Parma 16 marzo 2021 - Le scuole sono di nuovo tutte chiuse e senza nessuno scenario certo sulla riapertura.
Per l’ennesima volta di scuola si parla solo come luogo pericoloso.
Per l’ennesima volta i giovani e le giovani sono additat* come responsabili delle mancanze della nostra classe dirigente.
Per l’ennesima volta i genitori, ed in particolare le mamme, si trovano a dover organizzare l’impossibile gestione contemporanea di lavoro e didattica a distanza, mentre le case si trasformano in scuole e i bambini e i ragazzi soffrono nella loro solitudine di fronte allo schermo di un cellulare o di un tablet.
Non si parla di quando la scuola riaprirà. Si è promesso il 6 aprile, ma subito dopo nei discorsi del ministro Bianchi è apparsa la preoccupante affermazione che riapriremo “alla fine dell’emergenza”.
E purtroppo nonostante i tanti bambini e ragazzi “dimenticati a distanza”, nonostante gli appelli dei Pediatri e degli Psicologi, abbiamo segnali allarmanti di come il Governo sta immaginando la scuola del futuro.
Una scuola in cui la DAD diventa strutturale e non più emergenziale.
È una scuola in cui si mantengono le classi pollaio.
È una scuola che non è inclusiva.
Torniamo in piazza, per il presente e per il futuro.
Per una riapertura della scuola, ma anche per un diverso investimento del Recovery Fund.
Perché la scuola viene chiusa perché non la si ritiene importante.
Perché viene trasformata in un verifichicio in cui i processi di apprendimento e l’insegnamento di qualità non hanno rilevanza.
Per chiedere l’abolizione delle classi-pollaio.
Per chiedere un adeguato incremento degli organici e la stabilizzazione di docenti ed educatori, al fine di garantire la continuità didattica e la sicurezza nei processi educativi.
Per un’edilizia scolastica che renda la scuola un luogo decente e non pericoloso..
Perché le scuole siano le prime a riaprire in sicurezza per tutti e tutte.