Di Manuela Fiorini Parma 26 maggio 2019 - Rodolfo Lapidario stava sonnecchiando seduto alla scrivania del suo ufficio. Nessun cliente, voleva dire nessuna perdita, nessun dolore o sofferenza in qualche famiglia, dal momento che lui gestiva un'Agenzia di Onoranze Funebri. A un tratto, annunciata dal suono gentile del campanello agganciato alla porta per rivelare l'ingresso di qualcuno, entrò una donna che Lapidario conosceva.
Si trattava della signora Cesira, vecchia conoscenza della sua famiglia e, per qualche anno della sua infanzia, era stata anche una sua vicina di casa. La donna era ormai anziana e il padre di Lapidario prima e lui stesso in tempi più recenti, si erano occupati dei funerali di una lunga serie di suoi congiunti. Se ci pensava bene, la signora Cesira aveva sepolto parenti molto più giovani di lei. E anche stavolta, evidentemente, non doveva occuparsi del suo funerale, perché la donna gli si era presentata...in carne e ossa e non sotto forma di spirito. Rodolfo Lapidario, infatti, divideva la sua "clientela" in due categorie, quella dei vivi, che in genere si occupavano degli aspetti più pratici, e quella dei defunti, che si manifestavano a lui con ogni genere di richieste per il loro commiato.
"Buongiorno, Rodolfo...", esordì la signora Cesira guardandosi intorno per assicurarsi che nell'ufficio non ci fosse nessuno tranne loro due.
"Cesira...a che cosa devo la visita?", le rispose Lapidario.
"Hai due minuti, caro?".
"Certo, oggi è una giornata tranquilla. Si accomodi pure. Le preparo un caffè alla macchinetta..."
La signora Cesira si abbandonò sulla poltroncina rossa di fronte alla scrivania di Lapidario.
"Orbene? Di che cosa voleva parlarmi?", iniziò lui porgendole un bicchierino uso e getta con un profumato caffè bollente.
"Prima di tutto, voglio rassicurarti sul fatto che...in famiglia, ci siamo ancora tutti...", esordì la signora Cesira. "Però c'è una questione di cui vorrei parlarti...per avere un tuo consiglio ed eventualmente un aiuto".
Lapidario si sedette e cominciò a sorseggiare il caffè.
"Si tratta di mia figlia, Lara...Lei e suo marito Giacomo, qualche tempo fa, hanno acquistato un antico casale, quasi un castelluccio, con l'intenzione di farci un Bed & Breakfast. Hanno speso un patrimonio per metterlo in sesto, ristrutturarlo, realizzare le camere per gli ospiti, la cucina, la sala...Alla fine, è venuto una meraviglia...e la zona dove si trova, in montagna, è turistica...Tutto insomma, all'inizio faceva pensare che l'attività sarebbe andata a gonfie vele...Invece..."
Lapidario era tutt'orecchie. La signora Cesira gli lanciò un'occhiata eloquente.
"Invece, quando i clienti hanno cominciato ad arrivare, non solo se ne andavano molto prima delle notti prenotate, accettando anche di pagare le penali, ma hanno iniziato a scrivere recensioni molto negative sul B&B di mia figlia su internet...Insomma, sai come vanno queste cose oggi. Un'opinione si trasforma in pubblicità negativa che passa di bocca in bocca...Così mia figlia ha avuto un sacco di disdette...".
"Ne sono molto dispiaciuto, Cesira, ma non vedo come io potrei essere d'aiuto a lei o a sua figlia, che peraltro mi ricordo benissimo, da quando era bambina..."
"Arrivo al punto, Rodolfo...La ragione di tutte quelle recensioni negative non stanno nella gestione dell'albergo, o nel servizio...ma tutte concordano nel dire che nel B&B, si aggirano...strane presenze...soprattutto di notte. E la gente è terrorizzata!".
"Insomma, il casale che sua figlia ha rilevato sarebbe...infestato dai fantasmi?!". Lapidario sgranò gli occhi, poi rivolse uno sguardo affettuoso alla donna che gli stava davanti.
"È assurdo che la gente oggi creda ancora a queste...favole...", commentò, non credendo lui stesso alla bugia che stava raccontando.
"Rodolfo caro, mi meraviglio davvero che proprio tu mi stia dicendo questo...". Ora la signora Cesira lo stava trafiggendo con lo sguardo. "Come tu sai, io ero molto amica della tua defunta mamma, e lo sono stata fino al giorno in cui lei è passata a miglior vita..."
