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Dal 17 al 20 gennaio 2015 Fiera Milano ospiterà Homi, il Salone dedicato al lifestyle e riservato agli operatori di settore.

Anche quest’anno la storica vetreria Bormioli Rocco, da sempre punto di riferimento della qualità e del design made in Italy, sarà presente all’evento per proporre ai visitatori un’attenta selezione dei prodotti divenuti ormai un vero e proprio simbolo di stile, ma soprattutto per presentare loro le accattivanti novità del 2015. (PAD 2 Stand D22 - E 21)

L’intramontabile vaso “Quattro Stagioni” si mostra oggi in una veste nuova, ovvero dotato di un manico che ne ridisegna la funzione per trasformarlo in contenitore da cocktail e venire incontro al trend “drink in a jar” che sta spopolando in tutte le città metropolitane. La famiglia Quattro Stagioni si completa anche con le nuove bottigliette graduate da 40 e 20 cl, ideali per conservare e trasportare freschi succhi di frutta o passate o yogurt.

Quello firmato Bormioli Rocco è un 2015 fatto di idee innovative che si trasformano in altrettanti colorati e divertenti prodotti decorati. Ne sono un esempio la bottiglia ed i bicchieri Water, nati per festeggiare la giornata mondiale dell’acqua, oppure i vasi, le bottiglie ed i bicchieri Retrò, ispirati a disegni ed oggetti cult di inizio Novecento e degli anni Cinquanta. Ed ancora, i bicchieri Arches e Naos, presentati nei delicati e attualissimi colori Candy, oppure quelli della linea Officina 1825, con il loro inconfondibile stile vintage.

Insomma, un distillato di bellezza e qualità che consentirà agli operatori del settore di comprendere la cura e l’attenzione con cui Bormioli Rocco studia e realizza i propri prodotti così che ogni oggetto esca dal quotidiano per diventare un’icona.

 

(Fonte: Ufficio Stampa Zenzero Comunicazione)

Sono sempre più numerose le persone, adulti e bambini, che hanno una reazione allergica; 1 su 10 soffre di asma bronchiale e gli esperti stimano addirittura che nel 2015 1 su 2 potrà soffrire di malattia cronica allergica. Questa epidemia di allergie ha indotto una ingannevole offerta di esami non attendibili eseguiti in ambienti inappropriati che tendono ad individuare troppi falsi allergici. Al contrario una diagnosi accurata basata su prove scientifiche permette di orientare la cura con trattamenti efficaci.

Dalla Rosa Prati

Così il Centro Diagnostico Europeo Dalla Rosa Prati ha promosso la settimana delle allergie dal 19 al 23 gennaio 2015, presso la sede di via Emilia Ovest 12. Ai Cittadini che desiderano accostarsi alla diagnostica delle malattie allergiche verranno eseguiti test cutanei e prove di funzionalità respiratoria gratuitamente, ed al termine della prova sarà consegnato l’esito con i consigli pratici da parte dell’Allergologo, il prof. Giovanni Cavagni.

Chi lo vorrà, potrà prenotarsi telefonando al numero 0521-2981.

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Sabato, 20 Dicembre 2014 10:30

Birrificio Farnese: gli artigiani della birra

Di Chiara Marando – Sabato 20 Dicembre 2014

La birra è una delle bevande alcoliche più antiche e diffuse al mondo, un prodotto dai molteplici sapori e profumi la cui storia si perde nel tempo. Un prodotto affascinante che riporta alla natura ed ai suoi frutti, fatto di elementi semplici ma nello stesso tempo fondamentali.

Ed è proprio questo fascino che ha colpito Enrica portandola a rendere concreta un’idea, un progetto che nasce dalla volontà di tornare alla terra e recuperare quella che era l’azienda agricola di famiglia, riconvertire l’attività tradizionale fondendola con qualcosa di innovativo. Ed ecco che, nel marzo 2013, è riuscita ad inaugurare la sua creatura: Il Birrificio Farnese. Un nome che riflette le origini del territorio, quello di Fontevivo, ed una filosofia che si fonda sulla capacità di trasformare le risorse della terra in qualità alimentare, in un prodotto d’eccellenza come la birra, quella artigianale.

