Bologna-Parma, 11 febbraio 2021 - Nel pomeriggio del 9 gennaio scorso il primo sabato non "rosso" dopo le chiusure delle festività natalizie, al numero di emergenza "113" erano giunte numerose chiamate da parte di cittadini allarmati che segnalavano una rissa in piazzale della Pace in cui sarebbero state coinvolte diverse decine persone, adolescenti o poco più. Immediatamente, venivano mandate sul posto le pattuglie ma, al loro arrivo, la segnalata folla si erano già dispersa e gli ultimi giovani che si erano ancora attardati sulla piazza, si erano allontanati al suono delle sirene.
Nel breve volgere di poche ore la notizia di una maxirissa tra una cinquantina di ragazzini (sul modello di quelle avvenute a Roma e Gallarate) aveva iniziato a fare il giro della città, attraverso un passaparola in cui nessuno appariva testimone diretto dei fatti ed era cosi approdata sugli organi di stampa locale, regionale e finanche nazionale.
Attesa la presenza di alcuni testimoni, e delle telecamere del sistema di videosorveglianza cittadina presenti su tutti i lati della centralissima piazza è stata avviata -con il contributo degli Agenti della Polizia Locale- una serrata attività di indagine da parte della Polizia di Stato, mediante uno scrupoloso lavoro di analisi e selezione delle registrazioni di queste telecamere, al fine di ricostruire l'effettiva dinamica dei fatti ed individuarne i protagonisti. Gli esiti di questo lavoro hanno consentito di accertare che in realtà non si era verificata alcuna rissa, ma che si era trattato di una violenta sfida tra due soli giovani, circondati da un nutrito gruppo di loro coetanei che si è mosso insieme a loro, seguendoli durante tutto lo scontro durato meno di 50 secondi.
Se i soggetti che materialmente si sono picchiati erano solo due, l'analisi di queste registrazioni ha, tuttavia, consentito di documentare che, nell'ambito del nutrito gruppo di ragazzini che circondava i due contendenti e che assisteva ai fatti, vi erano alcuni giovani che, al contrario, sembravano esser partecipi ai fatti medesimi, ma con un ruolo che si può definire di organizzatore dello scontro stesso: ed infatti, individuati i due contendenti, si è accertato che i due, nei minuti precedenti allo scontro, stessero parlando tra di loro senza animosità che potesse far pensare ad un litigio e presagire un imminente scontro.
Intorno a loro, invece, vi era una certa fibrillazione diffusa tra gli astanti come se fossero in attesa di qualcosa e, quel qualcosa si è realizzato con l'avvicinarsi al gruppo di alcuni giovani che fino quel momento erano distanti. Questi, infatti, inizialmente si rivolgevano ai due che continuavano a discutere tra di loro e, dopo aver parlato con entrambi, li allontanavano uno dall'altro; successivamente, con ampi gesti, creavano intorno a loro dello spazio, facendo allontanare tutto il "pubblico". Di Il a poco, dal movimento del gruppo e dalle poche e frammentarie immagini dei due giovani che, avvinghiati, si rotolavano per terra, si comprendeva che lo scontro aveva avuto inizio nei pressi delle panchine di piazza della Pace, per poi proseguire e terminare, dopo un tempo non eccessivamente lungo, nel prato sul lato Palazzo della Provincia.
Uno scontro avvenuto in un improvvisato "ring" e svoltosi a favore degli obiettivi di tre cellulari tra le mani di altrettanti giovani verosimilmente partecipi del gruppo di organizzatori che hanno ripreso in "esclusiva" tutte le fasi ed a favore di un pubblico che incitava i due contendenti.
Al termine di questa preliminare analisi delle immagini, gli agenti della Squadra Mobile, attraverso accertamenti su fonti aperte e social network, sono giunti all'identificazione di alcuni testimoni diretti e, attraverso le loro parole, sono addivenuti all'identificazione dei protagonisti dei fatti (i due sfidanti -di cui uno maggiorenne ed uno minorenne- ed alcuni organizzatori), ricostruendo, di ciascuno di essi, il ruolo e le specifiche condotte avute.
All'esito di questa complessiva indagine la Squadra Mobile di Parma ha dunque redatto una documentata informativa indirizzata alla Procura presso il Tribunale di Parma ed alla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Bologna.
Le due Autorità Giudiziarie, condividendo la ricostruzione effettuata, hanno ipotizzato il reato di istigazione a delinquere (art. 414 c.p.) a carico dei cinque giovani ritenuti gli organizzatori (uno dei quali appariva l'arbitro della contesa), mentre per i contendenti appare ipotizzabile il più lieve reato di percosse.
Nei confronti degli indagati, pertanto, le due Procure, ciascuna per la parte di propria competenza, hanno emesso decreti di perquisizione domiciliare, finalizzati al rinvenimento dei capi di abbigliamento usati in occasione dell'evento (abbigliamento documentato dalle riprese video) ed eventualmente di supporti telefonici sui quali fossero registrate le fasi dell'evento stesso.
In occasione delle operazioni di perquisizione, in effetti, sono stati rinvenuti i capi di abbigliamento utili per le indagini mentre, per quanto riguarda i cellulari, ad una prima analisi le chat iniziano tutte da un periodo successivo all'evento.