Nel sindacato cislino rileva il testimone da William Ballotta, eletto nella segreteria Cisl Emilia-Romagna. Con lei risultano confermati i segretari Domenico Chiatto e Andrea Sirianni.
Al consiglio generale è intervenuto Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl.
Rosamaria Papaleo ha risposto ad alcune domande su tematiche d’attualità.
Reggio Emilia e Modena, quale lo stato del mercato del lavoro dopo la crisi della pandemia?
È in corso una ripresa molto positiva e sostenuta, ma con significative differenze. Bene il manifatturiero, in territori a grande vocazione per l’export industriale e, anche, le costruzioni, grazie al superbonus. Ci preoccupa in primis l’elevato costo delle materie prime, dell’energia e dei semilavorati per l’industria che, ad oggi, è un limite della produzione; quindi la mancanza di manodopera qualificata, con specifico riferimento ai tecnici specializzati necessari nel manifatturiero; non ultima la drammatica ripresa degli infortuni sul lavoro. Vanno meno bene il terziario (in particolare il commercio, i pubblici esercizi e il settore recettivo) e il tessile. Non ci sfugge, però, che alla ripresa economica non corrisponda un uguale aumento dell’occupazione”.
L’industria reggiana e modenese. Pregi e limiti.
Entrambe vantano più pregi che limiti, sono costituite da tanti imprenditori illuminati, laboriosi e appassionati. I nostri distretti sono un punto di forza rilevante. Indubbiamente, l’elevato numero di piccole e medie imprese espone il fianco alle grandi crisi, come quella pandemica. Alla controparte chiediamo di collaborare in modo più fattivo e aprire una nuova stagione di relazioni industriali che per affrontare insieme le scelte e le sfide che abbiamo davanti.
Alla luce del Pnrr quali le politiche del lavoro suggerite come Cisl?
Sicuramente creare occupazione di qualità, anche attraverso appalti per l’affidamento dei lavori non al massimo ribasso e superare il problema del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. È importante rafforzare il sistema dell’istruzione e della formazione continua, creando un dialogo continuo tra aziende e mondo dell’istruzione. Certo quest’ultimo è già operativo, ma dovremo renderlo strutturale anche con l’utilizzo di queste nuove risorse.
Come?
Lo possiamo fare attraverso patti territoriali… a Modena è già esistente e a Reggio in dirittura di arrivo.
Lei si è spesa molto per la parità di genere in questi anni. Cosa ancora non va nella nostra Regione?
Prima della pandemia vantavamo livelli di occupazione femminile più alti che nel resto di Italia. Purtroppo in questi mesi così difficili le donne, ancora una volta, hanno avuto la peggio. Sono riemersi problemi atavici. Spaziano dalla precarietà delle tipologie contrattuali, alla distribuzione squilibrata dei carichi di lavoro alle note tematiche di conciliazione. La Cisl chiede politiche sia nazionali che locali finalizzate alla creazione di lavoro stabile, a ridurre il gap retributivo (ben venga la legge sulla parità salariale già votata in Parlamento) e la segregazione verticale. Servono soprattutto politiche di conciliazione e in questo la contrattazione aziendale può e deve fare da volano.
I giovani e il lavoro: una inclusione difficile?
Purtroppo i tassi di disoccupazione giovanile sono alti e dal 2019 ad oggi è aumentato anche il numero dei neet, cioè i giovani tra i 15 e 29 anni, che sono fuori da percorsi di studio, di formazione e non cercano neanche un impiego. Urgono azioni finalizzate a ridare fiducia, vanno potenziati i servizi per l’impiego occorrono riforme strutturali e non incentivi a pioggia, va ripensato e rafforzato il contratto di apprendistato, mai decollato nel nostro Paese.
Green Pass, quali ritorni avete avuto in questi primi giorni di obbligatorietà?
C’è stata qualche criticità isolata e abbiamo cercato di gestirla al meglio, soprattutto utilizzando lo strumento del dialogo con le persone, con i lavoratori e le lavoratrici. Del resto in regione abbiamo avuto un’ottima risposta alla vaccinazione.
In Emilia come in Italia si continua a morire troppo sul lavoro.
Una piaga allarmante che va di pari passo con la ripresa economica. L’ultimo Decreto varato dal Governo va nella direzione giusta, perché prevede un primo rafforzamento degli organici degli enti deputati ai controlli, l’inasprimento delle sanzioni e l’auspicato dialogo tra banche dati dei diversi enti, invocato da tempo e mai realizzato. Oltre a tutto questo servono interventi di prevenzione realizzabili attraverso la formazione e l’informazione.
A Reggio e Modena chi sono i fragili?
Oltre agli indigenti, i vulnerabili e chiunque dimora nelle periferie sociali, umane e del lavoro. Ecco perché la Cisl ha l’obiettivo di ripartire da queste persone. Lo potremo fare attraverso il rilancio della contrattazione sociale, la sussidiarietà e la creazione di nuovi servizi ad hoc.
Politiche socio sanitarie in essere, come la vede?
Parole chiave per noi restano: inclusione, comunità e territorio. Già prima della pandemia lavoravamo in questa direzione, ma oggi questo bisogno si è accentuato. Inclusione per recuperare i fragili, gli emarginati e i nuovi poveri; comunità perché chiediamo il coinvolgimento e l’impegno di tutte le forze sane del tessuto socioeconomico; territorio perché per curare e aiutare le persone dovremo essere ancora più vicini a chi ha bisogno.
“Credo nei valori della Cisl”
Lei è segretaria della più grande Cisl regionale, la settima in Italia: quale il valore aggiunto dell’essere Cisl? Cosa vi differenzia dagli altri sindacati?
Il valore aggiunto della Cisl risiede nei suoi valori: democrazia, autonomia, partecipazione, solidarietà e contrattazione, concertazione, sussidiarietà. Valori forti che ci hanno contraddistinto sin dalla fondazione e che oggi assumono un significato ancora più forte, sia a seguito della crisi sanitaria e sociale che stiamo vivendo, sia alla luce degli ultimi accadimenti che hanno visto attaccare la democrazia del nostro Paese. Proprio questi ci hanno portato ad invocare per primi un grande patto sociale con il governo e con le rappresentanze sane del nostro Paese, patto non a caso ripreso anche dal premier Draghi.
CHI E’ ROSAMARIA PAPALEO
Rosamaria Papaleo, 46 anni, nata a Potenza e residente a Reggio Emilia, dopo gli studi classici si è laureata in giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli, ha svolto master in diritto di famiglia e in diritto degli enti locali. Abilitata alla professione di avvocato – ha esercitato dal 2003 al 2008 – si è trasferita a Reggio Emilia nell’autunno 2008 iniziando come ispettore del lavoro al Ministero del Lavoro. Iscritta alla Cisl dal 2008, operatrice della Cisl Fp Reggio Emilia, quindi Fp Emilia centrale, con delega agli enti centrali (Ministeri, enti pubblici non economici e agenzie fiscali). Tra gli altri incarichi coordinatore regionale dell’Ispettorato del lavoro e componente del coordinamento di genere della Cisl. Dal 2017 è segretaria della Cils Emilia centrale con delega ai giovani, alle pari opportunità, ai servizi, alla funzione pubblica, al mercato del lavoro e all’amministrazione.
È sposata con l’ispettore del lavoro Franco Quercia. Nel tempo libero ama leggere, la cucina e il fitness.