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A supportare Enrica ci sono il fidato Massimiliano, irrinunciabile compagno di lavoro, la giovanissima Giulia che si occupa della produzione, e Francesco Maria Stella, prezioso mastro birraio nonché tecnologo alimentare con un Master in birra e distillati conseguito all’ International Centre of Brewing and Distilling - Heriot-watt di Edimburgo.

Una squadra unita nel lavoro con lo scopo di creare un risultato unico, preparato con materie prime accuratamente scelte e la passione di chi mette l’anima in ciò che fa. L’orzo, ad esempio, è stato selezionato da uno dei massimi produttori italiani ed ora viene coltivato direttamente nell’azienda agricola, nei campi che si estendono lungo la tranquillità del fiume Taro. Non è un caso se questo risulta essere l’unico birrificio riconosciuto dalla Condotta Slow Food di Parma, marchio che si occupa di salvaguardare il territorio e la filiera corta.

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Ciò che contraddistingue il Birrificio Farnese è anche la costante ricerca che si trova dietro ogni tipologia di birra, uno studio accurato per bilanciare i singoli ingredienti, per dare corpo ad ogni sorso. Miscele che si rifanno alla tradizione con quel tocco di personalità in più: la classica ed equilibrata “Pasha”, la leggera ed agrumata “Blanche”, la rinfrescante “Blonde Ale”, l’avvolgente “Golden Ale”, la scura “Black Ale”, la profumata ed intensa “Calumet” e l’avvolgente “Graal”.

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Non solo piacevoli da assaporare, ma anche perfette per accompagnare ed esaltare abbinamenti gastronomici. Ad ogni birra corrispondono altrettanti accostamenti mangerecci (www.birrificiofarnese.it), ma è anche piacevole scoprire le tante ricette che vedono in questo meraviglioso prodotto l’ingrediente principe di ogni preparazione, dal Birramisù, al coniglio alla birra, fino alla focaccia di spinaci e formaggio….provate a guardare qui.

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In prima nazionale a Teatro Due di Parma, dall'8 al 18 Gennaio 2015, il debutto alla regia di Fulvio Pepe con la storia corale e poetica di una comunità in crisi, alla scoperta del potere miracoloso della musica e della solidarietà.

Parma 05 Dicembre 2014 -

Quasi una favola, con la forza dei grandi sentimenti e la levità delle piccole cose quotidiane; una storia d’amore corale, in cui una comunità che annaspa nelle sabbie mobili della crisi riscopre il valore dell’amicizia, dell’arte, della speranza: Gyula, testo scritto e diretto da Fulvio Pepe, attore di grande talento, tra teatro e televisione, al suo debutto alla regia teatrale, prodotto da Fondazione Teatro Due di Parma, dove sarà in scena a partire dall’8 gennaio 2015, con repliche fino al 18. In scena Ilaria Falini, Orietta Notari, Gianluca Gobbi, Enzo Paci, Alberto Astorri, Nanni Tormen, Ivan Zerbinati, Alessia Bellotto, Antonio Zavatteri, Tania Rocchetta, Massimiliano Sbarsi costruiscono un delicato carillon scenico, il cui cuore è l’efficace meccanismo drammaturgico in cui ogni personaggio con le sue peculiarità contribuisce all’ingranaggio; le luci sono create da Pasquale Mari, lo spazio è disegnato da Mario Fontanini.

In un tempo e un luogo indefiniti, un “qui ed ora” lontano eppure molto simile al nostro oggi precario, vive Gyula, un ragazzo diverso ma di grande sensibilità e dignità, amorevolmente cresciuto da mamma Eliza. Intorno a loro si raccoglie un vicinato racchiuso in poche strade, un bar e una vecchia falegnameria: a personaggi pragmatici e terrigni si affiancano caratteri più eterei e romantici, tutti impegnati a sopravvivere alla morsa della crisi, che chiude tanto le fabbriche quanto le orchestre, che strozza i sogni, soffoca le speranze di chi desidera seguire le proprie passioni o semplicemente condurre un’esistenza tranquilla. Bogdan e Adi sono operai, Messi è capo cantiere, Yuri fa il tranviere, Viku il barista, Nina è un’ubriacona, il Maestro Jani era un violinista, ora non lo sa più, Tania è sua moglie…: questo il coro di voci ed esistenze che si intrecciano, complici una serie di coincidenze, con quella di Gyula, personaggio di lacerante purezza e di tenera ingenuità. Così, l’essere apparentemente più fragile e in difficoltà diviene invece l’unico in grado di incidere la grevità della realtà che lo circonda: Gyula diviene il sorprendente artefice di un piccolo, grande miracolo, convincendo tutti che è possibile scoprire nuove possibilità e afferrarle, se si ha passione e si crede in sé e in chi ci vuole bene.

