Di Manuela Fiorini Parma 4 maggio 2019 - Rodolfo Lapidario lanciò un'occhiata all'orologio appeso alla parete del suo ufficio. Ancora due minuti e poi sarebbe arrivato il momento di chiudere la saracinesca e salire nel suo appartamento, ubicato proprio sopra la sua agenzia di Onoranze Funebri.
La puntualità era uno dei valori che suo padre, da cui aveva ereditato il mestiere, gli aveva insegnato. "La nostra è un'attività dove i clienti non ti mancheranno mai!", soleva ripetergli il genitore. "La morte è l'unica certezza che abbiamo". Ripensò a quelle parole, insieme al fatto che ormai tre generazioni di Lapidario si erano occupati di accompagnare le persone nel loro ultimo viaggio. Il nonno di Rodolfo si era invaghito di una bizzarra signora dell'alta società, che oltre a indossare abiti sgargianti, si vantava di poter vedere le anime dei trapassati e di parlare con loro. E nonostante la famiglia lo invitasse a desistere, i due erano convolati a nozze. Dall'unione era nato il padre di Rodolfo, che aveva sposato una tranquilla dattilografa. Rodolfo, fin da piccolo, aveva tuttavia scoperto di avere molto più in comune con la bizzarra nonna che con i suoi genitori. Era stata lei, infatti, a insegnargli a non aver paura di quelle figure eteree che gli si presentavano nell'agenzia del padre ogni volta che si stava preparando un funerale, ad ascoltare le loro richieste e, dove possibile e con discrezione, accontentarle. "Spesso le ultime volontà dei defunti non coincidono con quelle dei loro parenti", gli aveva sempre detto sua nonna. E Rodolfo aveva fatto di quell'insegnamento uno dei cardini della sua deontologia professionale. Sicché, i suoi veri "clienti" non erano i vivi che si occupavano della burocrazia, della scelta della cassa, dei ricordini e dei necrologi, ma i defunti stessi, che quando non erano soddisfatti, si facevano sentire eccome!
****
I due minuti erano passati. Poteva chiudere l'agenzia. Il giorno dopo avrebbe dovuto accompagnare nel suo ultimo viaggio un uomo che era passato a miglior vita nella maniera più dolce possibile, quella che lo stesso Lapidario si augurava per se stesso: andare a dormire e non svegliarsi più. Naturalmente, a un'età avanzata e dopo una vita trascorsa in buona salute. L'uomo, che aveva superato abbondantemente l'ottantina, tuttavia, era stato ritrovato dopo tre giorni, grazie ai vicini. Viveva infatti solo, i due figli adulti avevano da tempo costruito la loro vita in altre città e facevano visita al padre di rado. Aveva un ex moglie, persa di vista dopo il divorzio, avvenuto più di trent'anni prima. I figli, saputo del suo decesso, avevano optato per un funerale "di base", quello più economico. Niente loculo, niente posto a terra...una bella cremazione e dispersione delle ceneri nell'area consacrata nel locale cimitero. Polvere alla polvere, insomma...nessuna foto davanti alla quale mostrare i propri rimpianti, la propria malinconia, le parole non dette...Lapidario sospirò, il passaggio di quell'uomo su questa Terra sarebbe stato come un alito di vento.
Proprio in quel momento, sentì un soffio gelato sulla nuca. Conosceva bene quella sensazione. Rodolfo si trovò davanti a un uomo tra i quaranta e i cinquanta, con addosso un completo demodé, un cappello e lo sguardo severo.
"Mi vede?", gli domandò l'uomo.
Lapidario annuì con un sorriso.
"E non è spaventato?"
"Ci sono abituato. Vedo le anime dei trapassati fin da bambino. È stata l'eredità di mia nonna", gli rispose bonario.
Lo spirito parve distendersi.
"Sono qui per parlarle del mio funerale...quello di domani", cominciò deciso.
Solo allora, guardandolo bene in viso, nonostante i contorni sfumati e il leggero bagliore che solitamente emanano le anime, Lapidario riconobbe l'anziano a cui doveva dare degna sepoltura il giorno seguente. Gli spiriti, infatti, hanno la facoltà di assumere le sembianze del periodo della loro vita che preferiscono. Le manifestazioni spirituali possono essere quelle di adolescenti, donne e uomini nel fiore degli anni. A Rodolfo non era infatti mai capitato di trovarsi uno spirito che avesse le stesse sembianze di una persona deceduta in tarda età. La vecchiaia non si ricorda mai volentieri.
"Mi dica, l'ascolto..."
"So che i miei figli hanno disposto la cremazione..."
"Esatto...ma se non è quello che desidera..."
