Giovedì, 17 Ottobre 2024 08:27

Stallo Ennio Tardini Parma In evidenza

Scritto da Gabriele Majo

A_gabriele-majo-foto-corrado-benedetti.jpeg(Gmajo) – La scorsa settimana l’assessore allo sport del Comune di Parma, deputato alla grande bega Stadio Tardini, Marco Bosi, ha aggiornato l’immagine di copertina del proprio profilo Facebook, ove ora fa bella mostra si sé la sua figura, che si staglia, imperiosa come un obelisco, sul manto verde dell’Ennio. C’è stato chi ha interpretato questo cambiamento (anche se a ben vedere non si tratterebbe di uno scatto attuale, bensì di repertorio, retrodatabile addirittura al periodo pre-elettorale) come un messaggio subliminale dell’amministratore, come a dire finalmente ci siamo, ma, invece, purtroppo, non è così.

 

 

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Lo stesso Bosi, all’uopo interpellato dal socio di PPC Nicolò Gazzi (“Spettacolo questa foto… Posso chiederle un’informazione? Ci sono novità proprio sullo stadio? Magari la foto è stata messa apposta…”) aveva risposto così: “Nessuna novità, ma non nel senso negativo. Il Parma sta predisponendo alcuni documenti necessari alla variante urbanistica. La procedura è faticosa e lunga, ma mi sembra che le cose stiano procedendo per il verso giusto”.

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Lo stallo continua. La giornata è uggiosa e pioviggina, alla faccia dell’ottobrata, ma siamo ancora, come fosse ferragosto, in piena tregua balneare, sul fronte stadio. Un paio di giorni fa si è riunito il Consiglio Comunale, ma tristemente il tema Tardini non era all’ordine del giorno, per cui si è baccagliato su altri argomenti, con le ceneri della questione ben in fondo al braciere, in attesa della scintilla…

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Allora: Bosi sostiene che il Parma stia predisponendo alcuni documenti necessari alla variante urbanistica. Ma la predisposizione, a quanto ci risulta, sarebbe già ultimata. E non si tratterebbe solo dei documenti necessari alla variante urbanistica, quanto di un completamento dei già ricchi faldoni, in base alle richieste della Conferenza di Servizi che, secondo gli stessi amministratori della cosa pubblica (con l’avallo del mainstream), aveva giù chiuso i propri lavori a Marzo, salvo poi a giugno inoltrato (dopo che era passato invano il mese di Maggio, in cui erano annunciati da Bosi i passaggi in Consiglio Comunale per variante urbanistica e durata della concessione) dirci che era ancora aperta.

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Bosi aggiunge che la procedura è faticosa e lunga, peccato non lo tenesse presente in passato, in occasione delle tante stentoree previsioni non andate a buon fine, anche se ora è inutile star qui a rivangare o a far polemica. E manco più è il tempo dell’ironia e del sarcasmo, per cui tralascio chiose sul fatto che gli sembri che le cose procedano per il verso giusto. Anche perché non procedono. Anche se per lui lo stallo non è conclamato.

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Per lui no, per me sì, perché non saprei come meglio definire il punto della situazione che è tristemente analogo a un mese fa, allorquando ne parlammo, sempre a seguito di uno scambio social tra Gazzi (che in PPC meriterebbe una carica: lo segnalo all’attenzione di Maurizio Braghiroli, che mi ha riferito di aver tagliato, subito dopo la trasmissione, il ciuffo alla Tito Stagno, del resto il lunedì i barbieri sono chiusi) e lo stesso Bosi.

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Durante l’estate avevamo, un po’ tutti noi del partito del buon senso, cullato la speranza di un ravvedimento, con virata verso un progetto a stralci, che non solo potrebbe essere il classico compromesso tra gli oltranzisti del No Tardini (che comunque in cuor loro sanno perfettamente che è difficile vincere la partita della delocalizzazione e chi, rispettoso delle tradizioni lo vuole lì, sicché a questo punto varrebbe la pena di dividere la posta in palio pareggiando), ma anche eviterebbe il suicidio sportivo della forzata serrata per (minimo) 27 mesi per abbattimento/totale rifacimento, come previsto dall’attuale progetto ad immagine e somiglianza del proponente, con conseguente esodo delle folle (le stesse che hanno fatto diventare record l’ultima campagna abbonamenti, dopo l’iniezione di quelli piazzati come “corporate”, al di là del ragguardevole numero di 10.555 puri).

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Purtroppo, però, l’ipotesi, in effetti presa in esame, e caldeggiata da qualcuno anche all’interno di Alcatraz (occhio a non venire decapitato), sembrerebbe essersi arenata, così come le interlocuzioni tra pubblico e privato che sembrerebbero non essere più così continue e costanti, molto produttive e proficue come in passato, anche perché, a ogni piè sospinto cambiano gli interlocutori (il rassicurante Denari, nomen omen, solo per citarne uno) ed ognuno parla una lingua diversa dall’altro (in tutti i sensi).