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Con questi pochi ma toccanti elementi, Fulvio Pepe mette in scena la vita quotidiana di una comunità qualunque, che diviene speciale grazie all’intervento di un “diverso”: il pubblico incontrerà le miserie e le speranze di personaggi semplici e vicinissimi alla vita, in una favola popolare e poetica che ha il sapore della tradizione e la freschezza della nuova scena italiana.

Vera protagonista è la piccola storia d’amore del sottotitolo: quella fra la madre e il figlio disabile e quella fra l’autore del testo, Fulvio Pepe, e la musica, elemento che attraversa e permea tutta la narrazione. “C’è qualcosa nella musica che mi ricorda l’amore” – ha dichiarato l’autore e regista – “La sua capacità di aggirare la sfera della coscienza, permette di far emergere delle parti di noi profonde e sconosciute, delle parti dell’Io pure e spudorate. Credo che proprio la spudoratezza sia la prima caratteristica dell’amore, come la verità. Di entrambe le cose io ho estrema paura, eppure so che entrambe, in un modo di cui non mi so spiegare, sono intimamente legate al testo”. Musica e arte dell’attore: due elementi cruciali per Pepe, che aggiunge: “Gyula ha la struttura narrativa di una favola e parla al pubblico attraverso una grammatica infantile, che trova il suo culmine in un lieto fine nato quasi involontariamente. Nella scrittura sono stato guidato dalla volontà di scrivere belle parti, ruoli gustosi, croccanti da recitare per attori di cui conoscevo già le caratteristiche e con cui desideravo lavorare, arrivando a constatare come nella fase finale di allestimento un testo appartenga alla fine immensamente di più all’attore che lo interpreta che all’autore che lo ha scritto. La scoperta di questa verità ancestrale mi ha commosso ma ha soprattutto permesso il primo miracolo di Gyula: proiettarmi in una dimensione più matura del mio lavoro. Lo spazio di Teatro Due è stato l’alveo naturale di questo processo di creazione”.

Fulvio Pepe (Bari, 1972) si è diplomato al Teatro Stabile di Genova e ha lavorato in teatro con registi come Peter Stein (I demoni), Giuseppe Patroni Griffi (Il Vizietto), Valerio Binasco (Nocciolne, Romeo e Giulietta, La Tempesta, Il Mercante di Venezia), Jurij Ferrini (Cymbeline), Marco Sciaccaluga. Attore cinematografico per Fulvio Ottaviano (Una talpa al bioparco) e Citto Maselli (Il fuoco e la cenere) e in diversi film televisivi e serie Tv (Romanzo Criminale, Montessori, Borsellino, Nati ieri), nel 2008 ha vinto al Torino Film Festival il premio come migliore cortometraggio con A chi è già morto a chi sta per morire, da lui scritto e diretto.

Info e prenotazioni: Biglietteria di Teatro Due, tel. 0521/230242, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.teatrodue.org

 

(Fonte: Ufficio Stampa Teatro Due)

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Una lunga maratona di interventi dedicata al mondo dell’e-commerce ed alle strategie di marketing per vendere online. Anche quest’anno il Web Show 2014 conferma il suo successo e la sua capacità di guardare al futuro

Parma 02 Dicembre 2014 - 

Una full immersion nel mondo dell’e-commerce, tra innovazione, strategie di marketing e case histories di successo insieme ad interventi di relatori nazionali ed internazionali. Tutto questo è stato il Web Show 2014, la 6ˆ edizionedell’ormai consueto convegno autunnale organizzato da Zenzero Comunicazione, dal titolo “WEB SHOW: E-COMMERCE EVOLUTION. Il cliente al centro della tua strategia di vendita. Trend, idee e casi pratici”.

Quella che si è svolta venerdì 28 Novembre 2014, presso l’Hotel San Marco di Pontetaro, è stata una giornata intensa nella quale un folto pubblico di aziende, professionisti e guru del web ha seguito con grande interesse i tanti interventi che si sono susseguiti nel corso dell’appuntamento.

