustazioni. Ben 2700 gli espositori che portano alla XVII edizione di Cibus (in programma a ParmaFiere fino all’8 maggio) le eccellenze dell’enogastronomia “made in Italy”. Sono attesi 10.000 operatori commerciali, provenienti da 115 paesi, oltre a giornalisti e, naturalmente, buongustai. Nei prodotti tipici, nella qualità, nella straordinaria varietà, noi italiani non abbiamo rivali. Lo dimostrano i numeri: un fatturato, nel 2013, di 132 miliardi di euro, 6845 imprese industriali con 385.000 addetti, 26,2 miliardi di euro in esportazioni. Tutti dati con il segno + rispetto agli anni precedenti. Gli altri paesi ci hanno superato, ormai, in molte, cose, ma lo scettro del gusto, insomma, è ancora nostro. I prodotti italiani sono i più richiesti (e, ahimé, anche i più imitati) all’estero, non solo nei ristoranti, ma anche dalla grande distribuzione. Ecco perché la carta da giocare è quella dell’esportazione. A casa nostra, invece, la scommessa è quella di coniugare la qualità con l’accessibilità, soprattutto in tempo di crisi, affinché un prodotto gastronomico possa essere presente sulle tavole di tutti. Ci sono, poi, altre opportunità da cogliere, come la richiesta (in aumento) di prodotti biologici, salutari e per chi soffre di intolleranze. La parola d’ordine, quindi, sarà “tradizione e innovazione”.
La mia avventura in questa moderna Bengodi (di fronte a tutto quel ben di Dio non ho potuto tornare con la mente alla novella del Boccaccio) si apre con un piccolo omaggio, che sarà di buon auspicio: un carrello della spesa in miniatura. Il simpatico gadget è di Risparmio Super, che promuove un App per sapere, in un click, dove i prodotti che hai segnato sulla lista della spesa sono più convenienti, con tanto di geolocalizzatore. Dopo l’innovazione, il brontolio dello stomaco (mezzogiorno è passato da un po’) e l’olfatto mi guidano nella “zona salumi”, un prodotto che tutto il mondo ci invidia e di cui proprio l’Emilia Romagna è la culla. Un capannello di persone in fila mi suggerisce che allo stand dell’Antica Corte Pallavicina sta accadendo qualcosa di “buono”. Ci sono gli assaggi dei pregiati salumi della Bassa Parmense, prodotti dall’Antica Spigaroli: il Culatello di Zibello, il Fiocco di Culatello, la Coppa lunga della Bassa e il sublime salame di Nera Romagnola, che si scioglie in bocca e stimola la serotonina. Poco più avanti, Terre Ducali propone una nuova confezione di cinque bocconcini di culatello pronti da servire, per chi ha poco tempo, o per i single che vogliono trattarsi bene. Da Ibis Cremonini c’è il culatello cotto da cosce suine di suino pesante padano. Mi lascio tentare dalla coppa di testa del Salumificio Vecchi di Castelnuovo Rangone (MO), Comune che, non per niente, al maiale ha dedicato persino un monumento. Il “piatto forte”? I secondi pronti in 5 minuti in padella o al microonde, come il guanciale arrosto, il coniglio alla cacciatora, lo stinco al sugo d’arrosto e i bocconcini di anatra all’arancia.
Dai salumi ai formaggi: a fare la parte del leone è il Parmigiano Reggiano, il più imitato e “piratato” all’estero. Con scarsi risultati. Perché la sua origine (e la sua originalità) è proprio qui, nelle terre tra Parma, Reggio Emilia e Modena. Mi basta fare qualche assaggio per rendermene conto. Ogni boccone, ogni forma di formaggio, è diversa dall’altra. E, siccome, il parmigiano è un vero e proprio toccasana nutrizionale, ecco la merenda per i bambini di Parmareggio, con parmigiano, grissini e frullato. Sempre da Parmareggio arriva anche il parmigiano da spalmare (dove volete), mentre Nitti Ferrari propone le sfoglie sottili di stagionato in vaschetta, per condire pasta, insalate e carpacci.
