In particolare, sono stati eseguiti una misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un imprenditore residente in provincia di Reggio Emilia, rappresentante legale di un’impresa edile con sede nel parmense e un sequestro preventivo di beni a carico del Direttore pro tempore di AIPO (ora sospeso) e di denaro per € 23.800 nei confronti di un funzionario di AIPO della sede di Cremona.
Contestualmente, all’esito delle indagini, la Procura di Parma ha disposto un avviso di conclusione di indagini preliminari e informazione di garanzia a carico di quattro indagati – il Direttore pro tempore di AIPO (sospeso dal 7 febbraio 2023), due imprenditori entrambi titolari di imprese edili operanti nel parmense e un’impiegata amministrativa dipendente di una delle imprese coinvolte – per le ipotesi di reato di corruzione (artt. 318-319-321 c.p.) e, per il solo pubblico dirigente, anche per peculato (art. 314 c.p.).
Per altri quattro indagati -le cui condotte illecite sarebbero state commesse in territori di competenza di altre Procure della Repubblica- la Procura di Parma procederà a trasmettere gli atti agli uffici giudiziari rispettivamente competenti.
I provvedimenti eseguiti in data odierna scaturiscono da un’attività investigativa delle
Fiamme Gialle di Parma concernente il possibile uso indebito di un’autovettura di proprietà dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume PO (ABDPO) da parte dell’allora Segretario Generale dell’Ente, poi nominato nel luglio 2022 Direttore di AIPO.
Durante l’attività investigativa erano stati, altresì, rilevati alcuni incontri tra il Direttore di AIPO e l’imprenditore edile destinatario della misura degli arresti domiciliari. Al termine di uno di essi, il 16 gennaio 2023, i finanzieri, dopo aver osservato la consegna di una busta, avvenuta all’interno di un’autovettura, dall’imprenditore al Direttore pro tempore di AIPO, procedevano all’immediato controllo che consentiva di verificare il contenuto della busta, consistente in denaro contante pari a € 3.000.
Ulteriori attività di osservazione e pedinamento svolte dai finanzieri avevano permesso di monitorare un altro incontro tra l’imprenditore edile e una sua dipendente con un funzionario di AIPO della sede di Cremona, prima del quale era stato monitorato uno scambio di buste avvenuto nel piazzale antistante la sede dell’impresa con la partecipazione dell’altra dipendente indagata.
Nell’ambito di questo primo filone investigativo, il 1° febbraio 2023, le Fiamme Gialle di Parma avevano eseguito perquisizioni a Parma, Reggio Emilia e Cremona, rinvenendo € 3.000 presso l’abitazione del Direttore di AIPO e € 23.800 presso l’abitazione del funzionario di AIPO in servizio a Cremona.
Successivamente, in data 07.02.2023, il Comitato di indirizzo di AIPO provvedeva all’emanazione di un provvedimento di sospensione cautelare a carico del Direttore pro tempore, provvedimento tuttora efficace.
Al fine di verificare la sussistenza di ipotesi corruttive, la Procura di Parma delegava ai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e del Gruppo di Parma ulteriori investigazioni, anche mediante indagini tecniche con l’ausilio, tra l’altro, di un captatore informatico inoculato su un dispositivo mobile (cd. trojan) e di una microcamera. °°°°
Il primo rapporto corruttivo riguarda i rapporti tra il Direttore Aipo e l’imprenditore destinatario dell’odierna misura cautelare.
In particolare gli accertamenti hanno consentito di documentare quattro incontri tra il Direttore pro tempore di AIPO e l’imprenditore in questione. Detti appuntamenti venivano concordati telefonicamente utilizzando una formula convenzionale individuata nell’invito a “prendere un caffè”, terminologia che l’imprenditore utilizzava anche con la dipendente amministrativa, indagata a titolo di concorso in corruzione per aver curato l’approvvigionamento di denaro che sarebbe stato consegnato al pubblico ufficiale. I riscontri eseguiti dai finanzieri - mediante servizi di osservazione ed intercettazione audio e video - hanno permesso di rilevare come nel corso degli appuntamenti non sia mai stato consumato alcun caffè, in quanto gli incontri tra i due indagati avvenivano sistematicamente all’interno dell’autovettura dell’imprenditore, per pochi minuti, sempre nelle adiacenze esterne alla sede di Parma di AIPO.
Secondo l’ipotesi di accusa, nei quattro incontri l’imprenditore posto agli arresti domiciliari avrebbe consegnato al Direttore di AIPO denaro (per i seguenti importi: € 3.500 in data
01.09.2022, € 3.500 in data 21.09.2022 e € 3.000 in data 16.01.2023) e un culatello (il 22 dicembre 2022), condotte che il GIP ha qualificato come ipotesi di reato di corruzione ex art. 319 c.p. (“corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio”).
In effetti, l’esame della documentazione acquisita dalle Fiamme Gialle ha permesso di individuare diversi lavori affidati da AIPO alla società rappresentata dall’indagato, in relazione ai quali sarebbero state elargite le dazioni:
- lavori di adeguamento della chiavica di foce Riglio nei comuni di Spinadesco (CR) e
Cremona aggiudicata nel luglio 2021 per € 1.078.000,00 ad un’ATI (Associazione
Temporanea di Imprese) rappresentata dall’imprenditore indagato;
- accordo quadro triennale 2022-2024 per la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua di competenza del PTI 01 di Cremona – Fiume Po, aggiudicata nel giugno 2022 per €
781.000,00 ad un’ATI (Associazione Temporanea di Imprese) rappresentata dall’imprenditore indagato;
- lavori di somma urgenza di Concordia sulla Secchia (MO) con affidamento diretto nel settembre 2022 per € 200.000 alla società rappresentata dall’imprenditore indagato;
- lavori di adeguamento in quota della sagoma dell’arginatura maestra del Fiume Po nei Comuni di Serravalle a Po (MN) ed Ostiglia (MN), aggiudicati nel gennaio 2023 per € 3.068.127,00 ad un’ATI composta anche dalla società rappresentata dall’imprenditore indagato.