Ad aprire il lavori è stata Valentina Pasquali, Digital Strategic Planner Zenzero Comunicazione, che ha illustrato l’esperienza di Andrew’s Ties e della sua Chat Online, ovvero la voce del nuovo commesso digitale in grado di seguire il cliente esattamente come farebbe quello tradizionale. Subito dopo Paolo delle Piane, Communication and Senior Product Manager [ comfort zone ] skincare division Davines,  e Chiara Vaccari, PR Social Media and Digital Marketing Manager Davines, hanno raccontato la strategia di multicanalità messa in atto da Davines e volta adaumentare la conoscenza e fidelizzazione verso il brand, nonché le occasioni di visita al punto vendita.

Grande risalto è stato dato anche all’importante ruolo svolto dalla mente e dal passaparola nella fase di acquisto online, elementi che Maurizio Catellani, VP Sales and Strategic Marketing ACTOR, ha esaminato mettendo in luce quanto il marketing sia legato alla neuroscienza. L’intervento tenuto da Milvia Bonvicino, Head of Client Services trnd Italia, ha poi completato l’argomento esponendo la metodologia del Collaborative Marketing che pone il cliente al centro della strategia, ed evidenziando quanto il giudizio diretto del consumatore possa essere di supporto allo sviluppo di un determinato marchio.

Nel pomeriggio è stato il turno di Andrea Allara, Sales Manager Italia Sofort, che ha presentato un nuovo sistema di pagamento online che permette di acquistare utilizzando direttamente i propri dati di home banking.  Giorgio Taverniti, Esperto SEO e fondatore Forum GT, si è poi rivolto al pubblico con alcuni consigli pratici per raggiungere la Prima Pagina di Google.  Per analizzare con occhio attento il nuovo volto dell’e-commerce è intervenuto Mario G. Messina, Presidente e Chief Creative Officer
MgM Gold Communications – New York, che in call conference dal Texas ha preso in esame le possibili strategie per essere innovativi ed ottenere il massimo dal proprio shop online.

Infine, Monica Gagliardi, responsabile e-Commerce, Partnership e CRM OVS, ha raccontato la strategia omnichannel messa in atto da OVS e la sua rivoluzionaria Digital Shopping Experience tramite tecnologia Google Enterprise. 

 

(Fonte: Ufficio Stampa Zenzero Comunicazione)

Di Chiara Marando – Parma 29 Novembre 2014

Tutto parte da un diario, una raccolta di ricette casalinghe che narrano la quotidianità di una famiglia, la sua storia. Una storia iniziata quando la “più splendida delle normalità” viene stravolta improvvisamente . A raccontarla è Ilaria Bertinelli, interprete e traduttrice di professione, ma prima di tutto mamma di Gaia a cui, all’età di soli sei anni, è stato diagnosticato il Diabete di Tipo 1 e la Celiachia. Due patologie autoimmuni, due ombre sul futuro impossibili da ignorare. Da quel momento la loro vita non è stata più la stessa e l’unico scopo di Ilaria è stato quello di aiutare sua figlia a vivere la sua nuova condizione nel modo più sereno possibile, soprattutto in quei momenti di convivialità come la tavola.

Comincia così la sperimentazione in cucina per preparare piatti appetitosi con gli ingredienti giusti, per condividere i sapori ed il divertimento della scoperta.

“Uno chef per Gaia”- La gioia della cucina per diabetici celiaci e appassionati: ricette con e senza glutine, con e senza zucchero – (edizioni Maria Margherita Bulgarini) non è altro che questo, ovvero il diario di famiglia trasformato in un libro. Preparazioni da veri gourmet con ingredienti, dosi ed accorgimenti, ottime da assaporare e bellissime da guardare.

Ciò che ha spinto Ilaria a pubblicare questi piccoli segreti ai fornelli è stata la voglia di aiutare, fornire un piccolo contributo per una vita migliore a tutti coloro che soffrono degli stessi problemi, sottolineando il fatto che questa tipologia di Diabete si manifesta in modo subdolo proprio nei bambini, o nei giovani fino ai trent’anni, e che l’attenzione costante può fare una grande differenza.

