Di (*) Autori Parma, 5 maggio 2023 - Nelle democrazie rappresentative dove vige il concetto della delega e i rappresentanti eletti nelle istituzioni pubbliche hanno il compito di governare e amministrare, si pone il problema del rendere noto il proprio operato. Una pratica politico-istituzionale che deve tramutarsi in una modalità di comunicazione con la cittadinanza comprensibile e senza omissioni e/o zone d’ombra.
Ma la comunicazione non è importante solamente per dare conto del proprio operato, poiché è determinante anche nello stabilire le priorità progettuali dell’homo publicus, ad esempio.
Gestire vuol dire coinvolgere per decidere. Ai vari livelli – statale, regionale, provinciale o comunale – si ha una forma di rappresentanza investita di una delega a deliberare. Tale delega non può essere disgiunta sia dal concetto di responsabilità sia dal rendere conto della propria condotta pubblica.
Allora diventa fondamentale considerare la responsabilità dei rappresentanti (eletti) e quella dei rappresentati (elettori).
Ecco che traspare l’importanza della comunicazione, sia nella fase di costruzione dei progetti e delle azioni, sia nella rendicontazione dei risultati e della successiva valutazione da parte dei cittadini.
Giova ribadirlo: la comunicazione è parte insostituibile per l’allargamento della democrazia attraverso la partecipazione. Stando attenti ad evitare di cadere nell’autoreferenzialità.
Per una comunicazione responsabile si deve far riferimento ai valori fondanti e fondamentali delle comunità che si rappresentano, dai quali si alimenta l’azione politico-istituzionale.
Allora quali possono essere i valori che dovrebbero ispirare l’agire degli enti pubblici? Ne citeremo alcuni: la cultura, che racconta l’identità delle comunità, amalgama innovazione e tradizione, ed apre al confronto globale; l’efficienza, l’efficacia e l’economicità; la valorizzazione del personale interno all’ente e sul territorio; il coinvolgimento e la partecipazione alla realizzazione dei progetti, con l’individuazione delle priorità; la compatibilità delle esigenze ambientali e sociali.
Prima, però, di essere comunicati, essi devono essere trasfusi in una carta dei valori o in un codice etico. Ciò potrebbe apparire come una mera esercitazione astratta, distante dai problemi reali. Invece l’etica è una delle esigenze del nostro tempo. Nel settore pubblico (ma anche nel privato) sono all’ordine del giorno condotte che contrastano con i valori etici sopra riportati.
Nell’epoca dell’“annuncite”, l’introduzione di questi temi è un modo per ridare dignità alla comunicazione, dignità necessaria per riavvicinare i cittadini alle istituzioni.
Laddove i governi locali sono deboli ed escludenti, incombe sulle comunità l’onere di affermare i principi della comunicazione democratica, per trasformare e favorire le condizioni socio-economiche per un sano e sostenibile sviluppo.
(*) Autori
Matteo Pio Impagnatiello (membro Unidolomiti);
Matteo Notarangelo (sociologo e consigliere comunale di Monte Sant’Angelo)