Inaugurata la mostra fotografica legata al progetto “LIKE & DISLIKE” - Cio' che mi piace/Ciò che non mi piace di te presso l'Oratorio San Quirino di Parma.
Parma -
Inaugurata questa mattina presso l'oratorio di San Quirino, in via degli Ospizi Civili 1, la mostra fotografica dedicata al progetto: “LIKE & DISLIKE” - Cio' che mi piace/Ciò che non mi piace di te”.
Finanziata dall'Assessorato Pari Opportunità del Comune di Parma, sostenuta dallo Spazio Giovani dell'Azienda USL di Parma e col patrocinio di Soroptimist Parma, vede il coinvolgimento dell'Associazione W4W – Women for Women che dal 2015 è attiva a Parma nella realizzazione di iniziative in difesa del ruolo della donna nei vari campi della vita culturale, sociale ed economica, con un occhio particolare al tema delle discriminazioni e della violenza di genere, oggi, purtroppo, di drammatica attualità.
L'iniziativa ha coinvolto i ragazzi della 4A, 4F e 5F dell'ITE G. Bodoni che hanno risposto con i loro scatti fotografici alla domanda Cosa mi piace/Cosa non mi piace di te.
Uno stimolo alla riflessione sugli aspetti positivi e negativi delle relazioni, sui comportamenti sani, paritetici e assertivi rispetto a quelli molesti, oppressivi, manipolatori e potenzialmente violenti, con un occhio particolare alla violenza di genere che si è trasformato in un contest promosso dall'Assessorato Pari Opportunità del Comune di Parma, sostenuto dalloSpazio Giovani dell'Azienda USL di Parma e col patrocinio di Soroptimist Parma che ha visto le premiazioni dei lavori migliori durante l'inaugurazione.
Angela Zanichelli, insieme a Carla Verrotti dell'Ausl di Parma ha sottolineato come "L'occhio dei giovani unito alla sensibilità della fotografa ha ragionato sulle relazioni, sugli aspetti molesti che si celano anche nelle relazioni apparentemente perfette, ha portato a raccogliere lavori davvero meritevoli, fotografie che raccontano".
Il primo premio a pari merito è andato a Nicole Colli e Marius Foltea. Gaia Dall'Aglio, Sabrina Besseghini, Alice Branchini, Gaia Renda e Sofia Amadasi si sono aggiudicate le 5 menzioni speciali. Per tutti libri fotografici e buoni acquisto offerti dalla Libreria Feltrinelli.
Alla proiezione di 72 foto dei ragazzi corredate da didascalie, si aggiungono 36 foto fatte da Fiammetta Mamoli, che esprimono il punto di vista degli adulti su questo stesso tema.
APERITIVO E ASTA BENEFICA
Sabato 27 Ottobre, dalle ore 18,00 aperitivo e asta benefica.
INFORMAZIONI SULLA MOSTRA
La mostra, nell'ex oratorio dei San Quirino, strada degli Ospizi Civili, 1, a Parma, resterà aperta, a ingresso libero, dal 17 al 28 ottobre, dal lunedì al sabato, ore 10-12 e 16-18,30. Domenica 28 apertura per l'intera giornata.
Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia
Il nuovo video web promozionale della città “Modena. Many Reasons One City”, nel primo weekend online sulla pagina Facebook del Comune “Città di Modena” ha registrato sul social network quasi 25 mila visualizzazioni (24.980), ha raggiunto 86.210 persone con 3642 like e reazioni, e generato 724 condivisioni.
Concepito per la rete, il breve filmato veicola attraverso le immagini contenuti emozionali, e accompagna in un viaggio nella città, percorrendo anche luoghi non noti, cercando di leggerla con uno sguardo europeo tra monumenti, parchi, creatività, buon vivere e piacere della buona tavola, con rimandi a Ferrari e Pavarotti, e fino a Massimo Bottura.
Presentato dal Comune sabato 13 ottobre, nel weekend finale di “EnERgie diffuse” - in occasione dell’Anno europeo del Patrimonio culturale - il video, già on line sul sito dell’Amministrazione www.comune.modena.it, verrà ora utilizzato nei canali di promozione turistica nazionali e internazionali per suggerire tante buone ragioni per visitare Modena.
Frutto della collaborazione tra il Centro Europe Direct e l’Ufficio Comunicazione del Comune, il video in poco più di due minuti spazia tra diversi aspetti della città cercando di interpretare lo slogan scelto per l’Anno europeo del patrimonio culturale: “Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro”.
Fonte: Comune di Modena
Sono iniziati i festeggiamenti per il 205° anniversario della nascita di Giuseppe Verdi: la cerimonia, molto sentita e partecipata da tanti appassionati, si è tenuta nel Foyer Arturo Toscanini del Teatro Regio, alla presenza del sindaco di Parma e Presidente Fondazione Teatro Regio Federico Pizzarotti, di Anna Maria Meo, direttore generale della Fondazione, dell'assessore alla Cultura Michele Guerra, del prefetto Giuseppe Forlani e delle massime autorità cittadine, insieme alle associazioni musicali del territorio e oltre, rappresentate dal presidente della Corale Verdi Andrea Rinaldi e da Ursula Riccio, presidente dell'associazione "Viva Verdi" di Norimberga.
