Lunedì, 03 Agosto 2020 06:19

Tutte statue di marmo… tutte tranne una! In evidenza

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Un balzo indietro di 150 anni per conoscere  una parte della storia della “Sala Rotonda” dei Musei Vaticani….

Di Mario Vacca Parma 3 agosto 2020 - All’interno dei Musei Vaticani, nella cosiddetta sezione Pio-Clementina, c’è la bellissima Sala Rotonda. Un’aula circolare con al centro l’immensa vasca in porfido proveniente dalla Domus Aurea, la residenza dell’imperatore Nerone.
Lungo il perimetro dei muri, a circondare la vasca, una schiera di statue romane rappresentanti divinità e imperatori ti fanno fare un piacevole balzo nella storia.

Sono tutte statue di marmo.
....Tutte tranne una.

E per conoscere la sua strepitosa vicenda, occorre spostarci indietro nel tempo di 150 anni.

Fa caldo in quella torrida giornata di agosto. L’anno è il 1864 e il ricco banchiere Pietro Righetti ha appena acquistato un palazzo in centro Roma. L’edificio è antico, per cui fu necessario operare con lavori di ristrutturazione, a partire dalle fondamenta.

E qui accadde qualcosa.
Gli operai, scavando, si imbatterono in una strana struttura di travertino. Diversi blocchi sottili formavano una specie di capanna, con all’estremità un timpano su cui erano incise solamente tre lettere: F.C.S.
Sembrava una tomba, di quelle dette ‘’alla cappuccina’’ che erano di moda in epoca tardo antica. Ma era davvero immensa, avrebbe potuto contenere un gigante. E di fatti, aprendola, ritrovarono un gigante.
Solo che…

Solo che non era servita per inumare un essere organico.
Sdraiata all’interno della struttura a capanna in travertino fu ritrovata una statua in bronzo. Rappresentava Ercole, con tanto di clava e di pelle di leone nelle mani. Doveva ornare una qualche sala del vicino Teatro di Pompeo ed è rimasta così, perfettamente conservata per quasi 2000 anni.

Fu la sua fortuna, perché oggi è rarissimo trovare opere d’arte di quell’epoca (II secolo d.C.) e di quel genere, per giunta in bronzo; materiale facilmente fondibile per fabbricare armi o altre statue.

Ma come mai fu deposta sotto terra in quella maniera?

Subito si svilupparono le più fantasiose teorie: dalla damnatio memoriae di qualche imperatore non molto amato, agli attacchi iconoclasti di epoca cristiana contro gli Dei. Evidentemente un costume non solo attuale.

La verità ci mise tempo a venire fuori e fu davvero qualcosa di straordinario. Gli studiosi si focalizzarono su quella sigla presente sul timpano della struttura che ricopriva la statua. Le tre lettere: F.C.S.
Spulciando negli archivi saltò fuori che si trattava di un acronimo e che la formula intera sarebbe stata ‘’Fulgor Conditum Summanium’’, che a grandi linee in italiano vuol dire ‘’Qui è sepolto un fulmine di Summano’’.
Indicava che quel luogo era stato colpito da un fulmine, e visto il segno evidente della collera divina (in questo caso del Dio Summano) ogni cosa in quei paraggi doveva essere sotterrata.
Così fecero con la statua di Ercole, che finì sepolta in quella strana struttura di travertino, per sempre, o quasi. Almeno fino all’arrivo degli operai del signor Righetti.

Cambiarono i tempi e la maledizione che colpì la statua cadde in prescrizione, per cui il nuovo proprietario poté cederla senza remore al papa Pio IX, il quale la aggiunse alla sua già ricchissima collezione.

Oggi è lì, in qualità di pezzo pregiato della Sala Rotonda, a osservarti con quel viso che pare reso storpio dal fulmine, chissà, forse l’ha colpito proprio lì deformandolo irrimediabilmente. L’ha reso meno attraente è vero, ma ha impedito che venisse distrutto.

Evidentemente, non solo in amore ci si può salvare grazie a un colpo di fulmine.

(Ringraziamenti al produttore delle fonti principali, Gianni Polgar, un "ricercatore" per passione)

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La Bussola d'Impresa - Mario Vacca

Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.

Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.

Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori ed all’attenzione per l’armonizzazione fiscale tra le diverse realtà ed al rischio d’impresa.

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