SASSUOLO (MO) - Avevano istituito una vera e propria “industria del tarocco” con il fine di produrre e immettere sul mercato abbigliamento e accessori di noti marchi falsificati e del tutto simili agli originali, naturalmente agli occhi dei meno esperti.
La contraffazione, tuttavia, non è sfuggita agli uomini della Guardia di Finanza, impegnata in una campagna di controlli sul territorio finalizzare alla prevenzione e repressione delle attività illecite.
Le indagini sono infatti partite dopo che i militari del Comando Provinciale di Modena, in collaborazione con la Polizia Locale di Sassuolo, durante il mercato settimanale di Sassuolo hanno individuato un commerciante italiano che esponeva sulla propria bancarella capi di abbigliamento con marchi di note griffes, ma a un prezzo nettamente inferiore agli “originali”.
I finanzieri hanno quindi esaminato gli articoli messi in vendita, notando che i marchi erano verosimilmente contraffatti e finalizzati a trarre in inganno i compratori. I militari hanno quindi deciso di estendere le indagini e fare una perquisizione presso due immobili di Vignola, nella disponibilità della ditta individuale.
Qui è stata trovata ulteriore merce contraffatta, pronta per essere immessa sul mercato ma, soprattutto, in uno dei locali è stato trovato un vero e proprio laboratorio con macchine da cucire collegate a due “stazioni” programmatrici, complete di istruzioni dettagliate per la riproduzione dei marchi sui capi di abbigliamento non griffati, oltre che tutto il materiale necessario per la riproduzione illecita dei loghi.
Al termine della perquisizione, i finanzieri hanno quindi posto sotto sequestro 6000 capi contraffatti tra piumini, maglioni, felpe, camice e pantaloni per un valore di mercato di oltre 200 mila euro. Inoltre è stata posta sotto sequestro anche la porzione dell’immobile adibita a laboratorio, compresi i macchinari presenti.
Il titolare della ditta individuale, invece, è stato deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena che ha provveduto a convalidare il sequestro. Il procedimento penale a suo carico è attualmente nella fase delle indagini preliminari e vale la presunzione di non colpevolezza dell’indagato in attesa del giudizio definitivo.
Inoltre, sono in corso ulteriori approfondimenti di natura tributaria per quantificare gli eventuali pregressi proventi illeciti e le relative imposte evase.