Da Cuomo si assaggiano le specialità lattiero casearie dell’Agro Pontino: mozzarella dal gusto unico (che ti fa dimenticare in un solo assaggio quella acquistata in serie al supermercato) in trecce, bocconcini, nodini e ciliegine, ma anche ricotta, scamorze affumicate e l’insuperabile mozzarella di bufala campana. Per chi vive, o sopravvive, di surgelati, arrivano le fette di mozzarella già pronte di Alifood, mentre Selektia Italia ci tenta con il gorgonzola al tartufo. Ampia l’offerta per chi è intollerante al lattosio. “Perché dopo i 40 anni, il nostro intestino perde gli enzimi per digerirlo”, mi spiegano da Libera, ditta di Putignano (Ba) che propone burro, mozzarella e ricotta rigorosamente lactose free.
Altro giro, altra bontà: l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, conosciuto anche come l’”oro nero”. All’estero è sempre la cosa che manca di più agli italiani, perché imitarlo è pressoché impossibile. Fini, marchio storico dell’enogastronomia modenese, tra le novità propone la crema di aceto balsamico di Modena IGP nelle varianti con tabasco, salsa di soia kikkoman e senape di Dijon. La testimonianza, più che mai vivente, della lunga tradizione dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena è Giusti, che lo produce addirittura dal 1605. Da Acetum di Cavezzo (Mo) arrivano le salse Blaze all’aceto balsamico nei gusti vaniglia, barbecue, alla frutta e al tartufo. A proposito di tartufo, Urbani Tartufi propone un preparato pensato per il sushi.
Siccome mi piace sperimentare le novità, mi dirigo subito allo stand di Bocon, dove ci sono gli assaggi di insalata di Quinoa, una pianta erbacea parente di spinaci e barbabietole. Cresce sulle Ande, a 4200 metri di altezza ed era molto apprezzata anche dagli Inca, che la chiamavano chisiya mama, “madre di tutti i semi”. Novità curiose anche da Aureli di Ortucchio (AQ), che propone il succo di carota e carota nera. Assaggio e dimentico le mie antipatie infantili per l’ortaggio arancione. Sfiziosa anche la proposta della panature vegetali nella varianti spinaci, sedano, carota e carota nera, per rendere più croccanti e gustosi i fritti di carne e di pesce.
E potevano mancare gli incontri “stellati”? I maestri chef scendono dall’Olimpo mediatico e si fanno vedere di persona tra gli stand. Vissani firma sette ricette di Gastronomia Toscana, pronti in due minuti, tra cui la crespella toscana al cavolo nero con salsa di banane e curry rosso. Ogni piatto è accompagnato da consigli per l’abbinamento del vino. Da Cuomo disquisisco con Antonello Colonna sulla predominanza di genere tra gli chef più famosi del mondo. Lui smentisce la mia teoria sul sesso forte: le cinque migliori sono donne. Allo stand di San Carlo, quello delle patatine, ho una visione. “E’ lui o non è lui?”. La folla armata di smartphone impostato sulla modalità “macchina fotografica” me lo conferma. E’ il masterchef Carlo Cracco, nuovo testimonial degli snack salati. Lui chiacchiera imperturbabile con il suo interlocutore, incurante dei flash. Assaggio una patatina, mentre penso al potere del marketing di riuscire a fare andare d’accordo il diavolo e l’acqua santa. La sfoglia di patata mi sembra diversa, più buona, e non bado nemmeno al fatto che, alla mia età, si depositerà sui fianchi direttamente e senza passare dal via. Sarà per “colpa” di Cracco.
"Strumenti per superare la crisi nel settore alimentare", un incontro di approfondimento e confronto su tematiche, esempi e strumenti per aiutare le imprese che operano nel settore alimentare a superare in modo efficace la "crisi" economica e ad incentivare sviluppo ed innovazione.
