Il piccolo, di origini ghanesi, è stato trasportato in condizioni disperate dall'ospedale di Scandiano al Sant'Orsola di Bologna, ma per lui non c'è stato nulla da fare. Ogni anno in Italia vengono circoncisi per motivi religiosi tra i 4mila e i 5mila bambini, il 35% in maniera clandestina
SCANDIANO (RE) di Manuela Fiorini 25 marzo 2019 – Non ce l'ha fatta il bimbo di cinque mesi di origine ghanese che venerdì pomeriggio era stato trasportato in condizioni disperate con l'elisoccorso dall'ospedale di Scandiano al Sant'Orsola di Bologna dopo una circoncisione praticata in casa dai suoi stessi genitori. Il suo cuoricino ha cessato di battere nella notte tra venerdì e sabato ed è rimasto a disposizione della Procura per l'esame autoptico, mentre i genitori sono indagati per omicidio colposo.
"Tutta la comunità si stringe intorno al bambino che ha perso la vita per un atto gravissimo, ci stringiamo in preghiera", ha detto Alessio Mammi, sindaco di Scandiano, ma "è naturalmente gravissimo che questo accada nel 2019, è preoccupante che ci siano ancora individui che praticano queste attività rituali, di carattere molto antico, che portano a rischiare la vita di bambini così piccoli".
Ogni anno, in Italia, sono tra 4 mila e i 5 mila i bambini stranieri, che ogni anno subiscono la circoncisione per motivi religiosi o culturali. E nel 35% dei casi la pratica viene eseguita in maniera clandestina. I numeri salgono a 9-10mila bambini circoncisi all'anno se si considerano i casi di piccoli residenti in Italia, ma "operati" nei paesi di origine, non da medici, ma da privati ai quali basta un'offerta da parte della famiglia per effettuare l'intervento, naturalmente con rischi altissimi.
E proprio i costi troppo alti sarebbero una delle cause che favorirebbe le pratiche "casalinghe" con esiti a volte fatali, come nel caso del bambino di Scandiano. La circoncisione, se non richiesta per motivi medici, infatti, non è sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale. Nel privato, i costi si aggirano sui 2500 euro, con picchi fino a 4000. In alcune regioni, come il Veneto e il Lazio, è possibile invece accedervi con un contributo tra i 250 e i 400 euro, ancora troppi per famiglie spesso in difficoltà economica, che quindi ricorrono alle pratiche clandestine e pericolose.
L'altro grande ostacolo è l'età dei bambini. Nella maggior parte delle strutture sanitarie pubbliche e private viene effettuata a partire dai 4 anni, per evitare rischi legati all'anestesia, mentre la quasi totalità dei genitori stranieri la richiede, secondo la tradizione, a pochi mesi di vita del neonato. E questo è un altro aspetto che favorisce la clandestinità della pratica.