"Il festeggiamento di oggi - ha esordito Pizzarotti - è come ogni anno una occasione per tracciare un bilancio. Il Teatro Regio ha ottenuto recentemente riconoscimenti e attenzione anche all'estero che ci rendono orgogliosi: anche in virtù di questi cercheremo di ottenere risorse economiche aggiuntive fondamentali per sostenere e perseguire il rilancio del nostro Teatro".
"I riconoscimenti internazionali che abbiamo ottenuto - ha continuato Meo - testimoniano l'attenzione per la qualità del nostro progetto culturale oltre i confini della nostra città e della nazione. Desideriamo continuare su questa strada migliorandoci e per farlo è importante riuscire ad ottenere risorse fortificate dal Ministero".
"E' percepibile - ha sottolineato Guerra - un amore crescente in città per Verdi: una passione sempre più intergenerazionale che attraversa le vie di Parma e arriva ad ognuno di noi. Verdi è sempre più naturalmente presente e questo è un risultato importante per la città e per il Teatro Regio".
Per l'occasione il coro del Teatro Regio e la Corale Verdi hanno intonato il “Va pensiero”.
Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia
Il fotogiornalista Erberto Zani è stato premiato ai prestigiosi International Photography Awards 2018 di Los Angeles nella categoria "Event/Social cause" per il servizio fotografico intitolato “Rohingya's Exodus”.
Il reportage descrive alcune scene di uno dei più grandi esodi degli ultimi decenni, quello dell'etnia Rohingya in fuga dal Myanmar.
Per sfuggire ad una nuova, sistematica pulizia etnica, oltre 800mila persone sono scappate negli ultimi due anni nel vicino Bangladesh, arrivando nel distretto di Cox’s Bazar, uno dei più poveri e sviluppati del paese ed ammassandosi in enormi campi profughi dalle condizioni igienico-sanitarie precarie.
Nello stesso concorso, Zani ha ricevuto anche due Menzioni d'Onore: una nella categoria "Book Monograph" per il libro in bianco e nero “Exodus” (edizioni Blurb), acquistabile a questo link, ed una nella categoria “Abstract” per il nuovo progetto fotografico "Urban Visions".
Dall’Espressionismo alla Nuova Oggettività Avanguardie in Germania. La mostra propone 40 opere dei maggiori rappresentanti di questa corrente culturale e artistica, da Ernest Ludwig Kirchner a Emil Nolde, da Alexei Jawlensky ad August Macke, da Vassilj Kandinskij a Franz Marc, sviluppatasi in Germania nei primi del Novecento. Il percorso espositivo prende avvio da una serie di capolavori provenienti dalla cerchia dei gruppi di artisti del "Die Brücke" a Dresda e del "Der Blaue Reiter" a Monaco e di "Der Sturm", rivista d’arte berlinese, e prosegue negli anni del primo dopoguerra, che vedono sorgere una nuova visione estetica rappresentata dal movimento della Nuova oggettività. A cura di Lorand Hegyi e Gerhard Finckh.
Parma -
Dal 10 novembre 2018 al 24 febbraio 2019, il Palazzo del Governatore di Parma accoglie la mostra Dall’Espressionismo alla Nuova Oggettività. Avanguardie in Germania, che propone 40 opere dei maggiori rappresentanti di questa corrente culturale e artistica, sviluppatasi in Germania nella prima metà del Novecento, provenienti dal Von der Heydt Museum di Wuppertal (Germania), che ospita una delle più imponenti collezioni dell'Espressionismo tedesco e delle tendenze artistiche del periodo dopo la prima guerra mondiale, come la Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit) e le diverse forme di Costruttivismo e Razionalismo.
L’evento espositivo è organizzato da Solares Fondazione delle Arti, in collaborazione con il Von Der Heydt Museum di Wuppertal, con il contributo del Comune di Parma, col sostegno di Iren e di CePIM – Interporto di Parma.
“La volontà – ha esordito l'assessore alla Cultura Michele Guerra - è quella di dedicare, da qui al 2020 e oltre la sfida di Parma Capitale Italiana della Cultura, una attenzione particolare all'arte contemporanea: dopo quella de “Il Terzo Giorno” la mostra che presentiamo oggi è un diverso esempio di questo percorso. Una mostra internazionale con due curatori prestigiosi che siamo orgogliosi di ospitare a Palazzo del Governatore, grazie anche alla forte collaborazione con l'assessorato del Turismo”.
“Oltre ad arricchire la programmazione culturale della nostra città – ha detto l'assessore al Turismo Cristiano Casa – eventi internazionali e prestigiosi come questa mostra sono investimenti preziosi per il turismo culturale che vogliamo continuare a promuovere, soprattutto nel periodo invernale, che risulta essere quello da sostenere maggiormente. Il titolo Unesco a Parma di Città creativa della Gastronomia ci sta dando molte soddisfazioni e i dati provvisori dei primi 7 mesi dell'anno registrano un incremento turistico del 9%, con 13% di presenze straniere: un buon risultato che vogliamo sempre più incrementare”.
