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Sabato, 03 Maggio 2014 11:13

Laboratori Duprè: è l’ora del dolce

 

Di Chiara Marando – Parma 03 Maggio 2014

Addentare una brioche morbida e fragrante, assaporarne la profumata crema, sporcarsi la punta del naso con lo zucchero a velo e sorridere mentre ancora ci stiamo leccando le labbra, ebbri di una piacevole dolcezza. Perché la felicità spesso viene soprattutto dalle piccole cose, magari da una golosità preparata con cura.

Lorena e Claudio lo sanno bene, e gustando le loro delizie si capisce subito quanta passione ed impegnano mettano nel lavoro. Originari di Reggio Calabria, lei laureata in Filosofia, lui con alle spalle studi in Scienze Politiche, qualche anno fa decidono di cambiare vita e trasferirsi a Parma, la suggestiva città ducale che tanto li aveva colpiti in uno dei molteplici viaggi, e di aprire la loro pasticceria: I Laboratori Duprè. Pochi graziosi tavoli che si affacciano sul verde, un interno color crema dove ogni angolo è arricchito da invitanti dolcetti, paste mignon e profumato pane fresco sfornato ogni giorno.

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Claudio si occupa della gestione e di accogliere la clientela con una gentilezza d’altri tempi, l’infaticabile Lorena si impegna nelle creazioni aiutata dal maestro pasticcere Vincenzo, che con i suoi oltre 40 anni di esperienza è capace di creare ogni sorta di meraviglia culinaria. Quello che viene realizzato è un mix irresistibile che non dimentica le origini calabresi e si fonda sulle ricette di una volta, sulla genuinità dei dolci fatti in casa, adattandosi ai gusti della clientela in un continuo mettersi alla prova e sperimentare bontà nuove. La vera specialità sono i dolci preparati con le mandorle, come i pasticcini ed i biscotti, fino alla fresca granita, quasi una crema da mangiare con il cucchiaio. Poi ci sono le brioches per la colazione, dalle classiche a quelle siciliane, una pasta morbida e profumata che accarezza il palato, ed ancora un’ampia varietà di leccornie che spaziano dagli intramontabili cannoncini e bignè, alle sfogliatelle ed ai cannoli.

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Se desiderate una pausa rilassante allora concedetevi 10 minuti, sedetevi ad uno dei tavolini, ordinate un buon caffè, scegliete ciò che più vi attira e limitatevi ad assaporarlo, questi pochi gesti basteranno a farvi sentire coccolati. E dato che con la bella stagione arriva anche il gelato, vi consiglio di non perdervi quello firmato Duprè, una golosa merenda preparata ancora artigianalmente, mescolando la crema con la spatola, lentamente e con meticolosa attenzione…il risultato è una ghiottoneria che fa la differenza.

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Se volete conoscere tutti i particolari di questo laboratorio del gusto, allora potete andare a curiosare qui www.laboratoridupre.it

 

Laboratori Duprè

Piazza Lubiana, 13

43123 Parma

Tel. 0521 181 1699

www.laboratoridupre.it

 

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Sabato, 26 Aprile 2014 10:08

PARMA VINTAGE 2014 @ VILLA DEL FERLARO

Conto alla rovescia per PARMA VINTAGE 2014, primo evento d’eccellenza a Parma dedicato al vintage e alle cose d’altri tempi organizzato da Bi & Bi Comunicazione e A.N.G.E.L.O. Vintage Palace. Il 3 e 4 maggio, dalle ore 10 alle 20, la splendida Villa del Ferlaro ospita una lussuosa mostra-mercato di modernariato e moda d’altri tempi, con ricca selezione per la sposa. In programma shooting fotografico di abiti d’epoca, esposizione di auto storiche, dimostrazione di vintage cake design e molti altri eventi speciali. Ingresso 4€, ridotto 3€.

MERCATO IN VILLAImmerse nel verde del Parco Boschi di Carrega, le splendide stanze di Villa Ferlaro rivivono grazie ai migliori espositori italiani, con una grande varietà di proposte: abbigliamento e accessori d’epoca, modernariato e brocantage, pezzi unici e curiosità, per tutti i gusti e tutte le tasche.

