Di Flavia De Michetti Roma, 28 aprile 2023 (Quotidianoweb.it) - Secondo quanto riferito, la donna si aggirava nell'area di una scuola privata, presso la residenziale zona di Daechi-dong, nel sud di Seoul, spiegando agli studenti che quelle bevande avrebbero migliorato la memoria e la concentrazione, ma, dopo alcune analisi, le bibite sono risultate positive ai test di metanfetamine ed ecstasy, ingredienti probabilmente portati dalla Cina.
La Stazione di Polizia di Seoul Gangnam ha arrestato la 49enne nella sua residenza a Imun-dong del distretto di Dongdaemun, nella parte orientale di Seoul. Altre tre persone sono sospettate di essere coinvolte nel caso.
Le bevande distribuite sono etichettate come “Mega ADHD” e sono state consegnate agli studenti dicendo loro che l'omaggio faceva parte di un evento di degustazione. I sospettati hanno perfino chiesto ai ragazzi i contatti dei loro genitori, presumibilmente a scopo di indagine.
In realtà, i recapiti sono stati utilizzati per intimidire i genitori, chiedendo loro circa 100 milioni di won, altrimenti avrebbero denunciato alla Polizia l'uso di droga da parte dei loro figli.
Gli agenti, con l’aiuto di quattro squadre investigative e dopo aver chiesto la collaborazione delle Autorità cinesi, hanno ampliato le proprie indagini per individuare la mente dietro questo crimine.
Fino ad ora, sette studenti e un genitore hanno consumato le bevande e hanno mostrato sintomi anormali, risultando positivi al test per sostanze illecite.
Stando alle ultime indagini, i quattro sospetti hanno affermato di non essere a conoscenza del fatto che le bevande fossero infuse con droghe e di averle distribuite in qualità di lavoratori part-time per un datore di lavoro che li ha assunti tramite Internet.
Tuttavia, non sembrerebbe essere la prima volta per la droga in un quartiere tanto elegante della Corea. Lo scorso anno, infatti, sono emerse alcune voci tra i genitori secondo le quali la gente distribuiva volantini e caramelle a base di sostanze stupefacenti agli studenti vicino ai cancelli delle scuole e alle grandi accademie private.
Secondo post diffusi sul web, tentativi simili sarebbero stati orchestrati già in passato, prendendo di mira gli studenti di Gangnam, al fine di renderli “futuri tossicodipendenti”.
A causa della sempre più vasta disponibilità dei narcotici, al momento la Corea sta affrontando una dura battaglia per controllare i crimini legati alla droga, in particolare tra le giovani generazioni.
Secondo i dati ottenuti dal Comitato Politico del Partito della Giustizia dal sito web dell'Ufficio dei procuratori supremi (un’organizzazione prosecutoria formalmente dipendente dal Ministero della Giustizia, ma che dispone del potere esclusivo di aprire e chiudere le indagini e di formalizzare capi d’accusa), lo scorso anno il numero di adolescenti incriminati per droga è stato di 481, un aumento di quasi otto volte rispetto ai 58 del 2013.
A tal proposito, Jeon Kyoung-soo, capo del Drug Criminology Institute of Korea, ha dichiarato “Ora non è il momento di fare luce solo su chi ha fatto uso di droghe, ma di elaborare un progetto a lungo termine su come prevenire l'afflusso di droga nel Paese, dal momento che il Governo sta lottando per arginare il traffico di droga”.
Alla luce di quest’ultimo caso, il Ministero dell'Istruzione ha dichiarato di aver distribuito le linee guida ideate dalla Polizia a ciascun Ufficio Provinciale dell'Istruzione, che spiegano come gli studenti dovrebbero comportarsi qualora si verificasse un caso simile al recente incidente di Daechi-dong.