“L'auspicio – ha detto Andrea Gambetta, presidente di Solares Fondazione delle Arti – è che la città possa avere sempre più caratteristiche internazionali e una programmazione culturale dello stesso livello: proprio la prospettiva sulla quale ci affacciamo ospitando a Parma questa mostra”.
E' intervenuto infine, per spiegare nel dettaglio i contenuti, il percorso e la genesi della mostra, il curatore Lorand Hegyi, che ha sottolineato “questa mostra presenta un approfondimento, fresco, allegro, di rivisitazione e rivalutazione di un così importante movimento artistico, che è espressione di una alternativa universalità che comprende la totalità umana di ogni tempo”.
LA MOSTRA
Il percorso espositivo si sviluppa in due importanti sezioni.
La prima si concentra sull'Espressionismo tedesco, presentando opere paradigmatiche per lo più provenienti dalla cerchia dei gruppi di artisti del Die Brücke (Il Ponte) di Dresda, quali Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel, Otto Mueller, Emil Nolde, Karl Schmidt-Rottluf, Max Pechstein del Der Blaue Reiter(Il Cavaliere azzurro)di Monaco, tra cui Vassilj Kandinskij, Franz Marc, Alexei Jawlensky, , August Macke e di Der Sturm, la rivista d’arte e galleria con base a Berlino, con autori quali Heinrich M. Davringhausen, Max Beckmann, Karl Grossberg.
La seconda offre la visione dei cambiamenti estetici negli anni del primo dopoguerra, quando artisti quali Karl Hofer, Eberhard Viegener, Otto Dix, Max Ernst, Jankel Adler, rappresentanti della Nuova Oggettività (Neue Sachlichkeit) hanno creato, sotto l'influenza del nuovo Razionalismo e Funzionalismo, della "Pittura Metafisica" e del Neo-Classicismo del cosiddetto “Ritorno all’ordine" sviluppate in Italia, una nuova atmosfera artistica che riflette la disillusione della generazione che ha vissuto la guerra e la conseguente perdita di vite umane, la distruzione di città europee, la presa di potere delle macchine sia durante gli anni della guerra che nei primi anni '20, ovvero nell'epoca della modernizzazione e della razionalizzazione della produzione, della vita, della società.
“L'esposizione - afferma il curatore, Lorand Hegyi -, grazie alla generosa e altamente professionale collaborazione con il Direttore del Museo Von Der Heydt, Dr.Gerhard Finckh e dei suoi colleghi, propone un approfondimento di un così importante movimento artistico, che più di 100 anni dopo la sua nascita conserva un messaggio estetico ed etico ancora estremamente diretto ed essenziale attraverso un linguaggio empatico che trasmette con efficacia messaggi toccanti, drammatici e spirituali”.
Nelle arti visive, nel cinema e nella musica, nella letteratura e nel teatro, nella filosofia e nella teoria politica, l'Espressionismo diventa - poco dopo la sua nascita sulle pagine di riviste e libri, nelle sale espositive e nelle sale da concerto - sinonimo di ‘Modernità’, l’incarnazione del nuovo spirito del nuovo secolo.
La nuova arte ha manifestato un controcanto alla vita reale e ha favorito la libera espressione del mondo interiore delle emozioni, dell'immaginazione e dell'intensità spirituale. Influenzati da Friedrich Nietzsche, Henri Bergson, Walt Whitman, Rudolf Steiner, i giovani artisti si sono avvicinati all'antropologia, all'antroposofia, alla teosofia e anche al Romanticismo, rivisitando l’arte medievale, così come l'arte africana e i temi folklorici.
Uno dopo l'altro, si costituiscono gruppi di artisti e gallerie d'arte, riviste culturali e politiche che proclamano la necessità di una Nuova Spiritualità, basata sul potere dell'espressione immediata delle forze e delle energie interiori che scuotono l'umanità. Nel 1905 il gruppo "Die Brücke" viene fondato a Dresda da quattro giovani artisti tedeschi che organizzarono in breve tempo diverse mostre della loro nuova attività pittorica.
Tre anni dopo, nel 1907, il giovane storico dell'arte Wilhelm Worringer pubblicò "Astrazione ed empatia" in cui interpreta le forme astratte come manifestazione di un mondo spirituale alternativo al mondo materiale della natura. Il libro di Worringer ha influenzato l'intera generazione dell'espressionismo. Poco dopo, nel 1911, Kandinskij e Franz Marc fondarono il gruppo di artisti dell'espressionismo "Der Blaue Reiter", che raccolse numerosi artisti internazionali del nuovo movimento.