MODA VINTAGE Per orientarsi fra le diverse proposte moda di Parma Vintage, la consulente d’immagine Silvia Bragagnolo - Vestiti Usciamo sarà a disposizione per preziosi consigli di stile. Previsto servizio di sartoria real time, per riadattare il capo acquistato alla fisicità del suo nuovo proprietario.

SPECIALE WEDDING Dedicato a tutte le future spose, spazio di consulenza a cura delle esperte di Love me do – Antonella Zamboni e Parma Weddings, per suggerimenti su come realizzare un matrimonio in pieno stile vintage. Dimostrazione di vintage cake design, con decorazione di biscotti e cup cakes.

PHOTO EVENTPrevisto per l’intera durata dell’evento un free shooting fotografico di abiti nuziali e da cerimonia della collezione di A.N.G.E.L.O., con trucco e acconciatura in stile curato da Bizzarri Capricci Hair&Make-up. Cabina photo booth a cura di Weddin’ Tellers, per realizzare simpatici autoscatti travestendosi con i nostri accessori vintage.

NON SOLO DONNA Parma Vintage pensa anche al divertimento di mariti e fidanzati. AVS – Associazione Veicoli Storici di Parma porta in esposizione a Villa del Ferlaro bellissime auto e motociclette d’epoca. Per gli amici a quattro zampe, invece, Wash Dog Parma prevede sartoria per la realizzazione di abiti nuziali per cani.

 

 

 

 

(Fonte: Ufficio Stamoa Bi&Bi Comunicazione)

 

 

Di Chiara Marando – Parma 26 Aprile 2014

Siamo nell’Oltretorrente, il cuore storico di Parma, quello della parmigianità più genuina. Qui, nascosta tra il fascino dei borghi, da oltre 100 anni ha sede l'Associazione Corale Verdi, fulcro della musica lirica cittadina. I piani superiori sono dedicati ai concerti ed alle lezioni di canto, ma è dall'ingresso, quello che si affaccia sulla strada, che provengono i profumi invitanti della cucina di una volta. Una cucina che da 20 anni vive grazie alla passione di Sante Ferro e su moglie Luciana, un punto di riferimento per gli amanti delle specialità del territorio.

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Cresciuto come “ragazzo di trattoria”, Sante è sempre stato a contatto con il mondo della ristorazione. Le sue origini piemontesi non gli hanno impedito di assorbire pienamente la cultura gastronomica di Parma e di creare un luogo in cui il calore dell'ambiente familiare si fonde con la bontà dei piatti della tradizione, il tutto condito dalle musiche di Giuseppe Verdi che risuonano nell’ambiente. E' qui che può capitare di gustare ottime porte allietati da concerti di musica lirica, un modo semplice di tramandare l'amore per il buon cibo e la buona musica.

I segreti di questo successo? Semplice, l’amore per il proprio lavoro, l’esperienza e le antiche ricette delle cuoche di un tempo, preparazioni che ancora oggi deliziano il palato e conquistano la clientela: i classici Tortelli d'erbetta e di zucca, gli Anolini in brodo, la succulenta Punta ripiena e la Trippa alla parmigiana, sono solo alcuni dei piatti proposti nel ricco menù. Poi c'è l'antipasto parmigiano per eccellenza, la sfiziosa Torta fritta accompagnata dall'ottimo salume del territorio, un peccato di gola presentato con orgoglio perché preparato come una volta, come tradizione insegna. Il must del ristorante, poi, sono i bolliti di carne, un carrello fumante  di delizie direttamente in tavola da accompagnare a saporite e stuzzicanti salse. E come dimenticare i Guancialini di vitello brasato? I cosiddetti “Ganassini”, una leccornia dal gusto corposo e intenso.

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Per chi volesse provare i piatti tipici della casa, dal nome inconfondibile, la scelta non può che ricadere sull'ormai noto Risotto alla Giuseppe Verdi, preparato con punte di asparagi, funghi e culatello, e sui Tortelli della Corale, un ripieno cremoso di ricotta e spalla cotta avvolto in una sfoglia di pasta verde. Il tutto, ovviamente, innaffiato dall'immancabile Lambrusco.

