La misura è stata eseguita a carico di nove destinatari della stessa; si tratta di soggetti di nazionalità nigeriana, ovvero:
- EROMOSELE Jude, detto Ebo, classe 1990;
- OKOROMI Blessing, classe 1992;
- EGONDI Maxwell Jude, classe 1988;
- LIVINGSTONE Elvis, classe 1989;
- OSOIKHIA Emmanuel, classe 1987;
- IBHAWOH Osas, detto Iroko, classe 1996;
- AKHERE Christian, classe 1999;
- OKOJIE Marculey, classe 1998;
- OMONDIAGBE IBHAZOBE Kelvin detto Olamede, classe 1996.
I primi sei indagati, destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere, sono stati associati presso le Case Circondariali di Parma, Padova e Bergamo, mentre ai restanti tre è stato notificato il divieto di dimora nella Provincia di Parma.
Altri due soggetti (uno di nazionalità gambiana ed altro di nazionalità nigeriana, rispettivamente destinatari di ordinanza cautelare in carcere e di divieto di dimora), sono risultati, allo stato, irreperibili.
L’attività investigativa condotta dalla locale Squadra Mobile e coordinata dalla Procura di Parma ha preso abbrivio dagli accertamenti effettuati in relazione ad una serie di risse ed aggressioni che avevano come protagonisti dei cittadini nigeriani, verificatesi in questo centro cittadino nell’autunno del 2020.
In particolare, nella tarda serata del 02/09/2020, nei pressi di un c.d. Africa market sito in via Zarotto, un cittadino nigeriano veniva aggredito da quattro suoi connazionali e solo l’intervento dei titolari dell’esercizio – che mettevano in fuga gli aggressori – consentiva alla vittima di mettersi in salvo, scongiurando più gravi conseguenze.
Gli accertamenti condotti nell’immediatezza dagli investigatori della Squadra Mobile consentivano di identificare i quattro presunti aggressori e di acquisire elementi per ritenere che l’episodio e le ulteriori risse che si erano registrate negli stessi giorni in altre parti della città, tra cui il parco “Falcone e Borsellino”, fossero da ricondurre ad un conflitto insorto tra soggetti coinvolti nell’ambito dello spaccio al minuto di sostanze stupefacenti.
Sulla scorta di queste prime emergenze investigative, veniva autorizzato l’avvio di attività tecnica di intercettazione telefonica delle utenze in uso ai quattro presunti aggressori e, sin dai primi giorni, trovava riscontro l’ipotesi investigativa che tali soggetti fossero dediti all’attività di spaccio, ovvero gravitassero in tale ambiente, accompagnandosi con soggetti già conosciuti dagli investigatori del gruppo antidroga come inseriti nel settore degli stupefacenti.
In particolare, l’attività investigativa consentiva di appurare che tali persone, per buona parte della loro giornata, stazionavano principalmente all’interno del parco “Falcone e Borsellino” dove -grazie alla vastità dell’area ed alla presenza di numerose possibili vie di fuga idonee a consentire agli interessati di sottrarsi ai controlli delle forze di polizia- apparivano svolgere attività di spaccio.
L’estensione dell’attività di intercettazione telefonica ha, poi, consentito di identificare altri soggetti, oggi indagati per il reato di spaccio, che, a differenza dei primi, avevano come base per la loro attività di spaccio il “parco Ducale” e le vie limitrofe.
L’attenzione degli investigatori si è, quindi, concentrata, su queste due aree e, sulla scorta degli esiti delle intercettazioni telefoniche e delle dichiarazioni rese dai numerosi soggetti identificati come acquirenti nel corso di dedicati servizi su strada, è stato possibile acquisire elementi a carico di una serie di venditori (i c.d. pusher), da ritenersi attivi, in alcuni casi, da oltre due anni, nelle due centralissime aree verdi.
Nello specifico, sono stati raccolti elementi indiziari a carico di IBHAWOH Osas, detto Iroko; I.T. classe ’95; AKHERE Christian, OKOJIE Marculey, LIVINGSTONE Elvis, OMONDIAGBE IBHAZOBE Kelvin detto Olamede ed il soggetto sottrattosi all’esecuzione della misura del divieto di dimora in Parma, i quali, collaborati da altri loro connazionali, si sarebbero resi autori di oltre 1500 cessioni di sostanza stupefacente, garantendo ai propri “clienti” un approvvigionamento continuo, corrispondendo alle loro richieste di qualunque sostanza stupefacente: cocaina, eroina, hashish o marjuana.
E’ infatti emerso che ciascuno dei predetti, collaborato da altri connazionali, avrebbe presidiato specifici settori delle due aree verdi, effettuandovi cessioni di stupefacente; in altri casi previ accordi telefonici, gli indagati avrebbero raggiunto gli acquirenti in zone concordate, tenuto conto della conoscenza che è apparsa consolidata tra gli indagati stessi e gli acquirenti.
Non sono emersi contatti o interazioni tra i presunti venditori, il che sembra dimostrare che, dopo le risse registrate nel mese di settembre 2020 che avevano visto coinvolti alcuni degli odierni indagati, il possibile raggiungimento di una sorta di accordo sulla ripartizione del territorio.
Sono emersi invece dei punti di contatto tra gli indagati ritenuti spacciatori “al minuto”, rappresentati da coloro che appaiono essere i fornitori di hashish.
