E' il caso di un ente pubblico dello Stato Italiano, l'Invalsi (Istituto di valutazione degli apprendimenti scolastici) e non di un avaro imprenditore di bassa lega ossessionato dal profitto. Passi che una legge ha stabilito che la somministrazione dei quiz agli studenti è obbligatoria e che due Tribunali, quelli di Trieste e Parma, hanno deciso anche che la correzione di essi rientri nella funzione docente, ciò anche se si tratta di materiale di un ente esterno alla scuola, ma l'Invalsi è andato ben oltre, spingendosi a chiedere al corpo docente un lavoro di esecutore amministrativo: attraverso dei software e delle modalità macchinose di raccolta dati, maestri e professori devono passare delle ore (gratis) davanti ai computer a svolgere mansioni improprie. Un lavoro che sarebbe per gli impiegati. Come avviene in quelle parti del mondo dove esistono ancora forme di schiavitù, l'Invalsi non ha per nulla intenzione di avviare delle trattative sindacali, e mettere fine a questo suo comportamento di difficile qualificazione. La parte politica ha designato alla guida di questo ente un commissario, si chiama Paolo Sestito, il quale qualche tempo fa in un'intervista ha detto: "(...) l'Invalsi non ha un ruolo politico o ministeriale e non ha da imbastire trattative politiche e sindacali". Sestito forse non lo sa, ma ha dato un'indicazione per risolvere i problemi di tanti italiani a corto di contanti, dovremmo fare nostro il suo concetto ed applicarlo. Proviamo con una donna delle pulizie: la facciamo lavorare, poi gli diciamo che non essendo un soggetto ministeriale non facciamo trattative, quindi non la possiamo pagare, tantomeno discutiamo con i suoi rappresentanti. Se il concetto di Sesisto si propagasse, milioni di persone, che hanno come committenti gli enti pubblici dovrebbero lavorare gratis. A proposito ma il Signor Sestito si fa pagare?
Salvatore Pizzo, Coordinatore Provinciale Gilda – Unams Parma
(Legge 300/1970)
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(Fonte: Gilda Insegnati Parma)