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Ed è proprio questa voglia di condividere che la porta tutt’ora in giro per l’Italia a presentare e cucinare le sue ricette davanti ad un pubblico attento a non perdere nemmeno una parola. Serate come quella appena svoltasi nella suggestiva cornice dello Store Barazzoni – I Love my House di Parma, dove in poche e semplici mosse, e con il suo sorriso, è riuscita a dare vita ad uno show cooking di alto livello. Inutile dire che i profumi ed i colori facevano da padroni.

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Ricette come il Tronchetto di Cioccolato, i Biscotti di Natale ed i Cupcakes, per poi finire con una splendida casetta di pasta frolla decorata con la glassa. Dei veri gioielli di pasticceria golosi, delicati e perfettamente equilibrati in ogni componente.

Giusto per stimolare un po’ la curiosità ecco i segreti per una deliziosa pasta frolla, ideale per i “Christmas Cookies”:

400 gr. di Farina da scegliere nella variante con o senza glutine

2 uova

150gr di burro

100 gr di zucchero

Per chi lo desidera si possono aggiungere anche 8/10 gr di lievito.

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Mixare tutti gli ingredienti ed impastare. La pasta frolla andrà poi stesa con il mattarello e tagliata con delle formine a scelta.

Per la glassa, invece, è necessario prendere dell’albume d’uovo ed unirlo a zucchero a velo e colorante per alimenti, se si desidera cambiare tonalità, mescolando con un cucchiaio. Ricordatevi che l’albume rende molto, quindi andrà usato in piccole quantità, mentre la dose di zucchero a velo determinerà la consistenza della vostra glassa. Quando sarà pronta basterà inserirla in un sac à poche e decorare a piacere i biscotti precedentemente cotti.

 

 

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Di Chiara Marando – Domenica 23 Novembre 2014

La storia non è fatta solo di grandi uomini e delle loro imprese, esiste da sempre un mondo silenzioso e brulicante di energia senza il quale nulla sarebbe potuto accadere, pilastri  fatti di semplice quotidianità vissuta da gente  altrettanto semplice. Guareschi lo definiva “Il mondo piccolo”, una realtà apparentemente insignificante della quale è facile ignorare l’esistenza.

Ma è proprio questo il filo conduttore che lega i personaggi indaffarati con le loro vite tra le pagine scritte da Guido Fontechiari, pittore e restauratore, nel suo primo romanzo  “il Tesoro del Taro” (Ed. Fermento), presentato davanti ad un folto pubblico nella cornice della Libreria Feltrinelli di Parma.

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Un volo della memoria al suo passato di bambino, tra ricordi ed aneddoti della piccola comunità contadina di Guado, grazioso borgo a metà strada tra San Secondo e Fontanellato, nella Bassa Parmense.  Un angolo di mondo dove si intrecciano, tra passato e presente, le vite dell’autore e di persone comuni: dal sagrestano, al molinaro, alla maestra, fino  ad un cantante lirico a dir poco originale. Poi c’è il “Tesoro”, forse perduto o forse no.

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Una narrazione che si adagia sulle note musicali e si inoltra tra le nebbie della Bassa, tra le sue abitudini e tradizioni, in una vena malinconica di quel passato che fu e si è perso per sempre. Quello che traspare è l’acuta osservazione delle passioni intense, delle stranezze e delle brutture a cui viene sottoposta l’Arte, ovvero la limpida rappresentazione della dignità umana costruita sul lavoro, sulla cultura e sulle emozioni. Per farlo il linguaggio cambia, a tratti diventa ironico, quasi scurrile, con vicende a volte piccanti altre più bizzarre. Quello che si intraprende è un viaggio alla scoperta di questo “Tesoro”, un percorso che passa attraverso storia e fantasia, tra personaggi che sembrano solo frutto della mente ed altri più concreti, una strada che avvicina ad un tempo lontano, in un luogo reale fatto da persone reali. Certo, il nome “Guado” non lo troverete sulla cartina, ma se guarderete attentamente  ne riconoscerete il suggestivo paesaggio

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Sabato, 15 Novembre 2014 10:48

Bavarese: cremosa golosità al cucchiaio

Di Chiara Marando  - Sabato 15 Novembre 2014

Delicato, cremoso e dalla morbidezza irresistibile. Stiamo parlando della Bavarese, un dessert dal gusto delizioso, che riesce sempre a conquistare qualsiasi palato. La sua lontana origine settecentesca deriva dalla regione tedesca “Baviera”, ed in realtà non nasce come vero e proprio dolce, ma piuttosto come una sorta di “mangia e bevi” servito e preparato con tè, latte e liquore. Solo nell’Ottocento, con il nome di  bavarois,  comincia ad assumere una consistenza più densa e vicina a quella attuale.

