Si intitola "Soglie" il nuovo lavoro dell'associazione di scrittori "I Semi Neri". Cinque scrittori, cinque racconti per tentare di dare una soluzione ad alcuni dei misteri irrisolti di Modena e provincia. L'intervista a Manuela Fiorini.
Di Redazione
Modena, 2 novembre 2016
Vi siete mai trovati sulla soglia, divisi tra la certezza di una situazione conosciuta e il timore dell'ignoto? Cosa fareste se una volta presa la decisione di oltrepassarla, dall'altra parte vi trovaste in un altro mondo, in un'altra epoca o in un'altra realtà? A queste domande hanno cercato di dare una risposta e un'interpretazione i cinque autori di Soglie, la nuova antologia firmata per Damster Edizioni dall'Associazione di scrittori "I Semi Neri". Ne parliamo con una delle autrici, Manuela Fiorini.
Che cosa accomuna i cinque racconti di "Soglie"?
"Alla base di ognuno di essi c'è un mistero, che parte da un ritrovamento archeologico, una leggenda, un mito o un simbolo tramandato negli anni nella storia di Modena e provincia. Ognuno degli autori, che sono, oltre a me, Daniela Ori, Gabriele Sorrentino, Fabrizio Fangareggi e Marco Panini, ha elaborato attraverso una propria interpretazione letteraria una possibile "soluzione" che lascerà i lettori con il fiato sospeso. Tuttavia, i cinque racconti hanno in comune anche la Storia. Attraverso la lettura si potranno così conoscere aspetti, forse ancora sconosciuti ai più, del passato del nostro territorio. Chi lo desidera potrà poi andare a vedere con i propri occhi i luoghi o i simboli che hanno ispirato gli autori di Soglie, perché hanno una collocazione reale".
Quali sono questi luoghi?
"Il mio racconto L'Ordine dei Viaggiatori è ispirato alla lapide di Gundeberga, una pietra tombale di epoca longobarda che attualmente è collocata nella cripta del Duomo di Modena, Uniti per sempre di Gabriele Sorrentino, invece, è ambientato ai tempi della guerra gotica e fa riferimento al ritrovamento di due scheletri abbracciati di un uomo e di una donna ritrovati nella zona di via Ciro Menotti qualche anno fa. Poi c'è La centesima finestra di Fabrizio Fangareggi, che è ambientato nella Casa dalle Centro Finestre, una villa situata alla periferia di Modena dalla nomea sinistra. Con i racconti di Daniela Ori Serapius e di Marco Panini Le streghe di Sasso Tignoso ci si sposta invece in Appennino. Il primo è ambientato a Serpiano e ha una trama che si snoda tra presente e passato, per il secondo invece ci spostiamo nel Frignano medievale, ai tempi di Obizzo da Montegarullo".
I racconti quindi sono tutti di genere storico?
"La storia è la base di partenza, ma abbiamo giocato anche sui generi. Parlando di misteri, in tutti c'è qualche sfumatura di soprannaturale, anche se qualcuno ha una dominante più storica, un altro è addirittura più vicino alla fantascienza, un altro ancora può essere definito onirico. Insomma, ce n'è per tutti i gusti".
L'associazione "I Semi Neri" non è nuova a opere collettive. Come si scrive un libro in team?
"I Semi Neri si propongono di promuovere la cultura dello scrivere e la storia, anche promuovendo eventi, corsi di scrittura e portando la lettura nelle scuole. Poi c'è tutta la parte della scrittura, che è la più impegnativa e divertente. Si propone un progetto letterario, che può essere un'antologia di racconti o un romanzo, come L'Enigma del Toro, di cui abbiamo recentemente proposto una passeggiata guidata nel centro storico di Modena sulle tracce dei protagonisti. Chi lo desidera aderisce, poi nell'ultima fase si affida l'opera ancora "grezza" a un curatore, che nel caso di Soglie è stata la nostra Presidente Daniela Ori. Infine, per l'ultimissima fase prima della stampa, ci si mette nelle mani di un editor esterno, che per Soglie è stata la scrittrice Elisa Guidelli, in arte Eliselle. Ma non è finita, perché una volta che il libro è nato c'è tutta la parte della promozione, per la quale ci affidiamo a soci che sono anche fotografi, videomaker, musicisti e artisti. Anche per Soglie ci siamo affidati all'editore Damster, con il quale abbiamo pubblicato con soddisfazione anche alcune delle nostre opere precedenti, oltre al romanzo L'Enigma del Toro, le antologie Presenze di Spirito e Emilia la via maestra.
INFO
I Semi Neri
Soglie - Damster Edizioni 2016
290 pag - € 14
www.damster.it e www.semineri.it
GUARDA IL BOOKTRAILER DI "SOGLIE"
Presso il Ridotto del Teatro Regio, la cerimonia di premiazione del primo concorso Verdi Off realizzato per il Festival Verdi del Teatro Regio con l'associazione 360 Creativity Events e Parma, io ci sto!
Parma, 31 ottobre 2016
Si è svolta ieri, presso il Ridotto del Teatro Regio, la cerimonia di premiazione del primo concorso Verdi Off realizzato per il Festival Verdi del Teatro Regio con l'associazione 360 Creativity Events e Parma, io ci sto! ha visto la giuria selezionare venti opere sulle 300 presentate da partecipanti di tutta Europa. Artisti emergenti o affermati, professionisti e non, hanno dato sfogo alla propria creatività sul tema "Giuseppe Verdi" in chiave contemporanea e utilizzando linguaggi diversi quali pittura, fotografia, scultura, disegno, illustrazione, arte digitale, grafica. I lavori selezionati sono stati esposti per tutto il periodo del Festival Verdi in gallerie d'arte, spazi creativi, negozi ed esercizi commerciali, all'interno di un percorso artistico diffuso nel centro storico di Parma.
Presso il Ridotto del Teatro Regio è stato consegnato ieri, a Antonello Sportillo - autore dell'opera vincitrice "Verdi Out" - un primo premio di €1.000 da Alessandro Chiesi. I cinque premi più importanti sono andati a Maria Silvia Margot Del Turco, Tiziano Robello, Marco Goi, Erica Di Noia, Davide Forleo, Annalisa Di Meo e Federica Poletti.
Foto di Francesca Bocchia
le foto continuano in fondo alla pagina
"Notte d'inCANTO". Uno spettacolo con l'illustre Basso Michele Pertusi, per regalare un pulmino ai ragazzi dello Skirace. Al Teatro Comunale di Noceto il prossimo 19 novembre.