Parma, 6 maggio 2014 -
L’Ordine dei Tecnologi Alimentari dell’Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria e associati presieduto da Serena Pironi organizza un incontro di approfondimento e confronto su tematiche, esempi e strumenti per aiutare le imprese che operano nel settore alimentare a superare in modo efficace la “crisi” economica e ad incentivare sviluppo ed innovazione.
Il convegno si terrà all’interno di Cibus, salone internazionale dell’alimentazione, in programma alle Fiere di Parma dal 5 all’8 maggio e sarà moderato dalla giornalista specializzata nel settore agroalimentare Francesca Caggiati, associata Arga-Unaga.
Tra i relatori Carla Brienza, Presidente del Consiglio Nazionale dei Tecnologi Alimentari che introdurrà i lavori; Vincenzo Gerbi, Presidente SISTAL e presidente AISSA che presenterà le realtà e prospettive del settore agroalimentare italiano; Gian Paolo Cesaretti, Professore di Economia Agraria presso l’Università Parthenope, che illustrerà come territorio ed impresa possono essere un nuovo paradigma di vantaggio competitivo; Annaflavia Bianchi, Centuria e docente di Economia dell’innovazione all’Università di Ferrara, tratterà invece gli interventi a livello nazionale per aiutare le imprese a superare la crisi; mentre Sabrina De Camillis, consigliere del Ministro dell’Interno, svilupperà il tema delle misure di sviluppo del settore agroalimentare in vista dell’Expo 2015; Alfredo Gris, tecnologo alimentare Almater, parlerà di come i professionisti possono aiutare le imprese nell’export; mentre Michela Petronio, direttore del Centro di Ricerca e Tecnologie della Barilla, relazionerà sul tema di come contenere costi e sprechi rendendo l’impresa sostenibile. Il convegno si terrà giovedì 8 maggio nella Sala AIDA limitrofa al padiglione 7 e avrà inizio alle 9.30 con la registrazione dei partecipanti e un welcome coffee. Ai tecnologi alimentari che parteciperanno al convegno verranno rilasciati dall’Ordine i crediti formativi. L’Ordine dei Tecnologi Alimentari è presente a Cibus con un proprio stand sempre al padiglione 7 corridoio J 003
Location del convegno all’interno di Cibus 2014: Sala AIDA – Padiglione 7 (colore verde)
(Fonte: Ufficio Stampa Studio Eventi & Comunicazione - Parma )
AGGIUNTO PDF CON ORARI DELLA GIORNATA DI GIOVEDI 8 MAGGIO.
La Gastronomia Piccinini di Baiso, associata alla CNA provinciale, in vetrina al Salone Internazionale dell’Alimentazione di Parma fino all’8 maggio -
Reggio Emilia, 6 maggio 2014 -
Anche CNA Reggio Emilia è presente al Cibus 2014, il Salone di Parma che ospita dal 5 all’8 maggio il top delle produzioni alimentari Made in Italy. La crisi in atto impone oggi più attenzione che in passato all’ottimizzazione dei costi, alla valorizzazione di sinergie e ad investimenti in attività di marketing e di promozione. “Cibus – spiega Laisa Rinaldi, Presidente CNA Alimentare Reggio Emilia - rappresenta da sempre una piattaforma di incontri imprescindibile per gli operatori del settore, una vetrina di grande pregio sia sul territorio nazionale che internazionale”.
Approfittando dello spazio messo a disposizione da CNA Alimentare Emilia Romagna, l’azienda associata alla CNA provinciale Gastronomia Piccinini Sapori della Collina srl di Baiso, specializzata nella produzione di pasta fresca (tagliatelle, zuppa imperiale, gramigna, garganelli, gnocchi), di paste ripiene (tortellini, tortelli, ravioli, lasagne) di tigelle, gnocco fritto e pasta per pizza, porta alta la bandiera dell’eccellenza dell’artigianato alimentare reggiano, insieme alle aziende del Consorzio Emilia Alimentari, nato attraverso un progetto di internazionalizzazione di CNA Servizio Estero.
L’obiettivo è esporre i propri prodotti tipici e di qualità in un’area dedicata a degustazioni e business meeting, concepita in modo da favorire il massimo della comunicazione con gli operatori specializzati, provenienti da tutto il mondo.
