Lunedì, 15 Luglio 2024 07:50

Truffa dello “spoofing”,  i carabinieri riescono a recuperare e restituire il maltolto alla vittima In evidenza

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Colorno, 14 luglio 2024 - I fatti risalgono a qualche mese ed hanno visto come protagonista suo malgrado una donna residente a Colorno che con la tecnica dello “spoofing” che camuffa il numero di telefono facendo credere che la telefonata possa arrivare dalla propria banca si è vista depredata di tutto il denaro depositato sul conto corrente. Una bella cifra, diverse migliaia di euro frutto di sacrifici fatti per anni.

Nello specifico la vittima era stata contattata da un’utenza telefonica apparentemente riconducibile alla sua banca che, l’avvisava di un tentativo di truffa ai suoi danni, che stava mettendo in serio pericolo la sicurezza del suo conto corrente e di conseguenza i suoi risparmi.

La donna, seppure dalla verifica sul conto non avesse riscontrato alcuna anomalia, alla fine si è lasciata convincere ad ha effettuato il bonifico verso il “conto blindato”, messo a disposizione sempre a detta del sedicente operatore in modo del tutto gratuito dalla sua banca. Solo dopo aver effettuato il versamento e verificato che i soldi erano spariti, la donna si è resa conto di essere stata vittima di una truffa ed ha sporto denuncia presso la stazione Carabinieri di Colorno.

A questo punto i militari hanno immediatamente dato il via alle indagini, portate avanti su un doppio binario, che ha visto da un lato l’acquisizione di tutti gli elementi investigativi finalizzati all’identificazione degli autori, dall’altro all’immediato sequestro preventivo della somma bonificata con procedura d’urgenza.

Ed è stata proprio questa procedura d’urgenza, condivisa e ratificata dall’A.G. parmigiana che ha permesso di congelare il conto corrente sul quale era transitato e depositato il denaro provento della truffa.

Un’operazione quella del sequestro preventivo non così banale, che necessita di tempestività operativa per impedire il defluire del denaro in mille rivoli, impossibili da arginare.

Al termine della vicenda, trascorsi i tempi tecnici necessari alle operazioni di verifica, la Procura di Parma ha disposto il dissequestro della somma e la contestuale restituzione all’avente diritto. La vittima, è rientrata in possesso di gran parte del maltolto, che come detto in precedenza ammontava a diverse migliaia di euro.

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