Noceto, 08 novembre 2016 -
L'evento principale sul quale si concentra la raccolta fondi, promossa dalla dottoressa Franca Luceri in collaborazione con il Lyons "Maria Luigia", è in programma il prossimo 19 novembre al Teatro Comunale di Noceto nel quale si esibirà - a titolo gratuito - l'illustre Basso Michele Pertusi accompagnato dall'orchestra Ensamble Guermantes diretta dal Maestro Giacomo Fossa.
Obiettivo della raccolta fondi, ha dichiarato la promotrice Franca Luceri, è il raggiungimento della quota utile a regalare un pulmino per il trasporto dei ragazzi dello SKIRACE rendendoli così indipendenti dall'utilizzo dei mezzi privati (genitori) o dei volontari dell'ASD SKIRACE.
Da molti anni l'ASD Skirace, associazione No-Profit di volontariato aderente a UISP Parma, è impegnata nella promozione di attività sportive relative a sport invernali, avviando peraltro un progetto per la realizzazione di una scuola di sci specifica per persone con difficoltà motorie, visive e intellettive.
Gli sport invernali quindi come opportunità di sviluppo di competenze, affermazione della propria individualità e socializzazione. Per tutti.
(nella foto a lato: Michele Pertusi - www.ateliemusicale.com)
Come fare per contribuire all'acquisto del Pulmino:
1. donazione liberale attraverso bonifico bancario: IBAN IT65I0623012710000035820074 intestato a ASD SKIRACE (comunicare l'avvenuto versamento a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. )
2. acquisto biglietti dello spettacolo "Notte d'inCANTO" del 19 novembre alle 20,30 al Teatro Comunale di Noceto con il Basso Michele Pertusi. Orchestra Ensamble Guermantes diretta dal Maestro Giacomo Fossa.
3. Informazioni e prevendita biglietti: UISP-PARMA Via Testi, 2 Associazione SKIRACE
Per informazioni: dottoressa Franca Luceri 335.7019014 oppure 0521.621370)
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Il Programma Musicale
I parte
Giuseppe Verdi, Preludio da La Traviata
Wolfgang A.Mozart, "Madamina, il catalogo è questo" da Don Giovanni
Gioachino Rossini, "Sois immobile" da Guillame Tell,
Giuseppe Verdi, "Ella giammai m'amò" da Don Carlo
Giuseppe Verdi, "In solitaria stanza" dalle Arie da camera
Giuseppe Verdi, "Brindisi" dalle Arie da camera
II parte
Pietro Mascagni, Intermezzo da Cavalleria rusticana
Francesco Paolo Tosti, "Malia"
Francesco Paolo Tosti, "'A vucchella"
Francesco Paolo Tosti, "L'ultima canzone"
Eduardo Di Capua, "I' te vurria vasà"
Ernesto De Curtis, "Tu ca nun chiagne"
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Biografia di Michele Pertusi
Nato a Parma, ha studiato canto con Arrigo Pola e Carlo Bergonzi ed, in seguito, ha completato la sua formazione con Rodolfo Celletti e collabora per la preparazione dei ruoli con la Professoressa Hisako Tanaka.
Ha iniziato giovanissimo una straordinaria carriera che lo ha portato ad ottenere i consensi della critica specializzata e di platee tradizionalmente esigentissime: Opèra di Parigi, Covent Garden di Londra, Metropolitan di New York, Staatsoper di Vienna, Liceu di Barcellona, Scala di Milano, Regio di Torino la Deutsche Oper di Berlino, la Monnaie di Bruxelles, l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il Barbican Centre di Londra, e tanti altri.
Grammy Award, nel 2006, per l'incisione del Falstaff con la London Symphony Orchestra diretta da Colin Davis (LSO Live).
Ha collaborato con direttori di fama internazionale quali ad esempio Daniel Barenboim, Semyon Bychkov, Riccardo Chailly, Colin Davis, Daniele Gatti, Carlo Maria Giulini, Vladimir Jurowski, James Levine, Zubin Metha, Riccardo Muti, Antonio Pappano e Georg Solti.
Ha al suo attivo importantissime registrazioni con case discografiche di altissimo livello: Decca, Sony,Deuutsche Grammophon, Ricordi, Erat ecc.
Raffinato interprete rossiniano, Michele Pertusi è stato più volte acclamato trionfatore al Rossini Opera Festival di Pesaro dove gli è stato conferito il prestigioso premio "Rossini d'oro".
Nel 1995 gli è stato conferito il premio "Franco Abbiati" dalla critica musicale italiana. Per l'incisione del Turco in Italia diretta da Riccardo Chailly (Decca) è stato insignito del Gramophone Award e nel febbraio 2006 ha vinto il prestigioso Grammy Award per l'incisione del ruolo del titolo in Falstaff (diretto da Colin Davis; LSO Live).
Ha recentemente ricevuto dal Presidente della Repubblica italiana la Medaglia d'Oro come Benemerito della Cultura.
Giacomo Fossa
Nato a Parma nel 1990, diplomato al Conservatorio di Parma in violoncello con il maestro Enrico Contini e in composizione con il maestro Federico Agostinelli e ha studiato pianoforte con Stefano Rabaglia.
Da sempre interessato alla direzione d'orchestra (a 18 anni ha diretto l'Orchestra Sinfonica di Terni), attualmente è allievo di Donato Renzetti.
Ha costituito l'Ensemble Guermantes, composta da giovani strumentisti attivi in varie orchestre.
Ensemble Guermantes
Il gruppo è nato a Parma nel 2012 per volontà di alcuni musicisti diplomati presso il Conservatorio "A. Boito" di Parma, ed è costituito interamente da giovani strumentisti affiancati da alcuni maestri con anni di attività alle spalle.
I giovani dell'ensamble hanno suonato anche importanti orchestre con l'Orchestra Cherubini, l'Orchestra dell'Accademia del Teatro alla Scala, la Gustav Mahler Jugend Orchester e in vari gruppi di musica da camera.
(programma scaricabile in PDF)
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CHI E' SKIRACE
Skirace è un associazione di volontariato, iscritta alla UISP di Parma, che promuove attività sportive relative agli sport invernali, nuoto, mountain-bike. L'associazione si rivolge a persone con difficoltà motorie, visive e intellettive, riteniamo che il benessere psico-fisico vada costruito insieme alle persone con una vita ricca di relazioni e attività motorie. La nostra idea è che non ci sono limiti fisici e psichici per svolgere attività sportive che a volte si ritengono impossibili, ma che nella realtà sono state realizzate da atleti con deficit psichici e motori molto compromessi.
La nostra mission è dare un messaggio di etica sportiva già a partire dal mondo delle scuole e dello sport per permettere di crescere anche dal punto di vista umano acquisendo quei valori di correttezza, fair play, rispetto delle regole e delle differenze che sono indispensabili sia nell'attività sportiva che nella vita di ogni persona.