“CNA inoltre, – continua Laisa Rinaldi - grazie al progetto “Export Gate For Made In Italy – Una Porta Verso L’Europa”, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, sperimenterà un “Desk Germania e Russia”. Alle aziende emiliano romagnole presenti, sarà fornita assistenza completa nella relazione con gli operatori esteri, proponendo a tutte quelle interessate, alcuni incontri finalizzati alla definizione di contratti con importatori, distributori e catene alimentari russe di primo piano. Questa attività consentirà di poter valutare la fattibilità di rapporti di collaborazione e di esportazione che potrebbero poi sfociare in una collaborazione continuativa e importanti accordi commerciali”.
(Fonte: ufficio stampa CNA RE)
Cucinano meglio, ai loro piatti non si può dire di no, fanno apprezzare cibi “ostici” come verdure e legumi. Gli italiani non hanno dubbi: bocciano mamme e mogli e per salvare la qualita’ dei prodotti Made in Italy e gustare le ricette di una volta vanno dalle nonne.
Parma, 6 maggio 2014 -
Altro che fast food e cibi etnici, gli italiani a tavola preferiscono i sapori di una volta e per salvare il Made in Italy ben un italiano su due (49%) manda in campo la nonna. Prodotti di qualita’ (24%), ricette della tradizione (33%) e consapevolezza che da lei “si mangia meglio” (39%) sono per gli italiani i punti di forza della cucina della nonna. Mamme, mogli e fidanzate bocciate: non hanno inventiva (36%), non dosano bene i sapori (21%) e utilizzano cibi preconfezionati (23%). Unica (62%) e impareggiabile (48%), la nonna grazie alla sua esperienza e capacita’ culinaria riesce a far mangiare anche quei prodotti “ostici” come verdure (63%), legumi (56%) e ortaggi (51%). E tra i piatti preferiti trionfano lasagne (61%), polpette (53%) e torte tradizionali (48%).
E’ quanto emerge da uno studio promosso dal Polli Cooking Lab - l’Osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana - in occasione del Cibus, condotto mediante metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 1.200 Italiani tra i 20 e i 55 anni attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community per capire qual e’ il loro rapporto degli italiani con il cibo Made in Italy.
La cucina della nonna e’ la piu’ genuina, in quanto le nonne ricorrono a prodotti locali, usando al meglio ciò che la terra offre a chilometro zero – afferma il nutrizionista Andrea Strata – “Le nonne da sempre utilizzano per la preparazione dei loro piatti prodotti freschi, controllati, realizzati in maniera artigianale e che seguono il volgere delle stagioni, senza ricorrere a conservanti e ad altri prodotti industriali. Una conservazione dei principi della tradizione culinaria italiana che ha una sua valenza, anche dal punto di vista salutistico”.
Cosa si cerca oggi a tavola? Un italiano su tre (33%) cerca rigorosamente le ricette della tradizione mentre il 24% va alla ricerca di prodotti sani e di qualita’. Solo il 17% dice che gradisce sperimentare e il 20% di volere pietanze ricercate ed elaborate. Dove possono trovare tutto quello che cercano? Un italiano su due (49%) afferma senza dubbio: a casa della nonna. Solo il 17% risponde dalla mamma e il 13% in casa propria. Giu’ anche ristoranti rinomati (8%) e trattorie di provincia (10%).
Ma cosa non piace della cucina della mamma? Per un italiano su due (53%) gli stessi piatti non hanno il sapore autentico di quelli fatti dalla nonna. Il 27% accusa un po’ di approssimazione nella preparazione mentre per il 21% lamenta che a volte le mamme non dosano bene i sapori. E cosa non piace della cucina del partner? Ben il 36% afferma che i rispettivi partner hanno poca inventiva mentre il 23% lamenta che utilizzano troppi cibi preconfezionati, per il 20% invece trasmettono addirittura ansia quando si mettono ai fornelli.
