Il provvedimento costituisce l’esito di una articolata indagine di polizia economico-finanziaria, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Parma (dott.ssa Francesca Arienti), a contrasto della frode fiscale. In esito all’attività investigativa, è stato infatti individuato un meccanismo fraudolento, finalizzato ad ottenere un indebito risparmio di IVA, attuato mediante l’utilizzo strumentale di contratti di appalto non genuini stipulati con una cooperativa con sede a Milano, nella quale erano stati assunti parte dei lavoratori impiegati nello stabilimento.
In particolare, nel luglio 2020, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Parma, su delega della Procura della Repubblica, hanno eseguito una perquisizione locale presso lo stabilimento di produzione della società, con la contestuale escussione a sommarie informazioni dei lavoratori presenti. Nel corso dell’ispezione, i finanzieri hanno rilevato come i lavoratori della società appaltatrice svolgessero quotidianamente sulle linee di produzione della società ispezionata, sin dal 2018, prestazioni lavorative sotto il diretto controllo disciplinare e organizzativo del responsabile della produzione della Marzolara Food processing S.r.l., lavorando in totale promiscuità con i dipendenti dell’impresa.
Gli approfondimenti documentali e contabili hanno inoltre evidenziato come numerosi lavoratori sentiti a sommarie informazioni fossero stati impiegati per diversi anni all’interno del medesimo stabilimento di produzione, formalmente alle dipendenze di molteplici società o cooperative succedutesi nel tempo e successivamente poste in scioglimento e liquidazione.
Le fatture emesse dalla cooperativa milanese per queste somministrazioni irregolari di manodopera dissimulate da contratti d’appalto, per un ammontare di circa 6 milioni di euro tra il 2018 e 2019, sono qualitativamente false in quanto rappresentano una realtà economica diversa da quella effettivamente riscontrata. Il loro utilizzo nelle dichiarazioni annuali ai fini IVA del 2018 e 2019, pertanto, è da considerarsi un reato. Il meccanismo fraudolento ha infatti permesso al prosciuttificio di ottenere un consistente vantaggio competitivo, mediante l’evasione dell’imposta sul valore aggiunto quantificata in un ammontare pari ad € 1.048.481.
I crediti IVA indebitamente maturati sono stati poi utilizzati dalla Marzolara Food processing S.r.l. anche per compensare il versamento di debiti tributari effettivamente dovuti, per le annualità 2018 e 2019.
La Procura della Repubblica di Parma, che ha indagato il rappresentante legale della società per le ipotesi di reato di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e di indebita compensazione di imposte, ha avanzato una proposta di sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie della società per un importo equivalente all’imposta sul valore aggiunto evasa.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale Ordinario di Parma, accogliendo la richiesta, ha emesso apposito decreto di sequestro preventivo fino alla concorrenza di € 1.048.481, eseguito sui conti bancari della società e sui conti bancari e quote societarie nella disponibilità del legale rappresentante.
Come già segnalato in altre circostanze, l’utilizzo di manodopera irregolare (mascherata, come in questo caso, mediante un schermo costituito da contratti di appalto sostanzialmente fittizi) costituisce un fenomeno molto presente in diversi settori di produzione manifatturiera.
Esso causa consistenti danni allo Stato sotto forma di riduzione del gettito fiscale e delle entrate pubbliche e penalizza chi paga regolarmente, producendo effetti distorsivi sulla libera concorrenza. L’azione investigativa sinergica della Procura della Repubblica di Parma e delle Fiamme Gialle prosegue dunque senza sosta per contrastare le più gravi forme di alterazione del mercato del lavoro e contestualmente per tutelare gli operatori economici che agiscono nella legalità.