Ora, grazie a un innovativo studio internazionale, coordinato dall’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche dall’Istituto LUKE di Helsinki, la corteccia dell’abete rosso si rivela molto più preziosa di quanto si pensasse, con sorprendenti proprietà benefiche per la salute.
Tradizionalmente considerata un sottoprodotto forestale privo di valore, destinato a essere bruciato o eliminato, la corteccia di abete rosso si è rivelata una risorsa straordinaria. Lo studio sopracitato ha infatti dimostrato che questa parte dell’albero è ricca di composti bioattivi con potenti proprietà di neuro protezione, antiossidanti, antibatteriche e persino antivirali. Le sue proprietà si sono rivelate efficaci contro due grandi famiglie di virus, offrendo un potenziale importante nella lotta contro le infezioni.
“Abbiamo analizzato in dettaglio la composizione chimica della corteccia di abete rosso,” spiega uno dei ricercatori principali, “e abbiamo scoperto un elevato contenuto di polifenoli, tannini e altri composti naturali che possono essere utilizzati in ambito farmaceutico e cosmetico”.
Gli antiossidanti presenti nella corteccia sono in grado di combattere i radicali liberi, contribuendo a rallentare i processi di invecchiamento cellulare e prevenendo numerose malattie croniche. Le proprietà antibatteriche si sono dimostrate particolarmente promettenti contro i batteri antibiotico-resistenti, un problema sempre più pressante nel panorama medico globale. Inoltre, le proprietà antivirali aprono nuove strade nella lotta contro diverse patologie virali.
Non è la prima volta che la corteccia di abete rosso viene apprezzata per le sue qualità. Già ai tempi dei Vichinghi, essa veniva utilizzata per trattare ferite e migliorare la salute. Oggi, grazie alle tecnologie moderne, queste conoscenze tradizionali vengono valorizzate con metodi innovativi come la cavitazione idrodinamica. Questo processo, che utilizza solamente acqua in un circuito idraulico chiuso, permette di estrarre i composti bioattivi dalla biomassa senza l’uso di solventi chimici. La successiva ebollizione produce un prodotto sicuro e privo di tossicità per l’organismo.
L’impiego della corteccia di abete rosso ha anche implicazioni ecologiche significative. Riciclare gli scarti degli alberi di Natale, trasformandoli in risorse utili, riduce l’impatto ambientale legato al loro smaltimento. Inoltre, questa scoperta potrebbe incentivare una gestione più sostenibile delle foreste e un utilizzo più responsabile delle risorse naturali.
L’Istituto LUKE di Helsinki prevede di approfondire ulteriormente lo studio di questi composti bioattivi, esplorando nuove applicazioni industriali. Collaborazioni con aziende farmaceutiche e del settore cosmetico sono già in corso, promettendo di trasformare la corteccia di abete rosso in un elemento centrale della bioeconomia del futuro.
Mentre ci prepariamo a smontare gli alberi di Natale, questa scoperta ci invita a guardare ai nostri riti e tradizioni con occhi diversi. Dietro le luci e le decorazioni si cela un potenziale nascosto, pronto a contribuire non solo alla nostra salute, ma anche a un pianeta migliore.