Venerdì, 11 Settembre 2020 05:48

Detenuto incendia cella – Tre Poliziotti intossicati In evidenza

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Detenuto italiano incendia alcune suppellettili nel carcere di Parma. I poliziotti penitenziari intervengono per mettere in sicurezza i detenuti ma rimangono intossicati. A seguire il comunicato della segreteria regionale Sinappe con il quale chiede anche il trasferimento del detenuto per motivi di sicurezza, ex art.42 O.P. e più in generale percorsi detentivi differenziati per detenuti facinorosi e/o affetti da problemi psichici oltre alla dotazione di adeguati strumenti 

Bologna 10 settembre 2020 - Nuovo evento critico presso il penitenziario ducale. Questa mattina un detenuto italiano, presso l’unità operativa media sicurezza, avrebbe dato fuoco ad alcune suppellettili presenti in cella, per futili motivi. Immediato sarebbe stato l’intervento del personale di Polizia Penitenziaria che, oltre a spegnere le fiamme appiccate dal ristretto, avrebbe provveduto a mettere in sicurezza tutti i detenuti presenti nel reparto.

Durante la suddetta operazione di servizio, tre Poliziotti Penitenziari sono rimasti intossicati dal fumo generato dagli oggetti che il detenuto avrebbe bruciato, tanto che si sarebbe reso necessario condurli presso il pronto soccorso del nosocomio cittadino, dove, dopo gli accertamenti del caso, gli stessi sono stati giudicati guaribili in 10 giorni, salvo complicazioni. Purtroppo, la situazione presso l’Istituto di Parma sembrerebbe complicarsi ogni giorno di più.

Il SiNAPPe da tempo chiede che siano presi provvedimenti immediati anche rispetto alla gestione dei detenuti che, oltre alle opportune premialità per i più meritevoli, dovrebbero prevedere penalità e disincentivi per i reclusi ostili e poco inclini a seguire percorsi rieducativi, volti al reinserimento sociale.

Allo stesso tempo, stiamo chiedendo, inascoltati, che vengano ripristinati percorsi detentivi differenziati per detenuti facinorosi e/o affetti da problemi psichici, la dotazione di adeguati strumenti per contenere le crescenti intemperanze della popolazione detenuta (ad esempio il taser), la previsione di percorsi di aggiornamento professionale per il personale di Polizia Penitenziaria, oltre all’immediata revisione delle piante organiche falcidiate dai tagli lineari della riforma Madia.

Questi pochi e semplici interventi sortirebbero, a nostro avviso, un immediato effetto sulla sicurezza degli Istituti di Pena e del personale ivi operante, ma dovrebbero essere seguiti da tutta una serie di altri provvedimenti per rendere più utile e sensata l’istituzione carceraria, ad oggi mero contenitore di disagio e sofferenza, tappeto sotto al quale la politica nasconde i propri fallimenti.

Nel caso specifico, va trasmessa, con urgenza, la richiesta di trasferimento del detenuto per motivi di sicurezza, ex art.42 O.P., alla Direzione Generale dei detenuti e del trattamento, così come previsto dalla recente circolare del Capo del DAP che, nel delineare le “linee di intervento” ha disposto che a “fronte di episodi di aggressione indirizzati contro il personale in servizio” puntuale dovrà essere “l’attuazione di direttive sui trasferimenti per ragioni di ordine e di sicurezza”.

La Segretaria Regionale