Il prosieguo dell’attività ha infatti consentito di acquisire elementi a carico di altri soggetti, che sono apparsi i fornitori di hashish: E. J. Classe ’84, EROMOSELE Jude detto Ebo, O.J. classe ’86 ed OSOIKHIA Emmanuel detto Emma.
Costoro, per un verso, avrebbero continuato a gestire direttamente ed autonomamente l’attività di spaccio al minuto nelle medesime aree del parco “Falcone e Borsellino” e del “Parco Ducale” ma, avendo una disponibilità economica e mezzi superiori ad altri, sarebbero stati in grado di approvvigionarsi della sostanza stupefacente presso propri connazionali fuori regione, portandola sul mercato parmigiano.
Attraverso le attività tecniche su detti soggetti, accompagnata da dedicati servizi di osservazione e pedinamento e dai sequestri effettuati, è stato possibile documentare l’arrivo nella città di Parma di oltre 20 kg. di hashish. A tal fine l’indagine ha consentito di acquisire elementi indiziari in ordine alla organizzazione di viaggi esclusivamente a bordo di treni regionali con l’ausilio di altre persone con specifici ruoli: alcune donne (evidentemente ritenute meno soggette ai controlli di polizia), si sarebbero occupate del trasporto dello stupefacente; alcuni uomini si sarebbero occupati di presidiare le stazioni, prima dell’arrivo del fornitore e della donna, evidentemente per verificare l’eventuale presenza delle forze di polizia.
L’attività investigativa ha condotto altresì alla identificazione di due persone che avrebbero avuto il ruolo di “grossisti” dello stupefacente (EGONDI Maxwell Jude e il soggetto sfuggito alla ordinanza di custodia in carcere), entrambi domiciliati nella provincia di Bergamo a cui i “fornitori locali”, come visto, si sarebbero rivolti con una frequenza pressoché settimanale per i propri approvvigionamenti di hashish, al pari di altre persone provenienti da varie province del Nord Italia.
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Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, è stata data esecuzione anche a decreti di perquisizione locale e personale emessi dalla Procura della Repubblica non solo nei confronti dei destinatari di misura ma anche di ulteriori sette soggetti, tutti di nazionalità nigeriana, indagati a piede libero per i medesimi reati.
Si tratta di persone per le quali il GIP, pur riconoscendo la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, ha ritenuto non sussistenti, e comunque non attuali, le esigenze cautelari, o perché si tratta di donne (Ejebaobhio Gift ed Omorodion Sarah) con un ruolo delinquenzialmente subordinato a quello dei rispettivi compagni (E. J. classe 1984 ed Osoikhia Emmanuel) o perché nel frattempo già raggiunte da altra misura custodiale che, secondo il GIP, ne avrebbe attenuato il rischio di recidiva (I. T. classe 1995, E. J. classe 1984, O. J classe 1986, O. P. O. classe 1995).
Tale attività di perquisizione ha consentito di rinvenire e sequestrare -oltre ai telefoni cellulari di interesse investigativo in quanto monitorati nel corso dell’attività- anche somme di denaro per complessivi 13.330,00 € in contanti.
Per completezza espositiva, va detto che, in occasione della perquisizione a carico di due degli indagati nigeriani non destinatari della misura cautelare (E. J. ed Ejebaobhio Gift), all’interno della loro abitazione sita a Castelnovo Sotto (Re) è stato rintracciato un ulteriore soggetto, non coinvolto nella presente indagine, tale EJEBAOHIO Diouf, trovato in possesso di 38 involucri termosaldati contenenti cocaina per un peso complessivo di gr. 6,60; l’uomo, peraltro irregolare sul territorio nazionale, e gravato da precedenti di polizia anche per reati specifici, è stato tratto in arresto in flagranza per detenzione di sostanza stupefacente a fini di spaccio e, su disposizione del PM di Turno della Procura di Reggio Emilia, competente per territorio, è stato trattenuto presso le camere di sicurezza della Questura di Reggio Emilia, a disposizione dell’AG competente.
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L’odierna operazione -al netto delle valutazioni sui profili di responsabilità penale demandate alle fasi ulteriori del procedimento, in ossequio al principio della presunzione di innocenza recentemente ribadito dal legislatore nazionale sulla scorta della normativa comunitaria- costituisce la tangibile prova dell’impegno che la Procura di Parma (di volta in volta mediante la collaborazione delle varie forze di polizia presenti sul territorio) mette in campo al fine di fronteggiare il diffusissimo problema dello spaccio di stupefacenti che, nelle forme c.d. leggere (hashish, marijuana, cannabis light) e pesanti (soprattutto eroina e cocaina, ma anche la c.d. droga dello stupro), affliggono il nostro territorio, attraendo un pubblico soprattutto giovanile, ma non solo.
Nell’ottica di un contrasto ad ampio spettro, l’attività investigativa mira a seguire le evoluzioni dell’attività di spaccio, concentrate talvolta in zone centrali del capoluogo (ad esempio le operazioni nei pressi dell’istituto Toschi e nei pressi del Teatro Regio), talvolta in zone periferiche, talvolta ancora (come nel caso di specie) all’interno delle c.d. aree verdi, tradizionalmente riservate invece anche ai nuclei familiari, ivi compresi i bambini.
Di qui la necessità -avvertita fortemente dalla Procura e dalle forze di polizia che di volta in volta svolgono le attività di indagine delegate- di riappropriarsi di fette di territorio che la criminalità tenta di sottrarre al controllo dello Stato.