Carpi (MO) 3 novembre 2020 - All’epoca dei fatti, personale del Commissariato di P.S. di Carpi aveva avviato immediatamente le indagini, con il supporto della Polizia Scientifica per i rilievi tecnici, raccogliendo testimonianze e recuperando le immagini del sistema di video sorveglianza dell’esercizio.
Di seguito gli eventi ricostruiti dagli investigatori.
Intorno alle ore 7.30 era giunta davanti all’ingresso della sala scommesse un’autovettura Mercedes coupé di colore nera, dalla quale erano scesi due uomini di corporatura robusta e carnagione bianca, vestiti di scuro con un passamontagna, armati di pistola, che avevano fatto irruzione nel locale, costringendo un cliente, sotto minaccia delle armi, a sdraiarsi a terra. Quindi, si erano diretti verso l’addetto di sala, obbligandolo con le pistole in pugno ad accompagnarli dove si trovavano le casseforti, dalle quali avevano asportato due buste nere contenenti oltre 8700 euro in contanti. A quel punto si erano dati a precipitosa fuga a bordo della Mercedes, che li attendeva all’uscita con un complice alla guida.
Non essendo possibile risalire all’identità dei rapinatori attraverso le immagini della videosorveglianza privata, gli investigatori si sono concentrati sugli spostamenti dell’autovettura utilizzata per la consumazione del reato. Dal momento che i ladri erano scappati in direzione nord, gli inquirenti hanno ricostruito il percorso analizzando le riprese della videosorveglianza dei comuni della bassa carpigiana e di quelli attigui nel reggiano.
L’analisi accurata dei fotogrammi ha permesso agli agenti di accertare che l’autovettura al momento della rapina aveva la targa anteriore disassata e che la stessa, relativa ad un veicolo similare, risultava oggetto di furto avvenuto a Parma. Dopo 15 minuti dall’evento lo stesso veicolo appariva nelle immagini con targhe diverse, intestate al 36enne rumeno, residente in provincia di Genova, con precedenti per reati contro il patrimonio.
I rapinatori avevano posto in essere un piano accurato e ben dettagliato. Una settimana prima della rapina avevano effettuato, sempre a bordo della Mercedes, un sopralluogo presso la sala Bingo e si erano recati più volte nel comune di Parma alla ricerca di un’auto simile alla loro per rubarne le targhe da utilizzare il giorno della rapina per depistare gli investigatori.
Anche gli accertamenti sul traffico e sugli apparati telefonici del rumeno, nonostante adoperasse una scheda telefonica di copertura, hanno permesso di accertare gli spostamenti dell’uomo nei giorni del sopralluogo e del furto delle targhe, nonché il fatto che il dispositivo fosse stato spento nelle ore precedenti e successive alla rapina.
L’indagato, tra l’altro, il giorno del reato indossava una maglia a maniche lunghe, nonostante fosse una mattinata calda, probabilmente per nascondere evidenti tatuaggi sulle braccia che lo avrebbero reso inevitabilmente identificabile.
Il solido quadro probatorio, oltre alla dimostrazione che l’uomo ha agito con particolare dimestichezza ed adeguata organizzazione, senza alcun timore delle conseguenze della propria azione delittuosa, perpetrata in un locale frequentato da più soggetti, hanno permesso al Pubblico Ministero di richiedere ed ottenere dal G.I.P. del Tribunale di Modena l’emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere.
L’uomo, tratto in arresto il 23 ottobre scorso in esecuzione dell’ordinanza del G.I.P., dovrà rispondere davanti al giudice per i reati di rapina e furto aggravati in concorso.
Durante la perquisizione, gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato una pistola “scacciacani”, perfetta riproduzione delle armi in dotazione alle Forze dell’ordine, utilizzata per compiere la rapina.