Martedì, 11 Novembre 2014 10:53

Inchiesta sulle spese della Regione Emilia Romagna: 42 avvisi di fine indagine In evidenza

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Presunti rimborsi falsi dei consiglieri regionali dell' Emilia Romagna: in corso di notifica 42 avvisi di fine indagine -

Parma, 11 novembre 2014 -

L'inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dei consiglieri regionali dell'Emilia Romagna ha portato ieri a 42 avvisi di fine indagine per presunti rimborsi falsi partita ad ottobre del 2012, quando manca poco alle elezioni regionali del 23 novembre. Di vario tipo le spese contestate, tra cui regali e cene di beneficenza. Sarebbero coinvolti tutti i gruppi dell'Assemblea Legislativa per cui si ipotizza il reato di peculato e un caso di truffa. L'Ansa riporta che la cifra complessiva contestata ammonterebbe a oltre due milioni di euro (2 milioni e 80mila euro circa).

LA DICHIARAZIONE DELLA PRESIDENTE COSTI

"Gli avvisi di fine indagine non sono una sentenza, aprono anzi una fase del procedimento che è di garanzia per chi viene a conoscenza delle contestazioni che lo riguardano". E' quanto afferma la presidente dell'Assemblea legislativa regionale, Palma Costi, in merito agli sviluppi dell'inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dei consiglieri regionali.
"Le responsabilità personali vanno prima accertate- prosegue-. L'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha adottato controlli di spesa ben prima che venissero introdotti a livello nazionale e in questa legislatura ha ridotto i costi della politica applicando il principio dei costi standard. Inoltre, in questi mesi abbiamo visto i rendiconti dei Gruppi sottoposti al vaglio dei controlli della Corte dei conti, con sentenze della Sezione giurisdizionale della stessa Corte dei conti e della Corte costituzionale che hanno sancito la regolarità delle spese e la loro attinenza.
Allo stesso modo- chiude la presidente dell'Assemblea legislativa- è chiaro che se qualcuno ha sbagliato sarà chiamato a far fronte alle proprie responsabilità, nella convinzione che le regole fissate dal nostro Stato di diritto rappresentino ampia garanzia per chi è chiamato in causa e per la possibilità di stabilire quale sia la verità".

LA DICHIARAZIONE DEI PRESIDENTI DEI GRUPPI ASSEMBLEARI

In merito all'inchiesta della Procura di Bologna sulle spese dei consiglieri regionali, i presidenti dei Gruppi assembleari Anna Pariani (Pd), Gian Guido Naldi (Sel-Verdi), Roberto Sconciaforni (Fds), Liana Barbati (Idv), Gianguido Bazzoni (Fi-Pdl), Stefano Cavalli (Lega Nord), Silvia Noè (Udc) e Matteo Riva (Gruppo Misto) rilasciano la seguente dichiarazione -



"Manteniamo la serenità che sempre abbiamo avuto, nella certezza di aver rispettato le regole e le leggi in vigore in materia di fondi assegnati ai Gruppi assembleari. Una serenità rafforzata dalle sentenze emesse in questi due, lunghissimi anni dalla Corte costituzionale e dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei conti, che sanciscono la regolarità delle spese e l'attinenza con il mandato istituzionale dei consiglieri.
Esamineremo con attenzione quanto ci viene contestato, che a una prima verifica sembra ricalcare quanto contenuto nell'invito a dedurre della Procura della Corte dei conti, rispetto al quale provvederemo a inviare le nostre controdeduzioni nei tempi previsti. Sottolineiamo che tra le spese contestate oltre i due terzi sono riferite a contratti e a personale regolarmente assunti dai Gruppi per lo svolgimento dell'attività politica e istituzionale a cui sono chiamati.
Non ci discosteremo da ciò che abbiamo fatto sinora, in uno spirito di collaborazione ma anche nel rispetto del ruolo di consigliere regionale e di una istituzione come l'Assemblea legislativa.
Nel presupposto che le responsabilità sono personali e che vanno perseguiti i comportamenti illeciti, non possiamo che attenerci a quanto affermato dalla Corte costituzionale sul fatto che i controlli delle spese restano documentali e che ai consiglieri regionali, eletti senza vincolo di mandato, al pari dei parlamentari, è costituzionalmente garantita la possibilità di svolgere in piena autonomia e nel rispetto delle leggi la propria funzione di rappresentanti di chi li ha eletti.
L'indagine prende in esame le annualità 2010 e 2011 ma da subito, in questa legislatura, a partire appunto dal 2010, siamo intervenuti, primi in Italia, producendo una forte riduzione dei fondi assegnati ai Gruppi che attualmente ammontano a circa 7 mila euro l'anno a consigliere. E le spese sono state tutte vagliate e certificate dal Collegio dei revisori dei conti".

(Fonte dichiarazioni: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)