Polizia penitenziaria, carabinieri e polizia di stato hanno istituito posti di blocco, non solo a Parma , nella speranza di far fare rientro rapidamente i due fuggitivi.
Viene spontaneo chiedersi, al di là delle note questioni di sovraffollamento e di carenza di personale di custodia, come sia stato possibile evadere, soprattutto, in questo classico modo. Un interrogativo che farà discutere proprio per le modalità e il luogo della fuga. Il carcere, sin dalla sua origine, è sempre stato considerato tra i più sicuri e, per tale ragione, ha accolto “illustri” ospiti.
LA SCHEDA DEL CARCERE
Carcere di massima sicurezza, con un settore «speciale» riservato ai detenuti che usufruiscono del trattamento «41 bis», progettato per 400 persone, ne ospita attualmente quasi il doppio. Il carcere di via Burla è entrato in funzione nel novembre del '92, ed è poi stato inaugurato ufficialmente il 24 marzo del '93, con il taglio del nastro delle autorità e la visita dell'allora direttore del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Nicolò Amato.
L'istituto penitenziario è suddiviso in diverse strutture: la «Casa di reclusione», che ospita i detenuti condannati in via definitiva, a cui sono annessi un centro diagnostico e un settore per invalidi; la «Casa circondariale» per i detenuti in attesa di sentenza. Un'altra struttura ospita i detenuti del «41 bis», i personaggi di spicco di mafia, camorra e 'ndrangheta, «pezzi grossi» di organizzazioni criminali, molti di loro trasferiti a Parma dopo la chiusura delle carceri nelle isole. I nomi di alcuni tra i più famosi e pericolosi boss che sono stati o sono reclusi a Parma: Leoluca Bagarella, Raffaele Ganci, Giovanni Alfano, e da ultimo anche Bernardo Provenzano.
IL COMUNICATO SAPPE
Evasione dal carcere di Parma, considerato uno dei più sicuri in Italia che ospita circa 60 detenuti al 41-bis.
Due detenuti sono evasi dal carcere di via Burla a Parma. Le ricerche sono in corso. A riferirlo è il sindacato degli agenti penitenziari Sappe. Attorno al carcere è in corso una vasta perlustrazione dell Polizia Penitenziaria e di altre forze di polizia che stanno cercando i fuggitivi.
"Non si conoscono le modalità dell' evasione - ha commentato, rendendo noto l'episodio, il segretario generale aggiunto del Sappe, Giovanni Battista Durante - ma sicuramente la scarsa attenzione che negli ultimi tempi si pone alla sicurezza delle carceri determina episodi di questo tipo".
Il Sappe ha poi sottolineato "la continua riduzione del personale di Polizia Penitenziaria: al momento mancano 7.500 unità a livello nazionale (650 solo in Emilia-Romagna), nei prossimi due anni ne perderemo altre 2.000 a causa dei tagli alla spesa pubblica, considerato che potremo assumere solo il 35% circa di coloro che andranno in pensione". E, aggiunge Durante, anche "l'eccessivo sovraffollamento e la tendenza ad allentare le maglie della sicurezza fanno in modo che il carcere diventi sempre meno sicuro".
Secondo il segretario generale del Sappe Donato Capece i due evasi sarebbero riusciti ad allontanarsi insieme ai parenti approfittando della situazione legata all'orario dei colloqui. Non si tratterebbe, infatti, di due detenuti non rientrati da un permesso.
La struttura, in cui episodi del genere non si erano mai verificati, è considerata di massima sicurezza e ospita al momento ben 60 reclusi con il regime del 41/bis, ovvero mafiosi che non possono avere alcun tipo di contatto con l'esterno, tra cui Bernardo Provenzano.