Perché si preferisce la cucina della nonna? Ben 4 italiani su 10 (39%) la preferiscono perché “da lei si mangia meglio”. Il 21% poi afferma che ai suoi piatti non si può dire di no mentre per il 18% perché sa esaltare al massimo la qualita’ dei prodotti Made in Italy. Il 18%, infine, preferiscono la cucina della nonna perché incarna in pieno i sapori di una volta. Ma quali sono i segreti della cucina della nonna? Per il 27% la passione e l’amore che la nonna mette nella preparazione dei piatti, per il 26% le sue ricette segrete mentre per il 23% l’utilizzo dei prodotti della terra, infine per il 19% l’esperienza acquisita in tanti anni.
Come descrivono gli italiani la cucina della nonna? Per il 62% e’ semplicemente unica. Il 48% la definisce impareggiabile, per il 36% e’ saporita e per il 32% e’ salutare. Per oltre un quarto degli italiani (27%) e’ nutriente e per il 24% deliziosa. Non manca poi chi la definisce “pesante” (19%) e chi addirittura la giudica sconfinata (14%). Ma quante volte al mese gli italiani mangiano dalla nonna? Ben il 35% afferma di andarci ogni domenica mentre il 37% almeno due domeniche al mese. Il 15% dichiara di andarci almeno una volta al mese e non manca chi afferma di passare dalla nonna ogni volta che riesce a ricavarsi qualche ora di tempo a pranzo (11%).
Ma quali sono i cibi “ostici” che la nonna riesce a far mangiare? In cima alla lista dei prodotti “poco graditi” dagli italiani ci sono le verdure (63%) come verze, cavoli e broccoli. Seguono poi i legumi (56%), fra tutti fave, fagioli e ceci. Per il 51% poi ci sono gli ortaggi in genere mentre il 42% indica alcuni tipi di formaggi dal sapore particolarmente forte. La nonna, infine, ha anche il “potere” di far mangiare non solo le zuppe e i minestroni (32%) ma anche alcuni tipi di carni particolari (come agnello e coniglio),
Quali sono i piatti preferiti? Per ben 6 italiani su 10 (61%) non potevano che essere le lasagne, seguite dalle polpette (53%) e dalle torte tradizionali (48%). Molto gradita anche la parmigiana (44%), le focacce (37%), le frittelle (31%) e le cotolette (24%).
Inaugurata la mostra che rimarrà a Parma fino al 30 maggio ai Portici del Grano: fotografie di artisti provenienti da tutto il mondo che hanno scelto di esprimersi muovendosi nel mondo del cibo -
Parma, 6 maggio 2004 –
Non solo pietanze cucinate o macro di ingredienti, ma momenti e interpretazioni della realtà raccontati attraverso la lente del cibo: è questa la forza della Mostra del Festival Internazionale di Fotografi Culinaria che, in occasione di Cibus, fa tappa a Parma con una gallery di foto originale che ha conquistato Foodies, appassionati di fotografia e business man in trasferta nella città ducale in occasione del Salone Internazionale dell’Alimentazione.
La Mostra è stata inaugurata ieri, primo giorno della Fiera Cibus, nel cuore di Parma, ai Portici del Grano, alla presenza di Parma Alimentare, il consorzio che ha organizzato la Mostra, grazie al sostegno e al contributo della Camera di Commercio di Parma.
Fino al 30 maggio, I Portici del Grano ospiteranno una selezione di 30 opere tratte dalle cinque precedenti edizioni del Festival (www.festivalphotoculinaire.com) che ha la sua base a Parigi: fotografie di artisti provenienti da tutto il mondo che hanno scelto di esprimersi muovendosi nel mondo del cibo.
Patrick Rougereau - Le baiser va laisser des traces
All’inaugurazione, ha partecipato Jean-Pierre PJ Stéphan, presidente e fondatore del Festival che ha dichiarato: “L’atmosfera di Parma è unica: sono molto felice che Parma Alimentare ci abbia invitato ad esibire le nostre foto in quella che è la città gourmet per eccellenza, famosa in tutto il mondo per l’eleganza e la ricercatezza delle proprie opere d’arte culinarie. Quella che abbiamo portato qui è una selezione di trenta opere estrapolata dalle cinque edizioni del Festival di Parigi, e non potevamo scegliere una città migliore in un periodo più azzeccato. È un privilegio essere qui ad esporre quelle che hanno l’ambizione di essere le immagini culinarie più belle del pianeta”.
