Mercoledì, 09 Febbraio 2022 10:58

Inalazione d'arachidi. Bimba di un anno e mezzo operata d’urgenza dall’equipe di Endoscopia toracica diretta da Maria Majori In evidenza

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Positiva al Covid i medici hanno subito accertato che le sue difficoltà respiratorie erano dovute all’inalazione di arachidi. Immediato l’intervento nella sala riservata ai pazienti Covid positivi che ha risolto la crisi (video intervista dott.ssa Maria Majori che spiega l’intervento)

Domenica sera dall’Ospedale di Vaio è giunta in urgenza all’Ospedale Maggiore di Parma una bambina di 1 anno e mezzo positiva al Covid con difficoltà respiratoria che però si è scoperto, non dovuta al virus SARS-CoV-2 bensì all’inalazione di arachidi che le ostruivano quasi completamente la trachea.

La bimba, infatti, circa 2 ore prima, mentre mangiava delle arachidi aveva presentato improvvisamente dispnea, tosse e difficoltà respiratoria come riferito dalla mamma a Valentina Fainardi, medico di guardia in Accettazione pediatrica e afferente alla Clinica pediatrica diretta da Susanna Esposito.

La radiografia del torace della bambina era normale, ma la dottoressa, avendo il forte sospetto clinico di inalazione, ha allertato il medico reperibile dell’Endoscopia Toracica Federico AntenoraMaria Majori direttore della Pneumologia ed Endoscopia Toracica e Clelia Zanaboni responsabile della Terapia Intensiva pediatrica che afferisce alla 1° Anestesia e Rianimazione diretta da Sandra Rossi

E’ stata allestita immediatamente una sala operatoria presso il Comparto operatorio dell’emergenza-urgenza (Blocco COE) dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma interamente dedicato agli interventi in pazienti Covid positivi o sospetti e la bambina è stata sottoposta a broncoscopia flessibile per confermare o meno il sospetto di inalazione: la trachea appariva quasi completamente occlusa da frammenti di arachide tanto che i professionisti si sono sorpresi di come la bambina avesse potuto respirare fino a quel momento.

L’intervento di disostruzione tracheale con broncoscopio rigido è stato effettuato da Maria Majori coadiuvata da Clelia Zanaboni, Federico Antenora e dal Personale Infermieristico dell’Endoscopia Toracica e del COE Rosalia ColluraConsuelo Sfalanga e Marco Giorgetti

L’emergenza respiratoria si è risolta nel giro di 2 ore e mezzo e la bimba è stata dimessa dopo un periodo di osservazione.

 

Maria Majori: Più a rischio i bimbi fra 1 e 3 anni

L’età maggiormente a rischio per inalazione di un corpo estraneo è fra il primo e il terzo anno di vita con un picco di incidenza nel secondo anno. 

Fattori predisponenti sono la dentizione ancora incompleta, la curiosità verso il mondo esterno che porta il bimbo a introdurre oggetti in bocca, la sua tendenza a compiere movimenti con cibo in bocca. 

L’oggetto inalato è molto spesso di natura alimentare. Alcuni cibi presentano la peculiarità che possono ulteriormente complicare la situazione. Sostanze quali arachidi, noci, semi oltre a costituire di per sé un ostacolo meccanico alla ventilazione, possono aumentare di volume a contatto con le secrezioni bronchiali e quindi far precipitare il quadro, o ancora  possono rilasciare sostanze irritanti sulla mucosa bronchiale con conseguente reazione che ne renderà più difficile l’estrazione. 

In alcuni casi il corpo estraneo provoca la morte quasi immediata del paziente per soffocamento, in altri viene espulso naturalmente con il vomito. Nella situazione più frequente, dopo iniziali sintomi di soffocamento, il paziente può presentare una remissione completa del quadro oppure segni clinici persistenti, ed è la situazione che si verifica più frequentemente nel bambino, che determineranno un accesso più tempestivo all’osservazione medica.

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