Per il Fellini100 la CG Entertainment lo scorso 17 marzo ha infatti restaurato e messo in commercio questo tormentatissimo Casanova felliniano per il quale venne scelto come attore lo statunitense Donald Sutherland. All'epoca per il ruolo furono fatti i nomi di altri volti noti del jet-set internazionale, da Jack Nicholson a Gian Maria Volonté passando per Alberto Sordi.
Fellini aveva già avuto modo di conoscere Sutherland sul set di Novecento di Bertolucci e su quello del Mondo di Alex di Paul Mazursky nel quale Fellini interpretava un breve cameo nella parte di sé stesso.
Questo Casanova è una delle più travagliate e discusse del regista riminese e nacque sotto una cattiva stella sin da subito quando iniziarono ad avvicendarsi i produttori da De Laurentiis ad Andrea Rizzoli passando per la Cineriz. Con lo scorrere del tempo il budget del film aumentava vertiginosamente e per non perdere tempo durante le riprese, quasi tutte effettuate nello studio 5 di Cinecittà dove Fellini aveva anche un appartamento, il regista decise di non andare alla cerimonia degli Oscar del 1975 dove il suo Amarcord ricevette la statuina per il miglior film straniero (ritirato dall'amico e produttore Franco Cristaldi).
Il Casanova di Fellini si discosta volutamente dal racconto biografico dell'avventuriero veneziano (La Storia della mia vita) trasformando questa icona del '700 in un qualcosa di totalmente diverso rispetto a quello che viene tramandato dalla storiografia.
Questo Casanova è viziato, incapace di amare veramente, la sua bulimia di rapporti con il gentil sesso e le sue abitudini molli lo rendono un'immagine immatura lontana anni luce dall'iconico amatore veneziano.
Uno dei critici più esperti in materia come Piero Chiara, filologo e giornalista italiano che si occupò della traduzione in italiano dei diari di Casanova, criticò aspramente Fellini colpevole a suo avviso di aver stravolto totalmente il carattere del personaggio trasformandolo in un'icona dell'epoca consumistica.
Questo Casanova vuole far trasparire tutte le contraddizioni dell'uomo in generale liberandolo dalle vicissitudini storiche che solo in alcuni casi sporadici vengono ripresi puntualmente dalla biografia. Nel film non ci si sofferma ad esempio sulla grande passione per i giochi che coltivava Casanova, forse infatti non tutti sanno che oltre alla passione per le donne Casanova, come altri suoi celebri contemporanei, coltivò una grande passione per le carte essendo un habitué dei casinò veneziani dove grazie alla sua abilità riusciva spesso a primeggiare in memorabili partite di Faro, Picchetto e dadi (alcuni dei giochi più in voga all'epoca) narrate anche in alcuni frammenti dei suoi scritti.
Pochissimo si racconta dei travagliati rapporti di Casanova con le autorità veneziane mentre il solo aspetto che Fellini ama sottolineare è la costante carica erotica in un film che per fotografia è forse uno dei più belli del maestro riminese e senz'altro uno dei lavori più amati dallo stesso Fellini. L'interpretazione di Sutherland è senz'altro meritevole di lodi e recentemente lo stesso attore ha ricordato come all'epoca la fascinazione per il personaggio rischiò di farlo divorziare con la moglie, visto che all'epoca delle riprese a Roma non vide quasi mai la sua compagna, essendosi completamente immerso nel set e nell'interpretazione di Casanova. A impreziosire la versione italiana del film c'è senz'altro anche il doppiaggio di Sutherland che è affidato ad un mostro sacro del cinema e del teatro italiano come Gigi Proietti.
Questa reinterpretazione di Casanova resta uno dei capolavori di Fellini che ha voluto concentrarsi sul rituale amoroso demolendo progressivamente il mito del seduttore e dell'uomo di lettere. Un meccanismo deformante, quasi caricaturale che ha ridotto il Casanova felliniano in un uomo macchina, atleta del sesso ma al contempo amante e intellettuale frustrato. Un film da rivedere che forse avrebbe meritato all'epoca maggiore attenzione da parte della critica.