"Sì, certo, lo so..."
"Orbene, tua madre mi parlava spesso delle "bizzarrie" di sua suocera, di come lei sostenesse di vedere le anime dei trapassati e di come le persone che avevano perso un proprio caro si rivolgessero a lei per...comunicare con gli spiriti dei defunti...".
Lapidario deglutì.
"Tua madre mi raccontava anche che il "dono" di tua nonna era stato molto utile negli affari di tuo padre, quando rilevò l'Agenzia di Onoranze Funebri che ora hai ereditato tu...Ma, soprattutto...tua madre mi confidò, un giorno, di essere preoccupata per te..."
"Per me?"
"Aveva origliato per caso una conversazione fra te e tua nonna...che le aveva fatto pensare che tu avessi ereditato da lei quel "dono", quello di vedere le anime dei trapassati e di interagire con loro..."
Rodolfo impallidì. Non aveva parlato con nessuno di questa sua...caratteristica. Evidentemente, sua madre lo aveva fatto per lui. Era molto indeciso se negare la cosa e minimizzare quello che la signora Cesira sapeva, o farle una confidenza che, di fatto, ammettesse il suo "dono".
"Anche io mi sono rivolta a tua nonna per avere notizie di mio marito appena passato a miglior vita, anni e anni fa...In quell'occasione, be', ho avuto modo di appurare che quello che si diceva sulle sue...facoltà non era affatto una diceria...Quindi non ho ragione di dubitare che anche tu sia in grado di interagire con gli spiriti di chi non c'è più".
Lapidario sospirò.
"Che cosa dovrei fare, Cesira?"
"Potresti, per esempio, recarti al B&B di mia figlia, trascorrervi tutto il tempo necessario, naturalmente spesato, e capire se realmente l'antico casale è...infestato, da chi, e che cosa lo spirito irrequieto chiede per andarsene".
*****
Rodolfo Lapidario arrivò nella splendida località di montagna dove si trovava il B&B gestito dalla figlia della signora Cesira e da suo marito. Scese dall'auto e prese una grossa boccata di aria pura e leggera. Dopo tutto, qualche giorno di ferie gli avrebbe fatto bene. Pensandoci bene, erano anni che non si concedeva una vacanza. La giovane Lara, che ricordava bambina, si era fatta davvero una bella donna, con gli occhi luminosi e un sorriso dolce, anche se il suo sguardo non nascondeva una certa preoccupazione. Accanto a lei, c'era il marito Giacomo, che gli venne incontro tendendogli la mano.
"Non si preoccupi, signor Lapidario, sappiamo tutto...mia madre ci ha messi al corrente del suo...dono...ancora prima di contattarla...Sarà nostro ospite in tutto e per tutto...Non abbiamo molti clienti, ultimamente..."
"Già, qualcuno che non ha letto le recensioni, o qualche turista di passaggio, ogni tanto si ferma, ma il mattino dopo pagano il conto in fretta e furia e se ne vanno a gambe lavate".
"Voi avete mai...visto nulla?"
"In realtà, noi alloggiamo nella dependance...", disse Lara voltandosi verso una piccola casetta di mattoni situata dall'altra parte del giardino. "Per lasciare più libertà e privacy agli ospiti. E...no, non abbiamo mai visto nessun...fantasma, o sentito rumori strani, come invece affermano i nostri clienti".
"Non avete mai pensato al fatto che questa faccenda possa essere stata orchestrata apposta per...danneggiarvi?", chiese Lapidario.
"In realtà, sì, ci abbiamo pensato...ma non abbiamo nemici e non ci sono state in passato situazioni tali da farcelo pensare...Nemmeno la concorrenza, siamo l'unica struttura nel raggio di una trentina di chilometri".
"Capisco...Be', allora, facciamo calare la sera e vediamo che cosa posso fare per aiutarvi".
Rodolfo Lapidario prese alloggio in una delle quattro camere del B&B, quella ricavata nella torretta della costruzione. Era davvero un bel posto, caldo, accogliente, rustico, circondato dalla natura e dall'aria pulita. Si sistemò e cenò con Lara e suo marito. Poi, si congedò e si ritirò nella sua camera. Attese. Stava quasi prendendo sonno quando udì un rumore forte e sordo, simile a quello di una porta che sbatte. Si volse verso il pesante uscio della sua camera, ma lo trovò esattamente come lo aveva lasciato. In quel momento, il pavimento di legno cominciò a scricchiolare come sotto il peso di passi. Lapidario scorse un'eterea figura di fanciulla dal volto antico e sofferente. Le sue membra erano quasi trasparenti...La figura si diresse verso la finestra e con gesto deciso la spalancò, facendo entrare l'aria fredda della notte. Poi, emise un lungo lamento...
