- il titolare di un esercizio commerciale di rivendita di motocicli di interesse storico e collezionistico situato in provincia di Parma (arresti domiciliari);
- il gestore di fatto di agenzia di pratiche automobilistiche situata in provincia di Como (obbligo di presentazione alla P.G);
- un collaboratore di Sportelli Telematici dell’Automobilista gestiti da congiunti in provincia di Cagliari (obbligo di presentazione alla P.G).
La vicenda cautelare costituisce l’esito (ma solo parziale) di una vasta indagine condotta dalla Procura di Parma nel settore del mercato dei veicoli d’epoca o d’interesse storico collezionistico che, negli anni, ha subito una metamorfosi, tanto che da un ristretto numero di appassionati si è passati ad un mercato sempre più fiorente e variegato che permette, a chiunque, di acquistare moto e auto d’epoca con cifre che talvolta risultano contenute.
Dalle indagini è emerso uno spaccato particolare, con interessi convergenti di cittadini, il cui unico scopo era “possedere” un veicolo storico quale “bene-rifugio/investimento”, e soggetti la cui finalità appare quella di trarre il maggior profitto possibile dal soddisfacimento di tali esigenze.
Invero, è emerso che gli estimatori – italiani e stranieri – sono disposti a spendere anche cifre particolarmente elevate in presenza di veicoli considerati “originali d’epoca” e di particolare rilevanza storico-collezionistica, laddove, allo stato, le indagini hanno consentito di evidenziare come spesso la documentazione a supporto di tali veicoli appaia frutto di abili contraffazioni.
L’elaborata analisi investigativa della Sezione Polizia Stradale di Parma ha consentito di acquisire elementi indiziari forti per sostenere il collegamento di alcuni privati inseriti in tale mercato con appartenenti alla pubblica amministrazione, dislocati in vari punti del territorio nazionale, apparsi particolarmente “disponibili” a compiere atti contrari ai doveri del proprio ufficio, per eludere e/o aggirare le procedure amministrative previste dalla normativa vigente nel settore.
In sostanza, mediante la condotta illecita ipotizzata, gli indagati destinatari del provvedimento cautelare (unitamente a svariati altri soggetti, per i quali il GIP ha ritenuto non attuali le esigenze cautelari):
- avrebbero curato il buon fine delle pratiche illecite finalizzate a consentire la reiscrizione o la reimmatricolazione dei veicoli;
- avrebbero procacciato documentazione contraffatta (false carte/libretti di circolazione, false denunce di smarrimento delle medesime, falsi certificati di proprietà e fogli complementari, falsi documenti di identità), per il tramite di un esperto nel settore della falsificazione;
- avrebbero commissionato ad alcuni specialisti l’alterazione e/o contraffazione dei numeri identificativi (telaio e motore) dei veicoli trattati, a tal fine impiegando punzoni analoghi agli originali, procacciati da altro soggetto;
- avrebbero contraffatto, mediante apposizione del sigillo dello Stato, le targhe di circolazione messe in circolazione dal titolare di una ditta versata nel settore delle targhe storiche;
- avrebbero acquistato motoveicoli di provenienza illecita;
- avrebbero consegnato, direttamente e/o per il tramite di intermediari, somme indebite di denaro ed altre utilità (tra cui: ricariche telefoniche, biglietti per concerti musicali) a dipendenti di due uffici pubblici, ovvero il Pubblico Registro Automobilistico di Cagliari (al fine di ottenere, in cambio, estratti cronologici ricavati dalla visione dei microfilm PRA, visure storiche senza corresponsione dei prescritti costi del servizio) e la Motorizzazione civile di Parma (al fine di ottenere in cambio, l’aggiornamento della Banca Dati MIT-MC eseguito in base a documenti apocrifi e, conseguentemente, una specifica omologazione E.U. -Esemplare Unico- per diversi motoveicoli, così sottraendo tali motoveicoli all’obbligo di visita e prova presso la Motorizzazione provinciale in caso di revisione periodica).
Agli indagati pertanto vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, falso in sigillo, ricettazione, riciclaggio, falso in atto pubblico, commessi in un vasto arco temporale (sino alla fine del 2019).
Dal vaglio della consistente quantità di documentazione acquisita nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica di Parma ha altresì disposto plurime perquisizioni domiciliari finalizzate alla verifica della attualità delle condotte ritenute illecite, il che ha portato al sequestro di copiosa documentazione, strumenti di falsificazione e somme di denaro, il tutto riconducibile –allo stato degli accertamenti- alla attività illecita complessivamente considerata.
(NB: L'immagine di copertina è un mezzo di una collezione privata e utilizzata dalla redazione a commento dell'articolo ma non interessata alla vicenda narrata)