"Per la Camera di Commercio l’attività di Parma Alimentare è parte fondamentale del proprio programma di promozione integrata dell’economia e del territorio che ha tra i punti centrali la valorizzazione del nostro settore agroalimentare nel mondo" ha commentato Andrea Zanlari, Presidente della Camera di Commercio di Parma e di Parma Alimentare. "Si tratta - ha spiegato Zanlari - di dare forma e contenuto all’etichetta ‘Food Valley’, un posizionamento di marketing territoriale in cui crediamo fermamente. Tra le tante attività promozionali, questa inaugurata oggi consente di avvicinarsi in modo accattivante al largo pubblico, confermando Parma come un luogo imperdibile per chi ha in qualche modo interesse verso l’agroalimentare. È un’iniziativa che ci avvicina ai 20 milioni di visitatori attesi a Milano tra appena un anno in occasione di Expo 2015, incentrata appunto sull’alimentazione e la sua sostenibilità".
(Fonte: Ufficio Stampa Parma Alimentare)
Piena soddisfazione di Franco Boni per gli obiettivi raggiunti nell’edizione 2014 di Cibus. Il profilo internazionale è stato apprezzato dagli espositori , dagli operatori e buyer esteri.
- di Virgilio
Parma 05 Maggio 2014 ----
A Paolo De Castro l’onore del taglio del nastro per la 17esima edizione di una delle più importanti manifestazione mondiali dedicate all’agroalimentare. Cibus 2014 registra il tutto esaurito degli spazi con 140mila mq di superficie lorda. 2.700 gli espositori e centinaia le novità esposte per l’occasione dalle aziende presenti.
Pare proprio che le imprese alimentari abbiano molto gradito il profilo internazionale allestito da Fiere di Parma negli ultimi quattro anni contribuendo a rafforzare il ruolo di terza fiera alimentare al mondo, dopo Anuga di Colonia e Alimentaria di Barcellona.
Una soddisfazione ben manifestata dal presidente dell’ente fiere Franco Boni in occasione del discorso inaugurale: “Presentiamo una manifestazione che nonostante la crisi dimostra numeri in crescita, in controtendenza alla crisi.” Tanti e profondi i cambiamenti che hanno portato a questo punto di eccellenza Cibus2014 e perciò il presidente ci tiene a ringraziare “soprattutto tutte le aziende che hanno confermato la fiducia a “Cibus” e non hanno dato ascolto alle sirene che provenivano da altrove, e gli azionisti per il sostegno dato con gli aumenti di capitale che ci hanno consentito di rinnovare pressoché totalmente questo quartiere”. Una soddisfazione che il Presidente Boni intende condividere con la struttura dell’Ente Fiere, che sotto la guida dell’amministratore delegato Antonio Cellie, è stata in grado di organizzare una manifestazione di così ampia portata internazionale.
Ringraziamenti che si sommano a quelli di Filippo Ferrua, presidente di Federalimentare, “innanzitutto come rappresentante del 50% del marchio Cibus non posso che rallegrarmi con l’amministratore delegato Cellie e la struttura per il risultato record di questa edizione. E’ un risultato questo molto importante per il nostro settore perché interviene in un momento che sta attraversando un periodo di difficoltà. Usciamo da un 2013 che ha visto una perdita di produzione dello 0,7% che si somma alle perdite degli anni precedenti e va a totalizzare un 3,4% di produzione persa. L’altra grande fonte di preoccupazione è sul fronte dei consumi che nel 2013 ha perduto 4 punti che sommati ai precedenti portano a 14 punti percentuali persi negli anni della crisi.”