I nostri progetti delle attività sportive non sono rivolti solamente a persone con problemi motori, visivi, intellettivi ma anche a tutte quelle persone che credono nei valori del fare assieme e nel rispetto delle differenze, vogliamo confonderci insieme al territorio, alla società civile per costruire uno sport dove il gioco, le relazioni, la fatica, l'impegno è condiviso insieme ai cittadini, volontari e famiglie.
In un momento storico in cui le federazioni sportive nazionali e le società sportive hanno riscoperto il loro ruolo fondamentale nell'etica dello sport, noi vogliamo promuovere il concetto dei valori dello sport nel rispetto delle differenze attraverso azioni concrete, non solo per far riflettere, ma per far praticare gli sport invernali, attivandoci con buone pratiche realizzando attività che fanno cultura e formazione dove ogni cittadino è protagonista del cambiamento.
Tutte le novità che si trovano nelle librerie in questa stagione. Dall'acclamato libro d'esordio della ventiquattrenne Emma Cline che negli Stati Uniti è già un cult a "Born to Run" la prima autobiografia di Bruce Springsteen.
Di Cecilia Novembri
Con l'autunno anche gli scaffali delle librerie si riempiono di novità che ci accompagneranno nei mesi più umidi e grigi.
Acclamato negli Stati Uniti, dove è già un cult, il libro d'esordio della ventiquattrenne Emma Cline è inaspettato.
La giovane scrittrice con "Le ragazze" ricostruisce l'estate americana del 1969 ed immagina un mondo che non ha mai conosciuto, un mondo che la protagonista Evie scoprirà essere il cuore del male.
Juan Gabriel Vásquez affronta con il suo "La forma delle rovine" un'intricata matassa di avvenimenti diventando egli stesso il protagonista e l'investigatore della sua storia fatta di indagini insabbiate, depistaggi, segreti di stato, omicidi nella storia della Colombia.
Decisamente molto più romantico "Un autunno a Parigi" di Veronique Olmi, con la protagonista Suzanne, accordatrice di pianoforti, che entrando nella casa di Serge a Montmatre capisce che delle nuove e piacevoli note cominciano a suonare nell'aria. Un amore impossibile, il loro, tormentato, destinato a finire. Eppure, un incontro che racchiuderà per entrambi il senso di una vita.
Si intitola ovviamente "Born to Run", dal titolo del suo brano del 1975, la prima autobiografia di Bruce Springsteen nelle librerie in concomitanza del suo 67° compleanno.
Il libro racconta la storia dell'artista fin dalla giovinezza, la nascita della E Street band, ma soprattutto la genesi delle sue canzoni e da cosa sono state, di volta in volta, ispirate.
Lettura illuminante per spiriti pratici e per inguaribili sognatori, per genitori e figli, per innamorati e solitari, per chiunque ami Bruce Springsteen!
CREDITS: - babelio.com – amazon.it – telegraph.co.uk – sekwa.se – pinkcadillac.com – lindro.it – barricanews.com – donnaclick.it – altrestorie.biz – ilparoliere.blogspot.it
Gli sport invernali come opportunità di sviluppo di competenze, affermazione della propria individualità e socializzazione. Per tutti. Avviata una raccolta fondi per agevolare gli spostamenti dei ragazzi dello Skirace. Un Pulmino per l'associazione no-profit.
Noceto, 5 novembre 2016 -
Per agevolare l'encomiabile attività dei volontari e soprattutto per offrire una maggiore libertà di movimento dei ragazzi dell'associazione NO-PROFIT ASD SKIRACE, la dottoressa Franca Luceri, in collaborazione con il Lyons "Maria Luigia", ha promosso una raccolta fondi con l'obiettivo di donare un pulmino all'associazione sportiva.
Da molti anni l'ASD Skirace, associazione No-Profit di volontariato aderente a UISP Parma, è impegnata nella promozione di attività sportive relative a sport invernali, avviando peraltro un progetto per la realizzazione di una scuola di sci specifica per persone con difficoltà motorie, visive e intellettive.
Obiettivo della raccolta fondi, ha dichiarato la promotrice Franca Luceri, è il raggiungimento della quota utile a regalare un pulmino per il trasporto dei ragazzi dello SKIRACE rendendoli così indipendenti dall'utilizzo dei mezzi privati (genitori) o dei volontari dell'ASD SKIRACE.
L'evento principale sul quale si concentra la raccolta fondi, "Notte d'inCANTO", è in programma il prossimo 19 novembre al Teatro Comunale di Noceto e vedrà esibirsi - a titolo gratuito - l'illustre Basso Michele Pertusi accompagnato dall'orchestra Ensamble Guermantes diretta dal Maestro Giacomo Fossa.
(nella foto a lato: Michele Pertusi - www.ateliemusicale.com)
Come fare per contribuire all'acquisto del Pulmino:
1. donazione liberale attraverso bonifico bancario: IBAN IT65I0623012710000035820074 intestato a ASD SKIRACE (comunicare l'avvenuto versamento a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. )
2. acquisto biglietti dello spettacolo "Notte d'inCANTO" del 19 novembre alle 20,30 al Teatro Comunale di Noceto con il Basso Michele Pertusi. Orchestra Ensamble Guermantes diretta dal Maestro Giacomo Fossa.
3. Informazioni e prevendita biglietti: UISP-PARMA Via Testi, 2 Associazione SKIRACE
Per informazioni: dottoressa Franca Luceri 335.7019014 oppure 0521.621370)
(per il programma, vedi Locandina fondo pagina)
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CHI E' SKIRACE
Skirace è un associazione di volontariato, iscritta alla UISP di Parma, che promuove attività sportive relative agli sport invernali, nuoto, mountain-bike. L'associazione si rivolge a persone con difficoltà motorie, visive e intellettive, riteniamo che il benessere psico-fisico vada costruito insieme alle persone con una vita ricca di relazioni e attività motorie. La nostra idea è che non ci sono limiti fisici e psichici per svolgere attività sportive che a volte si ritengono impossibili, ma che nella realtà sono state realizzate da atleti con deficit psichici e motori molto compromessi.
La nostra mission è dare un messaggio di etica sportiva già a partire dal mondo delle scuole e dello sport per permettere di crescere anche dal punto di vista umano acquisendo quei valori di correttezza, fair play, rispetto delle regole e delle differenze che sono indispensabili sia nell'attività sportiva che nella vita di ogni persona.
I nostri progetti delle attività sportive non sono rivolti solamente a persone con problemi motori, visivi, intellettivi ma anche a tutte quelle persone che credono nei valori del fare assieme e nel rispetto delle differenze, vogliamo confonderci insieme al territorio, alla società civile per costruire uno sport dove il gioco, le relazioni, la fatica, l'impegno è condiviso insieme ai cittadini, volontari e famiglie.
