Modena 12 gennaio 2023 – Una storia di maltrattamenti, vessazioni e appropriazione indebita durata dieci anni ai danni di un 72 enne della Bassa modenese, che ieri ha portato alla condanna a due anni e otto mesi di un uomo di nazionalità rumena, mentre la moglie di quest’ultimo è stata rinviata a giudizio e il processo a suo carico inizierà a luglio.
L’incredibile vicenda inizia dieci anni fa quando la vittima, un’ex bidello in pensione, assume la donna come badante per gli anziani genitori. Quando questi vengono a mancare, la badante rimane a vivere con lui, rimasto solo, e riesce a fare venire in Italia anche il marito. A poco a poco, fingendo amicizia e vicinanza, i due cominciano a tessere la loro tela attorno al malcapitato.
Prima la donna riesce ad appropriarsi della casa in cui tutti e tre vivono simulando una vendita fittizia da parte del legittimo proprietario, poi la rivende a prezzo maggiorato intascando i soldi del guadagno. Poi, riesce a farsi intestare la pensione della vittima e anche il suo TFR. Non contenta, gli fa firmare diversi contratti di finanziamento fino a ridurlo completamente in povertà. Infine, con la stessa tecnica utilizzata per l’acquisto della prima casa, simula anche quello di una seconda abitazione di proprietà dell’ex bidello per la cifra irrisoria di novemila euro. La rivendita, però, non va a buon fine.
Parallelamente, iniziano anche le umiliazioni e le vessazioni sull’anziano. Di quella che è la sua pensione gli vengono concessi solo 50 euro al mese per le sigarette, gli vengono serviti solo avanzi per sfamarsi, infine, viene cacciato di casa, con l’ordine di uscire la mattina e tornare solo la sera e, negli ultimi quattro anni, gli viene persino inibito l’uso del bagno. L’uomo così trova rifugio in un casolare abbandonato dove, di tanto in tanto, qualche parente mosso a pietà gli porta un pasto caldo.
La svolta arriva quando il suo difensore d’ufficio in un procedimento per guida in stato di ebbrezza, l’Avvocato Nicoletta Tietto, nota che qualcosa non va. L’uomo manifesta evidenti difficoltà di parola, ha una terribile psoriasi e versa in condizioni igieniche e sanitarie pessime. Decide così di svolgere alcune indagini pro bono e la verità, poi confermate da ulteriori approfondimenti della Polizia Giudiziaria, viene a galla. Emerge anche che il 72 enne era stato ridotto in condizioni psicologiche tali da non avere mai osato ribellarsi ai suoi aguzzini.
La coppia rumena viene quindi rinviata a giudizio. Il marito viene condannato a due anni e otto mesi di reclusione per maltrattamenti e circonvenzione di incapace, a fronte di una richiesta del pm a un anno e otto mesi. Per la donna il processo inizierà nel luglio prossimo. Intanto, però, la casa in cui la coppia ha abitato fino a oggi è stata posta sotto sequestro ed è stata prevista la corresponsione di una provvisionale dello stesso valore dell’immobile immediatamente esecutiva.