Che sia nel passato oppure ai giorni nostri, quello che rimane è la sicurezza di assaporare una golosità al cucchiaio raffinata e squisita. Molteplici sono le ricette che ne propongono varie rivisitazioni, una per ogni gusto ed occasione, ma quella che consigliamo oggi è stata preparata da uno chef d’eccezione, Fabio Romani del Ristorante Romani, a pochi chilometri da Parma, luogo dall’atmosfera calda ed accogliente, considerato una  tappa obbligata dagli amanti della buona cucina tradizionale parmigiana.

Fabio ci ha svelato tecniche e dosi per dare vita ad una spettacolare “Bavarese al cioccolato aromatizzata al caffè ed al rhum”, una vera chicca per concludere in dolcezza il pasto e stupire gli ospiti.

Ecco gli ingredienti per 6/8 persone:

250 gr. di cioccolato fondente

2  tuorli d’uovo

100 gr. di zucchero

1 caffè espresso

20/25 gr di rhum

3 gr. di colla di pesce

300 gr. di panna da montare

Ed ora la preparazione:

Per prima cosa mettere la colla di pesce in una ciotola con dell’acqua per farla ammorbidire e nel frattempo montare la panna stando attenti che mantenga una consistenza cremosa. Montare poi i tuorli d’uovo con lo zucchero ed aggiungervi il cioccolato fondente precedentemente sciolto a bagnomaria.

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In una casseruola mettere il caffè, il rhum e la colla di pesce, farli amalgamare a fuoco basso ed unirli al composto con il cioccolato, i tuorli e lo zucchero. Quando il tutto sarà omogeneo, incorporare la panna montata, che nel frattempo andrà tenuta in frigo, per terminare il procedimento.

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La crema ottenuta potrà essere suddivisa in ciotoline monoporzione, oppure posta all’interno di una tortiera, su una base di pan di spagna  appena bagnato con il rhum.

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Dopo circa due ore e mezza in frigorifero, il dolce sarà pronto per essere impiattato e servito con una salsa inglese oppure alla vaniglia che ne esaltino i sapori ed i profumi.

A voi il piacere del primo assaggio!

E se volete vedere tutta la preparazione , allora date un'occhiata al video.

 

 

Ristorante Romani

Strada Dei Ronchi, 2

Vicomero, 43030 Torrile (PR)

Tel. 0521 314117

www.ristoranteromani.it

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Di Chiara Marando – Sabato 1 Novembre 2014

Avete mai sentito parlare di “Cucina Bioenergetica”? Si tratta non soltanto di semplici ricette, ma di una vera e propria filosofia di vita che vede nel cibo una fonte di energia pura da cui attingere per il proprio benessere psico-fisico. Il punto di forza sta nell’utilizzare solo materie prime biologiche certificate che conservino tutta la freschezza, i nutrienti e le proprietà energetiche integre. Perché la vita ha bisogno di vita.

Uno dei pochi ristoranti Bioenergetici certificati in Italia si chiama “Apriti Sesamo” e si trova a Parma, a due passi dal centro storico. Qui, ormai da 18 anni,  Antonella e Cosimo gestiscono il locale con passione e dedizione, curando ogni minimo aspetto con un’attenzione quasi maniacale. L’attività rappresenta la loro vita stessa ed i valori in cui credono, a tavola ma non solo. Antonella è la mente, colei che gestisce e studia sempre nuove soluzioni, mentre suo marito Cosimo è l’artefice delle bontà che escono dalla cucina. Definirlo un locale vegano sarebbe troppo riduttivo perché la ricerca che si trova dietro ad ogni preparazione, l’armonia dei colori e della composizione, costituiscono vere e proprie pillole di carica vitale. Perché, in fondo, si mangia prima con gli occhi che con la bocca.