In un momento storico in cui le federazioni sportive nazionali e le società sportive hanno riscoperto il loro ruolo fondamentale nell'etica dello sport, noi vogliamo promuovere il concetto dei valori dello sport nel rispetto delle differenze attraverso azioni concrete, non solo per far riflettere, ma per far praticare gli sport invernali, attivandoci con buone pratiche realizzando attività che fanno cultura e formazione dove ogni cittadino è protagonista del cambiamento.
"Notte d'inCANTO". Uno spettacolo con l'illustre Basso Michele Pertusi, per regalare un pulmino ai ragazzi dello Skirace. Al Teatro Comunale di Noceto il prossimo 19 novembre.
Noceto, 30 ottobre 2016 -
L'evento principale sul quale si concentra la raccolta fondi, promossa dalla dottoressa Franca Luceri in collaborazione con il Lions "Maria Luigia", è in programma il prossimo 19 novembre al Teatro Comunale di Noceto nel quale si esibirà - a titolo gratuito - l'illustre Basso Michele Pertusi accompagnato dall'orchestra Ensamble Guermantes diretta dal Maestro Giacomo Fossa.
Obiettivo della raccolta fondi, ha dichiarato la promotrice Franca Luceri, è il raggiungimento della quota utile a regalare un pulmino per il trasporto dei ragazzi dello SKIRACE rendendoli così indipendenti dall'utilizzo dei mezzi privati (genitori) o dei volontari dell'ASD SKIRACE.
Da molti anni l'ASD Skirace, associazione No-Profit di volontariato aderente a UISP Parma, è impegnata nella promozione di attività sportive relative a sport invernali, avviando peraltro un progetto per la realizzazione di una scuola di sci specifica per persone con difficoltà motorie, visive e intellettive.
Gli sport invernali quindi come opportunità di sviluppo di competenze, affermazione della propria individualità e socializzazione. Per tutti.
Come fare per contribuire all'acquisto del Pulmino:
1. donazione liberale attraverso bonifico bancario: IBAN IT65I0623012710000035820074 intestato a ASD SKIRACE (comunicare l'avvenuto versamento a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. )
2. acquisto biglietti dello spettacolo "Notte d'inCANTO" del 19 novembre alle 20,30 al Teatro Comunale di Noceto con il Basso Michele Pertusi. Orchestra Ensamble Guermantes diretta dal Maestro Giacomo Fossa.
Per informazioni: dottoressa Franca Luceri 335.7019014 oppure 0521.621370)
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CHI E' SKIRACE
Skirace è un associazione di volontariato, iscritta alla UISP di Parma, che promuove attività sportive relative agli sport invernali, nuoto, mountain-bike. L'associazione si rivolge a persone con difficoltà motorie, visive e intellettive, riteniamo che il benessere psico-fisico vada costruito insieme alle persone con una vita ricca di relazioni e attività motorie. La nostra idea è che non ci sono limiti fisici e psichici per svolgere attività sportive che a volte si ritengono impossibili, ma che nella realtà sono state realizzate da atleti con deficit psichici e motori molto compromessi.
La nostra mission è dare un messaggio di etica sportiva già a partire dal mondo delle scuole e dello sport per permettere di crescere anche dal punto di vista umano acquisendo quei valori di correttezza, fair play, rispetto delle regole e delle differenze che sono indispensabili sia nell'attività sportiva che nella vita di ogni persona.
I nostri progetti delle attività sportive non sono rivolti solamente a persone con problemi motori, visivi, intellettivi ma anche a tutte quelle persone che credono nei valori del fare assieme e nel rispetto delle differenze, vogliamo confonderci insieme al territorio, alla società civile per costruire uno sport dove il gioco, le relazioni, la fatica, l'impegno è condiviso insieme ai cittadini, volontari e famiglie.
In un momento storico in cui le federazioni sportive nazionali e le società sportive hanno riscoperto il loro ruolo fondamentale nell'etica dello sport, noi vogliamo promuovere il concetto dei valori dello sport nel rispetto delle differenze attraverso azioni concrete, non solo per far riflettere, ma per far praticare gli sport invernali, attivandoci con buone pratiche realizzando attività che fanno cultura e formazione dove ogni cittadino è protagonista del cambiamento.
Giovedì 27 ottobre, presso la Libreria Piccoli Labirinti di Parma, sarà presentato in anteprima nazionale l'ultimo lavoro della scrittrice e traduttrice. Si tratta di una raccolta di cinque racconti che dipingono in maniera reale e "spietata" storie e relazioni di personaggi che potremo essere noi. E, a fare da sfondo, un Parigi concreta, affatto romantica, tutta da vivere.
Di Manuela Fiorini
PARMA - C'è Galia, che scrive appassionati necrologi per una rivista e che è l'amante di Luc, imprigionato da vent'anni in un matrimonio intiepidito; c'è Sabine, che convive con il fidanzato Didier, e che a sedici anni è stata sequestrata e violentata durante una rapina; c'è Miriam, che si fa trasferire a Parigi per sfuggire all'amore soffocante dei suoi genitori, ma si sposa con Serge senza mai cessare di essere figlia; c'è Daniel, il cui matrimonio con Valerie non regge davanti alle difficoltà di crescere un figlio autistico e si innamora di Nadja durante un viaggio di lavoro in Brasile, e c'è Antonia, studentessa modello, che sta con Moses, ma ha una breve relazione con Alberto, fratello di Moses. Sono loro i protagonisti dei cinque racconti di "Spietati i mansueti", l'ultimo libro della scrittrice e traduttrice Lisa Ginzburg, che sarà presentato in anteprima nazionale giovedì 27 ottobre, alle ore 19, presso la Libreria Piccoli Labirinti di via Gramsci 5, a Parma.
Ne abbiamo parlato con l'autrice.
Lisa Ginzburg ph. copyright Carlotta Origoni
Il titolo del libro "Spietati i mansueti", è ispirato a un verso di Emily Dickinson, riportato anche all'inizio. Chi sono i "mansueti" di Lisa Ginzburg?