Un tema, quello dell’internazionalizzazione, che sta molto a cuore al ministero, quest’oggi rappresentato da Carlo Calenda, Vice Ministro allo Sviluppo Economico, il quale nel riconoscere il settore agroalimentare come tra quelli in più forte espansione individua però nel limitato numero di imprese esportatrici il punto di debolezza del sistema italiano. Per fare fronte a questa mancanza occorre operare, secondo Calenda, con una strategia complessa e articolata per dare vita a una fase di difesa e a una di attacco. La prima difendendo le indicazioni geografiche, espressione della cultura italiana, combattendo l’italian sound, e proseguendo con gli accordi bilaterali di libero scambio come ad esempio quello recentemente realizzato con il Canada. Accordi che però non verranno sottoscritti con quei paesi che “giorno dopo giorno, ribadisce il vice ministro, incrementano le loro barriere tariffarie. Questo vale per l’India e vale per Mercosur (Mercato Comune dell’America meridionale ndr).”
La fase d’attacco invece deve orientarsi verso nuovi mercati esteri e l’incentivazione all’esportazione. “Noi siamo forti nei mercati di prossimità. Sono mercati più complessi, Russia, Turchia e Nordafrica. Sono mercati che stanno manifestando elementi di instabilità”. Dove invece sta crescendo un commercio sempre più libero e sempre più aperto sono i paesi “dell’alleanza del Pacifico, prosegue Calenda, Cile, Colombia, Perù e Messico”. Ma c’è anche l’America più profonda dove esiste un gap enorme tra promozione e importazione di prodotti italiani. “Il Texas, sottolinea il viceministro, è ad esempio il paese che crescerà di più nei prossimi anni. 6 dei 50 container di prodotti sono texani ma lì non è mai stata fatta una promozione italiana.” La grande distribuzione è lo strumento più efficace per aggredire questi mercati e nei quali fare promozione. In conclusione l’dea è di dare incentivi alle grandi catene estere e incentivare le imprese italiane per dotarsi di export manager anche con la formula del “temporary management”.
Per Vasco Errani, Governatore dell’Emilia Romagna, il settore agroalimentare è un settore strategico per l’Italia. “E’ molto importante perché non mette più l’agricoltura e l’agroindustria in una dinamica marginale nella discussione di questo Paese. La possibilità di crescita e di proiezione globale della qualità del nostro sistema è gigantesca.” Una affermazione internazionale che le imprese non possono raggiungere da sole e soprattutto decidendo “chi fa che cosa”, eliminando le innumerevoli sovrapposizioni e il “barocchismo italiano” senza porsi il problema “lo devo fare io lo deve fare qualcun altro”. L’altro problema, per Errani, è procedere in modo spedito sull’integrazione di filiera. ”Questo richiede un protagonismo nuovo da parte degli operatori” mentre il decisore politico deve realizzare i suoi procedimenti secondo gli obiettivi della internazionalizzazione e della integrazione spinta di filiera. Il presidente conclude con la necessità di promuovere la Ricerca e la Formazione spingendosi a sostenere che l’Emilia Romagna dovrà diventare leader in europa sul terreno della ricerca sulla qualità agroalimentare. “Il nuovo piano di sviluppo rurale sarà tutto orientato in questa direzione per vedere se siamo in grado di integrare sino alla grande distribuzione e alla commercializzazione”.
A chiudere la serie di interventi è Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale dell’UE, il quale sottolinea come sia necessario aumentare notevolmente la capacità organizzativa per arrivare a quei 50 miliardi di euro d’esportazione. Un traguardo, rispetto gli attuali 33 miliardi raggiungibile non con la sola qualità e eccellenza delle produzioni ma con l’organizzazione. Organizzazione che la Germania possiede tanto da produrre valori d’esportazione doppi di quelli italiani. “Noi, conclude De Castro, lavoreremo per rendere più forte l’Italia ma molto dipenderà da quanta Italia ci sarà dentro le istituzioni europee”.
Che la grande kermesse abbia inizio all’insegna della internazionalizzazione; sostenibilità e lotta agli sprechi; innovazione di prodotto e di servizi; lotta alle contraffazioni.
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