E' l'inverno! Come non concordare con l'analisi di Aldo Caffagnini che riportiamo integralmente.
di Aldo Caffagnini - Parma, 8 febbraio 2015 - Nevicò, come anni fa capitava con regolarità, diverse volte durante l'inverno.
La stessa neve di Reggio, Modena, Piacenza.
E infatti lo stesso copione in tutte le città: disagi, proteste, anatemi, appelli, scuole da chiudere o da tenere aperte, in ogni caso qualcuno che non concorda lo trovi.
Energia che salta (per legge fisica un albero su un cavo elettrico interrompe la linea), autostrade chiuse.
Tanta neve in poche ore, tanta così solo negli anni '50.
Ma ricordo un inverno intenso nei primi anni '80, quando i mucchi di neve durarono fino alla primavera e si usarono i tombini per cercare di toglierne un po' dalle strade.
Oppure come dimenticare quella tempesta di Santa Lucia, quando per compiere un tragitto di 4 km ci volle 1 ora e mezzo.
Quando la natura si scatena, diventa protagonista assoluta e possiamo solo attendere la bonaccia.
Si guarda con invidia al Nord, ma lì si organizzano e spendono ingenti risorse per affrontare ogni inverno montagne di neve, non una nevicata occasionale come da noi.
Eppure qui scoppia il finimondo.
Con i giornali che vanno a nozze, perché senza titoloni oggi non si vende più una copia.
Divertente è scorrere le proteste di città in città, che accusano di volta in volta governi di diverso colore con anatemi fotocopia, di incapacità ed inefficienza lungo la via Emilia.
Stesso problema, colpevoli differenti.
Da noi il M5S, a Reggio il Pd, a Modena il Pd, e via sacramentando.
Difficile credere alla tesi "governanti incapaci", "nevica governo ladro".
L'affrontare l'inverno è casomai una questione tecnica.
E i tecnici fanno quello che possono, e annullare il disagio è semplicemente impossibile.
Ci sarà sempre un borgo dimenticato dallo spazzaneve, un marciapiede scivoloso tra i duemila chilometri della tratta comunale, una lastra di ghiaccio persistente.
Ma di marciapiedi spalati dai dirimpettai (o dai negozi antistanti), se ne sono visti pochini.
L'emergenza è durata lo spazio di un mattino, ma l'amplificazione dei fatti, frutto anche dei social, diventati last second, ce l'ha fatta sembrare lunga una settimana.