Giovedì, 16 Aprile 2020 10:41

Consegne a domicilio… con il TAXI! In evidenza

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Proprio in queste ore il FMI (Fondo Monetario Internazionale) ha preventivato una pesante recessione globale per il 2020. Anche nella sventura ci sono Paesi che ne risentiranno più di altri. 

Tra questi purtroppo è annoverata l'Italia inserita ultima tra i G7 e penultima, seguita solo dalla Grecia, tra i paesi industrializzati.

Di Lamberto Colla Parma 16 aprile 2020 - -9,1% è la perdita di PIL che il FMI ha previsto per l'Italia a fine 2020. una flessione pesante che la pone sul gradino più basso dei G7, ben distanziata dagli altri Paesi industrializzati. Un record negativo che in parte sorprende, posto che il Bel Paese è stato il primo a chiudersi, ma che conferma le percezioni dei lavoratori e soprattutto dei tanti autonomi che in questi primi 45 giorni di crisi Covid-19 hanno sentito aprirsi la terra sotto i piedi. Una posizione che rischierà di consolidarsi ancor più pesantemente se il cronoprogramma delle aperture non verrà accelerato e non si troveranno piani di riapertura segmentati per filiere e anche per territori geografici, a partire da quelli che hanno avuto una migliore reazione al contagio.

Molte sono le categorie che hanno risentito della crisi da Coronavirus, ma indubbiamente alcune senz'altro più di altre. E' il caso dei tassisti che, a seguito del blocco degli spostamenti, hanno subìto un drastico calo di lavoro nonostante l'utilizzo del servizio garantisca un miglior distacco sociale rispetto agli altri mezzi pubblici. Inoltre, i taxi del consorzio Contap di Parma, una società cooperativa aderente a Confcooperative di Parma, stanno per essere dotati di divisori in policarbonato a tutela della sicurezza degli conducenti e dei clienti trasportati. 

"Nel corso di febbraio siamo riusciti a resistere, commenta Roberto Ravasini presidente della Cooperativa di taxisti di Parma, ma a marzo il calo è stato dell'80% e ad aprile il dato potrebbe ancora peggiorare. Purtroppo gli spostamenti sono stati inibiti e al momento le tratte più frequenti sono da e per l'Ospedale, in particolare il "Centro Emostasi" ad esempio, dove diversi anziani devono andare a effettuare periodici controlli. E' venuta meno anche la clientela spot che si serviva di noi per coprire rapidamente le distanze tra uffici, tra sedi e agenzie periferiche e viceversa degli istituti di credito o delle imprese e tra gli enti della pubblica amministrazione. Per fronteggiare questo calo abbiamo ovviamente notevolmente ridotto i turni per consentire a chi è in servizio di massimizzare il profitto con qualche corsa in più."

Con l'Ordinanza del 25/3/2020 del Presidente Stefano Bonaccini (allegata), al comma 5, si è consentito di svolgere il servizio di consegna domiciliare ai taxisti in quanto eseguono in "modalità atte a garantire la prevenzione del contagio degli operatori e degli utenti…". Una opzione che, se ben sfruttata, potrebbe garantire una maggior copertura di servizi. Nonostante la felice intuizione del governatore, l'occasione non ha ancora raccolto il consenso sperato.

"E' un'occasione interessante - commenta Ravasini - che però non è stata ancora ben percepita dai potenziali fruitori. O per un servizio di consegna già esistente, come spesso nella catena distributiva o per mancanza di una conoscenza della possibilità stessa. Al momento nessuna insegna "market" ci ha chiesto il servizio e siamo limitati a solo due piccole catene di articoli per la casa (animali domestici e profumeria) che stanno sfruttando l'opzione."

Convertire, temporaneamente, il servizio da trasporto persone a trasporto di cose per la consegna domiciliare della spesa, è una opportunità che potrebbe far conciliare due esigenze primarie: quelle dei tassisti che potrebbero coprire un maggior numero di corse e quelle dei "costretti in casa" che non dovrebbero più preoccuparsi delle lunghe e snervanti code ai negozi e ai supermercati.

Chissà che qualche catena di negozi possa immaginare lo sfruttamento di un nuovo servizio di vicinato o invece un qualche gruppo di giovani venga in mente di strutturarsi in cooperativa per coordinare un servizio di quartiere che magari possa andare anche oltre l'emergenza.

La sfida è lanciata!

 

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