Un anno dopo, nel 1912, Vassilj Kandinskij, uno dei padri dell'Astrattismo, pubblicò il suo famoso e influente libro "Lo Spirituale nell'Arte" in cui parlava della "necessità interiore" come forza propulsiva della creatività artistica. Nello stesso anno il poeta, scrittore ed editore Herwarth Walden aprì a Berlino la sua galleria "Der Sturm" che divenne anche il centro più importante dell'Espressionismo così come del Futurismo e del Cubismo. Attraverso l'attività della galleria l'Espressionismo tedesco divenne parte delle Avanguardie internazionali e svolse un ruolo molto influente sia nell'arte che nella teoria. La presenza di artisti internazionali di primo piano nella sua galleria manifestò anche la complessità delle avanguardie, come le diverse prospettive e le strategie sociali e politiche con cui i vari movimenti erano collegati.
Per la sua qualità, l’esposizione di Palazzo del Governatore di Parma è stata inserita tra gli eventi dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018, promosso dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell'Unione Europea, coordinato dal MiBAC - Ministero per i beni e le attività culturali.
Dall’Espressionismo alla Nuova Oggettività
Avanguardie in Germania
Parma, Palazzo del Governatore, Piazza Garibaldi
10 novembre 2018 - 24 febbraio 2019
Orari:
Martedì e mercoledì 15-19. Da giovedì a domenica e festivi 10-19.
Lunedì chiuso. Chiuso il 25 dicembre e 1 gennaio
Biglietti: intero 10 euro, ridotto 6 euro, ridotto scuole e studenti 4 euro
Catalogo: Gruppo Spaggiari Parma
Informazioni: tel IAT 0521 218889
Domenica 30 settembre uno spettacolo di suono e voce che mette in scena un repertorio che spazia dall'Italia al Sud America. A conclusione, brindisi con gli artisti.
MODENA – Un concerto "Essenziale", che mette in scena la voce di Sabrina Gasparini e il suono della fisarmonica di Tiziano Chiapelli, quello in programma domenica 30 settembre, a partire dalel 17.30, a Salotto Aggazzotti di viale Martiri della Libertà 38.
Sarà un "viaggio" musicale dal Sud America all'Italia, con un repertorio che spazia da Gardel a Piazzolla a Galliano, con canzoni che hanno fatto la storia, tra cui Maria de Buenos Aires, Besame mucho, Vuelvo ar sur, Historia de un Amor, fino alle note delle canzoni più famose della nostra terra, da Io che amo solo te a Malafemmena, da Roma non fa la stupida stasera a In cerca di te, Buonasera signorina, Resta cummé e Napulé.
Tiziano Chiapelli si è affermato come fisarmonicista a livello internazionale, è due volte campione ha vinto il prestigioso concorso di Castelfidardo affermandosi per due volte campione del mondo. Vanta importanti collaborazioni tra cui quelle con Tullio de Piscopo e Richard Galliano.
Insieme a Sabrina Gasparini ha ideato il Festival Internazionale di Fisarmonica "Bruno Serri", la cui ultima edizione si è tenuta lo scorso luglio a Serramazzoni.
A conclusione del concerto, come da consuetudine del Salotto, brindisi con buffet insieme agli artisti.
INFO
Tel 392/0512219, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
1968. Un anno - 20 ottobre 2018 – 4 agosto 2019 - Abbazia di Valserena, Parma
Sabato 20 ottobre alle ore 11.00 apre allo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma la mostra 1968. Un Anno, un grande racconto che si concentra, attraverso un taglio rigorosamente sincronico, su un anno chiave della storia del Novecento, restituito attraverso un'indagine all'interno dell'archivio dello CSAC, il cui primo nucleo nasce proprio nel 1968 e che oggi, a cinquant'anni di distanza, vanta una raccolta di oltre 12 milioni di materiali originali nell'ambito della comunicazione visiva e della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo.
Attraverso idee, utopie, opere, progetti e oggetti datati o correlati all'anno 1968, individuati all'interno dei diversi fondi conservati allo CSAC, questa mostra vuole far emergere le trasformazioni nel sistema della comunicazione, i mutamenti socio-antropologici (i nuovi miti e i nuovi riti), e una nuova riflessione sul corpo e sull'ambiente, che esplosero in quell'anno. Ambiti e linguaggi differenti sono così affiancati per affrontare le contaminazioni e la coesistenza di differenti culture.
Con la mostra 1968. Un Anno – a cinquant'anni esatti dall'esposizione dedicata a Concetto Pozzati, organizzata dall'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Parma, che darà inizio al primo nucleo di opere della futura Sezione Arte dello CSAC – non si vuole suggerire uno sguardo univoco ma una serie di contraddizioni, confronti e nuove prospettive. Si intende proporre una riflessione sul tempo e sul concetto di sincronia che un grande archivio costituito da tracce di processi di ideazione, progettazione e realizzazione, è in grado di mettere in discussione.
L'ossatura della mostra all'interno del suggestivo spazio della Chiesa abbaziale di Valserena è costituita da una lunga timeline, composta da oggetti, immagini e cronache, affiancata da una sequenza di approfondimenti dedicati alla trasformazione del sistema delle immagini e delle differenti scale del progetto degli spazi e del territorio.