"No, a me va bene. La cosa non mi dispiace...Tuttavia, ecco, vorrei che le mie ceneri fossero disperse insieme a quelle dell'unico essere che mi è stato fedele per tutta la sua vita, che non mi ha mai tradito e che mi è stato accanto fino al suo ultimo respiro..."
Lapidario cominciò a pensare che forse l'uomo aveva nascosto una relazione extraconiugale alla famiglia e che questa ne sarebbe venuta a conoscenza. Questo avrebbe spiegato il divorzio e la successiva solitudine...
"Rolf, il mio cane...il mio fedele amico a quattro zampe. Un meticcio spelacchiato che trovai bagnato come un pulcino lungo una strada di campagna. Era solo un cucciolo, allora, ma lo portai a casa e lo feci diventare una bellezza, nonostante le proteste di mia moglie, che temeva che il cane attaccasse qualche malattia ai bambini".
Al ricordo del suo fedele amico, l'uomo sorrise.
"Mi è stato accanto per quindici anni. Sono stato meglio con lui che con quella strega di mia moglie. E quando è venuto a mancare, ho sofferto così tanto che non ne ho voluti più...perché come Rolf...c'era solo Rolf. Lo feci cremare. Buffo vero? A me toccherà la sua stessa sorte... Conservai le sue ceneri in una cassettina...Ecco, io vorrei che le mie ceneri fossero mescolate a quelle di Rolf e disperse...non in un cimitero, è un luogo troppo triste, ma in cima al monte dove andavamo insieme, alla domenica, per sfuggire a quella strega di mia moglie e a quei viziati dei miei figli. Li ha cresciuti a sua immagine e somiglianza, sa...".
L'uomo tacque, mentre Lapidario radunava i pensieri. La richiesta era sicuramente fattibile. Dopotutto, bastava solo trovare la cassettina con le ceneri di Rolf. Di sicuro il defunto le teneva in casa. Avrebbe chiesto ai figli.
"Mi sembra una richiesta ragionevole. Chiamerò subito uno dei suoi figli e gli chiederò di passare da casa sua a prendere la cassettina con le ceneri del suo fedele amico...Sa dirmi dove le teneva?".
"Oh, le ceneri di Rolf non sono a casa mia...è morto più di trent'anni fa...prima del divorzio. Dovrebbe averle la mia ex moglie...".
****
Rodolfo Lapidario non chiuse occhio tutta la notte. Doveva trovare un modo per posticipare il funerale e, nello stesso tempo, fare sì che le ceneri del cane Rolf fossero ritrovate. Da come il defunto gli aveva parlato dell'ex moglie, quest'ultima avrebbe anche potuto disfarsi della cassettina con i resti mortali del quattro zampe. Solo quando gli venne un'idea che sembrava decente, riuscì a prendere sonno. Si svegliò comunque prestissimo. Chiamò uno dei figli dell'uomo il cui corpo giaceva nella camera ardente del vicino ospedale.
"Buongiorno, dottor Pili, so che sono fuori tempo massimo, ma ieri sera ho ricevuto la visita di...un caro amico di suo padre...un amico di vecchia data, fin da quando erano ragazzi..."
Attese. Il dottor Pili non gli chiese chi fosse questo amico...evidentemente non era partecipe della vita del padre e un nome sarebbe valso un altro.
"Ebbene...quest'uomo è venuto apposta per confidarmi che suo padre aveva un ultimo desiderio...che le sue ceneri fossero disperse sulla cima della montagna dove amava passeggiare...insieme a quelle del suo cane...Rolf".
Dall'altra parte del telefono si udì un sospiro...come se il figlio del defunto volesse solo sbrigare la faccenda e tornare alla sua vita.
"E sia...mi dica dove sono le ceneri di quell'animale e si proceda..."
"Il fatto è che le ceneri di Rolf si trovano in una cassettina dorata...che è rimasta con sua madre...quando i suoi genitori hanno divorziato...".
"Da mia madre? Chissà allora che fine ha fatto Lei è molto anziana e non ha più memoria di quello che ha mangiato ieri sera, figuriamoci se si ricorda di un cofanetto con dentro le ceneri di un cane...".
"Pare che per suo padre fosse molto importante...ha amato molto quella bestiola".
"Lo so eccome! Amava più quel pulcioso che i suoi figli...Passava tutto il suo tempo con lui...".
Lapidario sospirò. A poco a poco stavano emergendo incomprensioni e litigi familiari.
"Crede che potrebbe...andare a dare un'occhiata a casa di sua madre...e magari chiedere. Facciamo un tentativo, no? L'amico di suo padre mi ha riferito che Ernesto Pili ha trascorso una vecchiaia in solitudine...".
