Domenica, 29 Ottobre 2023 07:11

Dal "crocio/gramscismo" al pensiero unico. In evidenza

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di Daniele Trabucco (*) Belluno, 29 ottobre 2023 - L'Università europea di Fiesole (Città metropolitana di Firenze) vorrebbe cambiare nome alla festività natalizia, utilizzando ad esempio quello di "Festa d'inverno", in nome di una ottica più inclusiva nei confronti della propria popolazione studentesca.

Non si tratta di una boutade di una delle realtà accademiche più progressiste, globaliste e prezzolate, ma dell'espressione di una precisa linea culturale la quale, in epoche storiche e forme politiche diverse quali il risorgimento, l'antifascismo repubblicano, la contestazione sessantottina etc, ritiene che il processo storico non possa venir compreso se non come un'inarrestabile tendenza verso l'immanenza e la secolarizzazione.

In altri termini, in nome di una presunta neutralità, che altro non è se non un'imposizione ideologica, si cerca in ogni modo la definitiva eliminazione del soprannaturale e del trascendente dalla storia i quali, è bene ricordarlo, non si impongono, ma si propongono ("Venne tra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto" (Gv 1,11)).

Aveva ragione il grande filosofo pistoiese Augusto Del Noce (1910/1989) quando sottolineava come il "crocio/gramscismo accademico", che domina ancora oggi buona parte della cultura italiana, sia stato condizionato, fin dall'inizio, dal problema delle origini e dello sviluppo del risorgimento e del suo rapporto storico ed ideologico con la Rivoluzione francese del 1789. Quest'ultima era, infatti, vista da Antonio Gramsci (1891/1937) come una tappa di "autoliberazione" dell'umanità, come il momento culminate della "filosofia della praxis", preceduta dal Rinascimento e dalla Riforma protestante e seguita dall'idealismo tedesco, dal liberismo laico e dallo storicismo.

La conseguenza di tutto questo è evidente: l'affermarsi di un'idea di libertà come affrancamento dall'essere e dai suoi fini, come liberazione, e l'ossessione del politicamente corretto (lo vediamo, ad esempio, nei quotidiani come la Repubblica, La Stampa, il Corriere della Sera con i loro "monotoni aedi") che, quale nuova religione laicistica con i suoi dogmi, stabilisce il divieto di fare domande o di assumere un pensiero critico, pena la "patologizzazione" del pensiero divergente.

Fino a quando durerà questo rimbecillimento di massa?

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(*) Autore - prof. Daniele Trabucco

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche "Erich Fromm"). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario "Prospero Moisè Loria" di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in "Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie" organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
Sito web personale
www.danieletrabucco.it

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