"I mansueti? Penso siano quelli che non riescono a leggere nelle vite degli altri, a non percepire i solchi delle ferite: né le altrui né le proprie. Chi è convinto di agire in modo altruistico, ma si incaglia nel suo proprio egocentrismo. Come si aiuta, un altro? Come gli si può stare autenticamente accanto, quando ne ha bisogno o quando cova quel bisogno senza saperlo? Come si può davvero "vedere", "sentire" le vite altrui ? Questa domanda mi attanaglia, la mia scrittura nasce in molta parte da lì, penso. Da adolescente lessi un testo della fotografa americana Diane Arbus, in cui tra le molte altre cose scriveva "in fondo, la tragedia di un altro mai potrà essere la tua". Quelle parole mi sono entrate dentro, non credo di essermi spostata di un millimetro dal profondo effetto che ebbero allora su di me. Siamo circondati di sedicenti mansueti, di continuo viene usata la parola "empatia", ma io trovo ci sia qualcosa di spietato in questo sbandierare la comprensione umana senza interrogarsi davvero sui suoi limiti e confini"
In quattro dei cinque racconti a fare da sfondo alle vicende dei protagonisti c'è Parigi, una città concreta, descritta con cura nelle sue vie, nelle sue piazze, luoghi e locali. Ma in tutti i racconti c'è anche un "altrove" che per i protagonisti è rifugio, rimpianto, ritorno, o dove avviene la svolta che cambierà la loro vita. Possiamo dire che anche il luogo non è un semplice scenario, ma un coprotagonista dei racconti?
"Parigi conta moltissimo, è coprotagonista senza dubbio e"tradirla" con vari altrove, rientra nel ruolo privilegiato che la città detiene nell'economia di questi racconti. Penso vi sia una ragione autobiografica, Parigi è' la città dove vivo da sette anni, e quella dove sin da ragazzetta sono sempre venuta, a rifugiarmi, coltivare il mio desiderio di essere una scrittrice lontano dall'Italia, dove il mio cognome mi ingombrava molto (Lisa è nipote della famosa scrittrice Natalia Ginzburg n.d.r) E poi è protagonista nella sua urbanistica, geometrica ma anche tentacolare, una grande città dove biografie disparatissime convergono. I luoghi, in genere, per scrivere sono decisivi. Dove l'ambientazione è forte, caratterizzata, vari altri elementi del narrare una storia vanno al loro posto".
Un altro elemento in comune che hanno i racconti e il sesso, che è spesso soddisfazione di un bisogno, ma mai soddisfacente o motivo di gioia. Per alcuni è un trauma, per altri è violento o diventa un'abitudine, per altri banale o motivo di pentimento. Come mai questa scelta, se vogliamo un po' controcorrente rispetto a una società moderna in cui il sesso è spettacolarizzato, esibito e inserito in tutti gli ambiti, al punto che ne siamo diventati bulimici?
"Nel primo racconto. "Buonanotte gattina", il sesso in una relazione clandestina, tra una giovane donna e uomo sposato, finché dura è fonte di gioia. È violento nella misura in cui inaugura un gioco erotico, un gioco che segue un suo percorso, nutrendo in modo vero i due amanti. Nelle altre storie forse sì, il sesso è traumatico, o riparatore, comunque non felice. Ma bisogna distinguere, nel sesso, tra erotismo, sesso, pornografia. Dimensioni una dall'altra diversissime. Se è vero che il mondo intorno a noi è bulimico, certo non lo è di erotismo. Il sesso da solo è pura performance, certo non espressione di autentiche felicità. È l'erotismo a dare gioia, e se il mondo ne fosse affamato, bulimico, penso proprio che respireremmo un'atmosfera ben più felice di come invece è!"
Un altro fil-rouge che lega i protagonisti dei racconti è l'incomunicabilità: possiamo dire che i personaggi sono lo specchio di una società, quella moderna, in cui abbiamo a disposizione tanti mezzi di comunicazione, ma comunichiamo sempre meno tra noi, a scapito delle relazioni umane?
"Non ricondurrei le difficoltà di comunicazione tra i protagonisti di questi racconti, all'afasia che segna gran parte del nostro tempo. Tranne nel caso di Sabine, la giovane al centro del secondo racconto, quello intitolato appunto "Spietati i mansueti". Lei si rifugia in una spettacolarizzazione di se stessa, e della propria vicenda traumatica, e invece di affidarsi all'intimità con il ragazzo che la ama, consegna il proprio disagio a un mondo pubblico e predatorio. Per gli altri direi che si tratta di incomunicabilità "nella norma", le stesse che contraddistinguono i rapporti umani da che mondo è mondo. I silenzi, i non detti, la potenza di quel che è taciuto si insinua nei nostri rapporti più profondi. Sempre è stato così. Immaginare un mondo di limpida, ininterrotta, totale sincerità mi parrebbe ingenuo. Internet, Facebook e tutto il resto hanno accentuato un'afasia, che in altre forme è sempre esistita"
Messi di fronte alle loro responsabilità, i personaggi che preferiscono sfuggire piuttosto che affrontarle. E l'irresponsabilità, l'immaturità che rende i mansueti spietati?
"La sola vera responsabilità a cui può accadere di sfuggire, non riuscendo a diventare maturi e adulti, io penso sia quella verso se stessi. Mansueti (e spietati) possono essere quanti credono di avere vite risolte, ben determinate, e dentro se stessi invece annaspano, non riuscendo a stabilire contatti autentici con gli altri. Una distorta idea dell'altruismo, una presunta "mansuetudine", di fatto miope sulle complessità umane proprie e altrui, è segno di immaturità. Però se la crescita sta nell'imparare ad ascoltarsi, allora scegliere, assumere impegni deve accadere avendo chiaro che è se stessi che si sta implicando, scegliendo, mettendo in gioco. È lì che il rapporto con il mondo diviene più vero, concreto".
Come nasce questa raccolta di racconti? Per le storie e i personaggi si è ispirata a persone e situazioni reali?
"Qua e là mi sono ispirata a spunti reali, ma altrimenti sono storie inventate. Sono racconti nati dal desiderio di leggere storie di vita immaginate dietro volti incrociati in strada, su un treno, una metropolitana. Destini ignoti intersecano il nostro andare, e provare a immaginarli è' tentativo di sottrarre spietatezza alla mansuetudine. Descrivere biografie leggendole attraverso una lente che sappia guardare tra i solchi delle ferite, e delle guarigioni degli altri. Di personaggi inventati e che pure ho sentito così vicini"
Lisa Ginzburg, vive e lavora a Parigi, dove è stata direttrice di cultura della Unione latina. Ha pubblicato con Feltrinelli il romanzo Desiderava la bufera (2002), la raccolta di racconti Colpi d'ala (2006). L'e-book La guerriera (Terra Ferma 2015). Il romanzo Per amore (Marsilio 2016). Ha curato con Cesare Garboli il testo di Natalia Ginzburg È difficile parlare di sé (Einaudi 1999). È autrice di una biografia (Anita.Racconto della storia di Anita Garibaldi, e/o 2005) e di due reportage (Mercati.Viaggio nell'Italia che vende, Editori Riuniti 2001, Malìa Bahia, Laterza 2007).