Suscitare il senso di colpa nei parenti era una delle tattiche psicologiche che aveva appreso da sua nonna. E di solito funzionava sempre.
"E va bene. Mi descriva quella cassettina".
"È un cofanetto dorato a strisce rosse, sigillato, con inciso il nome di Rolf".
Lapidario riattaccò.
"E ora...incrociamo le dita", disse lanciando uno sguardo all'eterea figura che stava ascoltando trepidante quella conversazione telefonica.
"Senza Rolf, non me ne andrò! E passerò l'eternità a tormentare quella megera di mia moglie e quegli ingrati dei miei figli, e i nipoti dei nipoti..."
Rodolfo Lapidario sapeva che a volte gli spiriti possono diventare dispettosi e vendicativi. E se non avessero seguito la loro naturale evoluzione, che li portava ad abbandonare la Terra e andare verso la dimensione spirituale, c'era il rischio che finissero intrappolati, senza trovare la pace. E senza darne nemmeno ai vivi.
"Mi ascolti, signor Pili, c'è anche la possibilità che le ceneri del suo Rolf siano andate perdute...Sono passati tanti anni".
Lo spirito emise uno sbuffo gelido e si mise ad aleggiare per l'ufficio, mentre Lapidario si mise a fare telefonate su telefonate per posticipare la cerimonia, ormai fissata per la tarda mattinata. Non aveva mai inventato tante bugie e scuse in vita sua.
****
Era stata una giornata senza alcun cliente. Il ché non era un male. Nel tardo pomeriggio, il dottor Pili entrò di spinta nell'agenzia tenendo in mano una cassettina rossa e dorata.
"Devo ringraziare la badante di mia madre! Era finita in soffitta, insieme a tutta la roba di mio padre. Per fortuna, mia madre è una che non butta via nulla, ha sempre sostenuto che tutto può tornare utile. Evidentemente, anche le ceneri di un vecchio cane morto da trent'anni...".
Posò la cassettina sulla scrivania di Lapidario. In quel momento, una folata di vento scompigliò i capelli dell'uomo, che si voltò alla ricerca di una finestra. Lapidario sorrise.
"Bene. Adesso possiamo procedere".
"Senta...io mi sono preso già troppi giorni di ferie per occuparmi delle esequie di mio padre. Può occuparsi lei della dispersione delle ceneri sul monte? Ovviamente, dietro compenso...".
"Non si preoccupi. Ci penserò io, siamo a posto così. Faccio volentieri un'escursione per respirare un po' d'aria buona.
****
A mano a mano che si avvicinava alla vetta, il sentiero era sempre più stretto e irto. Rodolfo Lapidario dovette fermarsi più di una volta per prendere fiato. Nello zaino, oltre alla borraccia, a un paio di panini e un impermeabile, aveva l'urna con le ceneri di Ernesto Pili e la cassettina con quelle di Rolf. Fece un ultimo sforzo e raggiunse la cima.
"Eccoci qua...". Si guardò attorno e rimase per qualche minuto in contemplazione dello splendido panorama. "Avevi proprio ragione a voler disperdere qui il tuo abito terreno...", pensò rivolgendo il pensiero al suo ultimo cliente.
Il momento era solenne. Rodolfo Lapidario tolse con delicatezza dallo zaino l'urna con le ceneri dell'uomo e la cassettina con quelle del suo migliore amico. Le aprì entrambe e cercò la posizione meglio battuta dal vento. Fu un attimo. Le ceneri di entrambi si levarono in volo, come risucchiate da una forza misteriosa, disegnando due vortici che ben presto convogliarono in uno solo. E mentre Lapidario osservava stupefatto quello spettacolo soprannaturale, nel vento udì un grazie appena sussurrato, insieme all'abbaiare lontano di un cane.
_______________________________________
Racconto proposto da
C.O.F. – Consorzio Onoranze Funebri Parmense
-Sede: Viale dei Mille, 108 Parma – Tel 0521.993366 / 290722 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - http://www.cofonoranzefunebri.com -
Le sale del Commiato consentono ai familiari di vegliare i propri cari in un ambiente sicuro, intimo e confortevole.
Allestite con cura, semplicità, sobrietà e realizzate nel rispetto delle normative sanitarie e di legge, consentono ai parenti e amici di rendere l'estremo saluto al defunto in piena libertà e riservatezza.
Parma – Viale Villetta, 16 – Tel. 0521.960234
Monticelli Terme – Via Spadolini – Tel. 0521.659083
Collecchio – Via P.F. Carrega, 12/A- Tel. 0521.802435
Fornovo Taro – Via Solferino, 14 – Tel. 0525.39873
Felino – Via Roma, 6 – Tel. 0521.833143
Medesano – Via F. Santi, 14 – Tel. 0525.420695