Proprio dopo il triste evento, sindaci e autorità, associazioni ambientaliste e sanitari accorsi per recuperare i corpi dei due sfortunati, hanno ribadito la pericolosità delle acque del fiume, imprevedibili, invitando a starne lontani, emettendo divieti di balneazione e cartelli che descrivono le insidie del Grande Fiume.
Uno di questi, realizzato con la collaborazione con Legambiente e i Comuni di Polesine Zibello, Roccabianca, Sissa Trecasali, Colorno, Mezzani e Sorbolo, ribadisce il divieto e ne spiega le ragioni. Si legge infatti, tradotto in diverse lingue:
- Il fiume cambia sempre. Quello che ieri sembrava sicuro, oggi può essere pericoloso.
- Quando c’è una riduzione di acqua nel fiume, la spiaggia aumenta, ma l’acqua più vicina è più profonda.
- Nel fiume c’è una forte corrente. Nuotare nella corrente è pericoloso ed è vietato
- Nel fiume ci sono vortici e buche anche molto profonde
- Se ti accadesse di cadere in acqua, nuota diagonalmente verso riva senza contrastare la corrente
Avvertimenti sicuramente di buonsenso. Ma perché ne parliamo?
Perché a essere diffuso, con tanto di loghi di Legambiente e del Comune di Sissa Trecasali, tra i Comuni promotori della campagna informativa sul divieto di balneazione e dei pericoli del Po, è stato un altro volantino, che questa volta pubblicizza un evento per domenica 11 luglio, il Big Jump o, come recita, un invito a fare “Un tuffo nel fiume Po” e, proseguendo nella lettura, “per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla qualità dell’acqua e sul recupero della balneabilità dei grandi corsi d’acqua”. Il tutto corredato da una foto dove un gruppo di ragazzini allegri si tuffano nel fiume.
È vero che, negli ultimi tempi, ci siamo abituati a sentire tutto e il contrario di tutto, ma quando c’è in gioco la sicurezza, è sempre meglio essere chiari. Che senso ha mettere in guardia le persone dai pericoli del fiume, soprattutto alla luce degli ultimi fatti di cronaca, e poi promuovere un evento dove si invita tutti a fare un bagno in quello stesso fiume?
O il Po è pericoloso, oppure non lo è. Se le acque sono balneabili, perché non inquinate (almeno in alcuni punti), ciò non significa che non siano pericolose per altri fattori, quelli elencati nella campagna informativa che abbiamo citato sopra, per esempio. E, soprattutto di questi tempi, si sa che i messaggi contradditori creano non solo confusione, ma anche poca osservanza delle regole o rispetto dei divieti. Che cosa succederebbe se chi prendesse parte all’evento e facesse un “tuffo nel Po”, un altro giorno decidesse di fare una nuotata da solo e si mettesse in pericolo? E se questo qualcuno fossero proprio dei ragazzini come quelli della foto promozionale?
Lascia poi stupiti che a promuovere il “tuffo nel Po” siano quelli stessi enti fautori dell’invito alla prudenza. Come in tutte le cose, ma soprattutto quando si tratta di sicurezza, occorrerebbe, come in questo caso (passateci il gioco di parole) “un Po di buonsenso”.