MODENA 7 dicembre 2020 – È stata una lunga notte, quella di Modena e provincia, dove le zone di Gaggio, Nonantola, Modena Est e Fossalta sono state invase dalle acque con ingenti danni ad abitazioni ed aziende, centinaia di sfollati e famiglie rimaste senza luce e riscaldamento.
I tecnici di Aipo hanno lavorato tutta la notte per chiudere la falla formatasi ieri mattina sull’argine destro del fiume Panaro tra Gaggio e Castelfranco. Ventuno persone, suddivise in quattro squadre hanno lavorato incessantemente, trasportando su 150 camion ben 4500 tonnellate di massi per chiudere il “buco” e impedire così alle acque di continuare a defluire. L’impresa è riuscita in tempo record, ma si tratta di una soluzione provvisoria. Per un intervento definitivo saranno necessari almeno tre giorni e i lavori potranno iniziare quando il livello delle acque del fiume si saranno abbassate.
A Nonantola la situazione più difficile
La situazione più tragica si registra a Nonantola, dove le acque del Panaro hanno invaso la zona industriale e la provinciale, per poi arrivare a 100 metri dal centro storico. Una pendenza naturale ha poi deviato le acque verso la frazione di Casette, dove la situazione già stamattina era in miglioramento, pur rimanendo grave.
Ingenti i danni. L’acqua, infatti, in alcuni punti è arrivata a 120 cm e ha invaso le aziende, i campi, gli scantinati, i garage e le case. Le famiglie ancora senza luce e riscaldamento a Nonantola sono quasi 3000, mentre le utenze ripristinate sono 900. Gli sfollati sono circa un centinaio, ospitati negli hotel di Castelfranco, mentre altre 300 persone sono state ospitate da parenti. Ancora presto per quantificare i danni, che comunque saranno ingenti, sia per i privati che per le aziende. Tra queste c’è anche la storica Cantina Giacobazzi, che ha visto finire sott’acqua più di 100 mila bottiglie di Lambrusco e l’area dedicata al museo.
I sindaci di Nonantola e Castelfranco, in accordo con il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, hanno già avanzato la richiesta di stato di calamità per includere nel decreto Ristori anche i privati e le imprese danneggiate dall’alluvione. Intanto, l’emergenza è ancora in corso e sono stati messi in campo anche alcuni psicologi per dare assistenza alle persone colpite. Per il supporto si può chiamare il numero del COC – Centro Operativo Comunale 059/896540
Passa la piena del Secchia, i ponti aperti e quelli chiusi
Intanto, il Secchia rimane “sorvegliato speciale”. In queste ore, infatti, la piena sta transitando per la Bassa. Questa mattina sono stati riaperti Ponte Alto e Ponte dell’Uccellino. Aperti anche Ponte Bacchello a Sozzigalli di Soliera e il Ponte di San Martino Secchia a San Prospero.
Resta ancora bloccato il nodo della Fossalta. Tuttavia, dovrebbero riaprire in giornata la via Emilia e Ponte Sant’Ambrogio. Restano chiuse anche la Nonantolana a Navicello, e le altre strade attorno a Nonantola e le altre prossime all’argine del Panaro nella zona di Gaggio, tra cui via Imperiale, via Tronco, via Viazza, via Bonvino e via Ortigara.
Chiusi invece il Ponte Samone sulla strada provinciale 26 a Pavullo a causa del cedimento di un pilone, Ponte Pioppa sulla SP 11 tra Rovereto di Carpi e San Possidonio, Ponte Motta sulla SP468 a Cavezzo e il Ponte di Concordia sulla Secchia sulla SP8 per il passaggio della piena del Secchia.
In Appennino sono stati istituiti sensi unici alternati sulla SP35 a Madonna di Pietravolta e sulla SP 486 in località Rio Spalancato per l’accumulo di detriti sulla sede stradale.