Emilio Vedova, Mario Schifano, Giosetta Fioroni, Mario Ceroli, Concetto Pozzati, Claudio Verna, Aldo Borgonzoni, Fabrizio Plessi, Rafael Canogar e William Xerra sono alcuni dei protagonisti di quella ricerca artistica che nel 1968 costituisce un punto di riferimento fondamentale per altri progetti legati all'immagine: come i reportage e le sperimentazioni fotografiche di Uliano Lucas, Nino Migliori, Mario Cresci, Carla Cerati, Ugo Mulas, a confronto con la cronaca registrata dalla agenzia Publifoto Roma; oppure le differenti strade del progetto grafico, pubblicitario e editoriale, che vede proprio nel 1968 la nascita del nuovo font Forma per la fonderia Nebiolo da parte di Aldo Novarese affiancato da un team composto da Franco Grignani, Giancarlo Iliprandi, Bruno Munari, Ilio Negri, Till Neuburg, Luigi Oriani e Pino Tovaglia; o ancora l'esplosione della cultura beat e underground, con il progetto di Ettore Sottsass per la rivista "Pianeta Fresco". Il linguaggio della satira sarà invece rappresentato da autori quali Renato Calligaro e Roberto Perini.
I molteplici canali della comunicazione televisiva sono raccontati attraverso i progetti di Armando Testa per Carosello, ma anche dai padiglioni RAI di Achille e Pier Giacomo Castiglioni e di Archizoom, oppure con la trasformazione degli apparecchi radio e TV prodotti da Brionvega.
La riflessione sul corpo è rappresentata a differenti scale: dal gioiello all'abito, dall'ideazione di nuovi luoghi della cultura giovanile alla ridefinizione della scena e alla riappropriazione dello spazio pubblico. Il confronto di molteplici sistemi di segni e iconografie avviene attraverso manifesti, progetti di abiti e gesti, reportage fotografici: dall'immaginario cinematografico e per la scena teatrale con i costumi provenienti dall'archivio della sartoria di Piero Farani (per il film Barbarella e per la prosa Giulietta e Romeo, Il Barone di Birbanza e Il cavaliere inesistente) alle sfilate happening ideate per Mare Moda Capri (Walter Albini) all'affermazione dell'uomo moda (Carlo Palazzi) e della maglieria (Albertina, Krizia).
La scala si amplia rispetto al progetto architettonico e territoriale: lo spazio dell'abitare è ridefinito da nuovi oggetti esito di sperimentazioni materiche (la poltroncina Jumbo di Alberto Rosselli) e da riflessioni metodologiche sul progetto di design come quelle di Enzo Mari. La città con le sue periferie cresce attraverso importanti interventi come il Gallaratese di Aymonino, o il quartiere Paolo VI di Taranto della Nizzoli Associati, mentre Giò Ponti riflette sulla forma del grattacielo. Le nuove infrastrutture che stanno trasformando l'Italia come i tratti autostradali con i suoi autogrill (come quello di Renzo Zavanella), oppure il concorso per il ponte sullo Stretto di Messina (qui rappresentato dalle proposte di Giuseppe Samonà e Pierluigi Nervi), o la trasformazione delle coste con la creazione di insediamenti turistici (come la Costa Smeralda di Luigi Vietti e i villaggi Touring di Roberto Menghi).
Anche la Sala delle Colonne dell'Abbazia di Valserena sarà parte del percorso espositivo, con una selezione di materiali legati al 1968 attraverso i quali lo CSAC metterà in scena scambi e interazioni con altri archivi del territorio.
1968. Un Anno è curata da un gruppo di ricerca coordinato da Francesca Zanella e composto dai curatori dello CSAC Paolo Barbaro, Mariapia Branchi, Claudia Cavatorta, Lucia Miodini, Paola Pagliari, Simona Riva, da Elena Fava e dalle ricercatrici dell'Università di Parma Sara Martin e Cristina Casero, con la collaborazione di Francesca Asti e Giulia Daolio.
Grafica e Allestimento della mostra sono a cura di Daniele Ledda (xycomm) ed Elisabetta Terragni (Studio Terragni Architetti).
Cos'è lo CSAC
Lo CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma, fondato da Arturo Carlo Quintavalle e situato nell'Abbazia cistercense di Valserena, fin dal 1968 raccoglie e conserva materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo. Un patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi suddivisi in cinque sezioni: Arte (oltre 1.700 dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni), Fotografia (con oltre 300 fondi e più di 9 milioni di immagini), Media (7.000 bozzetti di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione), Progetto (1.500.000 disegni, 800 maquettes, 2000 oggetti e circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni, schizzi, abiti e riviste di Moda) e Spettacolo (100 film originali, 4.000 video-tape e numerosi apparecchi cinematografici antichi).
Lo CSAC oggi è uno spazio multifunzionale, dove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica. Una formula unica in Italia, che mantiene e potenzia le attività sino ad ora condotte di consulenza e collaborazione all'istruzione universitaria con seminari, workshop e tirocini, di organizzazione di mostre e pubblicazione dei rispettivi cataloghi (oltre 120 dal 1969 ad oggi), e di prestito e supporto ad esposizioni in altri musei tra cui la Triennale di Milano, il MAXXI di Roma, il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Tokyo Design Center, il Design Museum di Londra, il Folkwang Museum di Essen e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid.