Spietati i mansueti
Gaffi Editore
128 pagine - 15 euro
Prosegue sino al 29 ottobre alla Passerini Landi la mostra "Hokusai, le 100 vedute del Fuji", considerata da molti esegeti il capolavoro nonché il testamento spirituale del grande pittore e incisore giapponese Katsushika Hokusai.
Piacenza, 25 ottobre 2016
Prosegue sino al 29 ottobre, presso la biblioteca Passerini Landi, la mostra "Hokusai, le 100 vedute del Fuji - 100 modi per parlare di Dio senza mai nominarlo". La raccolta delle Cento vedute del Fuji è considerata da molti esegeti il capolavoro nonché il testamento spirituale del grande pittore e incisore giapponese Katsushika Hokusai (Edo, 1760-1849) le cui opere furono fonte di ispirazione per molti artisti europei del XIX secolo. Oltre all'originale del "libro capolavoro di Hokusai" esposto in una teca, nel salone monumentale della biblioteca appassionati o esperti d'arte, neofiti o semplici curiosi potranno apprezzare tutte le riproduzioni (debitamente ingrandite) delle xilografie che lo compongono, immagini bellissime accompagnate da didascalie di semplicità cristallina che prendono per mano il visitatore e lo accompagnano passo passo nel tour in bianco e nero delle tavole.
Attorno alle Cento vedute del Fuji del grande Hokusai, il curatore Bruno Gallotta ha cucito non solo un generoso catalogo, ma anche un allestimento essenziale e godibilissimo, nella forma e nei contenuti. I molteplici livelli di lettura ben si adattano sia ai profani - che restano rapiti dalla poesia delle tavole e dai coloratissimi oggetti che accompagnano l'esposizione - sia a chi già conosce l'arte giapponese, che potrà scovare uno scrigno di tesi innovative e per certi versi rivoluzionarie.
A catturare l'attenzione, al di là del tratto magico di Hokusai, provvede l'atmosfera profondamente zen che circonda questo lungo e leggiadro cammino verso e attorno il monte simbolo del Giappone: realtà o metafora? corsia preferenziale verso il Buddha o anche strada per il Dio "proibito" alla cristianità di allora? Dilemmi importanti, per risolvere i quali vengono in aiuto, assieme alle didascalie e ai pannelli descrittivi, i bei manuali esegetici rilegati a mano alla maniera giapponese che la mostra offre in libera consultazione ai visitatori. Per il visitatore sarà così facile lasciarsi andare alla bellezza del disegno, sia che richiami l'operosità dell'uomo o la delicatezza del ciliegio, la forza della natura o l'armonia del gesto, l'avvicendarsi di villaggi, boschi e sentieri così come la presenza magnetica e rassicurante del Fuji: un simbolo verso cui ascendere, ma anche sotto cui incontrarsi e unirsi, umili e potenti, di qualsiasi credo e fede.
La visita è consigliata a tutti perché si tratta di un vero evento, l'esposizione delle originalissime ed eccentriche tavole da cui prende il titolo, oltre che una grande meditazione e il risultato di un luminoso sogno illustrato attraverso fremiti di energia, movimento ed essenza spirituale. Ma lo è anche perché il tempo stringe: dopo una conferenza sulla figura di Hokusai a tutto tondo in calendario per il 28 ottobre alle 17.30, la mostra, fulcro della manifestazione "Ottobre Giapponese", chiuderà i battenti il prossimo 29 ottobre.
Giovedì 27 ottobre, presso la Libreria Piccoli Labirinti di Parma, sarà presentato in anteprima nazionale l'ultimo lavoro della scrittrice e traduttrice. Si tratta di una raccolta di cinque racconti che dipingono in maniera reale e "spietata" storie e relazioni di personaggi che potremo essere noi. E, a fare da sfondo, un Parigi concreta, affatto romantica, tutta da vivere.
Di Manuela Fiorini
PARMA - C'è Galia, che scrive appassionati necrologi per una rivista e che è l'amante di Luc, imprigionato da vent'anni in un matrimonio intiepidito; c'è Sabine, che convive con il fidanzato Didier, e che a sedici anni è stata sequestrata e violentata durante una rapina; c'è Miriam, che si fa trasferire a Parigi per sfuggire all'amore soffocante dei suoi genitori, ma si sposa con Serge senza mai cessare di essere figlia; c'è Daniel, il cui matrimonio con Valerie non regge davanti alle difficoltà di crescere un figlio autistico e si innamora di Nadja durante un viaggio di lavoro in Brasile, e c'è Antonia, studentessa modello, che sta con Moses, ma ha una breve relazione con Alberto, fratello di Moses. Sono loro i protagonisti dei cinque racconti di "Spietati i mansueti", l'ultimo libro della scrittrice e traduttrice Lisa Ginzburg, che sarà presentato in anteprima nazionale giovedì 27 ottobre, alle ore 19, presso la Libreria Piccoli Labirinti di via Gramsci 5, a Parma.
Ne abbiamo parlato con l'autrice.
Lisa Ginzburg ph. copyright Carlotta Origoni
Il titolo del libro "Spietati i mansueti", è ispirato a un verso di Emily Dickinson, riportato anche all'inizio. Chi sono i "mansueti" di Lisa Ginzburg?
"I mansueti? Penso siano quelli che non riescono a leggere nelle vite degli altri, a non percepire i solchi delle ferite: né le altrui né le proprie. Chi è convinto di agire in modo altruistico, ma si incaglia nel suo proprio egocentrismo. Come si aiuta, un altro? Come gli si può stare autenticamente accanto, quando ne ha bisogno o quando cova quel bisogno senza saperlo? Come si può davvero "vedere", "sentire" le vite altrui ? Questa domanda mi attanaglia, la mia scrittura nasce in molta parte da lì, penso. Da adolescente lessi un testo della fotografa americana Diane Arbus, in cui tra le molte altre cose scriveva "in fondo, la tragedia di un altro mai potrà essere la tua". Quelle parole mi sono entrate dentro, non credo di essermi spostata di un millimetro dal profondo effetto che ebbero allora su di me. Siamo circondati di sedicenti mansueti, di continuo viene usata la parola "empatia", ma io trovo ci sia qualcosa di spietato in questo sbandierare la comprensione umana senza interrogarsi davvero sui suoi limiti e confini"
In quattro dei cinque racconti a fare da sfondo alle vicende dei protagonisti c'è Parigi, una città concreta, descritta con cura nelle sue vie, nelle sue piazze, luoghi e locali. Ma in tutti i racconti c'è anche un "altrove" che per i protagonisti è rifugio, rimpianto, ritorno, o dove avviene la svolta che cambierà la loro vita. Possiamo dire che anche il luogo non è un semplice scenario, ma un coprotagonista dei racconti?
