Parma – Il giorno 18 giugno scorso una pattuglia della Squadra Volante della Questura di Parma, nel corso di un controllo presso questa via Ravà, si accorgeva della presenza di una autovettura sospetta, avente targa tedesca e ospitante tre soggetti a bordo.
Data la segnalazione poco prima ricevuta di soggetti visti aggirarsi nella zona adducendo di essere informatori circa l’attuale emergenza epidemiologica, gli Operatori procedevano al controllo dei suddetti.
I tre, cittadini bulgari, residenti in Germania, venivano quindi sottoposti a controllo e risultavano, dagli accertamenti effettuati tramite consultazione delle banche dati interforze, aventi precedenti specifici in materia di reati contro il patrimonio, circostanza questa che determinava gli Operatori nell’approfondimento dei controlli.
L’intuito degli Operatori, circa i sospettabili soggetti, veniva ripagato con due segnalazioni gravanti su una delle due bulgare, rispettivamente, un mandato di arresto europeo per furto aggravato perpetrato in Austria, a seguito del quale le autorità austriache, data l’impossibilità di rintracciare la stessa, emetteva il predetto provvedimento e un rintraccio per un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Milano. In merito al c.d. arrest warrant, la donna veniva accusata di aver sottratto, in concorso con altro soggetto, telefoni cellulari, portafogli, documenti di identità e carte di credito dalle quali veniva sottratta la somma complessiva di euro 13,475. Fatto punito dalle Autorità Giudiziarie Austriache con anni cinque di reclusione, cui la donna pensava prepotentemente di essersi sottratta.
Date le circostanze gli Operatori accompagnavano i fermati presso gli Uffici della Questura per gli adempimenti del caso. Visti i sospetti, si procedeva alla loro perquisizione, poi estesa all’autovettura, attività che consentiva di rinvenire nelle portiere del mezzo intestato al fidanzato bulgaro due coltelli a serramanico, il cui porto, assolutamente ingiustificato, determinava la denuncia in stato di libertà dello stesso per porto di oggetti atti ad offendere.
In merito al mandato di arresto europeo gravante sulla donna, gli Operatori procedevano agli adempimenti del caso, e veniva quindi tratta in arresto per i provvedimenti nazionali ed europei sulla stessa gravanti e tradotta presso la Casa Circondariale di Reggio Emilia per poi essere messa a disposizione del Presidente della Corte di Appello di Bologna per la procedura di riconsegna allo Stato Austriaco, nonché a disposizione dell’Autorità giudiziaria meneghina.
Un’attività che premia l’insistente attività di controllo del territorio, consci che sia uno degli strumenti imprescindibili per “stanare” soggetti pericolosi in grado di incidere sull’ordine e la sicurezza pubblica.