Torna a Reggio Emilia FARE LIBRI, tre giorni dedicati al libro come forma di espressione artistica contemporanea
Il "Festival del Libro d'artista e della piccola edizione", creato undici anni fa dall'illustratrice ed editrice reggiana Elisa Pellacani a Barcellona dove ogni anno lo organizza con l'associazione ILDE in occasione del giorno mondiale del libro (23 aprile), torna a Reggio Emilia.
Non si tratta di una tappa del Festival con cui in città diverse si propone parte delle opere degli autori internazionali che partecipano alla kermesse catalana, ospitate di recente nel Castello di Carpineti e che hanno viaggiato tra Sassuolo, San Benedetto Po, L'Aquila così come in altre città europee: "FARE LIBRI" (questo il nome dei tre giorni di Festival previsti quest'anno nel Portico dei Marmi del Palazzo dei Musei, grazie alla rinnovata collaborazione con i Musei Civici) costituisce da sei anni l'appuntamento in territorio italiano con l'intero corpus di opere inedite presentate a Barcellona in aprile e raccolte in un catalogo-manuale sulle arti del libro edito da Consulta librieprogetti e curato dalla stessa Pellacani.
Il libro "d'artista" –che storicamente definiva edizioni rare e pregiate- riscopre l'aspetto più provocatorio e indipendente della produzione editoriale, in cui il libro diventa oggetto libero non solo nel messaggio che veicola ma anche nei formati e nelle modalità di produzione: svincolato da necessità economiche o appartenenze a logiche di mercato, riscopre l'aspetto creativo del narrare anche con linguaggi e materiali non così propri del mondo editoriale. Ma non solo: attraverso la realizzazione di libri –a volte in copia unica e molto simili ad oggetti alquanto bizzarri, altre volte in tirature giocate su tecniche di stampa alternative o dove l'estro dell'autore si manifesta anche nell'aspetto esteriore- si propongono ricerche in ambito artistico che coinvolgono culture e paesi molto distanti tra di loro, riaffermando il concetto contemporaneo di una sperimentazione ibrida che guarda all'importanza del messaggio più che al suo valore estetico. Il libro in quanto oggetto, con un'attrazione materica e una relazione tattile con il suo ridotto pubblico, sembra quindi riaffermare –nell'era degli SmartPhone- che non solo non è morto, ma è sempre più seducente: di anno in anno, un Festival che si dice indipendente eppure che tenacemente continua a interessare fasce più diverse di pubblico, coinvolge autori di mezzo mondo mostrandoci la sottile bellezza di una comunicazione "altra" in cui rileggere una società che forse, a volte, ha bisogno di fermarsi, contemplare, riflettere e mettersi nuovamente in gioco.
Oltre ai libri in mostra, ispirati dal tema del fare artistico come momento di svelamento o intuizione di qualcosa di segreto, la sesta edizione di FARE LIBRI presenta nel suo programma una serie di laboratori per i più piccoli, organizzati dalla Scuola Itinerante del Libro con l'apporto di artisti diversi, e la presenza di autori che in sede di mostra presentano il proprio lavoro al pubblico (Oana Rodica Alexandrescu, Carlotta Speroni, Gabriella Saiello da Reggio Emilia, Pietro Antolini, Maurena Lodi e l'Officina Typo da Modena, Liberart e Matti da rilegare da Cremona, Silvio Crosera da Treviso).
Il Festival è visitabile gratuitamente nei giorni di venerdì, sabato e domenica prossimi (dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19) presso il Palazzo dei Musei di Reggio Emilia.
Info e contatti Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o 333 5260125.
DETTAGLI DELL'INIZIATIVA:
WORKSHOP:
Fare Libri KIDS – Laboratori per i più piccoli
Sabato mattina, dalle 11 alle 13
Scuola dell'infanzia e primarie
Vittorio Venturini, Matti da rilegare
IL SEME
Un lungo libro con cui misurare ogni bambino e ascoltare una canzone (chitarra e voce), per poi realizzare insieme un prato di fiori lavorando di piegatura, taglio e assemblaggio di carte e cartoncini.
Domenica mattina, dalle 11 alle 13
Scuole primarie e secondarie
Pietro Antolini
IL LIBRO DELLE CREATURE SEGRETE
Tra le pagine di un libro arcano si celano misteriosi animali simbolici, i cui significati compongono un linguaggio sconosciuto...
Venerdì pomeriggio, dalle 16 alle 18
Scuole dell'infanzia e primarie
Ivo Vezzani
TAGLI E RITAGLI A TUTTO COLORE
Forme apparentemente casuali e materiali diversi che sembrano senza valore danno vita a storie mai immaginate prima, con cui divertirsi e creare nuove storie.
Sabato pomeriggio, dalle 17 alle 19
Dai 10 ai 15 anni
Paolo Oliva
GIOCO DI INTRECCI
Due strisce di carta piegate si intrecciano tra di loro a raccontare una storia che offre diverse letture.
