Modena 17 marzo 2021 – Maxi operazione degli uomini del Comando Provinciale dei Carabinieri di Modena, che ieri mattina hanno eseguito un Decreto di perquisizione personale e locale emesso dalla Procura della Repubblica di Bologna – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo nei confronti di 8 persone, 5 delle quali indagate per concorso nella detenzione illegale di armi da fuoco.
In campo più di 50 Carabinieri, con il supporto di unità cinofile specializzate nella ricerca di armi e droga del Nucleo Carabinieri Cinofili di Bologna e del supporto aereo del 13° Elinucleo Carabinieri di Forlì. Le operazioni si sono svolte sugli obiettivi dislocati in diversi comuni di Modena e provincia, oltre al capoluogo, Nonantola, San Cesario, Castelfranco Emilia, Finale Emilie e San Prospero. Le perquisizioni hanno consentito di ritrovare e sequestrare due pistole risultate rubate, con relative munizioni, e sei involucri contenenti cocaina pura per oltre 230 grammi, per detenzione della quale è stato arrestato un operaio 50 enne di origine campane, ma da tempo residente nel modenese.
L’indagine ha avuto origine da uno stralcio dell’attività investigativa della Procura della Repubblica di Ancona, con riferimento ad alcuni elementi raccolti nell’ambito del procedimento penale che aveva portato alla condanno in primo grado di 6 persone per le vittime della “Strage di Corinaldo”, avvenuta tra il 7 e l’8 dicembre del 2018 nella discoteca “Lanterna Azzurra”. Tra i sei condannati, tutti giovani tra i 21 e i 24 anni residenti nel modenese, noti come “la banda dello spray”, spiccava la figura di Ugo di Puorto, figlio di Sigismondo, detto Sergio, detenuto in regime di alta sorveglianza perché ritenuto, fino al suo arresto nel 2010, un elemento di rilievo del Clan del Casalesi legato alla famiglia Schiavone, attiva nella provincia di Modena.
In particolare, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Modena, dopo aver sviluppato il filone di indagine, ha indentificato 5 giovani che ruotavano attorno alla figura di Ugo di Puorto prima del suo arresto, ricostruendo i loro rapporti e raccogliendo elementi utili per poter verificare l’effettiva presenza e disponibilità di armi da parte delle persone indagate. Le perquisizioni hanno dato risultati affermativi.