"Parigi conta moltissimo, è coprotagonista senza dubbio e"tradirla" con vari altrove, rientra nel ruolo privilegiato che la città detiene nell'economia di questi racconti. Penso vi sia una ragione autobiografica, Parigi è' la città dove vivo da sette anni, e quella dove sin da ragazzetta sono sempre venuta, a rifugiarmi, coltivare il mio desiderio di essere una scrittrice lontano dall'Italia, dove il mio cognome mi ingombrava molto (Lisa è nipote della famosa scrittrice Natalia Ginzburg n.d.r) E poi è protagonista nella sua urbanistica, geometrica ma anche tentacolare, una grande città dove biografie disparatissime convergono. I luoghi, in genere, per scrivere sono decisivi. Dove l'ambientazione è forte, caratterizzata, vari altri elementi del narrare una storia vanno al loro posto".
Un altro elemento in comune che hanno i racconti e il sesso, che è spesso soddisfazione di un bisogno, ma mai soddisfacente o motivo di gioia. Per alcuni è un trauma, per altri è violento o diventa un'abitudine, per altri banale o motivo di pentimento. Come mai questa scelta, se vogliamo un po' controcorrente rispetto a una società moderna in cui il sesso è spettacolarizzato, esibito e inserito in tutti gli ambiti, al punto che ne siamo diventati bulimici?
"Nel primo racconto. "Buonanotte gattina", il sesso in una relazione clandestina, tra una giovane donna e uomo sposato, finché dura è fonte di gioia. È violento nella misura in cui inaugura un gioco erotico, un gioco che segue un suo percorso, nutrendo in modo vero i due amanti. Nelle altre storie forse sì, il sesso è traumatico, o riparatore, comunque non felice. Ma bisogna distinguere, nel sesso, tra erotismo, sesso, pornografia. Dimensioni una dall'altra diversissime. Se è vero che il mondo intorno a noi è bulimico, certo non lo è di erotismo. Il sesso da solo è pura performance, certo non espressione di autentiche felicità. È l'erotismo a dare gioia, e se il mondo ne fosse affamato, bulimico, penso proprio che respireremmo un'atmosfera ben più felice di come invece è!"
Un altro fil-rouge che lega i protagonisti dei racconti è l'incomunicabilità: possiamo dire che i personaggi sono lo specchio di una società, quella moderna, in cui abbiamo a disposizione tanti mezzi di comunicazione, ma comunichiamo sempre meno tra noi, a scapito delle relazioni umane?
"Non ricondurrei le difficoltà di comunicazione tra i protagonisti di questi racconti, all'afasia che segna gran parte del nostro tempo. Tranne nel caso di Sabine, la giovane al centro del secondo racconto, quello intitolato appunto "Spietati i mansueti". Lei si rifugia in una spettacolarizzazione di se stessa, e della propria vicenda traumatica, e invece di affidarsi all'intimità con il ragazzo che la ama, consegna il proprio disagio a un mondo pubblico e predatorio. Per gli altri direi che si tratta di incomunicabilità "nella norma", le stesse che contraddistinguono i rapporti umani da che mondo è mondo. I silenzi, i non detti, la potenza di quel che è taciuto si insinua nei nostri rapporti più profondi. Sempre è stato così. Immaginare un mondo di limpida, ininterrotta, totale sincerità mi parrebbe ingenuo. Internet, Facebook e tutto il resto hanno accentuato un'afasia, che in altre forme è sempre esistita"
Messi di fronte alle loro responsabilità, i personaggi che preferiscono sfuggire piuttosto che affrontarle. E l'irresponsabilità, l'immaturità che rende i mansueti spietati?
"La sola vera responsabilità a cui può accadere di sfuggire, non riuscendo a diventare maturi e adulti, io penso sia quella verso se stessi. Mansueti (e spietati) possono essere quanti credono di avere vite risolte, ben determinate, e dentro se stessi invece annaspano, non riuscendo a stabilire contatti autentici con gli altri. Una distorta idea dell'altruismo, una presunta "mansuetudine", di fatto miope sulle complessità umane proprie e altrui, è segno di immaturità. Però se la crescita sta nell'imparare ad ascoltarsi, allora scegliere, assumere impegni deve accadere avendo chiaro che è se stessi che si sta implicando, scegliendo, mettendo in gioco. È lì che il rapporto con il mondo diviene più vero, concreto".
Come nasce questa raccolta di racconti? Per le storie e i personaggi si è ispirata a persone e situazioni reali?
"Qua e là mi sono ispirata a spunti reali, ma altrimenti sono storie inventate. Sono racconti nati dal desiderio di leggere storie di vita immaginate dietro volti incrociati in strada, su un treno, una metropolitana. Destini ignoti intersecano il nostro andare, e provare a immaginarli è' tentativo di sottrarre spietatezza alla mansuetudine. Descrivere biografie leggendole attraverso una lente che sappia guardare tra i solchi delle ferite, e delle guarigioni degli altri. Di personaggi inventati e che pure ho sentito così vicini"
Lisa Ginzburg, vive e lavora a Parigi, dove è stata direttrice di cultura della Unione latina. Ha pubblicato con Feltrinelli il romanzo Desiderava la bufera (2002), la raccolta di racconti Colpi d'ala (2006). L'e-book La guerriera (Terra Ferma 2015). Il romanzo Per amore (Marsilio 2016). Ha curato con Cesare Garboli il testo di Natalia Ginzburg È difficile parlare di sé (Einaudi 1999). È autrice di una biografia (Anita.Racconto della storia di Anita Garibaldi, e/o 2005) e di due reportage (Mercati.Viaggio nell'Italia che vende, Editori Riuniti 2001, Malìa Bahia, Laterza 2007).
Spietati i mansueti
Gaffi Editore
128 pagine - 15 euro
Domenica 16 ottobre alle 17.30, presso la libreria Emily Bookshop di Modena, incontro con l'autore che parlerà del suo saggio in cui teorizza un nuovo modello di organizzazione aziendale.
Di Manuela Fiorini
Modena, 15 ottobre 2016
Si può "vivere felici" nella propria azienda? Rispondere "sì" dovrebbe essere semplice, invece, purtroppo, la realtà è molto diversa. Le gerarchie, il rapporto con i superiori e i colleghi sono spesso causa di malcontento e frustrazione. La conoscenza viene trasmessa secondo un modello verticale, dove, a ogni piano si perdono informazioni importanti, nella fretta di soddisfare un mercato sempre più dinamico e competitivo. Cambiare, tuttavia, si può. E' quello che sostiene Guido Zaccarelli, docente di Informatica presso l'Università di Modena e Reggio Emilia e Referente del Servizio Informativo dell'AUSL di Modena presso il Distretto di Mirandola nel suo saggio "La Conoscenza condivisa – Verso un nuovo modello di organizzazione aziendale" (Franco Angeli Editore), che sarà presentato domenica 16 ottobre, alle 17.30, presso la libreria Emily Bookshop di Via Fonte d'Abisso, nel centro storico di Modena. L'evento è promosso dall'Associazione di scrittori I Semi Neri con il Patrocinio della Regione Emilia Romagna.