In relazione all’aggiudicazione dei predetti lavori, l’ipotesi accusatoria formulata verte sull’azione di influenza che il Direttore pro tempore avrebbe esercitato, pilotando la scelta dell’impresa aggiudicataria a favore della società dell’indagato in assenza di motivazioni diverse dalla realizzazione del solo interesse del privato oppure, in un caso, influenzando la scelta del Presidente di Commissione della gara pubblica, nominato tra le figure interne all’Agenzia pur trattandosi di un appalto di importo superiore a 1 milione di euro, in violazione delle disposizioni del vigente codice degli appalti e manipolando il criterio previsto di rotazione degli incarichi.
°°°°°°
Un secondo episodio corruttivo è ipotizzato a carico di un funzionario AIPO in servizio presso la sede di Cremona e dell’imprenditore posto agli arresti domiciliari (“corruzione per l’esercizio della funzione” ex art. 318 c.p.). In dettaglio, stando alla ricostruzione investigativa, l’imprenditore, nell’ottobre 2022, avrebbe consegnato la somma di denaro pari a € 3.000 al funzionario pubblico in relazione all’esercizio delle funzioni di R.U.P. (responsabile unico procedimento) e Direttore dei lavori presso AIPO Cremona con riferimento al servizio denominato “Accordo quadro triennale 2022-2024 per la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua e OO.II. di competenza del PTI01 di Cremona- Fiume Po”. In tale occasione, alla consegna del denaro avrebbe partecipato anche una dipendente amministrativa dell’imprenditore, la quale è indagata per concorso nel reato di corruzione.
°°°°
Il terzo episodio corruttivo -ricostruito grazie alle indagini e fatto proprio dal GIP-
(“corruzione per l’esercizio della funzione” ex art. 318 c.p.) riguarda la dazione di una cassa di champagne (sei bottiglie) del valore commerciale di € 1.410, ceduta in data 1° dicembre 2022 da un altro imprenditore edile parmigiano al Direttore pro tempore di AIPO a fronte dell’avvenuta assegnazione alla sua società dei lavori di somma urgenza per la frana sulla sponda del fiume Enza in località Coenzo nel Comune di Sorbolo Mezzani (PR). °°°° Infine, un’ulteriore contestazione è formulata nei confronti del Direttore pro tempore di AIPO per l’ipotesi di reato di peculato (art. 314 c.p.) in quanto, mediante l’utilizzo di strumenti di tracciamento GPS nonché di attività di pedinamento e riscontro documentale, è stato possibile ipotizzare - sia durante il periodo in cui era Segretario dell’Autorità Distrettuale del Bacino del Fiume Po (ADBPo) sia quando era direttore dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO) – un utilizzo in modo continuativo e sistematico di autovetture di servizio per fini esclusivamente personali, per un totale di 159 viaggi nel solo periodo aprile-luglio 2022.
Con riferimento alle esigenze cautelari espresse nel provvedimento, il GIP ha ritenuto idonea la misura degli arresti domiciliari in capo all’imprenditore indagato quale presunto corruttore con particolare riferimento al modus operandi dimostrato nell’intrattenere relazioni con pubblici funzionari. In particolare, nell’ordinanza del GIP si evidenzia come l’imprenditore assimilasse le prebende elargite ai pubblici funzionari a degli ordinari costi d’impresa da recuperare poi ai danni dell’interesse pubblico, utilizzando talvolta nelle forniture pubbliche materiale di minor valore rispetto a quello pattuito. Nello specifico, nell’ordinanza del GIP è riportato l’episodio rilevato dalle indagini delle Fiamme Gialle secondo cui l’impresa dell’indagato, nell’esecuzione di lavori commissionati da AIPO per la riparazione dell’argine di un fiume a seguito di una frana, avrebbe utilizzato un materiale di minor valore rispetto a quello pattuito, ossia pali di pino di diametro inferiore a 20 centimetri in luogo di pali di qualità diversa (castagno) e con diametro superiore (25 centimetri). Viceversa, quanto al Direttore di Aipo, le esigenze cautelari sono state ritenute non sussistenti in ragione della intervenuta sospensione dalle funzioni in sede amministrativa. °°°°°
Con il presente comunicato si intendono sottolineare, in definitiva, i seguenti aspetti che denotano la particolare rilevanza pubblica dei fatti:
- in primo luogo, il ruolo d’interesse collettivo svolto dall’Agenzia Interregionale per il fiume Po, che -quale Ente strumentale delle Regioni Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto- cura la gestione del maggiore bacino idrografico italiano, occupandosi di sicurezza idraulica, demanio idrico e navigazione fluviale ed è destinataria tra l’altro di ingenti somme nell’ambito del PNRR;
- in secondo luogo, la gravità di eventuali fenomeni corruttivi e di peculato riconducibili a pubblici dipendenti chiamati a gestire opere strategiche e ingenti risorse economiche dello Stato e dell’Unione Europea;
- in terzo luogo, la necessità di garantire una leale concorrenza tra gli operatori economici nella partecipazione ad affidamenti e gare d’appalto ad evidenza pubblica;
- in quarto luogo, l’importanza che i lavori di manutenzione degli argini dei fiumi siano eseguiti nel rispetto dei capitolati stabiliti dagli Enti pubblici preposti e con l’utilizzo di materiali adeguati, a tutela della pubblica incolumità.