Parma 2 marzo 2020 - Diverse le iniziative giudiziarie coordinate dalla Procura di Parma e portate ad esecuzione, in relazione a procedimenti penali differenti, con la collaborazione di diversi organi di Polizia Giudiziaria: Nucleo Operativo e Radiomobile di Parma; Carabinieri di Busseto e Nucleo Operativo e Radiomobile di Fidenza; Carabinieri Delle Stazioni di San Pancrazio e di Parma Centro.
Vicenda n° 1 – Truffe agli anziani in Busseto
I Carabinieri della Stazione di Busseto, coadiuvati dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Fidenza, hanno dato esecuzione a due misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Parma a carico di due cittadini italiani, provenienti dalla regione Campania, D.K. di anni 31 e L.D. di anni 27, ritenuti responsabili del reato di truffa pluriaggravata in concorso.
I fatti risalgono alla fine del mese di novembre 2019 quando un’anziana donna residente a Busseto era stata contattata telefonicamente da un sedicente “maresciallo dei carabinieri di Busseto” il quale la informava che la figlia aveva causato un grave incidente stradale e nella circostanza aveva investito una persona che doveva essere sottoposta da un delicato intervento chirurgico. Il falso carabiniere invitava l’anziana donna a consegnare 7000 euro ad un avvocato che l’avrebbe raggiunta presso la propria abitazione. La donna, in effetti, pochi minuti dopo era stata raggiunta da un sedicente avvocato che asseriva di essere incaricato dall’assicurazione per riscuotere la somma necessaria per l’intervento chirurgico.
L’anziana donna, destabilizzata dalla rapida azione truffaldina dei malviventi, non avendo la disponibilità di denaro in casa e convinta dal falso avvocato, consegnava a quest’ultimo tutti i gioielli che aveva presso la propria abitazione.
Le complesse indagini svolte dai carabinieri, con il prezioso supporto della Polizia Locale di Busseto, già dopo poche ore permettevano di individuare, tramite il sistema di telecamere di sorveglianza, il mezzo usato dagli autori della truffa ed inoltre di identificare gli autori e recuperare parte dei gioielli truffati. La successiva analisi dei tabulati telefonici del telefono dell’abitazione, permetteva altresì di ottenere ulteriori indizi a carico degli indagati e delineare un grave quadro indiziario che consentiva alla Procura della Repubblica di Parma di chiedere al G.I.P. presso il Tribunale di Parma una misura cautelare personale.
Il G.I.P., nella circostanza, emetteva ordinanza di obbligo di dimora nel comune di Napoli nei confronti dei due truffatori.
Nei giorni scorsi la misura è stata eseguita nel comune di Napoli dai Carabinieri di Busseto, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile di Fidenza e di quelli della Stazione Carabinieri Napoli Stella.
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Le indagini -condotte secondo una metodica moderna e dinamica- hanno consentito di dare una risposta ad un fenomeno odioso ormai diffusosi su buona parte del territorio nazionale, e che ha come bersaglio persone anziane, come tali facilmente suggestionabili.
Vicenda n° 2 – Violenza intrafamiliare in Parma
I Carabinieri della Stazione di Parma Centro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal Gip di Parma in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere nei confronti di:
• U. A., nato in Nigeria, classe 1992, residente a Parma.
Al predetto viene contestato il reato di maltrattamenti ai danni della ex compagna, anch’essa nigeriana, classe 95.
Il procedimento trae origine a seguito di querela orale sporta, presso la Stazione Carabinieri di Parma Centro, nei primi di febbraio per maltrattamenti in famiglia da parte della vittima, che ha chiesto di essere collocata in una struttura protetta gestita da un centro antiviolenza.
In sede di querela la donna ha dichiarato di essere arrivata in Italia da pochissimi anni e di aver conosciuto poco più di un anno fa l’attuale indagato, dalla relazione col quale è nato un bambino.
A seguito della nascita del figlio il comportamento del compagno sarebbe degenerato drammaticamente, tanto che in qualsiasi circostanza quotidiana una lite per futili motivi si sarebbe trasformata in un’aggressione violenta nei confronti della donna.
Al rientro dall’ospedale, subito dopo la nascita del figlio, la vittima sarebbe stata minacciata di morte e di continuo aggredita brutalmente dapprima con schiaffi al volto, poi con pugni sul corpo e colpi di bastone o di mazza di scopa, infine con graffi sul braccio che le avrebbero provocato ferite con perdite di sangue.
Dal mese di gennaio ad oggi in ben quattro occasioni la vittima sarebbe stata picchiata.
In un’occasione la furia dell’indagato si sarebbe rivolta anche verso il figlio neonato, che il predetto avrebbe tentato di colpire con un cuscino, non riuscendovi solo grazie all’intervento della donna.
A comprova del racconto della vittima, è stato acquisito anche un referto ospedaliero, nel quale sono state descritte escoriazioni in varie parti del corpo riferibili all’ultimo episodio in ordine di tempo, a seguito del quale la vittima si è determinata a denunciare l’indagato ed a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma, hanno consentito in tempi brevi l’applicazione della misura cautelare nei confronti del soggetto, essendosi ritenuto che il mero allontanamento temporanea della persona offesa dall’abitazione per essere ricoverata in una struttura protetta, non fosse idoneo ad escludere nè attenuare il pericolo di reiterazione criminosa, tenuto conto dell’indole violenta manifestata dall’indagato.
