“Alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal dirigente Martines vorremmo sottolineare alcune questioni che ci paiono urgenti da dirimere, in attesa che venga reso pubblico il progetto, teoricamente rimodellato sulla base delle richieste elaborate nel suo documento dello scorso aprile dal Consiglio comunale” scrive l’associazione.
“Martines ha dichiarato che la società sta attendendo indicazioni specifiche in merito alla tutela disposta dal MIBACT, Segretariato regionale per l’Emilia Romagna - Commissione per il Patrimonio Culturale sull’area antistante lo stadio Tardini; nel fare riferimento a tale vincolo, Martines ha voluto rimarcare, come punto a favore del progetto, che è stata svincolata dalla tutela la tribuna Petitot. Se davvero fosse una buona notizia per la società, ci chiediamo per quale ragione sia stato istruito ricorso presso il Ministero dei Beni Culturali avverso tale vincolo. Neppure Inter e Milan hanno reagito in questo modo di fronte alla tutela dello stadio Meazza!”.
“Ci pare piuttosto che il vincolo di tutela, che riguarda l’ingresso nella sua interezza (porta monumentale, cancellata, palazzine laterali e area libera circostante) sia giunta piuttosto sgradita al Parma Calcio, perché impone che vengano conservati gli equilibri prospettici di vuoti e pieni della progettazione urbanistica di cent’anni fa e quindi che il piazzale tra l’ingresso monumentale e lo stadio vero e proprio rimanga libero da qualunque intralcio o costruzione. Non avendo ancora visto il progetto modificato, non possiamo sapere con certezza in che modo ciò sia in conflitto con la tutela disposta dalle autorità competenti, ma il fatto che sia stato disposto un ricorso può farci intuire che ci siano notevoli problemi da risolvere e che quindi il progetto non sia conforme ai vincoli previsti, presumibilmente prevedendo di occupare quello spazio con edifici commerciali e di cementificarlo per far posto agli accessi del parcheggio sotterraneo. Che cosa ne pensano i consiglieri comunali? Ritengono forse accettabile che si faccia ricorso avverso la tutela di un bene pubblico, che sarebbero piuttosto chiamati a valorizzare e proteggere in nome e per conto della cittadinanza che li ha eletti?”.
“In secondo luogo, Martines affronta il nodo cruciale della sostenibilità economico finanziaria del progetto e motiva la proiezione sui 90 anni ‘per aspetti di bancabilità e finanziabilità’. Chiariamo il punto: il PEF si articola su 90 anni perché se no non sarebbe sostenibile e non permetterebbe alla società di ottenere l’asseverazione da parte delle banche? E che cosa ne pensano i consiglieri comunali, che nel loro documento di indirizzo alla giunta in relazione al nuovo stadio hanno chiesto una riduzione significativa della durata della concessione (50-60 anni)?”.
“Nel caso infine di una cantierizzazione unica della durata di due anni, prefigurata da Martines, in che modo si potrebbero conciliare lavori tanto impattanti con la frequentazione da parte di bambini e ragazzi della Scuola Puccini-Pezzani? Si pensa che il cantiere e la vita quotidiana della scuola possano essere compatibili, ovvero si prefigura un trasferimento degli alunni in altra sede durante l’esecuzione dei lavori di demolizione e ricostruzione? Che cosa ne pensano i consiglieri comunali, che hanno chiesto la salvaguardia del plesso scolastico come condizione per un voto favorevole al progetto?”.
“Crediamo che le 8.241 persone che hanno sottoscritto la Petizione contro la demolizione e ricostruzione dello Stadio Tardini abbiano diritto a risposte precise, almeno quanto i 7000 abbonati del Parma Calcio” conclude Parma Città Pubblica.
(Foto di Antonio Nunno)