 

 

Ristorante Corale Verdi

Vicolo Asdente 9

43125 Parma (PR)

Tel: 0521 208291

 

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Sabato, 12 Aprile 2014 11:13

Il Lambrusco secondo Stralvè

 

Di Chiara Marando – Parma 12 Aprile 2014

Lavorare non deve per forza essere noioso, a volte le passioni possono diventare un vero e proprio mestiere che ci rende soddisfatti e ci porta ad investire tanta energia positiva in quello che facciamo. Non sempre è possibile, anche questo è vero, ma quando accade il risultato fa la differenza.

Per i ragazzi del Bar Stralvè  Food and Coffee, a pochi passi dal centro storico di Parma, la passione è come l’aria, ogni giorno rappresenta una continua novità, un mettersi alla prova per inventare, sperimentare e coinvolgere la clientela. E non è un caso che la schiera di affezionati avventori sia ormai numerosa, una piccola famiglia allargata…molto allargata. Loro sono Giacomo, Massimo e Matteo, una triade dalla vitalità contagiosa, perfetti intrattenitori meticolosamente attenti ad ogni minimo dettaglio. Il filo conduttore di ogni proposta è quello di ricordare i sapori del passato, quelli legati al territorio, e fonderli con i nuovi, nella consapevolezza che solo conoscendo le origini si può andare avanti e creare qualcosa di originale, anche in cucina. Insomma, non un semplice bar, ma una piccola torrefazione artigianale dove poter assaporare un caffè da veri intenditori, fermarsi per mangiare qualcosa, gustare gli ottimi salumi della zona  e sorseggiare profumati vini e sfiziosi aperitivi. Il tutto con il sorriso.

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Su queste basi, e grazie ad una notevole intraprendenza, è nato un cocktail firmato Stralvè che, per la sua forza innovativa e piacevolezza, ha vinto al Salone di Torino 2010 il Premio Speciale della Critica come Miglior Aperitivo d’Italia della FIEPET (Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici): il Lambarone o per meglio dire la Spuma di Lambrusco, un mix tra dolce ed amaro fresco ed estremamente gradevole al palato.

Per coloro che amano cimentarsi in esperimenti da veri barman a casa, Giacomo ci ha svelato la sua ricetta e mostrato come prepararlo.

Ingredienti per la Spuma di Lambrusco:

350cl di Lambrusco

200 ml di panna vegetale oppure soia

Ingredienti per il cocktail:

¼ di Campari

¼ di Martini Rosso

¼ di succo d’arancia

¼ di Spuma di Lambrusco

Per chi desidera un drink più alcolico le proporzioni sono 1/3 per tutti gli ingredienti e solo una spruzzata di succo di arancia alla fine.

Preparazione:

Si inizia con la Spuma versando all’interno di un sifone d’acciaio il lambrusco e la panna vegetale. Si chiude, si agita energicamente per amalgamare gli ingredienti e si manda a pressione. Il tutto deve essere a freddo.

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In uno shaker si uniscono poi il Campari, il Martini, il succo d’arancia ed il ghiaccio. Anche in questo caso servirà energia per shakerare  e creare un composto omogeneo.

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Eliminate il ghiaccio e distribuite il liquido nei bicchieri. Infine completate con la spuma ed una scorza di arancia per guarnire.

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Stralvè Food and Coffee

Via Emilia Est, 35, 43100 Parma

Tel. 0521 469037

www.stralve.com

 

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 Parma, 12 Aprile 2014 - 

“Ho sognato una strada – I diritti di tutti” (edizioni Piemme), questo è il titolo del primo libro di Cécile Kyenge, ex ministro dell’integrazione, e presentato all’interno della Libreria Fiaccadori di Parma lunedì 7 Aprile.  Un testamento culturale che l’autrice desidera lasciare ai giovani così che possano credere in progetti futuri, una serie di spunti e linee guida da cui farsi ispirare. La volontà è quella di dare una speranza ad una giovane società in crisi.

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Cécile racconta di sé stessa, della partenza per raggiungere l’Italia in compagnia della sua “valigia azzurra” piena soltanto di pochi abiti ma tanti sogni da realizzare. Una vita che sottolinea il suo coraggio e la sua capacità di osare per ciò in cui si crede, e la costante consapevolezza che i giovani devono poter conservare e proteggere il diritto di sognare.

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Un’ora in cui un pubblico attento si è accalcato all’interno della libreria per ascoltare l’ex ministro partecipando attivamente al dialogo, in uno scambio piacevole e misurato.

