Martedì, 02 Settembre 2014 15:54

Castello Querciola, un borgo antico tra incanto e realtà

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Giullari e conti di un'epoca remota hanno accompagnato la rievocazione storica alla consueta sagra di Castello Querciola -

Reggio Emilia, 2 settembre 2014 - Giulia Rossi -

Nascosto tra i boschi di Querce, alla fine di una stradina mezza sterrata, isolato tra i campi e le fattorie, sorge un vecchio borgo in sasso, fatto di poche case, una raffinata chiesina e una torre rustica: un angolo incantato di mondo a due passi dalla città.
Sembra l'inizio di una favola e forse di una favola si tratta davvero, perché sabato 30 e domenica 31 agosto alla consueta sagra di Castello Querciola, organizzata dal'Associazione per la valorizzazione di Viano, dal Comune e da molti volontari del querciolese, i protagonisti delle due serate sono stati giullari e conti di un'epoca remota che hanno accompagnato la rievocazione storica, eseguita ogni anno a fine agosto per ricordare quando, nel 1233, il feudo in questione passò dalle proprietà del vescovo di Reggio alla potente famiglia Fogliani.

LA SAGRA DI CASTELLO QUERCIOLA. Basta scendere dall'auto parcheggiata in un campo a pochi metri dal borgo per sentire già in lontananza il rombo delle trombe e il tumulto dei tamburi ed essere richiamati con la mente a un ritmo passato.
Mentre ci avviciniamo all'ingresso della festa, vediamo spiccare tra banchetti di ghirlande floreali che le dame indossavano sul capo, scudi di legno per bambini e gioielli in ferro battuto, il classico stemma medievale e una fila di persone che vestono abiti d'epoca in attesa di iniziare la parata: ci sono i villici, sporchi di terra e con vesti strappate, i religiosi tra cui il vescovo in vesti d'orate, gli arcieri, i musici, gli sbandieratori in calzamaglia e i nobili bardati di stole eleganti con il primo conte del Querzola.
Ma qual è la storia di questo feudo?

La rievocazione rid

IL FEUDO. "Le prime notizie del feudo risalgono al 980 quando questa struttura venne costruita per proteggere il vescovo di Reggio Emilia dalle scorrerie barbariche che in quel periodo si susseguivano senza sosta nel territorio emiliano - racconta Isabella Valcavi, insegnante della scuola media di Viano e promotrice dell'iniziativa - . Il feudo rimase residenza vescovile estiva fino a quando, precisamente il 23 agosto 1233, il vescovo di allora decise di donarlo a una potente famiglia guelfa che aveva difeso la chiesa, i Fogliani, i quali ne mantennero la gestione fino al sedicesimo secolo. Così ogni anno, l'ultima settimana di agosto, organizziamo questa sagra per rievocare e celebrare quell'investitura avvenuta tanti secoli fa".
"Questa festa richiama sempre molti turisti - prosegue l'insegnante - , soprattutto per la visita della torre, recentemente ristrutturata, in cui sono custoditi i preziosi affreschi di Lelio Orsi, noto pittore del '500, originario di Novellara (Reggio Emilia). Per noi è molto importante questo momento perché in questo modo abbiamo l'opportunità di far conoscere il borgo e la storia medievale a un grosso numero di persone, dando loro modo di riscoprire le nostre radici e la nostra identità, soprattutto in una società dove i valori autentici sono sempre più dimenticati. E, visto che si parla di valori, nell'organizzare sagre come questa, si riscopre davvero il piacere e la ricchezza dell'amicizia. Ho lavorato duramente per un mese, certo è stato impegnativo, ma ho avuto modo di stringere legami con persone di tutte le età che prima nemmeno conoscevo, ed è stato molto bello", conclude Valcavi.

L'INTRATTENIMENTO DEL BORGO. Intanto, sul paco allestito nel cuore del borgo antico davanti a una folla di persone, la cerimonia d'investitura volge al termine. È arrivato il momento dell'esibizione degli sbandieratori che dilettano il pubblico con numeri complessi e mozzafiato, sempre a ritmo di tamburi. C'è chi fa volteggiare due bandiere, chi persino quattro, chi ne lancia una in aria scambiandola con quella del compagno, chi la alza con l'abilità dei piedi verso l'alto.
Dopo di loro lo spettacolo continua con le affascinanti performance dei mangiafuoco che lasciano il pubblico a bocca aperta.
E dopo un dettagliato ripasso della nostra storia medievale e l'applaudito intrattenimento, è giunta l'ora di gustare le tante pietanze tradizionali della cucina emiliana. Polenta, gnocco fritto, erbazzone, il tutto accompagnato da una buona bottiglia di lambrusco, oppure due.
Presente sotto i tendoni del ristorante con un tavolo riservato anche il sindaco di Viano, Giorgio Bedeschi, che non si è voluto perdere una delle manifestazioni più importanti della zona.

UN RAPACE PER AMICO. E tra un pezzo di ciambella casereccia, inzuppata nel vino bianco come da tradizione, e l'altra, può capitare a qualche visitatore intento a deliziare il suo dolce, di ritrovarsi un rapace sulla testa. Lo splendido Barbagianni in questione ha sette anni e si chiama Kiss, "perché è fatto a cuore", ci spiegano, non arriva dal bosco ma dalla mano di Alba Favalesi, una stravagante e pittoresca signora appassionata di questo genere di uccelli crepuscolari.
Kiss non ama i flash e spesso non offre il suo viso ai tanti obbiettivi delle macchine fotografiche di quei curiosi che vorrebbero immortalarlo. Lui preferisce guardarsi le spalle, ma tutto sommato, per essere un animale selvatico, sembra trovarsi quasi a suo agio in mezzo a tante persone, e non disdegna di dominare la festa medievale dalla cima delle testa di qualche sconosciuto, salvo poi al richiamo, tornare sulla mano della sua padrona.

GLI ABITANTI DEL BORGO. Al termine della festa gli abitanti del borgo, gli Stefani, si svestono degli abiti medievali e tornano ad indossare quelli dei giorni nostri.
Una ragazza ci spiega che lei è nata e cresciuta tra quelle mura antiche, così come era stato per suo padre e suo nonno. Per loro, oggi tre famiglie in tutto, trascorrere l'anno quasi isolati non è poi così strano. "Forse in inverno è un po' più scomodo muoversi in auto perché gli spazzaneve puliscono solo la stradina principale - afferma - alla nostra salita di accesso al borgo pensa mio zio con il trattore, altrimenti non usciamo più di casa. Del resto qui è molto tranquillo. A noi piace. Così come amiamo ogni anno organizzare questa festa che abbiamo visto nascere 12 anni fa. Pensate, tutto è partito da una classe delle medie della signora Valcavi che ha fatto realizzare ai suoi ragazzi un breve documentario sulla storia del feudo. Poi pian piano la festa ha preso forma e oggi rappresenta un appuntamento imperdibile soprattutto per chi vive dalle nostre parti".

 

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