I primi sospetti risalgono al 2018. I carabinieri avevano notato che ad ogni controllo alla stazione Tiburtina, al capolinea Tibus dei pullman, c'era il fuggi fuggi dei nigeriani con un trolley al seguito. Dentro quelle valigie, si è poi scoperto, non c'erano vestiti ma chili di droga. E sempre più spesso si trattava di marijuana.
Dopo due anni di indagini, pedinamenti, intercettazioni telefoniche, la Dda della procura e i carabinieri del comando provinciale di Roma hanno alzato il velo su una delle più grosse organizzazioni internazionali che smistava chili di marijuana non solo in Italia ma anche all'estero. Roma era l'approdo dei carichi di droga in arrivo da Valona, in Albania.
E i nigeriani corrieri in tutta Italia e non solo venivano reclutati dentro agli Sprar e ai centri di accoglienza, diventati per l'organizzazione un ufficio di collocamento. Gli inquirenti non escludono un collegamento con gli ambienti della mafia nigeriana che, in Italia, ha già diverse ramificazioni da Torino, a Roma e fino a Palermo. Tra le attività dei criminali legati alla Black Axe, ai Vikings e alla Eiye ci sono soprattutto il traffico e lo spaccio di droga e lo sfruttamento della prostituzione.
Le indagini dei carabinieri del nucleo operativo della compagnia Roma Parioli hanno consentito di accertare che gli albanesi importavano fiumi di marijuana direttamente da Valona. E poi, da Roma, avveniva la distribuzione nelle diverse piazze di spaccio italiane e europee grazie a un patto con le organizzazioni criminali nigeriane. Il sistema era ben collaudato e si basava sui viaggi in pullman e in treno.
Al blitz, coordinato dal procuratore capo Michele Prestipino e dalla procuratrice aggiunta della Dda Ilaria Calò, hanno partecipato i carabinieri delle province di Roma, Brescia, Modena, Macerata, Genova (Rapallo), Parma, Reggio Calabria (Cittanova). I militari sono arrivati anche all’estero in Germania (città di Kothen) ed in Albania (Valona) dove stanno eseguendo un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Roma.
Gli arrestati sono 55, accusati a vario titolo di appartenere a tre distinte associazioni "finalizzate al traffico illecito di sostanza stupefacente, di produzione traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti, di falsità per induzione in errore del pubblico ufficiale". Si tratta di 52 uomini e 3 donne: 27 cittadini albanesi, 23 nigeriani, 4 italiani e 1 gambiano.
A Parma è stato notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ad un cittadino nigeriano detenuto presso la casa Circondariale di via Burla.
L’uomo, domiciliato nella Capitale, era già stato arrestato nell’ambito dell’operazione “New Front” condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Parma, all’esito della quale venivano tratti in arresto su disposizione della locale Procura 18 cittadini stranieri, la maggior parte nigeriani, per un ingente traffico di marijuana tra Roma e Parma, con le medesime modalità dell’odierna operazione capitolina.