(Gmajo) – Non sono certo un amante dei tumulti, né mi piace veder scorrere il sangue(metaforicamente parlando, of course), ma la spontanea contestazione di ieri sera, civile per quanto possa essere civile una contestazione, era diventata ormai inevitabile, dopo settimane e settimane di frustrazione di una Curva che già in occasione della precedente uscita interna aveva reso manifesto il proprio malcontento con uno striscione che invocava il metterci la faccia da parte di una società evidentemente ai loro occhi troppo assente o per lo meno silente, avendo sempre delegato, specie nella cattiva sorte, il compito di spiegare al solo allenatore e a qualche calciatore.
In sostanza, in quel contesto, avendo scritto “società” e non “proprietà” (a mio avviso altrettanto assente: il presidente non parla sul territorio da lunghi mesi, eccezion fatta per il Festival Serie A, ad inizio giugno, dove, a parere dello scrivente, aveva suonato il solito disco e neppure la promozione in serie A era stata celebrata parlando con la pur amica e partner Gazzetta di Parma: tanto è vero che a fine luglio scrissi un editoriale dal titolo: Quello strano silenzio di Krause e Pecchia, senza, peraltro, riuscire a stanarlo…), quello che quei ragazzi volevano era Pederzoli, ritenuto dai più, probabilmente a torto, il principale colpevole della situazione.
E ieri sera, il nuovo arrivato, ha sentito, appunto, il dovere di metterci la faccia in prima persona, lui che con la situazione attuale, essendo entrato in servizio cinque giorni fa, non c’entra proprio nulla. I 500 (circa) che avevano sfondato le barriere per uscire dall’area Curva Nord e penetrare in zona Tribuna Centrale, glielo hanno anche detto: “Perché esce lei, direttore, che è appena arrivato, e non Pederzoli? Lei non ha colpe…”
4 1 Video https://youtu.be/wXJ_qIp4dcA
Intendiamoci: non sarebbe mai stato un processo sommario, con conseguente decapitazione (fisica), giacché siamo a Parma, dove anche le contestazioni sono un po’ all’acqua di rose e si possono vivere tranquillamente, senza il timore di rimetterci i connotati, per cui, effettivamente, la scelta protezionistica di sacrificare Pederzoli in sala stampa, davanti al temibile plotone d’esecuzione dei giornalisti, per evitare che venisse fagocitato dalle folle inferocite (si fa per dire…) non so quanto sia stata azzeccata, giacché, se il livello dell’indice di gradimento del DS in carica era già basso prima, immaginarsi dopo aver dovuto bofonchiare le solite banalità, precedute, però, da quello che in molti non volevano sentirsi dire, ossia che Pecchia non si tocca, che resta al suo posto, che no, non ci sarà alcun ritiro, benché la prossima col Cagliari sia lontana una settimana lunga…
Ai portavoce della protesta, il plenipotenziario – scortato in prima linea dal direttore operativo Stefano Perrone, dallo SLO Giuseppe Squarcia, più defilati nelle retrovie il team manager Alessio Cracolici e il direttore Football Finance Alessandro Pettinà, che, prima dell’avvento di Cherubini sembrava destinato a raccogliere l’eredità del poco amato Pederzoli, che è in scadenza di contratto e nell’ambiente si vociferava da tempo non sarebbe stato confermato – più o meno rispondeva così: “Sono venuto io, perché avete chiesto un dirigente e io ora sono il massimo dirigente, l’amministratore delegato. Pederzoli in questo momento sta parlando con la stampa. Da oggi ci sono io. Vi prometto il massimo impegno, perché la situazione si risolva”.
5 2 video https://youtu.be/s5qDD3-xnDo
Il sottoscritto, dallo spazio commenti di StadioTardini.it, aveva più volte suggerito che Federico Cherubini si presentasse immediatamente (ossia, prima della partita con il Lecce, che, trattandosi di uno snodo fondamentale, si sapeva come avrebbe potuto finire, considerati i troppi precedenti specifici), assumendo, anche dinnanzi alla Comunità Crociata, il timone di quello che assomiglia sempre più ad un Titanic, mostrando subito chiaramente, senza equivoci, il suo ruolo di ammiraglio, con la speranza che l’armatore lo lasci guidare in pace, senza interferenze di sorta anche dei tanti poterini assortiti disseminati nel club che, in assenza del padrone, troppo spesso ballano, mostrandosi più realisti del re sempre più nudo.
6 3 video https://youtu.be/6JUr_6YrZx0
Purtroppo, però, come spesso accade sono rimasto inascoltato e mio malgrado facile Cassandra. La divisione dei compiti (Cherubini ai tifosi, Pederzoli alla stampa) tra due figure dirigenziali non equipollenti non mi pare una scelta condivisibile, visto che il primo è ora il capo macchina assoluto, mentre il secondo, agli occhi di molti (quelli che non hanno mai il coraggio di centrare il bersaglio grosso, ma si consoli, succedeva anche a Berta, il quale, lontano dal ducato, ha vinto di tutto e di più, ripagandosi di tutto…) il colpevole, rappresenta già un passato, ad onta della carica che continua a rivestire e della eccessiva visibilità mediatica che gli si concede (anche se è suo compito presentare i nuovi arrivi, visto che formalmente è lui il diesse, anche se le scelte le fanno altri, che lo accompagnano, anche fisicamente, quando si tratta di chiudere operazioni in entrata ed uscita).
