Parma punta sull'Albo delle Botteghe storiche, frutto di una legge regionale. Non tutti i negozianti sanno che aderendovi le loro attività di prestigio possono rinascere. Previsto un pacchetto di agevolazioni. Focus su tassa rifiuti, riduzione di imposte locali e dei canoni di locazione. Creato anche un bando per l'erogazione di contributi a nuove attività e in viaggio l'idea di un percorso turistico per i negozi storici.
di Alexa Kuhne Parma, 6 maggio 2015 -
La rinascita delle botteghe storiche può davvero avvenire.
Contrastare il lento declino del centro cittadino è diventato un obiettivo prioritario di chi amministra uno dei capoluoghi più eleganti d'Italia.
Una legge regionale contribuisce a rilanciare le tradizionali piccole imprese di famiglia del cuore di Parma: è la numero 5, datata 2008 e istituisce un Albo delle Botteghe storiche, un utile e ancora poco noto strumento di valorizzare e sostegno delle attività commerciali ed artigianali tradizionalmente presenti sul territorio, che rivestono particolare valore storico, artistico, architettonico e ambientale.
Per aderire a questo speciale Albo ci vogliono precisi requisiti.
Per prima cosa, la condizione essenziale è che lo svolgimento della stessa attività deve essere avvenuta per almeno cinquanta anni nello stesso locale o area pubblica, anche se con denominazioni, insegne, gestioni o proprietà diverse, a condizione che siano state mantenute le caratteristiche originarie dell'attività. Inoltre, deve esserci collegamento funzionale e strutturale dei locali e degli arredi con l'attività svolta;
Nei locali devono essere presenti arredi, elementi, strumenti, attrezzature e documenti di particolare interesse storico, artistico, architettonico, ambientale e culturale, o particolarmente significativi per la tradizione e cultura del luogo, visibili al pubblico.
Lo status di "bottega storica" può essere riconosciuto anche ad esercizi operanti continuativamente nello stesso locale da almeno venticinque anni, a condizione che siano state mantenute le caratteristiche originarie dell'attività, qualora si tratti di esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande recanti la denominazione "Osterie".
Pochi punti da rispettare per la promessa di un futuro migliore per le affascinanti botteghe del centro.
Ma vediamo quali sono i benefici di chi aderisce all'Albo con Vincenzo Fusco, responsabile della regolamentazione delle Attività economiche del Comune di Parma.
Ci sarebbe bisogno innanzitutto di una revisione della fiscalità locale... Come pensate di convincere i negozianti dell'utilità di questa iniziativa?
Sono già state adottate misure a favore delle botteghe storiche iscritte all'albo e riguardano il rilascio di apposite targhe e pergamene che attestano la storicità dell'esercizio, mentre stiamo approntando un documento che pubblicizzerà le caratteristiche delle singole attività. Sarà un punto fondamentale la creazione di un percorso turistico sia sul sito internet del Comune di Parma sia su brochure.
Anche sugli incentivi c'è una novità. Il Comune ha infatti recentemente ridotto consistentemente, fino al 30%, la tariffa rifiuti a favore di tutti i piccoli negozi fino a 100 metri di superficie di vendita operanti nella città, tra cui rientrano anche le Botteghe storiche iscritte all'Albo. In sostanza, si è ritenuto di estendere all'intera categoria del cosiddetto "piccolo commercio" questa misura di favore, in quanto attività di servizio particolarmente impattate dalla crisi.
Per finire, il piano di marketing del centro storico comprenderà anche interventi di riduzione dei tributi comunali e dei canoni di locazione mediante appositi accordi tra proprietari e affittuari.
Queste attività devono continuare a sopravvivere e a conservare il loro fascino . Prevedete delle norme di natura urbanistica per favorirne il mantenimento e lo sviluppo?
Ci sono delle norme urbanistiche di tutela dei fronti degli edifici e delle vetrine storiche che devono essere mantenuti nello stato originario; inoltre, il Regolamento comunale delle Botteghe storiche prevede un' autorizzazione comunale per operare eventuali modifiche alle caratteristiche di storicità delle botteghe. Per quanto concerne lo sviluppo delle attività, ci affideremo al Piano di marketing del centro storico, all'individuazione di misure di sviluppo delle attività esistenti, comprese naturalmente anche le botteghe storiche.
Perché, secondo Lei, ci sono ancora poche adesioni?
Attualmente le botteghe storiche iscritte all'Albo comunale sono otto. L'iscrizione all'Albo avviene su impulso dei titolari, ma questo non esclude un'azione di stimolo dell'amministrazione; infatti sono stati già acquisiti dalla Camera di commercio i dati di tutte le aziende cittadine che teoricamente avrebbero i requisiti di storicità dal punto di vista dell'iscrizione camerale, con l'obiettivo di contattare tali imprese per comunicare l'opportunità di chiedere l'iscrizione all'Albo.
Quali sono i vantaggi reali dell'iscrizione all'Albo?
A mio avviso i vantaggi reali, delineati dalla Legge regionale e dal Regolamento comunale, sono da individuare nella pubblicizzazione di attività connotate da caratteristiche particolari sul piano storico-culturale e nella creazione di percorsi turistici. Va da sè che le attività saranno affiancate dall'Amministrazione, attraverso misure di favore che vanno da una tassazione sostenibile alla contribuzione per spese di sviluppo.
Tutti sembrano cogliere il valore e l'importanza delle botteghe del centro e allora per quale motivo si continuano a preferire i centri commerciali?
Le cause vanno ricercate nelle scelte pianificatorie operate in passato dai comuni, negli aspetti pubblicitari, nell'accessibilità, negli orari di esercizio, e nella vastità dei mix merceologici offerti dalle grandi aggregazioni commerciali. Tuttavia, ritengo che la tendenza all'evasione dei consumatori dalle aree centrali vada contrastata con tutti i mezzi, trattandosi del biglietto da visita delle città, anche sotto il profilo turistico. L'obiettivo deve essere quello di rendere più attrattive le aree centrali, in modo da aumentarne la frequentazione, anche turistica e, di conseguenza, le occasioni di consumo. E' importante l'incentivazione alla nascita di nuove attività mediante specifica contribuzione e parallelamente un'azione sui tributi comunali in modo da ridurre il costo totale di esercizio e riequilibrare la competizione tra commercio nelle aree centrali e grandi aggregazioni esterne. L'Amministrazione ha fatto nel 2014 un Bando per l'erogazione di contributi per spese di sviluppo ai fini dell'avvio di nuove attività nel comparto Bixio Imbriani che ha visto l'apertura di cinque nuovi negozi attrattivi in locali inutilizzati da almeno tre mesi ed ha in itinere un analogo bando nel comparto Garibaldi/Verdi che ha registrato la presentazione di 8 domande per le quali è in corso l'istruttoria ai fini dell'erogazione dei contributi. Di rilievo, anche le strutturazione di un calendario di eventi diretti a rilanciare l'attrattività del centro storico a fini commerciali e turistici.
La Regione darà priorità agli interventi riguardanti le botteghe storiche ed i mercati storici?
La Regione ad oggi non ha emanato bandi specifici a favore delle botteghe storiche prevedendo unicamente il titolo di priorità sui contributi che stanzia a favore delle attività commerciali complessivamente intese. A mio avviso è, pertanto, ipotizzabile nei prossimi bandi comunali derivanti da contribuzione regionale, una specifica previsione di vantaggio a favore delle Botteghe storiche.