Costo dei workshop: 10 euro, materiali inclusi.
Iscrizioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (o in sede di mostra, se posti ancora disponibili).
I corsi proposti non prevedono la presenza partecipativa dei genitori o di accompagnanti.
AUTORI IN MOSTRA:
Fabio Aghemo (Italia), Heather Allen Hietala (USA), Pietro Antolini (Italia), Letizia Ardillo (Italia) e Yarona Pinhas (Eritrea), Andreina Argiolas (Italia), Esther Ávila Díez (Spagna), Márton Barabás (Ungheria), Douglas Pierre Baulos (USA), Thaïs Borri Bas (Spagna), Franco Bruzzone (Italia), Loretta Cappanera (Italia), Anna Castelli (Italia), Anita Cerpelloni (Italia), Annie Cicale (USA), Roser Cirici Amell (Spagna), Eleonora Cumer (Italia), Allison Dennis (Inghilterra), Gwen Diehn (USA), Susan B. Doggett (USA), Maria Epes (USA), Taryn Ferrentino (Italia), Ester Fernández Martínez (Spagna), Michelle Francis (USA), Friederun Friederichs (Germania), Ivan Garcia Sala (Spagna), Floki Gauvry (Argentina), Annamaria Giustardi (Italia), Carmen Gómez Ara (Spagna), Ilaria Gradassi (Italia), Gianni Guerzoni e Davide Guerzoni (Italia), Martha Eugenia Gurrola Vega (Messico), Izaki Taldea (Mario Uriz Elizalde, Mila Boj, María Eugenia Perez-Ilzarbe) (Spagna), Najla Leroy (Brasile), Dámaris Llaudis Reyes (Spagna), Antonella Mattioli (Italia), Virginia McKinley (USA), Gianremo Montagnani (Italia), Carol Norby (USA), Paolo Oliva (Italia), Csaba Pal (Ungheria), Beatrice Palazzetti (Italia), Elisa Pellacani (Italia), Fabio Pera (Italia), Fidel Pereiro (Spagna), Aleix Pons Oliver (Spagna), Portolà 10 (Margarita Mascaró, Dolors Mateo, Mercé Garcia) (Spagna), Ravikumar Kashi (India), Daniela Kasimir (Germania), Marino Rossetti (Italia), Maria Antonia Sànchez Fernàndez (Spagna), Carme Sanzsoto (Spagna), Carme Sol Serena (Spagna), Olga Serral (Spagna), Carlotta Speroni (Italia), Roberta Spettoli (Italia), Taller de Pintura Creativa (Margarita Mascaró, Dolors Mateo, Mercé Garcia, Cristina Martí, Isabel Fíguls) (Spagna), Donata Terzera (Italia), Nicoletta Testi (Italia), Marilena Torlai (Italia), Celia Torres Sola (Spagna), Diana Isa Vallini (Italia), Ivo Vezzani (Italia), Eva Vidal González (Spagna), Giulia Violanti (Italia), Pia Wortham (Messico), Ilaria Zannoni (Italia), Giulia Zatti (Italia).
Pubblicato da Elis Colombini Editore, il libro è un contenitore in cui otto autori dell'associazione di scrittori si ispirano con i loro racconti alla terra dell'Appennino. Un vero "viaggio nella memoria", come ci racconta Daniela Ori, autrice e presidente de "I Semi Neri". Il libro farà il suo debutto il prossimo 6 ottobre alla Libreria Ubik di Modena
Di Manuela Fiorini MODENA 19 settembre 2018 – È la terra dei Frignano la fonte di ispirazione dell'ultimo libro degli scrittori dell'associazione "I Semi Neri". La loro ultima fatica si intitola "La casa dei segni" ed è appena uscito per Elis Colombini Editore. Il debutto è fissato per sabato 6 ottobre, alle 18, presso la libreria Ubik di via dei Tintori 22, a Modena. Intanto, ci siamo fatti anticipare da Daniela Ori, autrice e presidente dell'associazione, qualche curiosità sulla nuova antologia.
Una nuova opera collettiva che ha come sottotitolo "viaggio nella memoria della terra del Frignano". Come mai avete scelto questa splendida area dell'Appennino per ambientare le vostre storie?
"Perché la montagna è una terra antica, piena di storia, leggende, tradizioni, ed è una fonte di grandissima ispirazione per uno scrittore".
Perché "La casa dei segni"?
"Abbiamo scelto il titolo assieme all'editore Elis Colombini, che ha perfettamente colto lo spirito con il quale abbiamo affrontato e condiviso questo nuovo progetto letterario. Ci sono nella nostra montagna, il Frignano appunto, memorie e ricordi di un passato che è dentro ciascuno di noi, perché in un modo o nell'altro i popoli e le genti che hanno abitato quei borghi antichi e quei paesi non hanno fatto perdere le loro tracce. Le feste, i nomi delle strade e dei paesi, le tradizioni, i cibi, le ricorrenze religiose, le credenze legate alla natura e al ciclo delle stagioni sono ancora un patrimonio vivo e riconoscibile. Noi siamo andati alla ricerca di storie, per raccontare le nostre storie. E abbiamo trovato i segni di una memoria mai dimenticata. Vorremmo che fosse così anche per il lettore. Un viaggio di scoperta: leggere il nostro libro, per ritrovare i segni di qualcosa di noi, della nostra storia. In fondo sarà come tornare a casa".