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Il menù poi non è mai uguale, cambia in base alle stagionalità ed alla disponibilità delle materie prime ogni giorno freschissime. Tutti i prodotti provengono da aziende biologiche fidate e controllate personalmente. Quello che viene proposto è un modo nuovo di scoprire l’autenticità dei sapori, del gusto di cereali, verdure e sughi per condire la pasta, senza dimenticare  i delicati dessert, preparati senza latte, uova, burro e zucchero.  Vi chiederete come sia possibile, ebbene basta saper scegliere gli abbinamenti giusti e sperimentare, mentre per i dolci ci sono farine alternative come quella di farro, malto di riso o di mais, e poi il succo di mela per dare un tocco in più e l’olio di girasole. Il resto, ovviamente, sono i segreti dello chef insieme a tanta ricerca e lavorazione.

La proposta del pranzo, che si può ordinare anche da asporto, è quella di piatti che variano quotidianamente permettendo la scelta fra tre primi, tre secondi e quattro contorni, così da poter gustare una portata unica deliziosa ed equilibrata. Per la cena, invece, ecco il menù degustazione con antipasto, due primi, un secondo e due contorni per poi finire con un goloso dolce.

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Vi basterà guardare la presentazione con cui vengono servite le pietanze per sentirvi soddisfatti, un mix di profumi e colori perfettamente calibrati a cui corrispondono altrettanti gustosi sapori. Facciamo qualche esempio giusto per stuzzicare la curiosità: sformato di riso integrale, penne di farro in salsa alle erbe fresche, verza saltata con insalatini di zenzero, zuppa di zucca e porri, ed ancora cavolfiore alle mandorle e sesamo nero, strudel di mele e cannella, torta di zucca con crema pasticcera e, per finire, delizia alle mandorle.

 

Ristorante Apriti Sesamo

Via Monte Corno, 4

43100 Parma

Tel. 0521 270274

www.apritisesamo96.it

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Di Chiara Marando – Sabato 25 Ottobre 2014

Si può sopravvivere ad un colpo di pistola al cuore?

Uno di quegli attimi che sembrano non finire mai, che sconvolgono irrimediabilmente la vita, disgregandola e lasciandola arida e vuota.  Un buio da cui sembra di non poter risalire per respirare, per rivedere la luce.

Due giovani belli ed innamorati più che mai, nel pieno della loro esistenza, del loro percorso di costruzione e comunione, due giovani come tanti che guardano al loro futuro con gli occhi pieni di passione. Cristian e Costanza, il quadro della gioia e di quell’amore che ha voglia di capire fino a dove potrà spingersi. Un’anima sola per poco tempo, troppo poco, spezzata violentemente quando Costanza muore senza una ragione. Senza un perché. Un difetto dicono a Cristian, un difetto latente che improvvisamente è scoppiato portandogliela via.

E così lui si trova solo, senza più la sua compagna di vita, divorato dalla disperazione e privo di qualsiasi speranza. Annullato in quell’amore che tanto prima gli alimentava l’esistenza. Ma Cristian ha saputo lottare, “rinascere” e riscoprire sé stesso nel modo più intenso possibile, anche grazie a quel legame che lo fondeva con la sua Costanza.

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“Un colpo di pistola al cuore” ( Battei Editore), è questo il titolo del libro che Cristian Chierici, giovane imprenditore parmigiano, ha voluto scrivere in memoria della sua adorata Costanza. Un ultimo dono per regalarle una sorta di immortalità. Un tributo al loro amore, quello con la “A” maiuscola, quello che ti segna indelebilmente il cuore.

Pagine di diario che raccontano la storia di due innamorati, del loro primo incontro, dei pensieri e delle emozioni, della voglia di scoprire insieme e di come una persona possa trovare il suo completamento in un’altra senza violentare la propria individualità. Racconta di valori profondi, di piccoli momenti quotidiani capaci di rendere un rapporto ancora più intimo e di quanto tutto questo possa essere spazzato via in un momento. Poi rimane solo la rabbia cieca, la voglia di urlare perché nessuno sa darti una spiegazione, perché una spiegazione non esiste. Cristian ha toccato il fondo, si è guardato dentro ed è riuscito lentamente a risalire fino a quando, un giorno, è tornato a sorridere e a sentire ancora la piacevolezza del sole accarezzargli il viso.

Perché da un “Colpo di pistola al cuore” non si può sfuggire, ma sopravvivere si ed anche rinascere senza dimenticare.

 

Pubblicato in Cultura Parma
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