Il comunicato accusa le realtà organizzatrici del pride (Collettivo Taboo e ArtLab) di “auto promozione”, “esclusività” e di non aver coinvolto “tutte le energie possibili”.
Senza la volontà di sollevare un polverone sterile, vorremmo rispondere a quanto detto:
dall’inizio dell’organizzazione del Pride di quest’anno le realtà promotrici di questa iniziativa hanno chiesto la collaborazione di tutte le realtà sensibili alle tematiche lgbt di Parma. Ci è stato risposto di NON voler co- organizzare un Pride che non fosse la solita parata istituzionale ma che riprendesse le origini radicali e anti sistema dei primi Pride. Ci è stato negato un confronto, dopo vari inviti in assemblee organizzative rifiutati.
Non abbiamo mai voluto imporre le nostre pratiche, ma abbiamo sempre ricercato un dialogo non solo tra organizzazioni ma anche tra cittadinə.
Per questo ci sembra assurdo dissociarsi da un evento al quale non si è mai cercato di partecipare, facendo uscire un comunicato senza aver mai cercato un confronto con chi si sta attivamente impegnando per portare il Pride a Parma.
Altrettanto assurdo è pensare di poter definire cosa sia e cosa non sia un pride, come se ci fossero dei copyright da rispettare.
Il pride sono le persone che vi partecipano, con la loro storia e la loro voce, senza che nessunə possa imporre come comportarsi.
Il nostro primo pensiero va alla giornata del 26 che si sta avvicinando, alla nostra lotta orgogliosa e alla gioia con cui daremo inizio a un nuovo capitolo nella storia di Parma.
Non ci faremo distrarre dalle piccolezze, ci troveremo SABATO 26 GIUGNO ALLE 17 IN PIAZZALE DELLA PACE con chiunque abbia a cuore la lotta queer.
Collettivo Transfemminista Studentesco Taboo, Artlab."