 

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Sabato, 15 Marzo 2014 10:59

L’Hamburger è DOC

 

Di Chiara Marando – Sabato 15 Marzo 2014

Mettiamo un po’ di fantasia e intraprendenza, aggiungiamo una selezione accurata di materie prime e carne di ottima qualità, uniamo la freschezza di una location accattivante e la simpatia di chi ha reso il proprio lavoro un divertimento, shakeriamo il tutto et voilà…il DOC -The Burger House è servito.  Non una semplice hamburgeria, ma un vero e proprio punto di ritrovo nel cuore storico di Parma che in soli tre mesi di attività è stato in grado di attirare una  nutrita clientela di affezionati.

Tutto nasce da un’idea di Matteo, mente e anima del “DOC”, grande amante dei viaggi, copywriter e una vita trascorsa a contatto col frenetico mondo della pubblicità, che un giorno decide di voltare pagina e realizzare qualcosa di diverso, un sogno: aprire un locale in stile americano dove le persone possano mangiare bene, ritrovarsi e passare del tempo insieme, un luogo semplicemente accogliente e facile da vivere.

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Al DOC -The Burger House si cerca di accontentare tutti i palati e le esigenze, per chi desidera un pranzo veloce senza rinunciare al gusto, per un aperitivo sfizioso accompagnato da un buon bicchiere di vino o una birra fresca, e ancora per una cena in compagnia dove qualche  “sgarro” in più è permesso. La formula è semplice, si combinano  gli ingredienti come più piace e ci si prepara ad addentare una succulenta delizia. In cucina ci sono lo chef Diego e l’insostituibile Simone, mentre Matteo si occupa della sala e del banco.  Il tocco da veri intenditori è la scelta dei tagli di carne, macinata al momento, come quella di Fassona, Chianina e Kobe, un must del locale da assaporare anche alla griglia o battute al coltello. Ovviamente non mancano i grandi classici come il Manzo, nelle prelibate varianti di Picanha ed Entrana , il Pollo, il Cavallo e la rivisitazione vegetariana preparata con ceci e trito di verdura

Dato che l’appetito non viene solo mangiando ma anche leggendo, passiamo a qualche esempio tentatore:  Hamburger di Chianina con bacon arrostito, salsa piccante e pomodoro, oppure di Manzo con uova all’occhio di bue, salsa al radicchio rosso, pomodoro e insalata, e ancora il più leggero di Pollo e verdura. Impossibile non accompagnare il tutto con le golose patatine, una vera specialità di Diego ottenuta con una doppia frittura che ne garantisce la croccantezza, oppure i ghiotti anelli di cipolla in pastella.

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Chi opterà per una grigliata o una tagliata, potrà abbinare il sapore intenso delle portate con il vino giusto perché Matteo ha selezionato molte rinomate etichette per arricchire la carta dei vini, una piccola “chicca” dedicata agli amanti del buon bere.

 

DOC -The Burger House

Borgo piccinini 7/a,  43121 Parma

Tel. 0521 231192

 

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di Giulio Bigliardi

Parma, 27 luglio 2013

Il più antico rinvenimento archeologico nel comune di Parma risale al 1847, oltre un secolo e mezzo fa. Da quel giorno ad oggi sono stati scoperti quasi 700 contesti archeologici e sono stati compiuti oltre 500 scavi archeologici, la maggioranza dei quali realizzati solamente dal 1990 in avanti. I più antichi tra questi rinvenimenti risalgono al Neolitico, circa 7000 anni fa, cioè ben 5000 anni prima della nascita di Cristo e oltre 2000 anni prima della costruzione delle grandi piramidi in Egitto.

Cosa rimane oggi di tutto questo?

Una storia appassionante. Una storia che getta le radici nel Neolitico, quando fioriscono i primi villaggi e quando i primi gruppi umani si insediano stabilmente nella pianura parmense, trasformandola e adattandola, poco alla volta, alle proprie esigenze. Da questo momento in poi la storia umana del territorio non conosce sosta: dai primi villaggi neolitici si passa ai grandi villaggi dell'Età del Rame, alle ricche terramare dell'Età del Bronzo e alla presenza etrusca, per giungere al dominio romano coronato dalla fondazione della colonia Parma, che segna per la città l'inizio del cammino storico che l'ha portata, attraverso alterne vicende, ad essere ciò che è oggi.