7 4 video https://youtu.be/2fpm0O1I2K8
Anche i contestatori, gli hanno chiesto, appunto, perché non abbia ancora fatto la sua conferenza stampa di presentazione: Cherubini ha risposto che, essendo arrivato da pochi giorni e con il mercato ancora in corso, ha ritenuto opportuno presentarsi con calma al termine del mercato. Ne prendo atto, pur non nascondendo tutte le perplessità del caso, peraltro non riferite ora, col senno del poi della sconfitta avvenuta, ma del prima, allorquando, chiedevo, appunto, chi si sarebbe presentato in sala stampa in caso di sconfitta. Pietoso compito che, a mio avviso, sarebbe spettato a lui, proprio per rendere manifesta la svolta, ma ovviamente non era il caso, senza presentazione ufficiale svolta, che arrivasse in sala stampa lui, rovinandosi la premiere.
8 5 video https://youtu.be/5KKajOw_1h8
Pur essendo contrario alla gogna, alla quale civilmente non dovrebbe esser mai sottoposto alcuno, penso non sarebbe stato poi così sbagliato offrire alla folla invocante proprio l’oggetto dei loro strali, ossia Pederzoli. In modo adulto, egli avrebbe potuto dire la sua, visto che era proprio lui che cercavano e che identificano, a mio avviso a torto, quale principale colpevole del pasticciaccio brutto. Vero, la folla ha apprezzato l’arrivo del nuovo dominus, placandosi dopo una decina di minuti di conversazione dinnanzi l’ingresso della Tribuna d’Onore, quando, prima avevano minacciato di tenere tutti dentro fino a mezzanotte (vabbè, erano già le 23.15, sai che sforzo…), però non ha potuto dare libero sfogo alla propria rabbia col destinatario che si era prefissato, magari aggiungendo, dopo averne sentito le parole in sala stampa (tra la conferma di Pecchia, il non ritiro, e un mercato da siamo a posto così, sia se pur vigili in tre giorni che sono una eternità) ancor più malumore.
9 6 video https://youtu.be/m2ZSFFSV58I
Ora c’è chi mi chiede, e la domanda non è banale: ma le parole che Pederzoli ha pronunciato il sala stampa, le avrà concordate prima con Cherubini, oppure ha espresso un proprio pensiero, che non è detto collimi con quello del plenipotenziario? In sostanza: Cherubini potrebbe, mozzare la testa di Pederzoli e Pecchia contemporaneamente? Non so dare una risposta: il mio auspicio è che fosse tutto concordato prima (c’è stato il tempo tecnico per farlo, sia pure non in tranquillità, col tifo caldo davanti all’uscio), se no sarebbe abbastanza inquietante, ma ora è più che mai urgente che Cherubini venga a spiegare lui, in conferenza stampa, quella che è la sua ricetta per venirne fuori, dopo che abbiamo ascoltato quella di Pederzoli (ossia una sorta di totale immobilismo, su tutti i fronti caldi, giacché quello è il pensiero suo e dello staff tecnico).
Il direttore sportivo, tra l’altro, durante il suo improvvisato incontro stampa di iersera, ha anche affermato: “L’augurio è che non si sia rotto niente coi tifosi”. Beh: farebbe bene a riflettere su quanto, in modo scriteriato, era stato fatto trapelare alla Gazzetta di Parma, circa stupore e sorpresa (ossia fastidio) per lo striscione issato col Venezia. Peraltro, anche gli stessi rapporti istituzionali, costruiti su delicati equilibri cuciti in anni, potrebbero essersi incrinati dopo aver tirato a mano persino il GOS, in quanto quel lenzuolo, come si è letto sul giornale, papale papale come da prassi era stato introdotto senza autorizzazione. Ecco, sarebbe bene che l’AmmiraglioCherubini, evitasse anche di queste derive…
Comunque Pederzoli, può stare tranquillo, nonostante tutte le nefandezze, i rapporti con la tifoseria non si sono incrinati: per tutta la tenzone, infatti, il sostegno è stato incrollabile. I fischi (che noi abbiamo documentato con un video di 4′ che non pubblichiamo, obbedienti agli assurdi regolamenti della Lega Serie A, benché in spregio al più elementare diritto di cronaca) sono stati solo al triplice fischio finale, e sono stati risparmiati persino all’intervallo. La contestazione, ma sì: come Pederzoli sostiene è una classica espressione d’amore, che ormai ha imparato a conoscere nei suoi quattro anni di Parma, ed è avvenuta, sebbene sotto il rigido controllo delle forze dell’ordine, in un modo rumoroso, ma senza derive. Forse, come richiesto da qualcuno dei portavoce (variegati e scoordinati), avrebbe potuto persino presentarsi qualche giocatore, anche se per loro, come gogna, poteva in effetti bastare quella del rito finale sotto la curva fischiante… Gabriele Majo
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Gabriele Majo
Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth" del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".