Come è organizzata la struttura del libro?
"Lo abbiamo immaginato come un novellario, o se si preferisce, un "romanzo a puntate", con un racconto cornice che fa da filo conduttore e che contiene al suo interno 7 racconti. Un totale di 8 scrittori coinvolti in questo progetto. Gli autori sono soci effettivi dell'Associazione: Daniela Ori, Marco Panini, Massimiliano Prandini, Sara Bosi, un gruppo collaudato che da anni scrive e pubblica testi per I Semi Neri. Di recente ingresso in Associazione, ci sono anche i soci scrittori che si sono aggiunti con entusiasmo al progetto letterario: Daniele Biagioni, Romina Volpi ed Elisabetta Ronchetti. Il racconto cornice è stato scritto dallo scrittore esperto e autore di moltissime pubblicazioni, nonché storico modenese Gabriele Sorrentino, nella veste di "special guest" del libro. Il suo testo è quello che lega tutti gli altri e vede come protagonisti due giovani che in una notte di tormenta, rimangono bloccati con l'auto in un borgo della nostra montagna e trovano riparo in un vecchio casolare disabitato e per mantenersi svegli e vivi fino all'alba, si raccontano storie per tutta la notte. La casa dei segni si apre con la "Presentazione"di Andrea Pini, grande esperto del Frignano, che ringraziamo per la sua disponibilità".
Le storie contenute nel libro, sono molto diverse tra loro. Che cosa le accomuna?
"Il desiderio di esplorare la storia dei borghi della montagna, le vicende della gente comune che ha fatto la storia. Il piacere di avere ritrovato, nelle nostre ricerche, nomi di persone, leggende e tradizioni che si perdono nella notte dei tempi e che è stato bello esplorare, per poi inserire tutto nei racconti. L'idea comune era quella di scrivere storie che potessero ricordare quella pratica antica di incontrarsi di sera, come accadeva proprio in montagna, soprattutto in inverno accanto al fuoco, per scambiarsi notizie e per raccontarsi storie, o semplicemente per restare assieme. Poi abbiamo cercato di usare un lessico vario e ricco, curando particolarmente la forma e la grammatica, per realizzare un prodotto di qualità. In questa nostra epoca così piena di impegni, di tecnologia, di informazioni, di distrazioni, il nostro desiderio era anche quello di elaborare qualcosa di bello, per catturare l'attenzione e per fermare la mente del lettore a ricercare tra le pagine di un libro ricordi"
Come si coniugano ricerca storica e creatività?
"Abbiamo ambientato i racconti in vari secoli, dal Duecento al Settecento e nelle Appendici del libro, i lettori possono trovare le nostre schede di studio, che in realtà contengono solo appunti e meri cenni storici sui luoghi, che hanno costituito il contesto territoriale di ambientazione. Ma le storie narrate sono tutte inventate. Solo qualche volta abbiamo inserito o accennato a qualche personaggio realmente vissuto, per dare più credibilità e azione al racconto. Abbiamo dato vita e voce a personaggi di fantasia facendoli muovere dentro a periodi storici veri, cercando di dare spessore a leggende e tradizioni. Ci piacerebbe che al lettore venisse voglia di andare a cercare i luoghi che abbiamo citato e così il libro potrebbe diventare anche un modo per promuovere i borghi minori della montagna. Alcuni di questi li abbiamo scoperti pure noi, per la prima volta, durante quelli che io chiamo "i sopralluoghi artistici" per andare a fotografare i siti nei quali abbiamo ambientato i racconti".
SCHEDA DEL LIBRO
I Semi Neri
La casa dei segni – Viaggio nella memoria della terra del Frignano
Pag 310 - € 15
Leggi la scheda completa www.colombinieditore.it/COPERTINE4/178.htm
INFO "La casa dei segni" si può trovare nelle migliori librerie di Modena, Pavullo, Carpi, Nonantola e Sassuolo o sul sito dell'editore www.colombinieditore.it
Ieri sono stati tanti fra parmigiani e turisti presenti al primo opening domenicale del Museo d'Arte Cinese ed Etnografico di Parma, alla scoperta delle ceramiche tradizionali cinesi, delle sculture sacre orientali, del grande paravento a dodici pannelli, delle maschere tribali del Congo, dei copricami di piumaggi colorati del popolo amazzone dei Kayapò e dei tanti oggetti che fanno al visitatore un prezioso percorso interculturale.
Le domeniche di apertura sono le prime di una serie di iniziative del Museo Cinese, voluto da San Guido Conforti, Padre dei Missionari Saveriani e fondato a Parma nel 1901.
Scopri tutte le iniziative sul sito del Museo
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