Guido, come nasce questo libro?
"Dal desiderio di portare la propria esperienza personale, professionale e la visione d'azienda alle persone che lavorano e operano ogni giorno all'interno delle organizzazioni, affinché nasca in ognuno il senso della condivisione. Il mutare delle aziende, da micro, piccole a medie fino alle multinazionali hanno subito negli ultimi anni continui e profondi capovolgimenti di fronte per rispondere celermente alle richieste provenienti da un mercato dinamico e altamente competitivo, che chiede ogni giorno di soddisfare in breve tempo i bisogni e i desideri delle persone. Questo ha contribuito in modo rilevante a creare aziende sempre più piramidali e verticistiche dove la comunicazione si è prima dilatata fino a interrompersi creando vere e proprie situazioni di "interruzione dei canali informativi e relazionali", dove la conoscenza è diventata "parcellizzata". Lo scopo del libro è suggerire un cammino di ricerca all'interno delle organizzazioni per condurre le persone verso la conoscenza condivisa e creare una "Wiki azienda" dove la conoscenza è "liquida". Il lettore viene accompagnato a osservare il Medioevo, il Taylorismo, la globalizzazione e il mondo cloud e per ognuno di questi periodi viene messo nelle condizioni di chiedersi: "Com'era la conoscenza in quei tempi, prima lontani e ora prossimi a noi come il mondo della nuvola digitale?"
Che cosa è la conoscenza condivisa
"E' una filosofia, uno stile di vita che consente alle persone di" vivere felici" all'interno dei luoghi di lavoro dove vengono rispettate e valorizzate. Nasce osservando il comportamento dell'uomo nelle organizzazioni aziendali, un atteggiamento che è sempre più declinato a trattenere la conoscenza per sé evitando di condividerla con gli altri. Il malessere è l'anima che sostiene questo comportamento che, nel tempo, si consolida fino a creare blocchi relazionali incapaci di dirigere il pensiero e l'azione verso lo scopo condiviso indicato dall'azienda. La "piramide organizzativa" crea una gerarchia ben espressa dalle frazioni aritmetiche, dove la linea di frazione ( fractus-interrotta) che separa il capo dal sottoposto suggerisce l'idea di una conoscenza spezzata tra chi comanda e chi riceve un ordine. La conoscenza condivisa toglie la linea di frazione che indica il "rapporto" tra le persone per creare un modello circolare dove "la relazione" è l'anima che alimenta il benessere della conoscenza viene condivisa".
Come si può applicare alle realtà aziendali di oggi?
"La Conoscenza condivisa deve superare diversi anfratti che si collocano tra il mondo dove la conoscenza è in mano a pochi, e viene trattenuta per farne un simbolo di potere, e le imprese che desiderano ardentemente modificare la struttura organizzativa, consapevoli che la loro presenza sul mercato dipende da un deciso cambiamento economico e culturale. La formazione orizzontale è la prima linea d'azione che deve essere impiegata per diffondere il senso di una nuova cultura etica, dove le persone possano riconoscersi per identità e senso di appartenenza. La form-azione consente di dare azione alla mente, di formarsi per modificare giorno dopo giorno l'atteggiamento verso i colleghi e la realtà aziendale. Il clima mite che gradualmente si viene a creare all'interno dell'organizzazione consente di rivedere meccanismi e schemi d'azione consolidati nel tempo che necessitano di essere modificati alla luce della nuova traiettoria educativa adottata dall'impresa. La possibilità di avviare una riflessione interiore a tutti i livelli aziendali consente di recuperare sacche di inefficienza sostenuti dalla visione a specchio che ognuno ha di se stesso in relazione agli altri. Il tempo filtra e modifica situazioni che inizialmente si mostravano resistenti a ricevere un nuovo colore con il quale dare una mano di vernice al passato per infondere una nuova luce alla stanza della propria anima aziendale".
Quali sono gli strumenti di cui si avvale?
"La formazione, la tecnologia, il marchio d'impresa, le Wiki learning, la comunicazione e ora il documento tecnico T/R 11642 emanato dall'UNI – Nazionale (Ente di Normazione) sono i cardini sui quali costruire le colonne portanti della conoscenza condivisa. La riorganizzazione interna consente di modulare in senso circolare il sistema delle relazioni interne creando percorsi di partecipazione al raggiungimento degli obiettivi aziendali mai disgiunti da quelli personali. La partecipazione collettiva consente di accrescere il valore delle idee che nell'azienda 4.0 dividono le imprese "analogiche" da quelle che vedono nella persona la svolta di un futuro eticamente sostenibile. L'intangibile in bilancio diventa un valore non-economico che opportunamente valorizzato può trasformarsi in un valore monetario di valore assoluto in grado di recuperare risorse finanziarie da destinare a futuri investimenti".
Chi sono i destinatari, i fruitori e i fautori di questa conoscenza?
"La Conoscenza condivisa potrebbe essere vista come uno strumento orientato solo al management per ri-organizzare la struttura operativa e relazionale dell'azienda. In realtà, è destinata a tutte le persone, ai cittadini, a tutti NOI, che ogni giorno varchiamo il cancello della nostra azienda oppure entriamo in contatto con organizzazioni aziendali, pubbliche e private. L'intento è di creare una unicità d'intenti per consentire alle persone di unirsi per creare una nuova consapevolezza civile e sociale orientata a promuovere ogni forma d'iniziativa e a farsi portatrice di nuovi e coinvolgenti interessi comuni. Gli organi istituzionali, l'ambiente economico e sociale, gli stakeholder sono gli ambienti nei quali più di altri dovrebbe nascere spontaneo il desiderio di mutare gli scenari di una realtà sempre più complessa ed esposta ai richiami di comportamenti individualistici concentrati sull'IO anziché sul NOI. Le persone sono stanche e l'unica via di uscita è avviare un cambiamento culturale che proietti gli individui nel vedersi proiettati all'interno di un sistema che lo veda collocato al centro dell'ecosistema organizzativo per identità, interessi, competenze e desiderio di fare".
INFO
Guido Zaccarelli
La Conoscenza condivisa – Verso un nuovo modello di organizzazione aziendale
Franco Angeli Editore – 134 pag, 18 euro
Presentazione domenica 16 ottobre c/o Emily Bookshop, via Fonte d'Abisso 9/11, Modena Centro
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel 349/5369707 – INGRESSO GRATUITO
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