Giovedì, 05 Marzo 2020 11:30

Cronaca di una quarantena: l'intensa testimonianza di Umberto Guidoni, vicepresidente di Anmic Parma In evidenza

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Umberto Guidoni, vicepresidente di Anmic Parma Umberto Guidoni, vicepresidente di Anmic Parma

Condividiamo con piacere, e senza apportare alcuna inutile modifica, il testo scritto da Umberto Guidoni, vicepresidente di Anmic Parma, attualmente in quarantena. Una testimonianza vera e intensa, a nostro parere da leggere e rileggere.

 

Cronaca di una quarantena.

Dopo quasi tre settimane chiuso in casa mi chiedo: Come va con questo isolamento da classificato come 'persona a rischio'? Mi rispondo che comincio ad essere un po' stanco di questo allontanamento da qualsiasi tipo di relazione con l'esterno. Ma scrivere mi aiuta. Mi rispondo che mi fa un po' rabbia vedere tanta gente indisciplinata dopo tutte le avvertenze date dai virologi per contenere il virus ma, in una società individualista e profondamente deresponsabilizzata, non poteva essere altrimenti. Forse inconsapevoli, giocano con la mia salute.

Mi rispondo che è difficile seguire le regole quando quasi tutti intorno a te hanno comportamenti che cozzano con i consigli medici. Alla fine sono io, e le altre persone a rischio, ad essere esposti a subire quei comportamenti. Come canta il maestro "è difficile restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore", però accetto il fatto che tutta questa situazione sia per me una merda, ma sono grato di sapere che passerà. Gente, lamentiamoci meno e aiutiamoci di più a vicenda. Vedo me stesso cercare di sdrammatizzare, e sperare in una soluzione rapida di questa rottura di balle perché ho già i biglietti per Sting in concerto, quest'estate.

Mi rispondo che va... Penso che la disabilità, come il Covid-19, è una compagna che non va allontanata -anche perché non si scosta- ma va conosciuta. E, in questo, tra disabilità e virus (con i problemi che provocano) vedo tante analogie. La disabilità la accetti, ne prendi consapevolezza, ci convivi ma ogni disabilità è diversa, ogni persona è diversa e tutti reagiscono in maniera differente. Come succede quando accetti i difetti della persona che ami: dentro di te a volte ci litighi, a volte fai finta di niente, a volti ci combatti.

Ma la disabilità la combatti senza perdere. Non si perde, mai. Si lotta e basta, con le persone che hai vicino, la domotica, con la medicina, la razionalità, le associazioni e le istituzioni, conoscendo le leggi, avendo delle idee, alcuni lo fanno con la fede, altri ancora con modi differenti. Potremmo dire che è una sfida mentale con la disabilità, tra me e lei. Un dialogo muto tra me e lei. E ogni volta che esco di casa da solo, ogni volta che supero una barriera architettoniche soffocata da una rampa, mi sembra di sfidarla e vincere. Di assestare un buon gancio sinistro come il migliore dei pugili.

C'è, naturalmente, un sentimento di paura, dove la paura è legittima, lecita e più che salutare quando ti aiuta a non dimenticare le medicine al mattino prima di uscire oppure a motivarti a restare in casa causa virus. La paura capita si alterni a momenti di profonda tristezza e rassegnazione. Poi passa qualche giorno, torna la combattività, torna il cervello magari pensando ad una nuova idea da realizzare. Un nuovo progetto e facendo volare la fantasia. Cambia il tuo modo di essere e l'energia mentale che hai dentro di te.

E poi cambia il rapporto che hai con il tempo. Quando hai una disabilità, nel mio caso una malattia degenerativa, hai un domani più breve e un futuro più vicino. Con una preoccupazione molto marcata di usare bene il tempo che hai, poco o molto non importa. Ma al di là del rapporto con il tempo cambia il rapporto con la vita. Esserci è bello anche quando esserci fa schifo anche in quel momento non ti sembra possibile. Di momenti in cui la vita -e l'essere umano- fa schifo ce n'è tanti. Poi arrivano altri momenti belli. Si alternano e arrivano senza chiedere permesso.

Mi rispondo che, come vivi la disabilità, o una quarantena, ti fa vedere che la vita può essere bella anche se si è travestita da mostro. Quando ti capita qualcosa di bello ti arriva una sorta di gratitudine dove il bello e il buono sono molto di più, sono un'occasione reale di felicità. Dove l'amore per la vita si raddoppia e moltiplica. Però continuo ad essere un po' stanco, perché è da inizio anno che affronto altri problemi con entrate/uscite da ospedali, e ora, come ho detto, questa rottura di balle. Tuttavia ne vale la pena, accidenti se ne vale la pena, c'è sempre un nuovo traguardo da tagliare. In ogni caso, do pochi meriti alla disabilità, e se mi dessero la possibilità di non esserlo più accetterei subito. Accetterei su due piedi, ecco...?

nUn abbraccio (a distanza) a tutti ??

Umberto Guidoni, vicepresidente di Anmic Parma

 

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