"Posso sapere perché fai questo?", le domandò Lapidario, mettendosi a sedere sul letto.
La fanciulla si voltò sbigottita verso di lui. I loro occhi si incontrarono.
"Come fai a vedermi? E, soprattutto, a non avere paura di me?"
Lapidario le sorrise bonario.
"Posso vedere le anime dei trapassati da quando ero piccolo...E per me i "fantasmi" sono sempre stati...di compagnia".
L'entità lo guardò stupita.
"Piacere, mi chiamo Rodolfo, Rodolfo Lapidario. Gestisco un'Agenzia di Onoranze Funebri e...aiuto chi ha lasciato fisicamente questa terra a realizzare i suoi ultimi desideri..."
"Che cos'è un'...Agenzia di Onoranze Funebri?", domandò incuriosita la fanciulla.
Lapidario ebbe un'intuizione.
"Da quanto tempo sei...qui?"
"Sono morta nel 1785...Il mio nome è Beatrice..."
"E...posso chiederti come sei morta?"
"Sono stata uccisa...da mio marito...cioè, dal tizio che avevano voluto farmi sposare per ragioni di interesse. Non l'ho mai considerato tale, non l'ho mai amato...perché nel mio cuore c'è sempre stato...il mio vero amore..."
In quell'istante, una folata di vento gelido irruppe nella stanza. Era diversa dalla brezza notturna, pur fresca, che entrava dalla finestra spalancata.
La sagoma di un uomo aleggiò nella stanza. Lanciò un'occhiata a Beatrice, poi a Lapidario, seduto sul letto.
"Lui può...vederci?", domandò con voce profonda, "Anche se non siamo noi a volerci fare vedere da lui?".
"Non è straordinario, Romualdo? Dopo secoli possiamo parlare con qualcuno che non abbia paura di noi...", disse Beatrice, mentre a sua figura impalpabile sembrava emettere luce.
Romualdo si presentò a Rodolfo con un inchino.
"Perché...siete ancora qui?", chiese lui con discrezione.
"Perché questa è...la nostra casa...il luogo dove siamo morti...ma proprio da morti, abbiamo potuto finalmente stare insieme". I due spiriti si sorrisero radiosi.
"Quindi, se ho ben capito, voi due in vita vi amavate, ma il vostro era un amore impossibile, così siete stati scoperti e...uccisi".
"Proprio così...", ammise Romualdo, mentre Beatrice gli si stringeva quasi fino a fondersi con lui.
"Però, miei giovani amici, posso dirvi che c'è un "Oltre", un luogo dove voi potete stare insieme per sempre, evolvervi, completarvi, dimenticando le sofferenze e le questioni terrene...ed è là che avreste dovuto andare, da tempo, ormai..."
"Ma questa è casa nostra, ci viviamo da secoli...se non fosse che ogni tanto, qualcuno di vivo viene a disturbare la nostra quotidianità...", protestò Beatrice, "Per questo facciamo di tutto per spaventarlo e mandarlo via".
"E poi, qui ci sono i nostri resti mortali...chi ci ha ucciso non ci ha dato una degna sepoltura, ma ha gettato le nostre spoglie in un dirupo. Una frana le ha sepolte e da allora giacciono senza una benedizione o un conforto...", aggiunse sdegnato Romualdo.
"Ascoltate...", si fece serio Rodolfo, "ci sono due ragazzi, due giovani sposi, Lara e Giacomo, che hanno comprato questo posto e hanno fatto mille sacrifici per trasformarlo in un...albergo e sperano di guadagnare abbastanza per mantenersi e formare una famiglia. Sono innamorati, come voi...ma la vostra...presenza, sta tenendo le persone alla larga. Si è sparsa la voce che la casa è infestata...e questi due sposi stanno andando in rovina...". Lapidario calcò un po' la mano, ma doveva giocarsi il tutto e per tutto per sistemare la situazione.