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La vicenda è sintomatica della grossa attenzione che l’Autorità Giudiziaria di Parma presta al delicato, e purtroppo sempre più ricorrente, fenomeno delle violenze all’interno della famiglia, di cui la recente normativa sul c.d. codice rosso ha evidenziato la gravità.
Va rimarcata la rapidità sia delle attività investigative effettuate dalla Polizia Giudiziaria sia della conseguente valutazione giudiziaria (da parte dell’Ufficio di Procura, prima, e dell’Ufficio GIP, poi) che ha consentito in brevissimo tempo di pervenire alla esecuzione del provvedimento cautelare.
Vicenda n° 3 – Violenza intrafamiliare in San Pancrazio Parmense
I Carabinieri della Stazione di San Pancrazio Parmense hanno tratto in arresto in flagranza del reato di atti persecutori un cittadino calabrese residente in provincia di Verona.
Il soggetto, già denunciato lo scorso 9 novembre per il medesimo reato, si sarebbe reso responsabile dal mese di giugno 2018 di comportamenti tali da ingenerare un perdurante stato di ansia e paura nei confronti della figlia residente a Parma.
Giunti sul posto, i militari hanno trovato il soggetto nei pressi dell’abitazione della vittima e lo hanno tratto in arresto ma, in considerazione della sua età avanzata, lo hanno sottoposto al regime degli arresti domiciliari.
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In questo caso si è trattato di un arresto in flagranza di reato, a testimonianza della vigile attenzione che le forze di polizia riservano al fenomeno dei reati intrafamiliari.
Vicenda n° 4 – Spaccio di droga in Parma ad opera di nigeriani
I Carabinieri del Norm hanno dato esecuzione ad alcune ordinanze emesse dal Gip di Parma di in applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti di:
N. S., nato in Nigeria cl. 1990, domiciliato a Parma:
O. B., nato in Nigeria cl. 1990, domiciliato in Parma;
I. E., nato in Nigeria cl. 1988, in Italia senza fissa dimora;
in relazione al reato di spaccio di sostanze stupefacenti.
I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile sono riusciti a trarre in arresto i tre soggetti su menzionati, ritenuti responsabili di circa 800 cessioni di sostanza stupefacente (cocaina) per un valore approssimativo stimato intorno ai 33.000 €.
I tre soggetti, operanti singolarmente sul territorio di Parma, sono attivi sin dal 2015.
In particolare in data 17 luglio 2019, nell’ambito di un’attività finalizzata alla repressione del fenomeno dello spaccio di sostanza stupefacente, i militari procedevano ad un servizio di osservazione nei confronti di un’autovettura segnalata come veicolo in uso a soggetti di origine nigeriana dediti alla cessione di cocaina. Alla guida del citato veicolo era stato controllato in tre diverse circostanze uno dei tre nigeriani che il precedente 5 luglio 2019 era stato tratto in arresto in fragranza di reato per violenza a pubblico ufficiale e condannato alla pena di mesi tre di reclusione.
I militari, dopo aver pedinato il veicolo, a bordo del quale si trovavano due cittadini extracomunitari, assistevano ad una vendita. Decidevano pertanto di procedere al controllo sia del soggetto acquirente (che dava esito positivo in quanto venivano rinvenuti quattro involucri contenenti sostanze stupefacenti del tipo cocaina) sia del veicolo sospetto.
I due cittadini nigeriani venivano sottoposti a perquisizione personale che consentiva di rinvenire nella disponibilità di uno dei due la somma contante di euro 1460 € sottoposta a sequestro perché ritenuta provento dell’attività di spaccio. Non veniva rinvenuto all’interno della vettura alcuna sostanza stupefacente; tuttavia i soggetti venivano trovati in possesso di ben sei telefoni cellulari.
Dagli accertamenti compiuti dalla PG a seguito di detto intervento, sono stati identificati diversi acquirenti abituali di età compresa tra 19 e 55 anni.
Le dichiarazioni rese dagli acquirenti (che non si conoscono tra loro) sono apparse credibili, in primo luogo in quanto tutte connotate da precisione, in secondo luogo perchè riscontrantesi reciprocamente, attraverso la descrizione del modus operandi dei pusher e dei luoghi di consegna (Centro Torri e vie limitrofe).
Se è vero che nella maggior parte delle occasioni ogni singola cessione compiuta dagli indagati ha avuto ad oggetto delle piccole quantità, il modus operandi appare tale da dimostrare che gli indagati avessero a disposizione quantità ben superiori, come peraltro dimostrato dalla ricostruzione effettuata in base alle testimonianze degli acquirenti escussi.
Da evidenziare la notevole ripetitività delle cessioni di stupefacenti, il numero consistente di clienti e la serialità della vendita della droga (con la possibilità di procacciarsi le dosi di sostanze psicotrope richieste dai loro clienti e di evadere immediatamente i loro ordinativi che ricevevano ormai con cadenze regolari), emersa non solo dalle dichiarazioni degli acquirenti, ma anche dalle attività di osservazione e controllo sul territorio compiuta dai Carabinieri, circostanze tutte che hanno portato il P.M. ed il Gip, rispettivamente, a chiedere e ad emettere le misure cautelari.
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Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Parma, hanno consentito di far emergere l’ennesima attività di spaccio condotta in maniera seriale, capillare e professionale, certamente lucrativa, al cui contrasto la Procura stessa, e le forze di Polizia di volta in volta delegate, dedicano una parte cospicua del quotidiano impegno.