Giovedì, 09 Novembre 2023 06:46

“La morte negata” di Alessandro Amori: la proiezione a Firenze venerdì 10 novembre In evidenza

Scritto da

L’evento, organizzato da Firenze Rinasce, cerca di ricostruire cosa accadeva a chi veniva “sequestrato” negli ospedali durante l’emergenza Covid

Di Giulia Bertotto Roma, 8 novembre 2023 - Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato dedicato alla proiezione toscana del docufilm “La morte negata” organizzata da Firenze Rinasce con Playmastermovie.

Grazie alla squisita amicizia, competenza e sintonia con Playmastermovie, ed in particolare con Alessandro Amori, FIRENZE RINASCE è lieta di presentarvi LA MORTE NEGATA.

Questo sconvolgente documentario parlerà di uno degli aspetti meno considerati del periodo COVID: la morte di centinaia di persone da sole, senza il conforto dei propri cari, sepolti o bruciati in bare sigillate senza che nessuno potesse vederli un'ultima volta.

La proiezione de LA MORTE NEGATA rappresenta il primo evento pubblico di FIRENZE RINASCE, un progetto, questo, ambizioso, per una Lista Civica alle elezioni comunali 2024.

FIRENZE RINASCE è cittadini, associazioni, comitati, partiti del dissenso uniti e attivi da anni sui temi locali e sulle grandi questioni nazionali ed internazionali

- e poiché destra e sinistra governano ugualmente male, inaffidabili gemelli

-e poiché i cittadini devono tornare a contare, la nostra voce deve essere ascoltata.

-noi lottiamo per ritrovare famiglie serene, giovani preparati e motivati, cittadini partecipi. Per rimettere al centro dell’agire comune i valori della Costituzione del 1948.

FIRENZE RINASCE, respira, ripensa sé stessa.

VI ASPETTIAMO VENERDÌ 10 NOVEMBRE DALLE ORE 20 AL CINEMA TEATRO AURORA, VIA S. BARTOLO IN TUTO. SCANDICCI/FIRENZE.

L’INTERVISTA AD ALESSANDRO AMORI E A SIMONETTA FILIPPINI

Alessandro Amori già produttore di Invisibili dedicato alle persone danneggiate dai profarmaci anticovid ci ha detto a proposito di questa seconda proiezione, dopo quella di Udine: “Per La morte negata ho raccolto le testimonianze dei parenti delle vittime dello stato di emergenza covid da cui emerge la drammatica situazione in cui versa la sanità italiana, ostaggio di protocolli e linee guida che nulla hanno a che fare con i bisogni del paziente e la salute del cittadino. Una sanità che non è più un servizio alla salute ma un labirinto burocratizzato, aziendalizzato, sempre meno attenta al paziente visto come corpo del profitto e non come essere umano psicofisico”.

La morte negata non parla di vittime di Covid ma di “vittime dello stato di emergenza Covid”, e non è un dettaglio linguistico. Quello stato di emergenza in realtà ha spesso osteggiato le cure, censurato i medici non allineati alla narrazione dominante, ridicolizzato giornalisti liberi da vincoli politici.

“Questo docufilm nasce dall’esigenza di rendere memoria e al contempo fare da monito su quello che è successo dalla dichiarazione dello Stato di emergenza: non solo non dobbiamo dimenticare quello che è successo ma è importante farlo comprendere all’opinione pubblica italiana. Quello che è accaduto è complesso e inquietante, e va ricostruito con capacità critica e lucidità. Anche coloro che sono stati vittime dell’ambiguità del Sistema sanitario nazionale sono “invisibili”. Magari si entrava in ospedale per un mal di denti, anche per disturbi di lievissima entità, si faceva un tampone obbligatorio e se si risultava positivi pur stando bene, si finiva in terapia intensiva e così si chiudeva ogni collegamento anche solo telefonico con la famiglia. Il paziente veniva poi riconsegnato in un sacco nero come un rifiuto, senza possibilità di fare un funerale e meno che mai una autopsia. Cosa è successo a quelle persone che stavano bene e sono uscite dai reparti decedute?

Inoltre è stato interrotto il sano processo di elaborazione del lutto, neppure durante le guerre era stato falciato in maniera così sistematica”.

Parteciperanno alla proiezione anche Simonetta Filippini, purtroppo una dei protagonisti del documentario di Amori. Simonetta ha visto suo marito Enzo Galli, 43 anni, entrare in ospedale dopo aver contratto il Covid in India, e non lo ha visto mai più rientrare a casa. Durante il periodo di ricovero del marito infatti, non le è stato permesso di chiamare l’ospedale Caretti in cui era ricoverato per avere notizie: “Quello che mio marito ha sofferto somiglia più ad un rapimento che ad un ricovero, la Legge dovrà rispondere di quello che gli è stato fatto e della nostra famiglia distrutta ora che mio figlio ha anche perso il suo papà”.

La_morte_negata.jpeg