"Oh, Romualdo...due giovani sposi...", sussurrò Beatrice. "Non possiamo fare loro questo...non possiamo permettere che altri giovani innamorati soffrano quello che abbiamo dovuto passare noi...e per giunta per colpa nostra".
"Che cosa proponi, uomo che parla con gli spiriti dei morti?", lo sfidò Romualdo.
"Ho un'idea..."
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Il giorno successivo, Lapidario parlò con Lara e suo marito e raccontò loro gli avvenimenti di quella notte. I due lo ascoltarono molto colpiti. Probabilmente, in fondo, non avevano creduto a quello che la signora Cesira aveva detto loro sul "dono" di Lapidario. Rodolfo chiese loro di convocare il parroco del paese. Nel pomeriggio, il prelato arrivò con la sua vecchia e rumorosa Fiat Cinquecento al borgo dove si trovava il B&B.
"Buonasera, Don...come le ho spiegato al telefono, dovrebbe benedire un luogo, oltre quella collina...Spiegarle i dettagli sarebbe piuttosto impegnativo...Le basti sapere che sono...uno studioso di storia e sto conducendo una ricerca su questi luoghi. Ebbene, da quello che ho saputo, circa tre secoli fa due giovani innamorati furono uccisi dai parenti e i loro colpi gettati da un dirupo, senza avere una degna sepoltura...La consideri una bizzarria, se vuole...ma penso che, anche dopo tanto tempo, le anime di quei due ragazzi debbano riposare in pace".
Si recarono quindi tutti insieme oltre la collina. Il sacerdote, indossando i paramenti sacri, e ai piedi un paio di robusti scarponi da montagna, benedisse il luogo dove le spoglie terrene di Romualdo e Beatrice si erano consumate senza il conforto di una tomba. Solo Rodolfo Lapidario riuscì a scorgere, alle sue spalle, le eteree figure dei due giovani, visibilmente commossi. Lui sorrise loro e si scambiarono uno sguardo pieno di gratitudine. Non era ancora finita, però. Rodolfo aveva chiesto a Lara e a Giacomo la cortesia di poter rimanere ospite ancora per una notte.
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Il buio della stanza si rischiarò alla tenue luce emanata da due sagome umane. Beatrice e Romualdo aleggiarono fino al suo cospetto.
"Bene, ragazzi...come vi ho detto, tecnicamente siete entrambi vedovi, poiché i vostri rispettivi sposi sono ormai trapassati da tempo...". Lapidario si schiarì la voce... "E io...sono un consigliere comunale con delega a ufficiale di stato civile da parte del mio sindaco..."
I due spiriti lo stavano ascoltando con attenzione, anche se dalle loro espressioni era chiaro che non stavano capendo una parola di quello che Lapidario stava dicendo loro...
"...Insomma, posso celebrare il vostro matrimonio..."
"Ma...è meraviglioso!", squittì Beatrice. E quell'espressione di giubilo risuonò in tutto l'antico casale.
Fu una cerimonia molto...intima. Lara e Giacomo fecero da testimoni ai due sposi invisibili. Rodolfo Lapidario, invece, celebrò il suo primo, strano matrimonio...dopo tanti funerali.
Beatrice e Romualdo, che avevano desiderato quel momento per tutta la vita, e anche molto oltre, dopo averlo ringraziato e avergli rivolto un ultimo sguardo colmo di gratitudine, si presero per mano e, insieme, se ne andarono verso la luce...
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La signora Cesira irruppe nell'ufficio di Rodolfo Lapidario con una cesta regalo piena di ogni ben di Dio.
"Rodolfo! Un piccolo pensiero per ringraziarti...da parte mia, di Lara e di Giacomo...Loro non sono potuti scendere qui in città per ringraziarti, perché il B&B è...pieno di clienti. E anche le prenotazioni fioccano! Molti curiosi hanno prenotato galvanizzati dalla storia dei fantasmi, ma quando hanno appurato che di spettri...non ce n'è traccia...hanno scritto bellissime recensioni sul servizio, sul luogo, sulla professionalità degli avventori, sulla bontà della cucina...Insomma, hanno fatto buona pubblicità! Se hai un attimo di tempo...voglio che mi racconti tutti i dettagli..."
Rodolfo Lapidario sorrise...Proprio mentre la signora Cesira parlava, era stato colto da un brivido, dettato da una sferzata di vento gelido. E lui sapeva benissimo che cosa voleva dire...
"Magari, un'altra volta, Cesira...è appena entrato un...cliente".
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