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Se dunque, come pare, l’ipotesi progetto a stralci è tramontata, sebbene caldeggiata proprio dalla Conferenza di Servizi, che avrebbe richiesto alternative progettuali, quali altre alternative potrebbero restare aperte, poste le conclamate difficoltà, ammesse anche dal Managing Director Corporate Luca Martines nelle ultime dichiarazioni pubbliche a tema, nel far quagliare le cose in un contesto residenziale-cittadino come l’attuale sito, se non la delocalizzazione in un altro?

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Probabilmente il Monumento Krause, che ne so… al Mall piuttosto che in Zona Mercati, avrebbe molte meno controindicazioni operative che non nel quartiere Cittadella, ma che brutta fine sarebbe per quel centenarioEnnio che stiamo celebrando in questi giorni con tanto di Mostra dedicata al Palazzo del Governatore e di Monumentale impressa sulle casacche di gioco (e. In più, se la Krause Arena sorgesse altrove, non ci sarebbe neppure la scocciatura delle lamentele per il cambio di naming, che dovrebbe garantire alle casse un’ingente somma (se non ricordo male avevano previsto 3.5 milioni/anno, cosa che manco l’Atalanta si sogna…).

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Ma anche questa ipotesi resta campata per aria, a fronte di quelle che erano le esplicite volontà del mecenate, che la grande opera la vorrebbe proprio lì, in Piazzale Risorgimento. Come noto, poi, la serrata per (minimo) 27 mesi comporterebbe l’esodo dei tifosi, nella migliore delle ipotesi in uno stadio provvisorio (idea che non sarebbe mai piaciuta a Krause, costretto ad aggiungere qualche milioncino ai già tanti pianificati per l’impianto principale), su cui si continua a brancolare nel buio, con mille rivoli aperti (con studi di fattibilità) senza quagliare su uno e metterlo a terra (Sorbolo, no?, Vero, troppo semplice…); o, peggio ancora, proprio come vorrebbe il Pres, in un impianto fuori città (alla faccia della identità), anche se Martines aveva affermato: Mai a Piacenza. Peraltro a sistemare il Garilli servirebbero pure soldoni…

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In tutto questo, poi, aleggia il grande dubbio sul fatto che KK abbia ancora poi così tanta voglia di essere munifico col territorio, irrorando la pioggia dorata di 170 milioni: sono passati quattro lunghi anni dall’idea iniziale, è tutto come prima? O nel frattempo si è fatto strada il convincimento di un ridimensionamento dell’investimento? A Collecchio, poi, dove ci sono decisamente meno complicanze dal punto di vista burocratico e certe operazioni immobiliari (tra cui l’acquisto del building ex Parmalat) sono state perfezionate con successo, non ci sono stati significativi sviluppi, con il Trading Center rimasto uguale a prima, senza alcun tipo di miglioria, al di là della sempre ottima manutenzione dei campi, ma anche con strutture (specie alla giovanili) fatiscenti.

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C’è chi favoleggia che il famoso temporary potrebbe sorgere proprio lì, a Collecchio: lasciando perdere le complicanze di viabilità, potrebbe anche avere un senso, giocare in casa. Del resto era nei piani iniziali avere un impianto da circa 3.000 spettatori per Primavera e Femminile, ma poi le ragazze sono state fatte sloggiare da Collecchio e deportate a Noceto, dove nell’Hub si troveranno anche bene, ma certo non vivono quella par condiciocoi maschi di cui tanto ci si era vantati ai tempi dell’acquisto del ramo d’azienda dell’Empoli. Contraddizione, tra le contraddizioni…

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Intanto il tempo passa: ormai, credo che possa esser codificato che pure la stagione 2025-26, in qualsiasi serie ci si trovi, sarà giocata dal Parma, come la presente, nell’attuale impianto, che è lo stesso che venne riqualificato da Nuovo Inizio (“8 Agosto 2018 – Riqualificazione Stadio Tardini che ottiene certificazione UEFA – Per affrontare il campionato di Serie A 18/19 ed ottenere la certificazione UEFA sui criteri infrastrutturali, vengono realizzati a tempo di record durante l’estate i lavori di ristrutturazione dello Stadio Tardini, interamente a carico della società. Vengono installati seggiolini in tutti i settori, ammodernati gli Skybox, nuovo tabellone a LED, zona video a bordo campo, VAR, nuovo impianto di illuminazione, nuovo impianto di drenaggio”). Già, Nuovo Inizio: e dire che secondo Schira sarebbe tutta colpa loro: “usciti di scena i vecchi soci, potrà ritornare pure a concentrarsi sul progetto dello stadio e del nuovo centro sportivo”, del resto come per il rinnovo al 2027 di Pecchia, il nostro Gasperini, di cui oggi, mercoledì 16 ottobre 2024, non si ha ancora l’ufficialitàGabriele Majo

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gabriele-majo-per-slide.jpegGabriele Majo

Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni . Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma FC quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" " (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth " del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".

 

 

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