E' difficile raccontare in poche righe ciò che in decenni di lavoro gli archeologi hanno riportato alla luce. Altrettanto difficile è fare una selezione dei ritrovamenti archeologici più importanti o spettacolari: nel primo caso, poiché l'importanza è molto soggettiva e dipende dalla passioni, dalle inclinazioni, dalla formazione (e da tante altre cose) di chi deve giudicare; nel secondo caso, poiché la spettacolarità, intesa come sensazionalismo, meglio lasciarla ad una certa archeologia a cui i mezzi di divulgazione di massa ci hanno purtroppo abituato.

Per questi motivi qui troverete una classifica particolare, quella dei 5 ritrovamenti archeologici più rappresentativi dell'unicità della storia umana nel territorio parmense, quelli che lo hanno reso un punto di riferimento per l'archeologia nazionale e internazionale.

Eccoli qua, in ordine rigorosamente cronologico dal più antico al più recente.

 

  • La statuetta neolitica di Vicofertile (Neolitico pieno – ca. metà V millennio a.C.)

A Vicofertile un scavo archeologico eseguito all'interno di un cantiere edile, ha riportatoalla lucei resti di un abitato e di una piccola necropoli, entrambi risalenti al V millennio a.C. (ca. 6000/7000 anni fa).

Nella necropoli erano presenti cinque sepolture: quattro uomini, un bambino e una donna di circa quarant'anni, quest'ultima posta al centro del gruppo. Nella sepoltura della donna è stato fatto un rinvenimento eccezionale, unico nel suo genere: si tratta di una statuetta femminile realizzata in ceramica, di ca. 20 cm di altezza e in buono stato di conservazione (solamente le gambe sono frammentate sotto il ginocchio). La statuetta, rinvenuta davanti al volto della defunta, raffigura una donna seduta, con il volto ovale, il naso prominente e la bocca segnata: è stata interpretata come un'immagine di dea in trono, probabilmente riconducibile alla "Signora della morte e della rinascita".

Si tratta di un ritrovamento straordinario, in quanto la presenza di statuine femminili nelle sepolture neolitiche è rarissima in Italia, mentre fuori dall'Italia gli unici confronti sono con le culture dell'Europa orientale e del Vicino Oriente.

(La statuetta è esposta presso il Museo Archeologico Nazionale di Parma. E' possibile vedere qualche immagine qui: http://www.archart.it/italia/Emilia-Romagna/provincia-Parma/Vicofertile-necropoli/index.html)

 

  • L'abitato eneolitico di Via Guidorossi (Età del Rame –ca. IV/III millennio a.C.)

Nei pressi di Via Guidorossi, a partire dal 2007, gli archeologi hanno riportato alla luce un insediamento dell'Età del Rame, databile tra la fine del IV e l'inizio del III millennio a.C. (ca. 5000/6000 anni fa), costituito da strutture abitative eccezionali per numero e dimensioni.

Tra le strutture emerse durante gli scavi sono stati individuati almeno nove edifici rettangolari absidati, delimitati da grandi buche di palo ben allineate e da canalette di fondazione. Le dimensioni di questi edifici sono eccezionali per l'epoca: dai 4 ai 6,5 m di larghezza e dagli 11 ai 55 m di lunghezza. L'accesso è generalmente nel lato lungo settentrionale, mentre il focolare è posto nella zona absidale o all'estremità opposta. In relazione ad alcune di queste strutture sono state rivenute anche interessanti tracce di rituali di fondazione, costituiti da deposizioni di grandi ciottoli fluviali e di resti di animali in piccole fosse (tra i quali anche quelli di un cane).

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Il sito di Via Guidorossi su Google Earth

 

  • I tumuli di Sant'Eurosia (Età del Bronzo antico – ca. XXIV-XVI sec. a.C.)

A sud di Parma, durante i lavori per la costruzione del Centro Commerciale Eurosia, gli archeologi hanno scoperto una straordinaria testimonianza funeraria dell'antica Età del Bronzo: sono stati riportati alla luce otto piccoli tumuli funerari, organizzati attorno ad un tumulo principale del diametro di quasi venti metri.

