L’uomo, con una sfilza di precedenti alle spalle, dalla rapina al furto, passando dalla violenza privata alla violazione di domicilio, per finire al porto di oggetti atti ad offendere e alla resistenza a Pubblico Ufficiale, era stato ammesso dal Magistrato di Sorveglianza, ad un percorso riabilitativo che avrebbe dovuto seguire e che prevedeva una serie di regole comportamentali ben precise, fra le quali in primis quella di non reiterare i reati commessi.
I Carabinieri però, nel corso degli ordinari servizi di controllo del territorio, lo hanno colto “in fallo” in diverse occasioni.
Le suddette violazioni, commesse a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, sono state comunicate senza ritardo all’Autorità Giudiziaria, per le specifiche valutazioni di competenza.
Il Tribunale, vagliate scrupolosamente le circostanze di fatto evidenziate dai Carabinieri, ha ritenuto che per l’uomo, la misura cautelare dell’affidamento in prova ai servizi sociali, non fosse più idonea a impedire la reiterazione dei reati e pertanto emetteva la misura della custodia cautelare in carcere.
I Carabinieri di Medesano, ricevuta l’ordinanza emessa dall’A.G., hanno raggiunto la comunità della provincia dove era in prova, per notificargli il provvedimento a suo carico e, al termine delle formalità di rito, lo traducevano in carcere.