Tutti i tumuli erano delimitati da una canaletta circolare, all'interno della quale si trovavano sepolture a inumazione accompagnate da deposizioni di vasi e resti di animali, e presentavano alla sommità una concentrazione di ciottoli che copriva una sepoltura o un cenotafio.

Si tratta di un rinvenimento estremamente raro, addirittura unico in Italia, e che trova confronti solo con l'Europa centrale e orientale.

(Guarda la presentazione della dr.ssa M. Bernabò Brea su YouTube: http://www.youtube.com/watch?v=DUDvZbf5SRQ)

 

  • La terramara di Parma (Età del Bronzo medio e recente – ca. XVI/XIII sec. a.C.)

La terramara scavata a più riprese sotto il centro storico di Parma, in un'area all'incirca compresa tra Stradello S. Girolamo e il cortile del Convento di Maria Luigia, è uno dei primi siti terramaricoli in cui vennero eseguiti scavi archeologici, nel lontano 1864 e nel 1907. Queste prime indagini portarono all'individuazione a 3 m di profondità di un doppio ordine di pali lunghi tra 2 e 6 m, molto numerosi e fitti tra loro.

Scavi più recenti, eseguiti circa quindici anni fa, hanno fornito nuovi dati: sono stati messi in luce ben 25 pali del diametro di 10-15 cm, in gran parte in quercia e olmo, e 4 travi poste di piatto. I pali attraversavano una serie di strati torbosi e molti avevano la punta infissa in un fango lacustre. In base a ciò, è verosimile che la terramara di Parma abbia avuto le caratteristiche di una vera e propria palafitta estesa in parte all'interno di una palude e in parte all'asciutto sulla sponda. I dati indicano che l'insediamento dovrebbe essersi sviluppato nella media età del Bronzo (XVI e XV sec. a.C. - ca. 3400/3500 anni fa) ed esser proseguito fino al Bronzo recente (XIII sec. a.C. - ca. 3300 anni fa). In quest'arco di tempo la terramara venne molto probabilmente riedificata, o almeno ristrutturata, più volte in alcune sue parti: da qui la particolarità della palificata che presentava un doppio, e forse anche triplo, ordine di pali.

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Una fotografia dei primi scavi nella terramara di Parma 

 

  • Piazza Ghiaia (Età Romana repubblicana e imperiale)

In occasione della realizzazione della nuova piazza (tralasciando per questa volta giudizi su di essa), durante i lavori per lo scavo dei piani interrati, sono venute alla luce testimonianze archeologiche di straordinaria importanza per la ricostruzione dell'antica colonia romana.Tra i 5 e gli 8,50 m di profondità gli archeologi hanno individuato fasi differenti, comprese tra l'Età Romana repubblicana e quella imperiale.

Alla fase repubblicana sono attribuibili una serie di pali lignei, ancora ben conservati, posti a 7 m di profondità, infissi verticalmente nel terreno a difesa della sponda destra del torrente Parma. Allo stesso periodo appartiene una grande buca, rinvenuta presso il margine sud-ovest della piazza, contenente migliaia di oggetti metallici: statuette, elementi decorativi e di abbigliamento, placchette iscritte e moltissime monete. Si tratta della testimonianza di un rito di passaggio che consisteva nel sacrificare alla divinità fluviale un obolo per garantirsi la buona sorte: le monete si datano a partire dalla fine del III secolo a.C. e arrivano fino alla prima età imperiale.

Questa buca rappresenta indubbiamente il più grande deposito monetale tra quelli fino ad ora recuperati in Emilia Romagna.

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Statuetta di bronzo di divinità. Parma, piazza Ghiaia (I secolo a.C. – I secolo d.C.).

 

Voi cosa ne pensate? Li conoscevate? Avreste messo qualcos'altro in classifica?

Se volete saperne di più, fate un giro su ArcheoParma (www.archeologia.parma.it).

Pubblicato in Archeologia Emilia

di Giulio Bigliardi -

Parma, 23 aprile 2013 -

Il Museo Archeologico Nazionale di Parma è stato, per il secondo anno consecutivo, il più visitato tra i musei statali della regione. Con ben 19.348 visitatori ha aumentato del 20% il numero di visitatori del 2011 e ha superato il proprio record fermo al lontano 2001.

Pubblicato in Archeologia Emilia
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